Nuovo decreto legge sulle droghe

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  1. C@te
     
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    Piccolo spaccio, sì alla riduzione di pena
    “Cinquemila detenuti fuori dal carcere”


    Il verdetto della Cassazione. Riviste le condanne definitive previste dalla
    Fini-Giovanardi. «Esclusi dalla sentenza gli spacciatori di droghe pesanti»


    In due ore la Cassazione ha dato una mano alla soluzione del problema del sovraffollamento carcerario: i supremi giudici, infatti, presieduti dal Primo presidente Giorgio Santacroce, hanno dato il via libera alla riduzione delle pene definitive per gli spacciatori abituali di droghe leggere - o comunque in carcere per fatti di lieve entità legati agli stupefacenti - ai quali non erano state concesse le circostanze attenuanti prevalenti sulla recidiva dopo il giro di vite introdotto dalla Fini-Giovanardi.

    Alcune migliaia di persone in cella, dunque, potrebbero presto uscire dalle prigioni: tre-quattro mila secondo una prima stima dell’amministrazione penitenziaria. Fino a diecimila secondo i numeri, meno cauti, forniti da Franco Corleone, il coordinatore dei garanti dei detenuti. Complessivamente, per reati legati agli stupefacenti, sono in carcere circa 21mila detenuti. Senz’altro - hanno chiarito subito fonti della Suprema Corte - non saranno rimessi in libertà i condannati per spaccio di droghe pesanti commesso con l’aggravante dell’associazione.

    Quello `fornito´ dalla Cassazione è un aiuto per il Guardasigilli Andrea Orlando che sottolinea come, adesso, in forza di questo verdetto, «l’uscita dall’emergenza carceri sarà più rapida». «Tra gli effetti delle misure sulle carceri - ammette il ministro - non avevamo previsto un’aggressione del giudicato».

    Le Sezioni Unite hanno, in sostanza, spazzato via il `dogma´ della cosiddetta «intangibilita’» delle condanne definitive facendo prevalere il principio del `favor rei´, e quello della equità della pena per non creare un senso di ingiustizia nel trattamento punitivo di chi è stato condannato prima, o dopo, gli interventi della Consulta demolitori della Fini-Giovanardi. La decisione degli `ermellini´ «mette l’Italia al passo con la giurisprudenza di Strasburgo e, insieme alle due sentenze della Consulta, ci mette più `in regola´ con la Carta di Diritti dell’Uomo», ha spiegato Giuseppe Maria Berruti, direttore dell’Ufficio del Massimario della Cassazione. «Il diritto non è immobile, cambia a seconda del quadro storico di riferimento e questa vicenda - osserva ancora Berruti - dimostra che il quadro storico è mutato rispetto a quando la legge Fini-Giovanardi venne emanata», circa otto anni fa.

    La decisione, secondo Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, «contribuirà a decongestionare il nostro sistema penitenziario. Tutti i detenuti che hanno subito gli eccessi di pena della legge Fini-Giovanardi potranno ora finalmente ottenere il ricalcolo del loro periodo di detenzione. Si tratta di varie migliaia di persone». Ma non mancano le voci critiche. «Con buona pace di chi fa affermazioni palesemente non vere, - ha detto il forzista Maurizio Gasparri - il decreto Renzi-Lorenzin sulla droga lascerà impuniti gli spacciatori di droga. Lo conferma la Cassazione, affermando che con gli sconti di pena introdotti a vantaggio degli spacciatori di droga saranno ricalcolate le condanne. Avremo più spacciatori impuniti e scarcerati agli angoli delle strade!». Per il leghista Nicola Molteni, «è l’ennesimo indulto, che si somma a cinque svuotacarceri e garantisce sostanziale impunità agli spacciatori. Questo è diventato il governo degli immigrati, delinquenti e spacciatori!». Ad avviso del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, il verdetto delle Sezioni Unite penali della Cassazione - relatore Franco Ippolito, segretario generale della Suprema Corte - ridurrà senz’altro l’affollamento delle celle ma dovrebbe essere seguito anche da provvedimenti per il reinserimento sociale dei tossicodipendenti ai quali deve essere fornita assistenza terapeutica.

    La Stampa
     
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