Nuovo decreto legge sulle droghe

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    Cosa prevede il decreto legge sulle droghe

    droghe2904

    Il 28 aprile la ministra delle riforme e per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi ha annunciato che il governo ha posto la fiducia sul decreto legge sugli stufepacenti e i farmaci off-label in discussione alla camera.

    La fiducia sarà votata alle 18 del 29 aprile, mentre la votazione finale sul decreto dovrebbe slittare al 30 aprile alle 12.30.

    Il decreto propone delle misure migliorative della legge Iervolino-Vassalli del 1990 (Testo unico sugli stupefacenti) sull’uso di stupefacenti che è stata riportata in vigore dopo la sentenza della corte costituzionale che a febbraio del 2014 ha definito la legge Fini-Giovanardi incostituzionale.

    Il decreto legge è composto da quattro articoli che sono stati esaminati dalla commissione giustizia e affari sociali della camera. Il decreto è in discussione in aula dal 24 aprile.

    Ecco cosa prevede il decreto legge:

    - Il decreto prevede l’introduzione di nuove tabelle (cinque in totale) per la classificazione delle droghe e reintroduce la distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere, abolita dalla legge Fini-Giovanardi. La I e III tabella raggruppano le droghe pesanti, la II e la IV quelle leggere. La V riguarda le droghe a uso terapeutico. Le tabelle regolano le circa 500 sostanze classificate dal 2006.


    - Nella tabella I (droghe pesanti) rientrano gli oppiacei naturali o sintetici; le foglie di coca e gli alcaloidi derivati; le anfetamine; tutte le droghe sintetiche a base di tetraidrocannabinolo (Thc, principio attivo della cannabis) e ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale e abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica.


    - Nella tabella II (droghe leggere) rientra la cannabis senza distinzione tra indica, sativa, ruderalis o ibrida.


    - È vietata la vendita e la coltivazione di queste sostanze sul territorio nazionale. Mentre l’acquisto o la detenzione di sostanze per uso personale non ha rilevanza penale. Rimangono in piedi le sanzioni amministrative che avranno però durata variabile a seconda che si tratti di droghe pesanti (da 2 mesi a un anno) o leggere (da uno a 3 mesi).


    - La vendita di piccole quantità di droga prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa da mille a 15mila euro. L’arresto sarà possibile solo in caso di flagranza. Il reato non distingue tra droghe leggere e pesanti, spetterà al giudice decidere l’entità della pena in base alla qualità e alla quantità della sostanza e alle altre circostanze di ogni signolo caso. La riduzione della pena prevista per lo spaccio di droga permette di ricorrere alle pene alternative al carcere, previste dal decreto approvato a febbraio del 2014 sulle politiche carcerarie. Chi è condannato per questo reato potrà accedere alla messa alla prova, quindi all’affidamento ai servizi sociali.
     
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    Io non capisco nulla di chimica, però:

    droghe pesanti

    CITAZIONE
    tutte le droghe sintetiche a base di tetraidrocannabinolo (Thc, principio attivo della cannabis) e ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale e abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica.

    anche la cannabis provoca dipendenza.
    Mi sembra la classica legge all'italiana della serie "non possiamo rovinare la fedina penale del 15% degli italiani, lasciamo che si fumino le cannette, se poi diventano dipendneti poco male"
     
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  3. Pablo88
     
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    Sono contro la legalizzazione delle droghe leggere, però obiettivamente non è giusto punire chi ne spaccia o peggio ancora chi ne fa uso personale con le stesse pene di chi spaccia e usa droghe pesanti, allo stesso modo in cui non è giusto mettere allo stesso piano gli effetti e le dipendenze, molto più marcate nel caso delle droghe pesanti, dell'uso.
    Nessuno credo abbia mai avuto l'istinto di rapinare e uccidere per una pietra di fumo, il prezzo è diverso ma anche la quantità che la persona media è stimolata a dover assumere dopo una dose.
     
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    Culla Bianconera

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    Piccolo spaccio, sì alla riduzione di pena
    “Cinquemila detenuti fuori dal carcere”


    Il verdetto della Cassazione. Riviste le condanne definitive previste dalla
    Fini-Giovanardi. «Esclusi dalla sentenza gli spacciatori di droghe pesanti»


    In due ore la Cassazione ha dato una mano alla soluzione del problema del sovraffollamento carcerario: i supremi giudici, infatti, presieduti dal Primo presidente Giorgio Santacroce, hanno dato il via libera alla riduzione delle pene definitive per gli spacciatori abituali di droghe leggere - o comunque in carcere per fatti di lieve entità legati agli stupefacenti - ai quali non erano state concesse le circostanze attenuanti prevalenti sulla recidiva dopo il giro di vite introdotto dalla Fini-Giovanardi.

    Alcune migliaia di persone in cella, dunque, potrebbero presto uscire dalle prigioni: tre-quattro mila secondo una prima stima dell’amministrazione penitenziaria. Fino a diecimila secondo i numeri, meno cauti, forniti da Franco Corleone, il coordinatore dei garanti dei detenuti. Complessivamente, per reati legati agli stupefacenti, sono in carcere circa 21mila detenuti. Senz’altro - hanno chiarito subito fonti della Suprema Corte - non saranno rimessi in libertà i condannati per spaccio di droghe pesanti commesso con l’aggravante dell’associazione.

    Quello `fornito´ dalla Cassazione è un aiuto per il Guardasigilli Andrea Orlando che sottolinea come, adesso, in forza di questo verdetto, «l’uscita dall’emergenza carceri sarà più rapida». «Tra gli effetti delle misure sulle carceri - ammette il ministro - non avevamo previsto un’aggressione del giudicato».

    Le Sezioni Unite hanno, in sostanza, spazzato via il `dogma´ della cosiddetta «intangibilita’» delle condanne definitive facendo prevalere il principio del `favor rei´, e quello della equità della pena per non creare un senso di ingiustizia nel trattamento punitivo di chi è stato condannato prima, o dopo, gli interventi della Consulta demolitori della Fini-Giovanardi. La decisione degli `ermellini´ «mette l’Italia al passo con la giurisprudenza di Strasburgo e, insieme alle due sentenze della Consulta, ci mette più `in regola´ con la Carta di Diritti dell’Uomo», ha spiegato Giuseppe Maria Berruti, direttore dell’Ufficio del Massimario della Cassazione. «Il diritto non è immobile, cambia a seconda del quadro storico di riferimento e questa vicenda - osserva ancora Berruti - dimostra che il quadro storico è mutato rispetto a quando la legge Fini-Giovanardi venne emanata», circa otto anni fa.

    La decisione, secondo Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, «contribuirà a decongestionare il nostro sistema penitenziario. Tutti i detenuti che hanno subito gli eccessi di pena della legge Fini-Giovanardi potranno ora finalmente ottenere il ricalcolo del loro periodo di detenzione. Si tratta di varie migliaia di persone». Ma non mancano le voci critiche. «Con buona pace di chi fa affermazioni palesemente non vere, - ha detto il forzista Maurizio Gasparri - il decreto Renzi-Lorenzin sulla droga lascerà impuniti gli spacciatori di droga. Lo conferma la Cassazione, affermando che con gli sconti di pena introdotti a vantaggio degli spacciatori di droga saranno ricalcolate le condanne. Avremo più spacciatori impuniti e scarcerati agli angoli delle strade!». Per il leghista Nicola Molteni, «è l’ennesimo indulto, che si somma a cinque svuotacarceri e garantisce sostanziale impunità agli spacciatori. Questo è diventato il governo degli immigrati, delinquenti e spacciatori!». Ad avviso del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, il verdetto delle Sezioni Unite penali della Cassazione - relatore Franco Ippolito, segretario generale della Suprema Corte - ridurrà senz’altro l’affollamento delle celle ma dovrebbe essere seguito anche da provvedimenti per il reinserimento sociale dei tossicodipendenti ai quali deve essere fornita assistenza terapeutica.

    La Stampa
     
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3 replies since 29/4/2014, 18:50   146 views
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