Ha senso la castrazione chimica degli stupratori?

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  1. ScreamingBunny
     
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    Si è fatto molto parlare ultimamente della proposta di Matteo Salvini di castrare chimicamente chi commette violenze sessuali. Ora, questa proposta è palesemente una stronzata, per due motivi, che andiamo a vedere.
    1- il costo. Un LHRH analogo a dosaggio trimestrale depot (quindi una iniezione ogni 3 mesi, probabilmente la scelta che meglio bilancia costi ed efficacia) ha un costo che si aggira sui 500 euro. Poiché in un anno vi sono 4 trimestri, stiamo parlando di circa 2000 euro l'anno per ogni stupratore. Mettiamo che lo si voglia applicare a diciamo 100.000 condannati, si tratta di una spesa aggiuntiva di 200 milioni di euro l'anno, cumulativi man mano che si applica a nuovi detenuti. In pochi anni dovremmo fare una finanziaria per poterci permettere di castrare la gente. La castrazione mediante orchiectomia avrebbe un costo inferiore, ma verrebbe compensato da quelli condannati per errore, che farebbero causa allo Stato per lesioni GRAVISSIME ottenendo milioni di euro di risarcimento. Prima che mi chiediate quante probabilità di errore possono esservi in un processo per stupro, vi fermo ricordandovi che la magistratura italiana è quella che ha sancito che vi è un nesso fra autismo e vaccini, che Stamina ha validità scientifica e che i terremoti vanno previsti per legge. Questo per dare un'idea di quanto siano affidabili in questioni già ampiamente chiarite in ambito scientifico dall'intera comunità, figuriamoci quanto i giudici possono essere accurati nel valutare un singolo caso.
    2- non serve a nulla. Primo perché uno stupratore è un violento al di là delle proprie pulsioni sessuali, quindi potrebbe perseguire i propri istinti sanguinari per altre vie. Poi perché la castrazione, sia chimica che mediante orchiectomia, è facilmente antagonizzabile assumendo testosterone, che si può altrettanto facilmente acquistare da chi spaccia doping per culturisti, vanificando tutta la spesa del punto 1. Certo, basterebbe verificare mensilmente i livelli di testosterone in tutti i castrati. Ossia aggiungere ai costi sopra citati svariate centinaia di euro l'anno per persona, senza avere alcuna garanzia, perché uno può spararsi il testosterone il giorno successivo all'analisi e poi stuprare 10 donne e lo si verrebbe a sapere il mese dopo (non che ha stuprato, che il testosterone è alto, fatto che in sé non dà alcuna informazione, potrebbe trattarsi di un errore di somministrazione dell'RHLH analogo, bisognerebbe fare ulteriori analisi per scoprirlo, con ulteriori costi). Infine non tutti rispondono bene all'LHRH agonista, spesso vi sono errori di somministrazione o il sito di iniezione può essere manipolato dal condannato stesso per ridurne l'efficacia.

    Insomma, è la solita sparata che colpisce la pancia degli elettori, ma che, affrontata con rigore scientifico, si rivela di difficile fattibilità. A mio parere bisognerebbe prevenire, agendo su 3 fattori:
    1- i potenziali stupratori possono essere statisticamente individuati in modo grossolano ed informati dei rischi legali delle loro azioni con opuscoli, inoltre si potrebbe fornire loro aiuto psicologico preventivo per aiutarli a dominare le loro pulsioni
    2- le vittime, anch'esse individuate su base statistica, vanno informate su quali situazioni evitare, come difendersi, come segnalare, vanno "armate" con spray al peperoncino e corsi di autodifesa/fuga
    3- i luoghi e le situazioni possono essere migliorate, aggiungendo illuminazione e telecamere nei punti statisticamente più pericolosi, individuando meglio dove c'è degrado socio-economico e concentrando maggiormente i (purtroppo pochi) agenti di polizia di pattuglia nei punti caldi.
    Sembrano cazzate, ma sono facilmente attuabili (almeno alcune) e molto meno costose della castrazione chimica. Aggiungo che poi, essendo misure preventive, si ridurrebbero le vittime, riducendo l'impatto psicologico devastante, i costi in termini sociali e di lavoro perso (una donna stuprata necessita di terapia psicologica e farmacologica, può andare in depressione e smettere di lavorare, con tutti i danni secondari sulla propria famiglia), i costi medici e non solo in caso di malattie sessualmente trasmissibili, i danni secondari causati da una persona devastata, il rischio di gravidanze indesiderate, l'effetto sulle persone vicine, ecc.
    Una vittima in meno significa anche un carnefice in meno, che costa anch'egli in termini di lavoro perso e costi per la detenzione.

    Mi rendo conto che questo discorso non sia sensazionalistico come la castrazione chimica e mi rendo conto che i vari leghisti e grillini non possano comprenderlo per evidenti limiti intellettivi, ma valeva comunque la pena di esporlo.
     
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20 replies since 17/12/2014, 06:24   192 views
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