[POETA] Giacomo Leopardi

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    DATA DI NASCITA: 29 giugno 1798
    DATA DI MORTE: 14 giugno 1837

    BREVE BIOGRAFIA:
    Leopardi nasce a Recanati (nelle Marche) il 29-6-1798; nel 1908 scrive il suo primo sonetto (La morte di Ettore), dopo aver letto Omero; studia lingue da autodidatta, cominciando a tradurre poesie e libri e scrivendone di propria.
    dopo una crisi religiosa avvenuta nel 1819, vuole fuggire dal suo paese d'origine ma dovrà desistere a causa del padre che lo scopre. tra la fine del 1819 e l'inizio degli anni 20 scrive le sue opere più famose, tra cui Alla Luna e La sera del dì di festa. Nel 1824 scrive ben 20 delle sue operette morali; passa gli anni successivi tra Bologna, Milano, Firenze (dove incontra Manzoni) e successivamente Pisa. Nel 1828 muore il fratello; compone lo Scherzo e A Silvia. Negli anni che gli restano da vivere pubblica le sue opere, visita nuovamente diverse città, torna a Recanati, scrive e traduce assiduamente; Lavora fino agli ultimi giorni che gli restano da vivere: morirà il 14 giugno 1837, a soli 39 anni, a Napoli, dopo una vita trascorsa sui libri.

    ALTRA BIOGRAFIA, PIU' COMPLETA:
    CITAZIONE
    Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798, dal conte Monaldo e Adelaide Antici. Nel 1803 l’amministrazione dei beni familiari è tolta al padre, che si ritira quindi in una velleitaria attività di letterato dilettante, e passa nelle mani della madre. L’atmosfera di casa Leopardi non è felice ed è caratterizzata dall’indole della madre, severa, bigotta e povera d’affetti. Il giovane Giacomo inizia nel 1807 gli studi con i fratelli Carlo e Paolina, inizia a comporre piccoli componimenti poetici e cerca un proprio spazio autonomo all’interno di un’educazione di chiaro stampo controriformistico. Tra il 1813 e il 1816 inizia da solo lo studio del greco; si dedica a ricerche erudite e a varie indagini filologiche sorprendentemente rigorose e precise. Politicamente sposa le idee ultralegittimiste del padre. Nel 1817 pubblica sullo «Spettatore» l’Inno a Nettuno, fingendo trattarsi della traduzione di un originale greco, e due odi apocrife in greco, presentate come autentiche. Inizia la sua amicizia epistolare con Pietro Giordani ed inizia lo Zibaldone, il grande diario intellettuale che continuerà sino al ‘32. Nel 1818 si conclude la sua conversione politica che lo porta a diventare un patriota repubblicano e democratico. Nel 1819 le cagionevoli condizioni di salute lo obbligano a sospendere gli studi; tutto ciò è una spinta a chiarire la propria condizione di solitudine, di noia, e a maturare il suo pessimismo ancora indeterminato. È in questo periodo che scrive L’infinito e Alla luna. nel 1820 continuano le composizioni poetiche come, ad esempio, La sera del dì di festa. Nel 1822 si reca a Roma, il primo viaggio fuori da Recanati: rimarrà molto deluso. Nel 1823 ritorna a Recanati dove analizza la decadenza nazionale e gli effetti nefasti della Restaurazione. Nel 1824 scrive la maggior parte delle Operette morali e l’anno dopo parte per Milano, dove prende contatto con l’editore Stella, e poi passa a Bologna. Nel 1827 si trasferisce a Firenze dove conosce Alessandro Manzoni; i due non si capiranno, troppo diversa è l’indole personale. Nel 1828, finiti i mezzi di sostentamento, dopo aver composto A Silvia, è costretto a far ritorno a Recanati. Nel 1829 compone: Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il Sabato del villaggio. Poco dopo aver concluso il Canto notturno, nel 1830, torna a Firenze ed inizia l’amicizia con un esule napoletano: Antonio Ranieri. Nell’aprile 1831, durante i moti dell’Italia centrale, escono i Canti per l’editore Piatti. Nel 1833 Giacomo si trasferisce con il Ranieri a Napoli; i due vivono in condizioni economiche estremamente precarie. Nel 1835 escono i Canti per l’editore Starita di Napoli; vi compaiono nuove poesie tra cui Il passero solitario e il cosiddetto ciclo di Aspasia (Il pensiero dominante, Amore e Morte, Consalvo, A se stesso, Aspasia). Muore, a 39 anni, nel 1837 a Napoli durante un’epidemia di colera: il Ranieri a stento riesce a sottrarne il corpo alla fossa comune.


    OPERE SCRITTE:
    Canti: Il passero solitario, l'infinito, a Silvia, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, La quiete dopo la tempesta, il sabato del villaggio
    Zibaldone: diviso in diversi capitoli; è il "diario" di Leopardi.

    le opere complete potete trovarle QUI oppure QUI

    OPINIONI PERSONALI:
    è il mio preferito... ho poco da dire a riguardo; adoro i suoi canti, mi ha sempre incuriosito la sua vita da piccolo genio (e qui è il caso di dirlo, questo scriveva già prima della sua comunione), pessimista e chiuso in se stesso, il suo modo di vedere la sua vita, dalle fissazioni religiose dei suoi genitori ai suoi viaggi....

    appena trovo qualcosi più a riguardo commenterò il suo "stile", non lo faccio ora perchè potrei scrivere cazzate, i ricordi scolastici son lontani.

    ps: lasciate commentare a me le sue poesie, vi prego
     
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  2. Azygos
     
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    Un grandissimo poeta, è uno dei miei preferiti
     
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  3. Naerior
     
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    Immane...

    Cheers,
    Naerior
     
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    Grande poeta,grandi teorie...e pensare che s'è rincoglinito sin da piccolo.

    eppure non sembra così brutto.
     
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3 replies since 17/9/2005, 13:39   303 views
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