Disco di Aprile: XTC - Mummer

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  1. Èttore
     
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    XTC_Mummer

    Mummer (1983) degli inglesi XTC

    Video
    va' che comodità, tutto sul Tubo!
    NB: il disco termina con Funk Pop A Roll, min. 41:40; le rimanenti sono Bonus Track non incluse nella tracklist originale e non dovrebbero influenzare il vostro giudizio


    Il primo disco del mese! Ci accompagnerà per tutto Aprile! Ecco come ce lo presenta Dude.

    CODICE
    Orbene, visto che lo scopo di questo topic è disquisire e NON commentare/recensire, vi fornisco io una griglia di informazioni generiche di partenza. Innanzitutto chi sono gli XTC? Parliamo di una delle colonne portanti della storia del pop inglese, per quanto tendenzialmente dimenticati a favore di band più fashion o, semplicemente, che hanno goduto di stampa migliore. Un gruppo nato alla fine degli anni '70 in una temperie culturale, quella new wave, che finì per influenzare il loro sound in maniera netta: ascoltando i primissimi dischi si può vagamente pensare ad altri referenti britannici come Gang of Four o Alternative TV; in realtà in erba c'era già una carriera ben diversa. Il capolavoro della prima fase è Drums and Wires (1979) in cui le linee chitarristiche nervose e taglienti, i beat ciclici, il canto alienato sono già inseriti in un contesto di songwriting smaccatamente pop.
    Mummer appartiene infatti ad una fase ben diversa della loro carriera. Il sound è estremamente rifinito, anche a causa dell'esaurimento nervoso di Andy Partridge, uno dei due songwriter della band: dal 1982 in poi, col suo rifiuto ad esibirsi dal vivo, gli XTC sono diventati realtà da studio di registrazione e le loro canzoni si sono arricchite di arrangiamenti sempre più complessi e variegati.
    Perché ho scelto questo disco? Perché credo si presti alla discussione sotto molti livelli: gli XTC sono degli straordinari artigiani della canzone e credo che la loro attenzione al dettaglio possa regalare gioie a ogni orecchio esigente. Ogni brano "contiene" e "dice" qualcosa. Per contro, il loro pop iper-sofisticato rischia talvolta di annoiare o di risultare poco immediato per chi cerca melodie appiccicose.
    Questi i miei pochi spunti, il resto lo lascio al vostro ascolto e buona discussione!


    Cheers,
    Ettore

    Edited by Dude - 30/3/2015, 20:46
     
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  2. Dude
     
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    Qualcuno l'ha ascoltato e/o ha intenzione di farlo? O passiamo al prossimo disco?
     
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    Io lo sto ascoltando, tranquillo.
    Poi il prossimo disco sarà a maggio
     
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  4. Dude
     
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    Sì era solo per sapere se fosse un disco che magari non ha attecchito particolarmente, se non interessa si può cambiare, non c'è nulla di male!
     
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  5. Pablo88
     
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    Io ho intenzione di ascoltarlo nei prossimi giorni. Probabilmente anche Venerdì sera.
     
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  6. Bottigliå
     
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    Oggi gli ho dato un ascolto distratto a lavoro, magari nel weekend provo a riascoltare e scrovere
     
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    ascoltato almeno 5 volte, non riesco a decifrarlo :gratt:
    Entro sabato butto giù due righe
     
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  8. Dude
     
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    Potete anche scrivere impressioni sparse nel frattempo, c'è qualche pezzo che vi ha colpito particolarmente?
     
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  9. Bottigliå
     
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    Per ora solo che ascoltandolo ieri ogni tanto credevo spotify fosse passato a David Byrne e (molto più raramente) a morrisey :hihi:
     
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    Non conoscevo questo gruppo (ok, il loro genere non è tra quelli che ascolto maggiormente).
    Devo dire che il disco non mi è dispiaciuto, sopratutto le prime quattro canzoni. A tratti orecchiabile ma non per questo banale. La seconda parte, però, si perde e la trovo abbastanza noiosa. Non so se è stata una scelta, se c'era qualche scelta alle spalle (magari nel formare un lato A ed uno B nell'LP dell'epoca). Magari un rimescolamento delle traccie avrebbe reso il disco più omogeneo e più fruibile.
    Se devo dare un voto, assegno un 7 (8 prima parte, 5 la seconda, arrotondata per eccesso).
     
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    Ascoltato 3 volte, sbadigliato almeno 20.
    Prima canzone carina, il resto mi è scivolato addosso come acqua. Mi è sembrato un album abbastanza innocuo, dove il pop, la new wave e la world music si mischiano tra loro senza una direzione precisa. Però ammetto di essere cuiroso di ascoltare qualche lavoro successivo, per sapere se sono riusciti a trovare una strada più personale ed originale. Magari mi faranno cagare lo stesso, oppure scopro che sono un grande gruppo e solo questo disco non mi ha colpito.
     
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  12. Pablo88
     
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    L'ho ascoltato anche io.
    La mia riflessione parte dall'ultima frase di Dude: sono andato in Play con l'impressione che da quel momento a 41 minuti dopo avrei avuto nella mia testa qualche melodia piacevolmente martellante, e non è stato così. Non essendo un musicista e non avendo quindi l'orecchio raffinato in quel senso, questo disco non mi ha lasciato quella sorta di carica che mi lasciano i dischi che tendo a riascoltare nel futuro.
    Probabilmente, se questa mia riflessione fosse valida per l'ascoltatore medio, anche questo sarebbe uno dei motivi che hanno fatto dimenticare la band con il passare del tempo.
    Fatta questa premessa, veniamo al sodo. Per quello che ne posso capire mi sembra tecnicamente ben fatto: ogni brano è del tutto diverso dall'altro, sotto ogni aspetto, dagli strumenti dominanti alla voce, dallo stile (che rende difficile classificare l'album secondo un genere preciso) alla durata. Ciò esclude ogni sorta di banalità, un aggettivo che sono certo che sia impossibile accostare è questo.
    La non banalità si riflette anche nei brani singoli: ho gradito in particolare "Wonderland" e "Deliver Us From The Elements", più coinvolgenti dal mio punto di vista, mentre l'unica vera sensazione di noia l'ho avuta ascoltando "Human Alchemy", troppo statica.
    Nel complesso, ce lo vedo bene come album da locali "intimi", come le birrerie a luci soffuse.
     
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    Il disco ha dei pregi e alcuni (anzi, molti) difetti.
    I pregi sono la non banalità di molti brani, una produzione adeguata e molto probabilmente una buona professionalità da parte dei XTC.
    I difetti sono la disomogeneità del disco. Ricordo che siamo nel 1983, dove il dark, la new wave e il reagge la fanno da padroni. Il rock sembra morto (NWIHM a parte). Bene i nostri sembrano essersene accorti da poco. Perché Mummer ondeggia spesso tra uno stile e l'altro, senza decidere appieno dove andare. Un po' pop, un po' new wave, un po' sperimentazione. Un po' di tutto come quelle insalatone da bar che sì, tolgono la fame, sei convinto di restare leggero, poi in realtà ti ritrovi un mattone indigesto. Perché gli XTC sembrano voler strizzare l'occhio al grande pubblico, senza però esagerare, come dire "vogliamo essere pop, ma anche fighi ed impegnati, quindi con noi non batterai mai il piedino a tempo".
    In sintesi si tratta di un disco che non mi ha convinto e che non mi spingerà certamente ad approfondire la loro discografia. Fosse uscito oggi sarebbe il tipico disco da hipster.
    Mi vedo costretto a bocciare il disco, anche se mi dispiace. Perché un paio di canzoni, le due opener Beating of Hearts e Wonderland mi sono piaciute molto, come salvo in parte Great Fire. Però due canzoni e mezzo su tutta la tracklist sono un po' poche.
    VOTO: 5
     
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  14. Dude
     
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    due cose interessanti secondo me uscite fuori dai vostri commenti: a tutti piace di più la primissima sequenza e tutti vedete come punto negativo la difformità stilistica.
    sulla prima non posso darvi torto: ricordo che al mio primo ascolto rimasi colpito quasi esclusivamente da "Beating of Hearts" (che rimane secondo me uno dei pezzi migliori del disco, davvero d'impatto); le altre ci hanno messo parecchio di più a crescere nella mia classifica di gradimento.
    sulla seconda francamente non capisco. io trovo che gli XTC non diano in alcun modo la sensazione di "brancolare nel buio", anzi mi sembrano consapevolissimi nel disporre di vari ritmi e stili come strumenti del loro arsenale. non è che se faccio un pezzo con un ritmo new wave, uno con un ritmo tribale (ottima citazione la world music) e uno con un ritmo jazz vuol dire che ho le idee confuse perché non so che direzione prendere :hihi: altrimenti Frank Zappa, Elio e le storie tese e altri eclettici che cosa sono? ripeto, secondo me ogni cambio di stile è usato come una risorsa, se l'ascoltatore lo vede come un difetto forse è perché è abituato ad ascoltare dischi più uniformi. ma l'uniformità dello stile è davvero un valore aggiunto?

    comunque chi ha citato David Byrne lo ha fatto in riferimento a qualche brano in particolare? forse proprio "Beating of Hearts"?
     
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  15. Pablo88
     
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    CITAZIONE (Dude @ 13/4/2015, 16:44) 
    io trovo che gli XTC non diano in alcun modo la sensazione di "brancolare nel buio", anzi mi sembrano consapevolissimi nel disporre di vari ritmi e stili come strumenti del loro arsenale.

    Non so se parlavi anche con me, ma non è quello che penso e credo di averlo specificato.
    Tecnicamente parlando la loro musica ha più opportunità e con questo album lo dimostrano, forti sicuramente anche del fatto che non avendo il problema delle esibizioni in live (come ci hai spiegato) hanno avuto più carta bianca nell'impostazione degli strumenti tra un brano e l'altro, e quindi anche in come usarli.

    È più sul dopo che si apre il tema più interessante secondo me:

    CITAZIONE (Dude @ 13/4/2015, 16:44) 
    l'uniformità dello stile è davvero un valore aggiunto?

    Sono un ascoltatore di musica medio, non so suonare nessuno strumento e non ho l'orecchio deformato di chi ascoltando immagina di suonare in prima persona, cogliendo alzamenti e abbassamenti delle note e così via.
    Il mio ascolto in generale si limita a farmi trasportare in particolari cariche emotive che è esclusivamente la musica a darmi.
    Il trasporto che ho sempre visto in un album è come un viaggio in autostrada: viaggi a una bella velocità e sei disposto a sopportare leggere curve, quando affronti quelle più delicate non te ne accorgi nemmeno; se di fronte ci si inizia poi a ritrovare con un tornante più brusco, e peggio ancora una bella serie di tornanti, alla maggior parte dei viaggiatori non abituali sale il mal d'auto.

    Più in generale, nelle mie abitudini mi capita più di ascoltare pezzi a caso di vari gruppi piuttosto che album lineari, a volte anche cambiando genere tra un brano e l'altro. La differenza è che non è un'imposizione degli artisti, ma una cosa che mi sento di fare io. Quindi qui il trasporto cambia: sono consapevole di essere più in una strada di città, dove affronto tanti stop (periodo tra termine di un brano attuale e scelta del nuovo) e con più strade da percorrere a disposizione che mi metto a scegliere io. Lì, per autonomia nell'andatura, la velocità è più controllata e il mal d'auto non si avverte.

    Il problema è che:
    CITAZIONE (Dude @ 13/4/2015, 16:44) 
    Frank Zappa, Elio e le storie tese

    li ascolto in tutt'altro modo, talvolta anche solo per sentire il messaggio che portano (magari anche per farmi due risate, quando comico), di certo non li ascolto quando ho voglia di sentire una chitarra (per quanto Zappa la suoni benissimo, ma non è questo il punto).

    Gli XTC non li avevo mai sentiti prima, come ho scritto subito non sapevo cosa aspettarmi quando ho avviato l'ascolto, c'è stata una fase iniziale di esplorazione. Non mi aspettavo tutto questo eclettismo, ma non lo vedo affatto come un punto negativo.
    Semmai se vuoi che ti trovi un mio punto negativo ti dico che per me è che hanno deciso di partorire Human Alchemy! :hihi:
     
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37 replies since 30/3/2015, 19:39   524 views
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