Serie A: stagione 2017-18

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    Un paio di volte ci è andata bene, questa volta contro una squadra organizzata come l'Atalanta un po' meno.
    Almeno la finiranno con i discorsi sulle provinciali che si scansano :hihi:
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 1/10/2017, 20:49) 
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    Milan-Roma 0-2: Dzeko e Florenzi in gol

    I rossoneri giocano un buon primo tempo, poi si sfaldano al gol del bosniaco e terminano in 10 per l'espulsione di Calhanoglu. Quarto successo di fila in campionato per Di Francesco

    01/10/2017 - MILANO
    Roma ci sei. Milan ci fai soltanto, e chissà se e come potrai essere da Champions. Lo scontro diretto con mille esami nell'esame premia la Roma, alla quale bastano cinque minuti per affondare il Milan a San Siro: 2-0 firmato Dzeko e Florenzi nel momento clou della partita, quando i padroni di casa spingono e i giallorossi di Di Francesco non incantano come altre volte. Ma anche questo fa la differenza tra una squadra che sta in alto da anni e può puntare a restarci ancora, e un progetto di squadra che ancora squadra non è, o quantomeno non lo è per 90 minuti. Eusebio se ne torna a casa con tre punti d'oro e un quinto posto che potrà mutare in quarto a recupero con la Samp giocato, mentre l'amico Montella si prepara a vivere i giorni peggiori da quando è sulla panchina del Milan. Gli ultimi?

    ROMA COL FRENO, POI… — La sensazione è che De Rossi e compagni sembrino per troppo tempo eccessivamente rispettosi del Milan, attenti più a controllare le fiammate avversarie che non a cercare la profondità. Perché quando lo fa, la Roma dimostra di avere la qualità giusta per arrivare dalle parti di Donnarumma, bravissimo a salvare su Florenzi al 61', prima vera occasionissima della partita. In generale, il 4-3-3 di Di Francesco non riesce a svilupparsi in ampiezza e il tecnico paga le assenze in attacco, che non gli offrono alternative a un El Shaarawy in versione poco faraonica. La fame di Dzeko (com'era la storia che non segnava gol decisivi nelle grandi sfide?) è stata la chiave per risolvere il rebus, la stoccata di Florenzi il timbro per la terza vittoria consecutiva a San Siro. Non un scampagnata come nelle altre due occasioni, ma una prova di forza forse ancora più preziosa di quelle passate
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    IL DIAVOLO SI SGONFIA — Per una settantina di minuti, il Milan mostra buoni passi avanti quanto a solidità: la banda Montella copre bene il campo e chiude gli spazi, grazie anche alla generosità di Borini e Rodriguez. L'attaccante reiventato esterno di centrocampo si sdoppia sfiancandosi in maniera quasi commovente: toglie l'aria e i tempi a El Shaarawy e prova a fare male quando avanza, scodellando anche un paio di cross interessanti; lo svizzero è tra i più cercati da Biglia in fase di costruzione e dai suoi piedi partono i palloni più insidiosi. Ma restano la fatica immane a creare pericoli – le parate di Alisson su Bonucci e Kalinic arrivano solo a metà ripresa – e l'incapacità di reagire nel momento di difficoltà: incassato il gol di Dzeko al 27', i rossoneri ne prendono un altro da Florenzi al 32' (inspiegabile il movimento di Rodriguez, che anziché coprire sull’esterno giallorosso davanti a Donnarumma, si sposta dalla parte opposta) e Calhanoglu completa l'opera beccandosi il rosso per doppia ammonizione. E i bonus ora sono finiti: dopo la sosta arriva il derby più delicato degli ultimi anni, con l'Inter a guardare i cugini dall'alto dei suoi 19 punti, 7 in più del Milan.

    DiFra integralista, la Roma non va oltre il sesto posto
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Cmq io tutta sta partitona del Milan mica l'ho vista.
     
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    Alla Roma manca una partita.

    Comunque io volevo tifare Inter quest'anno ma Spalletti si sta dimostrando un coglione assoluto.

    Un modulo del cazzo con giocatori del cazzo.

    Un 4-4-2, un 3-5-2, una qualunque altra cosa che preveda 2 punte sarebbe migliore.

    Comunque Juve: vinci sto scudetto e perdi un'altra finale di champions anche quest' anno và...
     
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    tra due domeniche giornata assurda, le prime sei contro
     
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    Juventus-Lazio 1-2, la doppietta di Immobile rimonta Douglas Costa

    Il centravanti della Nazionale negli 8' iniziali della ripresa ribalta il gol di Douglas Costa: Nel recupero palo clamoroso di Dybala che al 96' si fa parare da Strakosha il rigore del pari. Ora il Napoli può scappare

    14 OTTOBRE 2017 - TORINO
    Massimiliano Allegri l’ha ripetuto fino allo sfinimento: la stagione della Juve passa dalla capacità di non perdere la testa. Ecco, con la Lazio l’ha persa completamente, in nove minuti: giusto il tempo di rientrare dall’intervallo e di consegnare uno scontro diretto alla squadra di Simone Inzaghi. Anzi a Immobile che al 2’ e al 9’ del secondo tempo rovescia la Signora, azzera il primo segnale di vita stagionale di Douglas Costa e manda la Juventus sul sul lettino dello psicanalista: il 2-1 incassato allo Stadium è la prima sconfitta casalinga in 41 partite, ci sarà da riflettere parecchio per raddrizzare la rotta. Il rigore sbagliato da Dybala, il secondo di fila, al 96' avrebbe cambiato il risultato, ma non la sostanza. Strakosha lo para e manda in orbita Simone Inzaghi, stratega sopraffino: vincere qui significa poter arrivare ovunque o quasi.

    PRIMO TEMPO — All’inizio Allegri per una volta si priva di Dybala, reduce da volo intercontinentale, e sperimenta: ecco un 4-3-3 che sa di futuro, sfruttando le doti da regista di Bentancur. L’anno scorso la sfida allo Stadium contro la Lazio portò alla storica innovazione delle cinque stelle, modulo messo tra parentesi per una volta. La risposta di Simone Inzaghi, dopo le carezze del collega alla vigilia, è un ordinatissimo 3-5-1-1 in cui il movimento a pendolo di Milinkovic è la chiave per supportare sia il talento di Luis Alberto sulla trequarti che la mediana guidata da Parolo. È il serbo, lasciato troppo libero da un Khedira opaco al rientro, la spina più appuntita nei primi minuti: quando ha campo davanti, si capisce perché sia il sogno proibito della dirigenza bianconera.

    IL VANTAGGIO — E in una partita che potrebbe scivolare via pericolosamente, il tap in (di destro) di Douglas Costa cambia lo stato dell’arte. Servono lunghi secondi davanti al monitor prima che la Var dia la sua sentenza: Bastos tiene in linea il numero 11. Se sul gol Strakosha poteva respingere assai meglio, il portiere laziale si supera su un destro tagliente di Khedira. Ma poi ricasca con due piedi nell’errore, anzi fa qualcosa di più. Rischia la figuraccia dell’anno: si addormenta sul rinvio e il contrasto di Higuain si stampa sulla traversa. Tradotto: nell’erroraccio, Strakosha ha però una fortuna irreale. Il Pipita si dispera perché in carriera ha segnato in ogni maniera, ma un gol così manca in curriculum. Seguono minuti confusi con mischie pericolose in area bianconera, ma spesso e volentieri è Chiellini a tappare i pertugi che si aprono. È solo un avvisaglia della grandinata che verrà allo Stadium dopo poco.

    SVOLTA NELA RIPRESA — Il secondo tempo ha tutt’altro ritmo rispetto al primo, nel complesso più sonnacchioso. È frenetico e il merito è di uno che di cognome fa Immobile, stranezze della vita e del calcio. Si cambia completamente frequenze, da subito, da quando Barzagli perde l’inserimento di Ciro, su assist dolce di Luis Alberto, e il bomber azzurro pareggia. Poi quando lo stesso indemoniato Immobile viene steso in area da Buffon (ammonito) e trasforma il rigore del sorpasso. In mezzo c’è un gol divorato dal Pipita, stavolta più impreciso che sfortunato, ma nel complesso è incomprensibile il calo di intensità dei bianconeri. Uno di quei blackout che fa imbestialire Allegri: pure Chiellini e Barzagli, perfetti nel primo tempo, non ne azzeccano mezza nei primi quindici minuti.

    TUTTO PER TUTTO — Bernardeschi al posto di Douglas Costa (molto fumo oltre al gol) è propedeutico al ritorno al passato: Allegri riabbraccia il modulo partorito proprio contro la Lazio ormai nove mesi fa. Fuori Khedira e Dybala rimette la sua dieci, ma neanche lui riesce a raddrizzare la situazione. Però alle spalle ci sono spazi larghissimi in cui Immobile, sempre lui, spalleggiato benissimo da Milinkovic e Luis Alberto, si buttano con incredibile cattiveria. Al contrario, in casa Juve si vede solo confusione e giocate individuali: il palo di Dybala con un mancino bellissimo strozza l’urlo dello Stadium. Poi un rigore solare arrivato per concessione della Var e testardaggine di Bernardeschi. La scena sembra uguale a quella di Bergamo, con tutta la Juve che si aggrappa al proprio fuoriclasse, e il risultato è uguale: Dybala disteso a terra, senza parole di fronte alla parata avversaria. Tradotto: non arriva un pari immeritato e la Juve cade in casa dopo oltre due anni di onnipotenza, al contrario la Lazio farà bene a non mettere limiti ai propri sogni.
     
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    Certo che Dybala è proprio un cazzone
    cmq mi sembrano veramente scarichi a livello mentale
     
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    Roma-Napoli 0-1, Insigne firma l'ottava vittoria su otto

    La squadra di Sarri ancora a punteggio pieno va a +5 sulle seconde: nel finale soffre ma passa

    14 OTTOBRE 2017 - MILANO
    Il Napoli passa anche a Roma grazie ad un gol di Insigne, centra l'ottava vittoria consecutiva e attua la prima fuga del campionato, volando a +5 su Juventus, Lazio e Inter (in attesa del derby milanese). La squadra di Sarri vince la sfida con il grande pragmatismo del primo tempo ed un pizzico di fortuna nella ripresa, quando prima il palo e poi la traversa negano a Fazio e Dzeko il possibile pari. Più in generale la Roma paga però un atteggiamento troppo passivo nei primi 45', con un 4-2-3-1 che non ha mai equilibrato le sorti della contesa. Dall'altra parte, invece, ottimo Koulibaly al centro della difesa e, come al solito, inesauribile Allan in mezzo al campo.

    PALLEGGIO AZZURRO — Di Francesco ha quasi le scelte obbligate e ripropone Florenzi alto a destra e Juan Jesus al centro della difesa, al fianco di Manolas, optando però per un 4-2-3-1 che ha l'obiettivo di creare densità in mezzo, intasare le fasce e cercare di far male negli spazi. Sarri invece manda in campo la formazione tipo, senza farsi condizionare dal prossimo impegno con il Manchester City di Champions. E la squadra di Sarri prende in mano subito il pallino del gioco, con un pressing di squadra che manda sempre in difficoltà la Roma in fase d'impostazione. Il Napoli quando sale sembra quasi una gigantesca macchia d'olio nell'oceano: i movimenti sono tutti perfetti, come i sincronismi con cui si attaccano i portatori di palla e si coprono le possibili linee di passaggio avversarie nell'uscita dal pressing. In più Sarri sa che l'anello debole della Roma è a destra, dove Bruno Peres è in costante affanno e Florenzi si deve dannare per andare spesso e volentieri a raddoppiare su Insigne o abbassarsi per contenere le avanzate di Ghoulam. Dall'altra parte, invece, l'atteggiamento della Roma è troppo passivo e il baricentro della squadra eccessivamente basso. Il risultato è un Dzeko desolatamente isolato in fase offensiva, tanto che il bosniaco in un paio di ripartenze si ferma, scuote le braccia ed è costretto a scaricare il pallone indietro, essendosi reso conto di essere solo in mezzo a tutte maglie azzurre. Così è logico che i pericoli arrivino tutti da una parte, anche se poi il Napoli alla fine produce anche poco rispetto a quanto costruisce. Al 19' è Mertens ad impegnare Alisson in corsa, un minuto dopo è Insigne a bruciare il portiere brasiliano sugli sviluppi di un assist involontario di De Rossi. La reazione giallorossa è tutta in un colpo di testa (27') di Dzeko senza alcuna velleità, mentre dall'altra parte ci prova invano (sempre di testa, al 36') il piccolo Mertens. Il primo tempo finisce così, con un possesso palla azzurro del 60% ed una distribuzione dei passaggi che dice 408 per il Napoli e 265 per la Roma, a testimonianza di un palleggio notevolmente migliore da parte degli ospiti.

    MAGGIORE EQUILIBRIO — Di Francesco allora prova a sistemare le cose tornando al 4-3-3 ed infatti le secondo tempo la partita diventa più combattuta. Mertens protesta per un mani involontario di De Rossi in area di rigore, Kolarov e Dzeko ci provano da fuori in modo velleitario, ma è ancora Mertens all'11' ad avere la palla del 2-0: Manolas si fa male in ripiegamento difensivo (12esimo infortunio muscolare dei giallorossi da inizio stagione, difficile credere ancora che sia solo sfortuna) e il belga da solo davanti ad Alisson apre troppo il piattone, sprecando al lato. Poi è Hamsik ad avere la palla giusta su assist di Callejon, ma lo slovacco calcia tra le braccia di Alisson. Allora la Roma riesce a scuotersi, tanto che al 22' si rende pericolosa con una incursione di Pellegrini ed al 25' va ad un soffio dal pari con Fazio, il cui colpo di testa viene smanacciato da Reina sul palo. Sarri capisce che è in mezzo il problema ed allora corre ai ripari inserendo Zielinski e Diawara per Hamsik e Jorginho. A fare la partita però adesso è proprio la Roma, alla caccia del pareggio. Ed al 38' ci arriva ancora una volta ad un soffio, con Dzeko, sfortunatissimo (il suo colpo di testa, su angolo di Kolarov, accarezza la traversa dalla parte opposta, con Reina oramai battuto). Ed al 95' c'è anche l'ultima occasione, capita al giovane Under, ma il suo sinistro al volo finisce tra le braccia di Reina. Finisce così, con il Napoli sempre più solo in vetta alla classifica.
     
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  9. Simo0'Rulez2
     
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    Questa Lazio mi ricorda vagamente l'Atletico Madrid di Simeone.. Grande solidità
     
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    CITAZIONE (Simo0'Rulez2 @ 15/10/2017, 09:18) 
    Questa Lazio mi ricorda vagamente l'Atletico Madrid di Simeone.. Grande solidità

    sì, ma sopratutto gioca a memoria
     
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  11. Simo0'Rulez2
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 15/10/2017, 09:21) 
    CITAZIONE (Simo0'Rulez2 @ 15/10/2017, 09:18) 
    Questa Lazio mi ricorda vagamente l'Atletico Madrid di Simeone.. Grande solidità

    sì, ma sopratutto gioca a memoria

    Mi sa che in panchina avevate l'inzaghi sbagliato :hihi:
     
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    La Juve gioca male dopo essere in vantaggio e porta le partite sul piano degli avversari. Poi abbiamo anche sfiga, ma quella viene dopo, molto dopo.
     
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    Shag, sei a lutto?
     
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    Ma che lutto.
    Non se lo merita questa squadra di merda il mio dolore. Squadra di pipponi vergognosa guidata da un tecnico incapace. Il Napoli ce ne farà almeno 4
     
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    In fondo me lo aspettavo un risultato negativo. È un periodo che la squadra non gira, e come sempre oltre a deficit in difesa manifestiamo grossi limiti nel gioco.
     
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