Go review that album! Primo turno

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Felice che ti sia piaciuto. Questo è il loro album più sinfonico e barocco, i primi due sono molto più "calmi" ma allo stesso tempo marziali e propriamente black. In seguito avranno una svolta thrsh che culminerà nel capolavoro Death Cult Armageddon.

    CITAZIONE
    La voce non propriamente adatta a cantare ninne nanne di Shagrath (a proposito: ha ancora le corde vocali?)

    Canta con lo scream rauco di diaframma, altrimenti le corde se le fotterebbe dopo tre minuti. Cmq, spesso è anche aiutato da effetti digitali, purtroppo.

    CITAZIONE
    sempre caratterizzato dall'organo spettrale e da una vigorosa batteria demoniaca.

    Ovvero Mustis e Tjodavl :amore:
     
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    Madre, donna, lesbica. What else?

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    Culla Bianconera

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    QUOTE (Phæk di un utente britannico @ 21/9/2013, 18:56) 
    "Spiritual Black Dimension" dei Dimmu Borgir

    Questo album è opera della non propriamente popolare band norvegese dei Dimmu Borgir. Uscito nel 1999, è considerato una perla del genere Symphonic Black Metal. Fino ad ora non sapevo nemmeno che esistesse questo genere, ma pur essendo completamente ignorante sul tema devo riconoscere l'altissimo livello artistico di questo album.
    L'album parte col brano Reptile, gagliardissimo esempio di come si possa fondere una melodia metal con atmosfere sinfoniche che danno l'impressione di trovarsi nel bel mezzo di un sabba. La voce non propriamente adatta a cantare ninne nanne di Shagrath (a proposito: ha ancora le corde vocali?) è ciò che ci vuole in un sound di questo genere. Behind the Curtains of Night - Phantasmagoria è una canzone da non ascoltare di notte in un castello scozzese abbandonato, pena allucinazioni a base di fantasmi e demoni. Segue Dreamside Dominion, un brano "tranquillo" dove una povera faringe si trascina seguendo una partitura di pianoforte sicuramente suonato dalla mano degli Addams. A grande sorpresa, alla fine di questo brano si sentono anche chitarre quasi cristiane. Dura poco... Shagrath torna più cattivo che mai con United in Unhallowed Grace, un'altra melodia dell'oltretomba. Tuttavia quei burloni dei Dimmu eseguono un riff a tratti rilassato dove l'unico ad essere perennemente incazzato è il cantante. Segue The Promised Future Aeons, dove a divertirsi è sicuramente il tastierista, ma poi si scoperchiano le tombe e le anime dei dannati escono dall'inferno in fila indiana dopo poco meno di due minuti, così come la lunga serie di borborigmi mefistofelici e un assoli di chitarra del demone tentatore di Santana. Lo stesso demone cerca di cucire le corde della chitarra con lana di capra maledetta in The Blazing Monoliths of Defiance, dove Shagrath è più carico che mai, in bilico tra voci diaboliche, aerofagia e urla di dolore. Il rutto più lungo della storia del rock apre The Blazing Monoliths of Defiance, sempre caratterizzato dall'organo spettrale e da una vigorosa batteria demoniaca. Incredibilmente, nel brano compaiono anche voci umane e qualche momento di musica "normale" che sembra un copy-paste di Pink Floyd con Roger Waters affetto da laringite. Ovviamente, in men che non si dica le orecchie dell'ascoltatore sono brutalmente percosse dal metallo, e poi ancora nel brano successivo Grotesquery Conceiled, violentate da voci basse e infine da un urlo dell'altro mondo. Si alternano voci più o meno basse, poi l'arrivo dei Cavalieri dell'Apocalisse convertito in musica. La conclusiva Arcane Life Force Mysteria fa riposare un po' le povere braccia del batterista e lascia i suoni "sinfonici" padroni assoluti del brano... per poco meno di un minuto! L'album si conclude con un crescendo di musica e cantato, che dà quasi l'impressione di compressione del'esecuzione in velocità crescente, come se il gruppo avesse registrato l'album l'ultima ora del venerdì pomeriggio.
    Pazzesco, veramente pazzesco. Non avevo idea che un album metal potesse essere così denso, e per questo mi chiedo come si possa concepire di ascoltare Spiritual Black Dimension guidando l'auto o chattando con la morosa.

    VOTO: 8

    Morta. Recnesione originale, però dal voto vedo che ti è piaciuto! E questo è un disco già molto melodico :hihi:
     
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    Brava Giovanna... brava.

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    La terra dei cachi

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    "Bitter tea" - the Fiery Furnaces

    I fratelli Matthew ed Eleanor Friedberger nascono nei dintorni di Chicago negli anni ’70. Si ritrovano a lavorare insieme in quel di Brooklin all’inizio del 2000. Pubblicano il primo album nel 2003, e un anno dopo cominciano a riscuotere un buon successo di pubblico (e di critica) con l’album “blueberry boat”, cui seguiranno “ep” e “reharsing my choir”.
    Nel 2006 è la volta di “bitter tea”, album nel quale il duo si dedica da un lato alla scoperta di melodie orecchiabili, di facile ascolto, con ritornelli catchy, dall’altro svolge una minuziosa ricerca sonora che ha poco a che vedere con il mondo della “musica di consumo”.
    Le canzoni dei Fiery Furnaces sono collage che attingono dal mondo dell’elettronica, del blues, della dance, del folk, dal funk e perfino dai videogames. Le canzoni sono tutte nell’ottica dei 4-5 minuti di durata, ma la varietà di, melodie e ritmi è davvero impressionante. Come “modo di costruire” il brano i Fiery Furnaces possono addirittura ricordare le Mothers of Invention o i Residents, pur partendo da una base indiscutibilmente pop.
    I testi (in gran parte surreali) sono quasi tutti scritti da Matthew (eccezion fatta per “teach me sweetheart”, “police sweater blood vow” e “benton harbor blues”, scritti a 4 mani con la sorella) , e sono in genere cantati da Eleanor, ora con voce ipnotica, ora distaccata, ora dolce. La produzione e l’artwork sono curati da Matthew, con un numero ristretto di collaboratori.

    L’apertura è folgorante: quattro colpi di bacchette aprono “in my little tatched hut”, uno dei pezzi migliori del disco. Partenza aggressiva e cadenzata, poi un breve intermezzo con chitarra classica che sfocia subito dopo in una danza tribale contornata da rumori elettronici di vario tipo, frasi in “backwards”, ulteriore cambio di ritmo con tastiere e organo……. Le prime tre canzoni passano senza soluzione di continuità, tenendo sempre alta la tensione: difficile non proseguire nell’ascolto del disco una volta arrivati a questo punto.
    Difficile dicevo, tanto più che la title-track è il brano più ballabile del disco, viene voglia di muoversi ascoltando questa danza che fonde suoni “spaziali” a jingle di videogames a melodie orientali.
    La bellissima “teach me sweetheart” procede in un crescendo ben sottolineato dall’organo, fino a spegnersi nel finale, eclettico come al solito. E’ la canzone che mi trovo più spesso a canticchiare in questi giorni.
    Di seguito troviamo un brano decisamente orecchiabile, “i’m waiting to know you”, e subito dopo quello che invece è il brano più “inquietante” del disco: “the vietnamese telephone ministry” , con voci contraffatte che fanno molto dark.
    Con “oh sweet words” si cambia registro: intro funk, stacco e ripresa con un sottofondo dance anni ’80.
    Aumenta la velocità in “borneo”, sembra quasi una filastrocca che si regge su qualche nota di piano.
    In generale mi sorprende il fatto che in questo disco ci sia davvero poco di non riuscito: tutto suona interessante e, cosa non da poco, anche facilmente apprezzabile.
    Si prosegue con la piacevole “police sweater blood vow”, per arrivare al brano più lungo –e forse rilassante- del disco, “benton harbor blues”, pezzo godibile che viene anche presentato in chiusura in una versione ridotta di 3 minuti.
    “nevers” è un altro brano esemplificativo del loro stile, anch’esso riproposto in versione remix alla fine dell’album. Cadenzato, con ottimi rintocchi di tastiere (sulle quali si sentono voci più o meno alterate, che si rincorrono), con un finale sognante… molto bene!
    “whistle rhapsody” conferma quanto ho già detto su un album che mi ha decisamente sorpreso.
    Questi due fratelli portano avanti un progetto non da poco, mi ascolterò anche gli altri album, dato che questo mi ha convinto pienamente: se dovessi dare un voto da 1 a 10 a “bitter tea”, difficilmente potrei dare meno di 8.
     
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  4. Bottigliå
     
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    User deleted


    mi ha incuriosito parecchio, me lo ascolto pure io :sisi:
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Incredibile, abbiamo finito il turno!!!!
    sconvolgente. Ora sotto col secondo! :sisi2:
     
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19 replies since 10/9/2013, 10:54   102 views
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