Le donne laureate più brave dei compagni. Ma con meno chance di lavoro dei maschi

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  1. ScreamingBunny
     
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    Il discorso di Pablo è vero nella misura in cui viene permesso che ciò avvenga. Alle scuole pre-universitarie si tende a premiare il "bravo bimbo" che studia, piuttosto che chi ci arriva con la ragione. Non dimenticherò mai una mia interrogazione di Fisica della prima liceo.
    Non avevo studiato NULLA perché pensavo non avrebbe interrogato e... BAM interrogazione a sorpresa.
    Io, partendo da ciò che sapevo degli argomenti precedenti, ho estrapolato qua e là possibili soluzioni a ciò che mi veniva chiesto, basate ovviamente solo su una astrazione puramente matematica fatta all'istante a cazzo di cane e che poi si era rivelata giusta, seppur macchinosa, rudimentale ed evidentemente appena confezionata. La teoria, chiaramente, non la sapevo. Risultato, la prof mi disse "non basta conoscere la matematica, bisogna anche studiare la teoria, 5 e torna più preparato". Indubbiamente aveva ragione, ma personalmente avrei adorato studiare in questo modo, tentare di risolvere personalmente il problema con i miei strumenti matematici e successivamente confrontarmi con la realtà dei fatti.
    Purtroppo la scuola non incoraggia il ragionamento ma lo studio, fondamentale per non diventare uno degli imbecilli che credono alle scie chimiche, ma che è solo il 50% di ciò che serve.
    Nello studio a memoria le donne sono immensamente più costanti e brave in media.
    Quindi credo che fare una ricerca basandosi sui voti a scuola sia sbagliato a prescindere. Sarei curioso di sapere se in Stati con una istruzione più orientata al ragionamento le donne eccellono più degli uomini. Da un certo punto di vista, basterebbe fare un controllo nelle facoltà con tanta matematica e vedere se anche lì le donne superano in bravura gli uomini.
    Ma non è una questione di sesso, quanto di impostazione della società, alle bambine si chiede di essere brave e studiose, loro lo fanno e vedono che così si va avanti. Lo farebbero anche i maschi, ma sono mediamente meno bravi in questo.
    Cominciamo a premiare sia lo studio, sia il ragionamento, poi rifacciamo la statistica.
    Al datore di lavoro (o meglio, a quello delle risorse umane che ti intervista) non frega NULLA che tu sappia a memoria un libro (peraltro ormai obsoleto) studiato per un esame, è il problem solving che interessa.

    Questo in un mondo ideale, ovviamente, poi, c'è tutto il discorso maternità, per cui in Italia mancano le necessarie tutele.
    Sarebbe interessante fare dei colloqui via chat, senza conoscere il sesso del partecipante e vedere come orienterebbero le proprie scelte quei mezzi-demoni delle risorse umane, in modo da eliminare il fattore confondente dei pregiudizi e degli interessi economici (maternità).

    In sintesi, troppi bias statistici per esprimere un'opinione su questo articolo, che mette nello stesso calderone Scienze Politiche (maggioranza: donne) e Ingegneria (maggioranza: uomini). Rifate lo studio.
     
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7 replies since 7/10/2014, 09:14   77 views
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