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veramente per quanto possa contare la mia poca esperienza alle elementari non ti insegnano l'inglese buttando parole a cazzo. Da quel che ricordo si coniugavano giù verbi.
La questione della maestra/prof madrelingua è spinosa. Servirebbe, ma tanto poi quando senti parlare un cinese in inglese ti accorgeresti che la madrelingua non è servita a niente. -
.Poi ciccio, ho avuto alcuni compagni di corso meridionali (nel senso che erano venuti su dal Meridione proprio per studiare). A parte un velo pietoso sulla preparazione scientifica, erano imbarazzanti nel parlare italiano. Accenti atroci, a 19-20 non conoscevano certi termini in italiano di uso corrente, o li storpiavano (sì, c'è gente che usa verbi transitivi oppure chicche come lo scatolo).
idem da me a Padova. C'era un senegalese che mi guardava disperato perché non capiva mai cosa dicesse quello di Agrigento.
Ma devo dire che è imbarazzante avere a che fare con pazienti che si esprimono in dialetto ed hanno 25-30 anni. E che magari sono ottime persone, si spaccano il culo al lavoro (essendo veneti è altamente probabile) ma che se gli aprli in italiano fanno fatica a seguirti, e devi usare parole semplice.
Fonte: mie esperienze durante sostituzioni in paesini di provincia e colloqui coi parenti nelle fasi post operatorie.
E magari hanno preso un diploma, perché tanto un pezzo di carta ed un calcio in culo non lo si nega a enssuno. -
.idem da me a Padova. C'era un senegalese che mi guardava disperato perché non capiva mai cosa dicesse quello di Agrigento.
Ma devo dire che è imbarazzante avere a che fare con pazienti che si esprimono in dialetto ed hanno 25-30 anni. E che magari sono ottime persone, si spaccano il culo al lavoro (essendo veneti è altamente probabile) ma che se gli aprli in italiano fanno fatica a seguirti, e devi usare parole semplice.
Mio nonno aveva problemi con i suoi clienti/fornitori veneti (imprese) perchè quando li chiamava al telefono molti parlavano solo dialetto XD
E' curioso perchè è un inversione del logo comune essendo mio nonno meridionale (e trilingue)
Comunque stiamo parlando degli anni 70-80.
I senegalesi li sento sempre parlare in italiano, gli slavi di solito in dialetto stretto
Credo perchè le slave che sono in zona fanno in genere le badanti e imparano quello. -
.Oppure farai crescere meravigliosi italiani che manco si sanno esprimere al di fuori della loro provincia, e che magari si incazzano se tu fai presente loro che non sono tenuto a conoscere il suo dialetto visto che la sua provincia di origine è a 7-800 Km di distanzama cazzo, a parte che a Torino ci sono sessantenni (quindi non certo vecchi novantenni rincoglioniti) che si esprimono alla cazzo di cane. E il 90% sono meridionali. Non so se perché più campanilisti o perché le scuole giù facevano più cagare già negli anni Cinquanta e Sessanta (o forse entrambe le cose), in un mondo globalizzato se parli solo l'italiano sei già sfigato, ma addirittura che devono sottotitolarti perché non sei in grado di parlare in italiano a parte Ué Ué e Ho visto Maradona, scusa, ma mi fa incazzare.
E poi in un mondo globalizzato meglio conoscere una lingua straniera che un dialetto (per quanto i dialetti siano depositari di saggezza millenaria e via dicendo, ma non ti faranno mai trovare un lavoro)
Poi questa cosa che "più lingue conosci e più ne impari" imho è un po' una fesseria, anzi. Ovviamente io non faccio media ma quando andavo a scuola più imparavo l'inglese e più dimenticavo il francese (che avevo smesso di fare in 2° superiore grazie a dio cit.), e adesso che sono passati molti anni (sigh) del francese mi ricordo solo oui, baguette, Paris.* Probabilmente sopravviverei in vacanza in Francia ma certe robe dette qui dentro secondo me sono più leggende metropolitane che altro.
* E' anche vero che non ho mai avuto occasione di parlarlo al di fuori dalle mura scolastiche, mentre l'inglese lo "mastico" ogni giorno anche grazie a film/serie/libri (tanto che a volte un termine mi viene più in inglese che in italiano ). -
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no, questa cosa no. Più lingue conosci e più ne impari, su quello non ci sono dubbi. . -
Èttore.
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Per dire (perché se no parlando di dialetti si finisce a parlare solo di sud): a nordest, ad esempio Trieste, o Grado, il dialetto è fortissimo. Si parla dialetto non solo in famiglia, ma anche nei negozi, per strada, dappertutto, a Trieste la lingua franca è il triestino. (questa cosa nelle prossime generazioni potrebbe cambiare)
Grado chiaramente non è una grande città e conta di meno, ma lì ancora di più, i gradesi parlano gradese. Poi anche italiano. Come seconda lingua, diciamo.
Questo non impedisce ai triestini di aver colonizzato il mondo con il gruppo Generali, o con il caffè Illy, o essere in generale una città molto produttiva, universitaria, culturale, esprimendo un'internazionalità di altissimo profilo e donando personalità di spicco al paese.
Che l'incidenza del dialetto sulla società sia una caratteristica principalmente meridionale e che l'incidenza del dialetto sulla società sia un male o sia un problema culturale o un sintomo di minor scolarizzazione sono solo luoghi comuni e pigrizie mentali. Usciamone, per favore.
Cheers,
Ettore. -
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Beh, Ettore, io potrei portarti esempi di floride aziende vinicole del cuneese dove magari i titolari passano dal dialetto cuneese all'inglese o al tedesco per motivi commerciali.
Ma sono casi.
Diciamo che la maggior parte dei casi parlare principalmente dialetto denota, a parer mio, scarsa scolarizzazione e moooolto campanilismo.
Mi rendo conto, però, che col discorso sui dialetti siamo andati OT.
Tornando in topic direi che il problema è una scuola che non forma, spesso perché gli insegnanti sono delle bestie per primi loro stessi, perché ci sono genitori che difendono i loro figli anche di fronte all'indifendibile e poi per una mentalità distorta della scuola stessa, dove c'è la politica del dare un pezzo di carta a tutti, perché un diploma non lo si nega a nessuno, per evitare l'abbandono scolastico o per residui sessantottini del "18 politico".. -
.perché un diploma non lo si nega a nessuno, per evitare l'abbandono scolastico o per residui sessantottini del "18 politico".
Se il diploma (fra poco chiedono la laurea) non fosse richiesto anche per fare lo spazzino lo prenderebbe molta meno gente. -
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Ma ormai si richiede un diploma perché si ritiene che anche un ritardato possa finire un ciclo scolastico . -
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No, è perchè si parla tanto di"meritocrazia" laddove questo concetto è però scollegato dalla realtà.
Si intende "che pezzo di carta riesco ad ottenere" non "cosa so fare"
Infatti sappiamo cosa pensano le aziende della scuola e dei neo-laureati.. -
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Eh, e si torna al problema iniziale .