Esce la “Croce” di Mario Adinolfi, il quotidiano degli omofobi italiani (compresi gli amici gay)

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    Esce la “Croce” di Mario Adinolfi, il quotidiano degli omofobi italiani (compresi gli amici gay)

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    Oggi è il gran giorno. Chi è andato in edicola ha trovato un nuovo quotidiano: La Croce di Mario Adinolfi. Sì, perché nell’era dei giornali che chiudono battenti, con il Corriere della Sera costretto a vendere la sede storica di via Solferino, e Conde Nast che per la prima volta mette in cassa integrazione i suoi dipendenti, il nostro amico Adinolfi si lancia nella sfida del secolo: mettere in piedi un nuovo quotidiano cartaceo. Insomma, un eroe del giornalismo d’altri tempi.

    I temi trattati dall’ex deputato PD sono abbastanza noti a tutti. Così com’è nota la sua avversione al matrimonio egualitario e alla parità di diritti tra persone, eterosessuali e omosessuali. Le ragioni, come lascia intendere il titolo del suo giornale, affondano le proprie radici nella religione cattolica (o per meglio dire in una precisa interpretazione della religione, dato che Gesù – è noto a tutti – non si è mai pronunciato in merito). Ma non solo, Adinolfi critica i falsi miti del progresso, come la fecondazione assistita, il commercio di uteri e sperma da prendere e manipolare per procreare in base a dei meri capricci. E, immagino, questo valga sia per le coppie etero che per quelle omosessuali. Peccato che il neo direttore si scagli solo contro gay e lesbiche.

    Detto questo, La Croce ha anche un’edizione online – sia mai che qualcuno si dovesse perdere qualche articolo – dove una nostra lettrice ha pescato e segnalato “Dialogando col mio amico gay” (eh sì, anche loro hanno tanti amici gay). L’amico gay, quarant’anni, ex attivista, disilluso dalla vita e dall’amore, dice a proposito di diritti per le persone LGBT:

    CITAZIONE
    Ai gay non interessano queste cose. Non si occupano di battaglie per il matrimonio e le adozioni. I gay qualunque pensano a come vestirsi e a dove andare a ballare il prossimo week-end.

    Sulle famiglie omogenitoriali prosegue:

    CITAZIONE
    I figli? Non siamo pronti. Primo perché non è pronta la società. I bambini con genitori dello stesso sesso verrebbero discriminati.

    Il giornalista della Croce fa l’avvocato del diavolo, «ma seguendo il tuo ragionamento, se non si comincia a vedere che queste realtà esistono, la società non sarà mai pronta» e l’amico gay sentenzia:

    CITAZIONE
    Vero, ma non possiamo sperimentarlo sulla pelle dei bambini. Non è giusto che soffrano per delle battaglie che non sono le loro. Poi quando vedo come gli omosessuali si presentano, quando vedo le parate del Gay Pride, quando frequento i locali gay. No! Non siamo pronti per educare dei figli.

    Senza voler essere troppo polemica, mi chiedo: quanti eterosessuali sono davvero interessati alle battaglie per l’uguaglianza, per il rispetto dei diritti umani? Una piccola, piccolissima parte. Ma se questa piccola parte non ci fosse, l’umanità intera sarebbe ferma all’età della pietra. E allora, caro amico gay, comprendo la tua disillusione, ma prova a ragionare prima, poi spara sentenze. Del resto, voler andar a ballare, fare sesso, anche occasionale, o passare ore davanti allo specchio per decidere l’outfit giusto non è prerogativa omosessuale. E soprattutto non esclude l’impegno politico.

    Secondo punto: non siamo pronti per educare dei figli. Forse è vero, ma gli eterosessuali lo sono? Caro amico gay, sono nata in provincia di Napoli e per anni ho vissuto in città, da studentessa fuori sede, ai Quartieri Spagnoli. Sai quante coppie eterosessuali non erano pronte per educare dei figli? Eppure di figli ne avevano tanti, ma proprio tanti. Sai qual è la differenza tra le famiglie dei Quartieri - che prendo ad esempio, ma potrebbero essercene tanti altri da Nord a Sud, nelle grandi città come in provincia – e le coppie omosessuali? A certe coppie eterosessuali, i figli “capitano”. Le coppie omosessuali, invece, prima di fare il grande passo che le porterà alla genitorialità – passo che spesso implica soldi, spostamenti all’estero, visite mediche, etc, etc – ci pensano, ci ripensano, e ci ripensano ancora. Forse non sarà garanzia di genitoiralità perfetta. Ma caro amico gay, e caro Adinolfi & Co., nessun genitore è perfetto.

    Chiudo con la previsione di Adinolfi, intervistato da Marci Esposito su Giornalettismo, sulle civil partnership promesse da Renzi:

    «Non credo che lo farà mai. Noi su La Croce gli spiegheremo le ragioni per cui non c’è alcun bisogno di rincorrere alcuni paesi d’Europa su legislazioni che interessano a pochi militanti Lgbt e sono sostanzialmente antipopolari».

    Se lo dice lui, allora possiamo star certi che tra sei mesi avremo i matrimoni egualitari: non ne ha mai azzeccata una. Ecco cosa scriveva Adinolfi, fine analista politico, su Facebook qualche giorno prima delle elezioni europee vinte dal Renzi con più del 40%:

    Adinolfi



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    I suoi genitori eterosessuali hanno fatto proprio un buon lavoro
     
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    CITAZIONE (MissBalzary @ 14/1/2015, 11:13) 
    I suoi genitori eterosessuali hanno fatto proprio un buon lavoro

    "I figli degli omosessuali diventeranno gay come loro"
    "Tu hai genitori intelligenti?"
    "Sì, certo"
    "Vedi? Non è detto..."
     
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3 replies since 13/1/2015, 16:49   50 views
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