Secondo una ricerca chi va male a scuola dopo i 15 anni non recupera più

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Secondo una ricerca chi va male a scuola dopo i 15 anni non recupera più, e i ragazzi italiani sono i peggiori

    I ragazzi che vanno male a scuola quasi mai, riescono a recuperare nel percorso di studi successivo. Ecco gli spunti provenienti da uno studio Ocse su cui i sistemi di istruzioni saranno costretti a riflettere.

    La differenza tra diversi metodi di istruzione nel mondo può fungere da base comparativa per studi che cercano di comprendere i risultati in termini di preparazione ed istruzione tra ragazzi in differenti età e nazionalità.

    Questo è quanto alla base di una ricerca Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che ha cercato di scoprire:
    •quali sono i livelli registrati dal “sistema istruzione Paese” relativamente ai 15enni, e come si modificano nel corso del tempo
    •se teenager con i punteggi più alti a 15 anni, li mantengono anche dopo i 20 anni
    •se gli studenti di nazioni in fondo alle classifiche, si mettono nel tempo alla pari con i colleghi più bravi o invece il gap aumenta.

    I risultati del focus: finlandesi super preparati, italiani tra i peggiori

    Per ottenere queste comparazioni l’Ocse si è affidata a diversi studi che hanno permesso la comparazione tra le differenti preparazioni nel tempo:
    •il Pisa – Programme for International Students Assessment – con anno di rilevazione 2000
    •Piaac, anno 2012 e relativo alle competenze degli adulti tra 16 e 65 anni di 16 Paesi Europei, America e Asia.

    Da qui emerge che se fino ai 15 anni i ragazzi vanno male a scuola difficilmente, anzi quasi mai, riescono a recuperare nel percorso di studi successivo. Neanche all’università questo gap arriva ad essere colmato. Le competenze degli italiani addirittura peggiorano nel tempo, ed in generale. in tutti gli aspetti valutati dallo studio, escono davvero male posizionandosi in fondo alle graduatorie anche sulle competenze alfabetiche e matematiche e se si parla del livello della capacità di lettura nel tempo addirittura man mano peggiorano.

    Quello che si non si conosce a 15 anni quindi non lo si impara più nel tempo, ecco alti dati interessanti nella comparazione tra paesi:
    •le posizioni migliori sono occupate da: Finlandia, Giappone, Corea e Svezia
    •le peggiori sono invece occupate da: Italia, Austria, Germania, Polonia e Spagna
    •in Canada, i livelli di conoscenza tendono a convergere ma lo svantaggio accumulato nel tempo non viene colmato
    •in Danimarca un quarto dei migliori al secondo round di test, è andato meglio e almeno un quarto dei peggiori è andato decisamente peggio.

    Da questi risultati le indicazioni e gli input rivolti ai sistemi di istruzione nazionale appaiono chiari. Se da un lato infatti appare necessario rinforzare le competenze teoriche di base soprattutto in materie come:
    •matematica,
    •scienze,
    •lettura,
    •comprensione

    studiate durante gli anni di istruzione obbligatoria, dall’altro, dopo le superiori è necessario puntare su competenze specifiche, specialistiche e più pratiche. Appare quindi necessario innalzare la qualità delle conoscenze base impartite nei cicli obbligatori di studi e poi far si che esse non si perdano o disperdano nel tempo e che università e formazione trovino dimensioni utili a renderle disponibili nel mondo del lavoro. Nel processo di formazione continua si inserisce anche il tema dell’istruzione degli adulti.
     
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    Madre, donna, lesbica. What else?

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    Culla Bianconera

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    Io ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a non perdere mai un anno e passarla liscia ogni volta (tranne il debito di inglese ed italiano :hihi:)
     
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  3. ScreamingBunny
     
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    Temo che sia come per musica e sport. Se non hai la passione già da piccolo, c'è poco da fare. Poco male, non servono solo laureati e si possono fare grandi cose anche con una media cultura. Ci sono idraulici che diventano ricchi, basta il fiuto per gli affari e l'intelligenza (che non c'entra con la cultura).
    Il problema è quando gli ignoranti pretendono di saperne più di chi un argomento l'ha studiato e vissuto sul campo. Parlo di chi ha facili soluzioni a problemi complessi (vedasi le ""opinioni"" di emeriti IMBECILLI in campo scientifico, vedasi i deficienti negazionisti, ecc.)
     
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    Non abbiamo bisogno di tanti laureati in italia. Abbiamo bisogno di artigiani e manovali. Peccato che molti manco quello vogliano fare :hihi:
     
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  5. BAZARISTA STAI ATTENTO
     
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    IO
    A
    15
    ANNI
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    ALLE
    MEDIE
    MA
    KONOSCIEVO
    HA
    MEMORIA
    TUTTI
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    KORI
     
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4 replies since 14/2/2015, 18:13   73 views
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