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Pablo88.
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Devi renderti però conto che non puoi basare un ideale su ciò che ti hanno fatto fare nella tua classe o peggio ancora su quello che hanno fatto i tuoi coetanei.
Se dovessi basarmi solo su quello che ho visto all'ITC in cui mi sono diplomato farei prima a dire che la scuola andrebbe abolita.
Nella mia esperienza di qualche anno al liceo scientifico da scolaro, e di più tempo passato in due università di due città diverse, ho constatato dalla sommarietà delle mie esperienze che gli studenti dei licei hanno un background accademico e un metodo di studio molto più solidi di chi viene dagli istituti tecnici. Ma gli obiettivi delle due tipologie di scuole sono anche diversi, e sono destinati a persone diverse, per cui non voglio dire che sia giusta una cosa e sbagliata un'altra. Una persona che non è portata allo studio (perché lo odia o perché non ne è capace) e che ha voglia di lavorare già a 12 anni è giusto che faccia un percorso diverso da chi sente di voler passare più tempo sui libri per mettersi in gioco come intellettuale o come professionista.
Tu non ci hai detto neanche che scuola hai fatto, e quando ti sei diplomato (se tu e i compagni di scuola che hai tanto citato siete stati promossi sempre o se avete ripetuto qualche anno).. -
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Non puoi neanche basarti su scientifico e classico però.
La gente che frequenta altri istituti è molta di più.
Ovvio che non fare letteratura al classico è assurda.
Ma la mia idea è: o fai una cosa bene o non la fai. Meglio imparare poche materie per bene che tante male.
E sopratutto imparare le cose quando si hanno le basi per capirle.
Poi ho conosciuto gente che in quinta elementare mi spiegava la teoria della relatività...ma non puoi pretenderlo da tutti.
Comunque da appassionato di storia è frustrante non tanto l'ignoranza totale, ma battersi contro le stronzate che la gente impara a scuola o con i film.
Comunque ho fatto l'ITC, ma frequento gente di tutte le provenienze.. -
Pablo88.
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E chi l'ha fatto?
Fonte?Ma la mia idea è: o fai una cosa bene o non la fai. Meglio imparare poche materie per bene che tante male.
La cultura fine a se stessa, curando solo quello che ti fanno fare senza prendere tue iniziative, è temporanea.
La metodologia è quella che conta veramente, per qualsiasi cosa tu voglia fare dopo.Poi ho conosciuto gente che in quinta elementare mi spiegava la teoria della relatività...ma non puoi pretenderlo da tutti.
Chi è il matto che lo pretenderebbe da tutti?Comunque da appassionato di storia è frustrante non tanto l'ignoranza totale, ma battersi contro le stronzate che la gente impara a scuola o con i film.
Sei il classico che si rifiuta di studiarla e di ritenere tutti ignoranti perché "i libri sono scritti dai vincitori, la realtà è quella che dico io"?. -
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No, più che altro i libri di storia per la scuola riportano un elenco di fatti estremamente ridotti.
Una delle cose studiate meglio è sicuramente la seconda guerra mondiale, visto che è l'evento più vicino studiato.
Ma quasi tutti credono agli "americani libera tutti", e non sanno che i tedeschi impiegarono 3/4 delle armate e presero l'80% delle perdite sul fronte orientale.
Fronte orientale ricordato solo per la ritirata degli italiani dalla russia.
Non parliamo del fronte giapponese ricordato solo per Pearl Harbour e le bombe atomiche.
O la Francia Libera, completamente sconosciuta in Italia.
Poi non parliamo dell'ideologia politica del professore di turno che distorce i fatti a favore della sua fazione di appartenza
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Pablo88.
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E tutto il resto del discorso che fine ha fatto?
Mi interessava soprattutto sapere dove hai visto che "la gente che frequenta altri istituti è molta di più", così da togliermi di dosso questa idea che le tue discussioni siano fatte in base a quello che vivi e non in base a quella che è la realtà.. -
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Hai ragione, ho sbagliato o_o
Buon per me che l'ho scoperto. Il 50% della gente nel 2015 si è iscritta al liceo, in particolare allo scientifico
Rimane comunque l'altra metà.. -
.Devi renderti però conto che non puoi basare un ideale su ciò che ti hanno fatto fare nella tua classe o peggio ancora su quello che hanno fatto i tuoi coetanei.
Quoto questo che penso possa bastare come risposta.. -
Thais.
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Non comincio neanche a risponderti sull'italiano e la letteratura perché mi prudono già le mani
Posso però risponderti sulle lingue straniere e assicurarti che dopo una certa età impararle, soprattutto per quanto riguarda la pronuncia, è molto più difficile. Non si tratta solo di disposizione mentale o di "voglia": dopo l'infanzia il nostro cervello diventa molto meno elastico e perde la capacità di distinguere e di farci riprodurre alcuni suoni.
Questo non significa che da adulti non si possa imparare una nuova lingua, ma semplicemente che impararla da piccoli è un vantaggio enorme. Ovviamente l'ideale sarebbe avere un insegnante madrelingua, cosa che non accade quasi mai Ma imparare le lingue anche solo a livello scolastico aiuta a sviluppare il cervello in molti più modi di quanti immagini, oltre a tornare utile nella vita.
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Mah, io credo che gli adulti semplicemente non ci provino. . -
Pablo88.
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Ma quali adulti?
Gli amici tuoi sempre?. -
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Se non ci provano è proprio perché sono adulti e se ne sbattono, pensando probabilmente "non lo sapevo fino ad ora, continuo a non saperlo".
Poi se uno non studia, non è un problema del sistema scolastico
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E questa pure è una bella puttanata. Fra scrutini, esami, corsi di recupero, ecc. l'anno scolastico si chiude a luglio. E a fine agosto si comincia a preparare quello nuovo. Mettici in più che un insegnante (qualora faccia il suo lavoro in maniera seria ovviamente) lavora praticamente 7 giorni su 7, spesso mattina e pomeriggio. Parlo per esperienza personale.. -
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Rispondevo a Thais in merito al riconoscere i suoni.
Io credo che con un po di esercizio ci riesci anche da adulto.. -
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E' ampiamente confermato che nell'apprendimento delle lingue aiuta enormemente essere bilingui, cioè avere appreso sin dall'infanzia almeno due lingue. Qualsiasi tipo di lingua, quindi vanno bene anche lingue a prestigio basso come quelli che vengono chiamati impropriamente "dialetti italiani". Fino a qualche decennio fa gli italiani erano bilingui di natura, dato che tutti parlavano l'italiano accanto ai vari dialetti locali. Purtroppo, dopo cinquant'anni di guerra al dialetto le nuove generazioni rischiano di essere penalizzate nell'apprendimento linguistico semplicemente perché crescono in un ambiente dove c'è solo una lingua.
Non venitemi a parlare di corsi di inglese sin dall'asilo, perché a meno di importare migliaia di madrelingua dall'Inghilterra e piazzarli ad ogni angolo della strada quello non sarà mai un vero bilinguismo. Infatti, se è vero che i bambini apprendono le lingue con facilità è anche vero insegnare le lingue ai bambini è maledettamente difficile se la lingua che si vuole parlare non è parlata nella società.
Secondo me bisognerebbe fare come in Ladinia. Lì i bambini imparano a casa il ladino e il tedesco, poi a scuola alle due lingue si affianca l'italiano, dopodiché si insegna l'inglese dalle elementari. Escono che sono in grado di parlare fluentemente quattro lingue e vivono in mezzo alle montagne. Nella grande metropoli di Milano invece i bambini parlano solo italiano ed è già bello se imparano a dire qualcosa in inglese, ovviamente insegnato in italiano perché guai mettere in discussione la lingua di Dante. Non so a voi, ma questa cosa a me fa incazzare.. -
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Sempre meglio che nelle grandi metropoli che non voglio nominare dove i bambini invece parlano solo il dialetto e non sanno coniugare un verbo.
Poi non so, io non credo che si intendesse inserire l'inglese all'asilo dove alcuni bambini non sanno nemmeno il proprio nome a momenti, però secondo me già dalla quarta o quinta elementare non c'è niente di male, anzi. E non bisogna scomodare professori dall'estero, secondo me..
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