La fine del roaming in Europa

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  1. Pablo88
     
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    Giovedì 3 aprile il Parlamento Europeo ha votato a favore dell’abolizione delle tariffe del roaming per i cellulari all’estero, cioè il prezzo aggiuntivo che dobbiamo pagare all’operatore telefonico quando ci troviamo in un paese diverso dal nostro. L’abolizione del roaming internazionale avverrà entro la fine del 2015 e fa parte di un regolamento più ampio che tra le altre cose prevede più garanzie per quanto riguarda la cosiddetta “net neutrality”, il principio secondo cui tutto il traffico sulla Rete deve essere trattato allo stesso modo senza penalizzazioni o favoritismi arbitrari, soprattutto da parte di chi fornisce le connessioni (provider).

    Roaming
    Il Commissario europeo per l’agenda digitale, Neelie Kroes, nel maggio del 2013 aveva tenuto un discorso al Parlamento europeo, chiedendo una serie di riforme allo scopo di abolire il roaming internazionale e rendere più aperto il mercato europeo delle telecomunicazioni. Il piano era stato criticato da molti operatori telefonici, preoccupati dalla possibilità di perdere fino al 5 per cento dei loro ricavi in mancanza delle tariffe per il roaming. Le società di telecomunicazione europee avevano comunque chiesto all’Unione Europea nuove regole per facilitare le fusioni tra operatori, creando aziende più grandi e in grado di muoversi più facilmente in un contesto europeo e non solo nazionale. L’antitrust europea aveva però fatto intendere di non essere favorevole a grandi fusioni, che potrebbero portare alla creazione di società con posizioni dominanti che condizionerebbero la concorrenza.
    Nella pratica, entro la fine del 2015, se Tizio viaggerà dall’Italia alla Spagna passando per la Francia, pagherà le telefonate e i dati per navigare su internet sempre allo stesso prezzo, equivalente a quello del suo piano tariffario nazionale. Chi ha sostenuto il provvedimento ha spiegato che gli operatori non avranno ricavi inferiori, perché comunque i prezzi più vantaggiosi incentiveranno i loro clienti a usare con meno limitazioni il cellulare quando sono all’estero.

    Net neutrality
    Il concetto di net neutrality, letteralmente “neutralità della rete”, esiste da molto prima della nascita di Internet. Il principio che sta alla sua base è semplice: tutto il traffico su un determinato mezzo di trasmissione (o di trasporto) deve essere trattato allo stesso modo. Nel caso di Internet, ciò implica che i provider non possono fare favoritismi consentendo ad alcuni contenuti di essere trasmessi più velocemente di altri, sulla base di loro criteri arbitrari. A un computer un video di YouTube o il post di un blog semisconosciuto devono arrivare senza limitazioni che penalizzino uno dei due. Per dirla più chiaramente: oggi il provider non può limitare la quantità di banda destinata a raggiungere un certo sito Internet rispetto a un altro, o destinata all’utilizzo di un certo software rispetto a un altro. Nè quindi proporre offerte commerciali basate su questo genere di differenziazioni (Internet per le news, Internet per i video, eccetera).
    Nel corso del tempo e con l’evoluzione dei sistemi di comunicazione, il concetto di net neutrality ha iniziato a comprendere cose anche molto diverse tra loro. La gestione delle reti comporta che tecnicamente ci siano comunque distinzioni tra i vari sistemi e protocolli usati su Internet (quelli per il peer to peer, per le chiamate VoIP, eccetera), e su questi i provider intervengono per offrire una certa qualità del loro servizio, anche se spesso pongono arbitrariamente limitazioni per favorire loro servizi.
    Il Parlamento europeo ha votato esplicitamente a favore del mantenimento della “net neutrality”, respingendo di fatto le richieste e le pressioni ricevute nei tempi recenti da operatori e grandi società di Internet, che vorrebbero modulare diversamente il traffico online a loro favore. Secondo la Commissione e il Parlamento, in questo modo si potrà continuare a tutelare la libera circolazione delle idee, negli interessi dei cittadini e senza tariffe aggiuntive per potere accedere a determinati contenuti.
    La notizia è stata commentata con interesse negli Stati Uniti, dove il concetto di “net neutrality” è stato messo in discussione da una corte d’appello, che ha sostanzialmente dichiarato non valide le regole sull’equa trasmissione dei dati online. Molte società statunitensi vorrebbero corsie preferenziali sulle connessioni per fornire i loro contenuti ad alta velocità. Alcune soluzioni di questo tipo sono già state adottate e, nonostante le promesse di diversi membri del Congresso e l’impegno del presidente Obama, non è ancora chiaro come e se sarà riaffermato il concetto di “net neutrality” negli Stati Uniti.

    Tempi
    Il regolamento approvato dal Parlamento europeo dovrà essere ancora discusso dal Consiglio dei ministri europei, che detiene insieme con il Parlamento il potere legislativo. Il confronto proseguirà per diversi mesi e si arriverà a una votazione definitiva, che appare comunque scontata salvo sorprese, il prossimo ottobre.

    Fonte
     
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  2. ScreamingBunny
     
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    Alla buon ora!
     
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    Questo vuol dire che si potranno usare sim di operatori "stranieri" :attorno:?
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  5. Pablo88
     
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    Beh sì, tra gli effetti del provvedimento ci sarebbe anche questo.
    La cosa più importante è poter usare il proprio numero all'estero (in Europa) a un costo che a livello tecnico negli anni '90 era accettabile, ma col tempo non si è adattato ai progressi di costruzione e upgrade delle celle. Oggi il roaming è un furto legalizzato, soprattutto nelle brevi distanze (tipo quando passo il confine svizzero di pochi km).
    Purtroppo per gli operatori telefonici, rognosi ovunque, bisogna fare leggi per non farsi fregare. Si ricordino ad esempio i "costi di ricarica" (per cosa, poi) che avevamo qui.
     
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  6. Pablo88
     
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    CITAZIONE
    Cellulari, l’Ue dimezza le tariffe roaming. E in Italia scatta la stangata per il ‘recall’
    Il 1° luglio sono entrate in vigore le nuove tariffe per telefonate, sms e traffico dati valide in tutti i Paesi dell’Unione: consentiranno un risparmio di oltre il 50% rispetto a quelle applicate fino alla scorsa settimana. In compenso per i clienti di Vodafone e Tim dal 21 luglio l’avviso di chiamata diventa a pagamento. Ma si può chiedere la disattivazione gratuita del servizio

    Mi ami? Ma quanto mi ami? Mi pensi? Ma quanto mi pensi? Ma, soprattutto, quanto mi costi! Un tormentone che nel corso dei decenni non è mai passato di moda, rimanendo al passo con i tempi. Così, se negli anni ’90 il caro-bolletta era l’ossessioni degli adolescenti sempre con la cornetta in mano, ai tempi del web 2.0 lo è diventato per quelli con smartphone e tablet sempre connessi. A casa, al lavoro, in Italia, all’estero e soprattutto con le vacanze ormai alle porte. Questa estate, però, lo spettro del roaming per chi telefona, naviga, scarica la posta elettronica e si connette a Facebook o a Twitter – almeno dall’Europa – dovrebbe fare meno paura: il 1° luglio sono entrate in vigore le nuove tariffe per telefonate, sms e traffico dati valide in tutti i Paesi dell’Unione europea. Novità con un notevole impatto sul portafoglio: consentiranno un risparmio di oltre il 50% rispetto alle tariffe applicate fino alla scorsa settimana.

    Nel dettaglio, il costo della navigazione su Internet nell’Ue è stato ridotto del 55,5%. In pratica scaricare un megabyte costa 0,20 centesimi di euro, contro gli 0,45 centesimi che si sarebbero spesi meno di 10 giorni fa. E se il collegamento fosse stato effettuato nel luglio 2012, sarebbe costato addirittura 0,70 centesimi.

    Un altro esempio pratico: guardare un video di 10 minuti su Youtube o stare mezz’ora sui social network mentre si è in vacanza in un altro Paese europeo farà spendere 1 euro contro 2,25 euro previsti fino a ora. Per ciascuna di queste attività il consumo è di circa 5 megabyte.

    Anche nel caso in cui si decida di telefonare o mandare messaggi da Londra, Parigi o Berlino, ma anche da Vilnius, Riga o Bratislava, sono stati previsti prezzi più contenuti: chiamare all’estero costa 19 centesimi al minuto (-21%) e non più 24 centesimi, mentre nel 2012 se ne sarebbero spesi 29. Sul fronte delle chiamate in entrata il costo è, invece, di 5 centesimi (-28,5), contro i 7 del 2013 e gli 8 del 2012.

    Capitolo a parte per l’invio di un sms dai Paesi dell’Unione: le tariffe hanno subito riduzione del 25%, passando da 8 a 6 centesimi. Nel luglio 2012 il costo era di 9 centesimi. In più, per la prima volta gli operatori di telefonia mobile devono consentire ai propri clienti in viaggio per l’Europa di scegliere un operatore locale nel Paese di destinazione per usufruire dei servizi di roaming per i dati, beneficiando delle offerte e delle tariffe più convenienti. A tutti gli importi deve comunque essere aggiunta l’Iva.

    Le euro-tariffe più vantaggiose per il roaming rappresentano il risultato di una battaglia personale iniziata nel 2007 e condotta dall’olandese Neelie Kroes, fino al 2009 commissario alla Concorrenza e dal 2010 responsabile per l’Agenda digitale. Sette anni fa, infatti, fece introdurre per la prima volta un limite massimo ai costi delle chiamate effettuate e ricevute dall’estero contro i costi eccessivi del roaming. E da allora le tariffe sono diminuite di oltre l’80%, mentre scaricare dati in roaming costa il 91% in meno.

    “Che senso ha il roaming in un mercato unico?”, continua comunque a ripetere la Kroes tra i corridoi di Bruxelles. Domanda che urta non poco la potentissima lobby degli operatori di telefonia mobile, contro cui si scontra da anni, che già tremano di fronte alla sua ultima proposta: l’eliminazione totale delle tariffe roaming. Il 3 aprile scorso, infatti, il Parlamento europeo ha approvato un pacchetto di misure che dal 15 dicembre 2015 darà la possibilità di usare smartphone e tablet all’estero allo stesso costo del proprio Paese. Si tratta, però, di una previsione e non di una certezza, visto che le misure dovranno essere approvate dai 28 Stati membri per poi tornare al Parlamento europeo, cui il Consiglio europeo sottoporrà il testo. Altro ostacolo: solo la scorsa settimana si sono insediati i nuovi parlamentari europei che ora dovranno gestire un progetto di direttiva sul mercato unico delle tlc, assai rilevante sia per le tasche dei cittadini sia per quelle degli operatori. Che risulterebbero penalizzati con l’eliminazione del sovrapprezzo per chi telefona dall’estero. Si stima, infatti, un calo a regime del 5% dei ricavi.

    A svolgere un ruolo fondamentale in questo processo potrebbe essere l’Italia che, avendo preso il timone della presidenza di turno dell’Ue dal primo luglio, ha il potere di avviare il negoziato con Strasburgo per il via libera definitivo all’eliminazione del roaming. Nonostante le pressioni che in primis Telecom potrebbe esercitare sul governo.

    In attesa che si scopra se gli extra-costi che i consumatori pagano quando escono dai confini nazionali verranno eliminati, arriva una certezza per i clienti di Vodafone e Tim in Italia: l’avviso di chiamata diventa a pagamento. Si tratta di opzioni, attivate in automatico al momento della sottoscrizione, che consentono di ricevere sms di notifica quando si libera un numero occupato o se qualcuno prova a chiamare quando il cellulare è irraggiungibile. Dal 21 luglio ai servizi di avviso di chiamata ‘LoSai’ e ‘Chiama Ora’ di Tim e ‘Recall’ e ‘Chiamami’ di Vodafone, prima offerti gratuitamente ai clienti delle due compagnie, verrà applicato un costo. In particolare 1,9 euro ogni quattro mesi per i clienti Tim con ricaricabile (5,7 euro l’anno) e 48 centesimi al mese (dal 7 settembre) per quelli con abbonamento. Vodafone ha, invece, ritoccato all’insù il servizio di 6 centesimi per ogni giorno di utilizzo. Importo che a fine anno arriva a costare fino a 21 euro. I potenziali incassi ammontano per Telecom, forte di 20 milioni di clienti, a 100 milioni di euro, e per il gruppo inglese, che ha previsto tariffe molto più care, fino a 420 milioni.

    Detto che per evitare l’aumento basta contattare la propria compagnia tramite i numeri gratuiti 40920 (Tim) o 42070 (Vodafone) e chiedere che l’opzione che venga disattivata gratuitamente, ha fatto più scalpore la modalità con cui è stato comunicato questo costo aggiuntivo: un sms preceduto da alcune comunicazioni legali sui giornali. “I due gestori se la stanno prendendo molto comoda nell’informare i propri clienti della prossima novità”, ha denunciato Federconsumatori. Mentre Codacons ha presentato un esposto all’Autorità per le comunicazioni “affinché faccia chiarezza su tale vicenda”.

    Fonte: Il Fattone Quotidiano


    Io ho sia un numero Tim che un Vodafone, ho disabilitato da entrambi i servizi. Tra l'altro la procedura in Vodafone è più macchinosa.
    In nessuno dei due numeri ho però avuto (ancora) l'SMS informativo di questo aumento dei costi, quindi di fatto l'ho saputo dal Web. In compenso la voce registrata di Tim al 40920 ha confermato l'aumento di prezzo durante la procedura.
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    ma se vado in un centro Tim me lo fanno senza trobbi sbattimenti?
     
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  8. Pablo88
     
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    Penso di sì, ma lo fai anche tu senza troppi sbattimenti e perdendoci solo un minuto.
    Se chiami il 40920 e segui le istruzioni è semplicissimo.
     
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    too sbatty.
    devo postare minchiate per superarti nel numero di post

    EDIT: Ops, già successo :piglia:
     
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8 replies since 4/4/2014, 13:03   162 views
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