Morto lo scrittore premio Nobel Günter Grass

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    Morto lo scrittore premio Nobel Günter Grass, simbolo dei fantasmi della Germania

    Aveva 87 anni. Nel ’99 il riconoscimento per la letteratura. Nel 2006 raccontò di essersi arruolato volontario: «Molti ragazzi della mia età videro nell’adesione al nazionalsocialismo un modo per girare l’angolo e voltare le spalle ai genitori»

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    Günter Grass è morto questa mattina a Lubecca, la città dove viveva, all’età di 87 anni. Una vita vissuta per buona parte come icona della Germania positiva del dopoguerra, prima come fondatore del “Gruppo ’ 47”, il primo circolo degli intellettuali postbellici tedeschi, poi con il fortunato romanzo “Il tamburo di latta” del 1959, fino all’incoronazione nel 1999 con il Premio Nobel per la Letteratura e alla lunga militanza a fianco della socialdemocrazia tedesca. Da Willi Brandt a Gerhard Schroeder, lo scrittore era sempre stato interprete, osservatore e attivista delle sorti del progressismo tedesco, una specie di coscienza critica della società, che i tedeschi amavano e in cui riconoscevano il loro lato migliore.

    Una parabola stravolta dalla rivelazione, nel 2006, di aver militato durante la guerra nella 10. SS-Panzer-Division Frundsberg delle Waffen-SS: in quella lunga intervista con Hubert Spiegel e Frank Schirrmacher, direttore della Frankfurter Allgemeine Zeitung, Günter Grass rivelò di essersi arruolato volontario, non di essere stato coscritto, come aveva lasciato credere fino a quel momento. E aggiunse una serie di riflessioni che turbarono profondamente l’opinione pubblica: «Ormai celebriamo tanti eroi della resistenza tedesca che non si capisce come mai Hitler arrivò al potere, quando invece il nazismo fu accolto da consenso ed entusiasmo». Tra le molte riflessioni che egli stesso dedicò al caso, ci fu quella relativa alla reazione generazionale: «Molti ragazzi della mia età videro nell’adesione al nazionalsocialismo un modo per girare l’angolo e voltare le spalle ai genitori», disse. Raccontò anche del suo incontro in un campo di prigionia alleato con Joseph Ratzinger: «Ricordo le nostre confessioni, lui voleva diventare religioso, io intellettuale. Oggi io sono scrittore, lui è Papa, è una bella storia, non è vero?», e dell’urgenza che aveva sentito di rivelare quella fase della sua vita per far riflettere il Paese «senza più censure».

    Dopo lo choc iniziale, che investì per prima la Germania, ma che chiamò gli intellettuali di mezzo mondo a interrogarsi con insistenza sul complesso intreccio tra arte e potere, furono in molti a sollevare il problema della restituzione del Nobel, così come furono in molti a difendere la sua sincerità, sebbene tardiva. Resta ancora oggi aperta la domanda su che cosa sarebbe stato di Günter Grass se la verità fosse venuta a galla prima, e non dopo sessant’anni.

    Fonte: La Stampa
     
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  2. **AlenA**
     
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    Leggetevi Die Blechtrommel, la sua opera migliore
     
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1 replies since 14/4/2015, 10:17   26 views
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