L'angolo della ricorrenza

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Demonia93
     
    .

    User deleted


    boh.. io l'ho trovato così
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,805
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il 1 luglio 1916, dopo una settimana di cannoneggiamenti feroci (ed inefficaci), le forze anglo-francesi lanciarono una serie di grandissime offensive nella Piccardia, regione a nord della Francia, in prossimità del fiume Somme. L'obiettivo era quello di sfondare la linea tedesca in quel settore, alleggerire la pressione tedesca su Verdun e rompere la guerra di logoramento. Tuttavia, lo Stato Maggiore inglese si dimostrò totalmente impreparato e inefficiente nell'ideare e condurre le operazioni, tant'è che fino alla metà di novembre dello stesso anno (quando finì la battaglia) l'Intesa riuscì a guadagnare solo pochi chilometri, al costo di migliaia di soldati.


    13442228_1012041478843220_2756958988903276521_n

    In immagine: Fotografia ritraente i primi soldati britannici balzare fuori dalla trincea alle 7:30, ora in cui cominciò l'offensiva, 1° luglio 1916.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,805
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    3 SETTEMBRE 1982: MUORE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA.
    Era nato 27 settembre 1920 Saluzzo. In famiglia si respirava l’aria della Benemerita, il padre era ufficiale dei Carabinieri così come il fratello. Nel 1942 entrò anche lui nell’Arma. La guerra si chiuse per lui con una promozione e due croci al merito, tre campagne di guerra, una medaglia di benemerenza, il distintivo della guerra di liberazione ed una laurea in giurisprudenza conseguita a Bari.
    Venne chiamato nel nuovissimo CFRB (Comando Forze Repressione Banditismo), che aveva la missione di contrastare il fuorilegge Salvatore Giuliano, il re di Montelepre. Si rivelò un ufficiale abile, duro, inflessibile, gran lavoratore. La carriera lo portò poi a Roma e Torino. Resse poi i comandi del nucleo di polizia giudiziaria e del gruppo di Milano.Negli anni Sessanta Carlo Alberto Dalla Chiesa tornò in Sicilia e per oltre 7 anni gli venne affidato come colonnello il Comando della Legione di Palermo (1966-1973).
    Promosso generale, dall'ottobre 1973 al marzo 1977 comandò la Brigata di Torino. Poi nel maggio 1977 assunse l'incarico di coordinamento del servizio di sicurezza degli istituti di prevenzione e pena. Quando ricevette i pieni poteri per la lotta al terrorismo conseguì importanti successi arrestando i capi storici delle Brigate Rosse e contribuendo validamente a debellare il fenomeno.
    Dal dicembre 1979 al dicembre 1981 comandò la prestigiosa Divisione Pastrengo a Milano per poi arrivare nel 1982 alla carica di vice Comandante Generale dell’Arma.
    Venne quindi nominato Prefetto di Palermo con il compito di debellare i fenomeno mafioso in un periodo particolarmente turbolento per una guerra tra cosche.
    Il generale capì che doveva muoversi in fretta. Si fece vedere a sorpresa tra la gente, incontrò gli allievi dei licei, gli operai nei cantieri. Volle scuotere la società civile dalla paura e suscitare consenso. Chiese alla politica poteri veri, ma a Roma fu restia a conferirgli poteri più significativi di quelli già ricevuti.
    Dalla Chiesa agì subito. In due successivi blitz, interruppe con 10 arresti il summit dei corleonesi a Villagrazia, scoprì poi una raffineria di eroina con una produzione di circa 50 chili a settimana.
    Nel giugno 1982 inviò un rapporto che era una vera mappa del crimine organizzato. Per 20 giorni i magistrati tacquero poi spiccarono 87 mandati di cattura e 18 arresti, ma restarono latitanti una ventina dei più grossi tra cui Michele Greco detto "il Papa", braccio violento di suo zio Totò Greco.
    Rispolverò l'efficace arma delle indagini su comparati, parentele e amicizie: avviò un'indagine sui registri di battesimo e nozze per vedere quali politici avessero presenziato a eventi di famiglie mafiose. Riesaminò anche vecchie voci di pranzi di ex-ministri con potenti boss e, con dodici agenti della Guardia di Finanza, fece setacciare ben 3.000 patrimoni.
    Cosa Nostra decise che era il momento di fermarlo. Il 3 settembre 1982 trenta pallottole di Kalashnikov falciaro il generale e la moglie Emanuela Setti-Carraro mentre un altro killer liquidava l'agente di scorta, Domenico Russo. Al funerale solo il presidente Sandro Pertini raggiungerà indisturbato la sua auto mentre altre personalità politiche saranno circondate, spintonate e colpite con monetine.
    Antonio A. – Fonte: Carabinieri

     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,805
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    4 SETTEMBRE 1965: LA SCOMPARSA DI ALBERT SCHWEITZER

    Albert Einstein lo definì “il più grande uomo vivente”.
    Era nato nel 1875 in terra tedesca, a Kaysersberg, passata alla Francia dopo la prima Guerra Mondiale. Si laureò in medicina con specializzazione in malattie tropicali. Da quel momento si dedicò quasi senza interruzione all’attività missionaria e assistenziale in Africa. A Lambaréné, nell’Africa Equatoriale Francese insieme a Hélène Bresslau, infermiera e sua futura moglie fondò un villaggio-lebbrosario come simbolo concreto del suo cristianesimo.
    Era conosciuto come il «dottore bianco» sia per la pelle che per i vestiti che indossava. I sui pazienti lo pagavano in natura : pollame, capre, maiali. Lui, rigorosamente vegetariano, lo ridistribuiva a chi più ne aveva necessità. Uomo austero e dal fisico asciutto, conduceva una vita molto semplice, quasi monastica, cibandosi sostanzialmente di frutta e verdura. E nulla, nella sua quotidianità, veniva sprecato.
    La sua fama di medico si sparse presto in Africa, dal profondo della foresta, da villaggi lontani anche centinaia di chilometri, arrivano malati bisognosi di cure. Schweitzer, e la sua comunità di medici volontari che lentamente cresceva intorno a lui, divenne un benefattore, una figura di riferimento, e le notizie di quello che stava facendo nel cuore dell'Africa più nera smossero l'opinione pubblica mondiale.
    Albert Schweitzer, morirà 90enne il 4 settembre 1965 a Lambaréné. Migliaia di canoe attraversarono il fiume per portare l'ultimo saluto al loro benefattore, che seppellirono presso l'ansa del fiume. Fu senza dubbio una delle più eminenti personalità della scienza e della spiritualità del suo tempo, fu anche organista, interprete di Bach, musicologo, teologo, filosofo, scrittore, conferenziere e fervente pacifista. Insignito nel 1952 del premio Nobel per la pace con i proventi del quale fece costruire il "Village de la lumière" (villaggio della luce) per i lebbrosi.

     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    ☭☭☭☭☭☭☭☭☭☭

    Group
    Administrator
    Posts
    98,550
    Location
    Sassuolo (Mo)

    Status
    Offline
    5 settembre 1956, nasceva Freddie Mercury. Dieci anni dopo sarebbe nata mia madre.
     
    .
  6. ‡Lonely¬Twin‡
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (C@te @ 17/4/2016, 08:52) 
    Due anni fa moriva Gabriel García Márquez, scrittore, giornalista e saggista colombiano

    E' parente di quello che ha fatto perdere il mondiale a Rossi?
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,157
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    15 anni dall'attentato dell'11 settembre.
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,157
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    11 settembre 1683: l'assedio di Vienna

    Uno di quei giorni che cambiano la storia: in poco meno di due giorni le truppe dell’imperatore Leopoldo I assediate a Vienna, con il fondamentale aiuto di quelle del re di Polonia Jan Sobieski, travolsero e misero in fuga decine di migliaia di turchi agli ordini del gran visir Kara Mustafa che ormai da due mesi cingevano d’assedio la città di Vienna.
    Per un sottile gioco politico fu il re cattolico francese Luigi XIV a incoraggiare con ogni mezzo i turchi spingendoli ad aggredire l’impero austriaco dopo che fin dall’agosto del 1682 il sultano Meh-met IV aveva pianificato la denuncia della pace ventennale con l’imperatore Leopoldo. Aveva già lanciato un’offensiva che dai Balcani avrebbe dovuto passare per l’Ungheria per concludersi, forse, con l’occupazione di Vienna.
    Erano le stesse ambizioni del sultano suo predecessore, Solimano, che aveva sferrato prima nel 1529 poi nel 1541 un’incursione in Europa che gli fruttò la conquista di gran parte dell’Ungheria. Ma nessuno può dire se la conquista di Vienna, ancorchè clamorosa, sarebbe stata l’ultima tappa della penetrazione turca in Europa.
    Kara Mustafa era stato molto avversato da vari contendenti nell’impero ottomano ma Mehmet IV lo aveva sempre protetto fino ad affidargli carta bianca e duecentomila uomini per la grande spedizione alla volta di Vienna. Quanto a quel che fece nei due mesi di assedio non gli si può imputare di aver temporeggiato: l’impresa era molto complicata e le fortificazioni della città tenevano.
    Personaggio chiave dell'assedio fu Jan Sobieski ( in immagine ), dal 1674 re di Polonia con il nome di Giovanni III, che guidò personalmente una micidiale carica all’arma bianca che mise in rotta l’esercito nemico. Occupò gli accampamenti che erano stati dei turchi fino a poche ore prima ed entrò nella capitale venendo accolto come il liberatore.
    L’11 e il 12 settembre gli assedianti furono dunque sbaragliati ma Kara Mustafa riuscì ad evitare che il suo esercito si disarticolasse anche se alle spalle dovette subire defezioni e tradimenti. Avrebbe voluto consultarsi con il sultano per decidere sul da farsi nei mesi successivi ma per varie ragioni l’incontro non avvenne. In compenso presero sempre più corpo le voci di dissenso che si indirizzavano anche contro il sultano stesso.
    Voci che dovettero giungere alle orecchie di Mehmet IV che chiese immediatamente la testa del visir. Appena sentore della notizia Kara Mustafa restituì i simboli della sua alta autorità, il sigillo, il sacro vessillo del Profeta e la chiave della Kaaba alla Mecca. Fu strangolato da un emissario di Mehmet quello stesso giorno. Per i cristiani era il Natale del 1683.

     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    ☭☭☭☭☭☭☭☭☭☭

    Group
    Administrator
    Posts
    98,550
    Location
    Sassuolo (Mo)

    Status
    Offline
    11 settembre 1973, golpe cileno
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,157
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    20 SETTEMBRE 1870: LA PRESA DI ROMA.



    «la porta Pia era tutta sfracellata; la sola immagine della Madonna, che le sorge dietro, era rimasta intatta; le statue a destra e a sinistra non avevano più testa; il suolo intorno era sparso di mucchi di terra; di materassi fumanti, di berretti di Zuavi, d'armi, di travi, di sassi. Per la breccia vicina entravano rapidamente i nostri reggimenti». Così annotava un giovane ufficiale del regio esercito, Edmondo De Amicis il futuro autore del libro “Cuore”.
    L'8 settembre ci fu un inutile tentativo diplomatico dell'inviato di Vittorio Emanuele II, conte Gustavo di San Martino. Il 12 settembre le truppe italiane, forti di circa 60mila uomini, entrarono nello Stato Pontificio disposte su tre direttive: una colonna agli ordini di Nino Bixio si diresse su Civitavecchia, una seconda puntò su Viterbo e l'ultima su Civita Castellaana.
    Roma, all’alba del 20 settembre 1870, era difesa da 13.157 soldati pontifici, in massima parte zuavi, volontari di varia provenienza: francesi, belgi, olandesi, austriaci, spagnoli, svedesi, russi. Si contavano anche turchi, marocchini, messicani ed un australiano. Erano pronti a fronteggiare le mosse dei bersaglieri e fanti dell’esercito italiano che aspettavano invano da giorni la dichiarazione di resa dello Stato pontificio.
    Alle 9 del mattino si udì il segnale dato dal generale piemontese, Raffaele Cadorna. Poi, nell’aria si diffuse il frastuono delle cannonate e il rumore del crollo del tratto di mura a qualche decina di metri da Porta Pia. Di fatto, i difensori opposero poca resistenza.
    L'allora segretario di stato, il cardinale Giacomo Antonelli, dette ordine al generale Kanzler comandante dei pontifici di ritirare le truppe entro le mura e di limitarsi ad un puro atto di resistenza formale. Nonostante questo, la presa di Roma costò all’esercito italiano 49 morti, di cui quattro ufficiali e 141 feriti tra cui nove ufficiali. Fra le truppe pontificie si registrarono 19 morti, di cui un ufficiale e 68 feriti. Il dominio temporale dei papi terminava dopo più di 1000 anni.
    Fu così che l’esercito ottenne, quasi senza sforzo, ciò che appariva solo pochi anni prima un miraggio. Veniva conquistato l’obiettivo che Garibaldi non era stato in grado di raggiungere. Erano mutate le condizioni politiche internazionali. Poche settimane prima si era consumato uno scontro destinato a cambiare gli equilibri politico-diplomatici in Europa per molti anni: la battaglia di Sedan.
    La Prussia di Bismarck era infatti entrata in guerra contro la Francia di Napoleone III, migliore alleato italiano ma, nello stesso tempo, maggiore protettore del dominio papale su Roma. L'esercito francese venne letteralmente annientato dalle armate di von Moltke.
    Venuta meno la protezione francese, a Pio IX non restò che rifugiarsi in Vaticano e dichiararsi prigioniero politico dello Stato italiano. L’Italia trovava così la sua capitale, ma, per contro, esplodeva la questione romana. L'anno successivo la capitale del Regno fu trasferita da Firenze a Roma.
    Il 31 dicembre Vittorio Emanuele II entrò al Quirinale, fino a poco tempo prima residenza ufficiale del Papa. Solo che Pio IX si era portato via le chiavi e si dovette quindi ricorrere all'intervento di un fabbro. Quando finalmente la carrozza del re entrò nel cortile, Vittorio Emanuele mormorò a Cadorna in piemontese "Finalment ij suma!" ( Finalmente ci siamo).
    L'anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino alla sua abolizione dopo i Patti Lateranensi nel 1929.
    In immagine: Il maggiore Giacomo Pagliari, comandante del 34º Bersaglieri, colpito a morte durante la presa di Porta Pia
    Antonio A.- Fonte: “O Roma o morte” di Arrigo Petacco.
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,157
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    5 OTTOBRE 1582: IL GIORNO CHE NON ESISTE.

    Scorrendo gli annali di storia risulterebbe oltremodo difficile trovare qualche evento accaduto tra il 5 ed il 14 ottobre del 1582. E questo non perché in quei 10 giorni non è successo nulla ma molto più semplicemente perché dal 4 ottobre 1582 si è passati direttamente al 15 dello stesso mese cancellando i giorni dal 5 al 14.
    Il provvedimento fu sancito dalla bolla papale "Inter gravissimas", promulgata dal pontefice Boncompagni, meglio conosciuto col nome di Gregorio XIII, da cui il nome di “Riforma del calendario gregoriano”.
    Questo nuovo calendario subentrava, migliorandolo, a quello “giuliano”, emanato da Giulio Cesare, ed in vigore dal lontano 46 a.C.. Quel sistema di calcolo aveva prodotto in circa 1600 anni di utilizzo un continuo slittamento della data degli equinozi, tanto che ormai non coincidevano più con le date loro assegnate del 21 marzo e 21 settembre. Il problema era molto importante per la Chiesa perchè la data della Pasqua veniva calcolata a partire da quella dell'equinozio primaverile.
    Per questa ragione, nel 1579 fu istituita una commissione di esperti matematici, di cui Cristoforo Clavio, gesuita di origine tedesca definito “l’Euclide del XVI secolo”, costituiva il membro più autorevole. Scopo della commissione era quello di elaborare un nuovo sistema di calcolo delle date che correggesse l’errore di quello tradizionale. Il matematico tedesco capì che la durata di un anno “giuliano” (365 giorni e 6 ore) non era esatta, perché l’anno solare medio è più corto di circa undici minuti. Ogni 128 anni, quindi, il ritardo accumulato era di un giorno.
    Nel 1582 la differenza arrivò a toccare i 10 giorni. Erano notevoli le discrepanze e le singolarità: l’equinozio di primavera, ad esempio, cadeva undici giorni prima del 21 marzo, scombussolando festività e abitudini. Cristoforo Clavio optò dunque per un balzo cronologico che permettesse di recuperare questo vecchio ritardo: la commissione suggerì che il 4 ottobre 1582 venisse seguito dal 15 ottobre.
    Inoltre, stabilì che dovessero essere considerati anni bisestili soltanto quelli esattamente divisibili per quattro, con la condizione che le date terminanti con un doppio zero sarebbero state bisestili solo se divisibili per quattrocento (in base a tale criterio, ad esempio, l’anno 2000 è stato un anno bisestile, mentre l’anno 2100 non lo sarà). Queste regole, introdotte a partire dal 1582 durante il pontificato di papa Gregorio XIII sono precise al punto da non dover richiedere mutazioni per ancora qualche centinaio d'anni, e sono tuttora in uso.
    L’Italia, la penisola iberica con il Portogallo, il Belgio, l’Olanda, il Lussemburgo, la Polonia e la Lituania: in questi Paesi, cattolici, la riforma prese piede immediatamente. La Francia attese un paio di mesi, e passò all’improvviso dal 9 al 20 dicembre di quel 1582.
    L’Austria e la Svizzera, nazioni cattoliche, si allinearono poco dopo, rispettivamente nel 1583 e nel 1584. Per il resto dell’Europa e del mondo la riforma gregoriana del calendario arrivò dopo secoli, o non arrivò affatto. Una riforma così ampia, che abbracciasse e interessasse in qualche modo il mondo intero, era anche volta a ribadire il peso del papa e della sua Chiesa.
    Luterani, calvinisti e anglicani fecero propria la riforma del nuovo calendario solo decenni più tardi, il Regno di Svezia dal 1699, il Giappone nel 1873, la Cina nel 1911, Yugoslavia e Romania nel 1919, la Turchia nel 1927, la Grecia un anno dopo. Gli ortodossi (russi, serbi, e ovviamente a Gerusalemme) continuano tutt’oggi a utilizzare il calendario giuliano, e da ciò scaturisce l’attuale differenza di 13 giorni tra le festività religiose “fisse” ortodosse e cristiane.
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    ☭☭☭☭☭☭☭☭☭☭

    Group
    Administrator
    Posts
    98,550
    Location
    Sassuolo (Mo)

    Status
    Offline
    oggi ricorre l'anniversario del disastro del Vajont e della morte di Che Guevara
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,157
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    La battaglia di Poitiers

    A partire dal 711 il condottiero berbero Tariq ibn Ziyad, sbarco’ con circa 11.000 uomini a Jabal Tariq (Gibilterra) utilizzandola come testa di ponte per l’espansione musulmana sul continente europeo. Scaccio’ i Visigoti di Roderico, costretti a riparare nelle Asturie e dette Inizio così ad una civilta che sopravvisse fino al 1492.
    I governanti di Al Andalus, con tale termine vennero chiamate le terre in mano ai musulmani nella penisola iberica, proseguirono nella loro avanzata spingendosi rapidamente oltre i Pirenei, e raggiungendo con Abd al-Rahman nel 732 la città di Poitiers. Probabilmente erano dirette verso il santuario di San Martino di Tours, luogo prescelto per il saccheggio.
    Nei pressi della cittadina aquitana furono però intercettati dalle truppe di Carlo detto poi "Martello", “maggiordomo” di palazzo merovingio, una carica che aveva un potere effettivo superiore a quello dello stesso monarca. Basti pensare che gli ultimi sovrani Merovingi passarono alla storia come “re fannulloni”, a dimostrazione del loro disinteresse per la vita dello Stato che ricadeva pressoché completamente nelle mani dei maggiordomi di palazzo.
    Il monaco Isidoro Pacensis nelle sue “Cronache” usò per la prima volta la parola “europei” volendo così attribuire un’identità collettiva ai guerrieri protagonisti dello scontro che oltre ai franchi comprendevano contingenti di alemanni, sassoni e visigoti. Sulla data della battaglia non c’è univocità. Alcuni la datano il 10 ottobre, altri l’11, altri ancora genericamente in ottobre.
    I Cristiani attesero il nemico sulla strada romana da Poitiers a Tours, alla confluenza dei fiumi Clain e Vienne. L'esercito franco si schierò su un'unica formazione, robusta e profonda, costituita da una prima linea di fanteria pesante armata di scudo e lancia, inframezzata da piccoli reparti di cavalleria. Altri reparti di cavalieri scelti erano in seconda schiera, in prossimità dei due lati del centro, come riserva e per evitare aggiramenti. Sul lato sinistro dello schieramento, in posizione un po' arretrata, nascosta in un bosco, stava la cavalleria di Oddone d'Aquitania.
    Di fronte a quello franco si dispose l'esercito di Abd al-Rahman. L'ala sinistra, formata da cavalleria leggera, appoggiata al fiume Clain; il centro, composto per intero di fanti e arcieri, sulla via romana; l'ala destra di cavalleria era schierata su una bassa collina.
    Dopo sette giorni nei quali i due schieramenti rimasero a studiarsi Abd al-Rahman sferrò un attacco centrale con la sua cavalleria che fu però ben controllata dalle prime linee dell’esercito franco. L’intervento successivo di Oddone d'Aquitania scompaginò i reparti musulmani che, privi di armatura, nel successivo e cruento corpo a corpo vennero massacrati. Nello scontro trovò la morte lo stesso Abd al-Rahman .
    Verso sera gli eserciti si ritirarono nei rispettivi accampamenti per trascorrervi la notte, ma all’alba dei musulmani non c’era più traccia: morto il condottiero, unico elemento di unità delle truppe di mercenari berberi, queste ruppero le righe facendo una precipitosa marcia indietro, soddisfatte del bottino che avevano fino ad allora raccolto.
    Molto è stato detto sulle conseguenze dello scontro e soprattutto molto discussa è stata l’importanza storica della vittoria delle truppe franche senza le quali, forse, l’islam avrebbe potuto realmente espandersi ad est della catena pirenaica, con conseguenze incalcolabili. La vittoria di certo dette a Carlo Martello un prestigio enorme tanto che nel 737 assunse il potere assoluto.





    Battaglia di Poitiers. Carlo Martello (a cavallo) rivolto verso Abd al-Rahman (a destra) dipinto di Charles de Steuben - “Galerie des Batailles” all’interno della Reggia di Versailles.
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,157
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    18 FEBBRAIO 1861: IL PRIMO PARLAMENTO D'ITALIA.

    Torino era illuminata. Il cielo molto nuvoloso di un grigio piombo. La notte precedente il termometro era sceso a zero gradi. Si temeva la pioggia ma non arrivò. Alle 11 la temperatura era di 10 gradi. Torino era pronta alla giornata storica: la prima seduta del Parlamento del Regno d'Italia, anche se il nuovo regno formalmente non c’era, infatti nascerà il successivo 17 marzo. Gli alberghi erano stracolmi, la sicurezza venne affidata alla Guardia Nazionale, che mobilitò quattro legioni.
    La seduta si sarebbe svolta nell'aula di palazzo Carignanon che, in 113 giorni, l’architetto Amedeo Peyron aveva realizzato nel cortile del Palazzo dimora natale di Vittorio Emanuele II. Trecento operai avevano lavorato giorno e notte alla sola messa in opera, Con legno e tele scenografiche venne allestito un emiciclo, con doppio colonnato di tribune.
    Al centro della cavea, su sette scalini, spiccava il trono del re. Il Comune fece la sua parte disponendo che piazza Castello, via Accademia delle Scienze e piazza Carignano, che il Re doveva percorrere in carrozza, dovevano essere addobbate con particolare cura ed ornate di 48 getti d’acqua; la sera poi dovevano essere illuminate. Piazza Castello venne arricchita da grandi fioriere, sovrastate da mazzi di bandiere.
    Per coinvolgere il maggior numero di persone, anche i poveri, il Municipio donò delle razioni di pane del valore di circa 5 mila lire (pari a circa 22 mila euro di oggi). Il re arrivò a Palazzo Carignano dove venne ricevuto dalle deputazioni del Senato e della Camera. I figli Umberto e Amedeo lo precedettero ln Parlamento, accolti da applausi. Quando arrivò il sovrano, i parlamentari si levarono in piedi osannandolo. Egli salì al trono ed alla sua destra s’accomodarono i principi. A sinistra siedettero i diplomatici di Prussia, Gran Bretagna, Francia, Turchia, Svezia e Belgio. Intorno si schierano i ministri e Camillo Cavour.
    il Re prese la parola e lesse un discorso della Corona che Cavour e Bettino Ricasoli avevano esaminato il giorno prima. Al termine Minghetti dichiarò aperta la sessione legislativa che, in ossequio ad un principio di continuità con l’ordinamento subalpino assunse il numero di ottava. Il sovrano lasciò l’aula alle 11,30. Gli eletti della Corona e del popolo rappresentavano 22 milioni di italiani; le elezioni si erano svolte il 27 gennaio e il 3 febbraio.
    Di quei 22 milioni di italiani in realtà ne andarono alle urne molti meno: gli aventi diritto, con la legge elettorale che concedeva il diritto di voto solo ai maschi e su base censuaria, erano 418.696 e i cattolici si astennero per volere del Papa. I 443 deputati, alla fine, vennero eletti da 239.583 italiani, l’1,1 per cento del totale.Tra i deputati si contavanono 85 conti, baroni, marchesi, duchi, principi; 93 cavalieri, commendatori e gran cordoni; 74 avvocati; 52 professori, ingegneri e dottori; 28 ufficiali; 5 abati; 105 quelli che non avevano una designazione particolare I senatori erano di nomina regia.



    Il primo Parlamento. Dipinto di T.van Elven. Museo del Risorgimento- Torino
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,157
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline
    1° LUGLIO 1908: • • • — — — • • •



    La legge che istituiva come segnale di soccorso la sequenza Morse tre punti/tre linee/tre punti ( SOS ), venne introdotta in Germania dell’aprile del 1905. Durante la Seconda Conferenza Internazionale Radiotelegrafica di Berlino del 1906 questo segnale diventò internazionale, in sostituzione del vecchio CQD usato fino a quel momento.
    Il nuovo segnale era di più facile interpretazione anche per i meno esperti ed estremamente semplice da trasmettere. L’ SOS, trasmesso come un segnale unico e non come tre lettere ben distinte e separate, produce un suono completamente diverso da ogni altro segnale Morse, tale da risultare inconfondibile.
    La legge contenente questo provvedimento fu firmata il 3 novembre 1906 ed entrò in vigore il 1º luglio 1908. Non tutti furono d'accordo sulla scelta. Tra questi Guglielmo Marconi, che con la sua società produceva telegrafi per le navi, finalizzati alla trasmissione di segnali d'aiuto.
    Questi telegrafi erano omologati sul segnale CQD, introdotto ufficialmente dalla “Marconi International Marine Communication Company “ nel febbraio del 1904. Vi fu anche una certa riluttanza da parte dei marconisti che erano abituati ad adottare il CQD.
    L’uso del nuovo segnale cominciò a diffondersi nel 1912, dopo l'affondamento del Titanic, durante il quale fu lanciato appunto anche il nuovo segnale di soccorso.
     
    .
55 replies since 16/4/2016, 12:58   590 views
  Share  
.