Champions League 2023-24

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Inter, sfuma il 1° posto nel girone: con la Real Sociedad finisce 0-0

    A San Siro il pareggio consente agli spagnoli di chiudere in testa al girone D di Champions League grazie a una migliore differenza reti complessiva: +5 contro +3 della squadra di Inzaghi

    Andrea Ramazzotti
    Niente vittoria contro la Real Sociedad e niente primo posto nel girone. Nonostante chiuda il proprio gruppo senza sconfitte (tre successi e tre pareggi), nell'urna di Nyon l'Inter quasi certamente troverà un'avversaria terribile negli ottavi di Champions: le possibili opzioni sono il Bayern Monaco, l'Arsenal, il Real Madrid, il Manchester City, probabilmente il Barcellona e l'Atletico Madrid (a meno che non perda con la Lazio) oltre alla vincente del girone del Milan (Borussia Dortmund o Psg). Tutte formazioni complicate da eliminare ed è inevitabile a questo punto avere rammarichi per l'incrocio dei pali colpito a Lisbona da Barella. Se il tiro del centrocampista fosse entrato e Inzaghi avesse espugnato il Da Luz, stasera gli sarebbe stato sufficiente il pareggio. Risultato che invece premia gli spagnoli in virtù della migliore differenza reti complessiva. Non è un'euro-beffa, ma comunque è una delusione perché l'Inter aveva tutto per chiudere davanti alle altre. E invece ora la strada in Champions sarà in salita.

    POSSESSO SPAGNOLO— Inzaghi risparmia inizialmente alcuni titolari (Lautaro, Barella e Bastoni; fascia da capitano sul braccio di Darmian), in attacco schiera Sanchez e Thuram, ma soprattutto schiera per la prima volta Cuadrado dal 1'. Alguacil punta sul 4-3-3, ma in fase di non possesso, per alzare la pressione manda la mezzala sinistra Zakharyan su Calhanoglu e passa al 4-2-3-1. Gli spagnoli non sono affatto intimoriti dalle assenze, soprattutto quelle pesanti di Barrenetxea e Brais Mendez, e tengono spesso il pallone: dopo un quarto d'ora hanno un incredibile 80% di possesso perché l'Inter non si allunga e si difende stretta, per non concedere spazi. Memore dell'"imbarcata" subita all'andata, Inzaghi sceglie la tattica attendista nella speranza che gli avversari si sbilancino, ma con il passare dei minuti alza comunque il baricentro avanzando il raggio d'azione a sinistra di Dimarco e chiedendo a Carlos Augusto di uscire su Kubo. La gara è molto tattica e alla mezzora i tiri nello specchio sono zero per entrambe le formazioni. Da una parte Sadiq non dà peso all'attacco della Real Sociedad, dall'altra gli esterni spingono poco. Soprattutto Cuadrado, a corto di ritmo. Un'accelerazione strepitosa di Thuram al 37' crea una grande occasione per i nerazzurri che però non trovano con Sanchez la zampata vincente. Stesso destino per Acerbi che però da ottima posizione "cicca" il pallone. La marea nerazzurra monta sul finire della prima frazione perché Thuram fa un altro paio di numeri dei suoi sgusciando via in velocità: il diagonale di Dimarco, a differenza di quanto successo contro l'Udinese, però stavolta viene bloccato da Remiro e all'intervallo il punteggio è ancora sullo 0-0, con gli ospiti a zero conclusioni nello specchio.

    POCHE EMOZIONI— A inizio ripresa Inzaghi ordina a Lautaro, Barella, Bisseck, Arnautovic e Asllani di iniziare il riscaldamento, ma soprattutto chiede alla squadra di essere più aggressiva. In particolare a Cuadrado e Frattesi, non brillanti nella prima frazione. Alguacil getta nella mischia Turrientes per Sadiq, ma la "rivoluzione" per provare l'assalto ai tre punti è quella interista: triplice cambio con Arnautovic, Lautaro e Barella dentro per Thuram, Sanchez e Mkhitaryan. Il Toro dà la scossa prima calciando alto da posizione di fuorigioco e poi incornando tra le braccia di Remiro un cross di Dimarco, mentre l'austriaco non entra in partita: si muove poco ed è un facile riferimento per Zubeldia e Le Normand. San Siro trattiene il fiato quando Kubo va giù in area e Scharer indica il dischetto, ma il Var smaschera il tuffo del giapponese. L'assalto finale è con Bastoni al posto di Dimarco per liberare sulla fascia sinistra Carlos Augusto e con Asllani in regia al posto di Calhanoglu. La Real Sociedad non si scompone e continua a palleggiare, per tenere lontani dalla propria area i padroni di casa: Sommer disinnesca facilmente un tiro del nuovo entrato Magunacelaya, mentre l'Inter fatica a costruire perché neppure Barella è ispirato. Remiro di fatto non corre più pericoli e la Real Sociedad alla fine festeggia un pareggio che vale come una vittoria.
     
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    Napoli, tutto facile con il Braga: Mazzarri vola agli ottavi di Champions

    L'autorete di Serdar e il guizzo di Osimhen chiudono la pratica: gli azzurri si qualificano tra le migliori 16 da secondi in classifica

    Gianluca Monti
    Solo buone notizie per Walter Mazzarri e il suo Napoli dalla partita vinta 2-0 con il Braga: qualificazione agli ottavi di Champions ottenuta con un successo prezioso che ha sfatato il "tabù" del Maradona, dove gli azzurri non vincevamo addirittura dal 29 settembre (4-1 all'Udinese) e difesa che non ha preso gol, proprio come chiesto alla vigilia dal nuovo/vecchio allenatore azzurro.

    LA SVOLTA—
    Mazzarri ha scelto quelli che ad oggi, tenendo conto dei problemi sulla corsia mancina, sono i "titolarissimi" e quindi lo stesso undici che era sceso in campo contro la Juventus. Dunque, Walterone ha pensato bene di ripartire dalle certezze in una serata che appariva piena di dubbi ed iniziata con un Napoli tremolante che ha rischiato davvero grosso sull'incursione di Bruma che con il mancino ha calciato fuori da ottima posizione. Serviva un pizzico di buonasorte agli azzurri per svoltare ed al 91' l'autorete del turco Serdar su cross di Politano ha cambiato l'inerzia del match e - forse - dell'intera annata. Il Napoli per ripartire di slancio però dovrà scrollarsi di dosso le tante paure che ha palesato anche dopo il vantaggio (vedi tiro di Horta al 25' ben parato da Meret).

    OSI SÌ, KVARA NO— Ancora una volta il più ispirato è parso Politano (che ha armato al 28' il sinistro di Zielinski, respinto dal portiere ospite) anche se poi il raddoppio lo ha firmato Osimhen con una tocco sbilenco sottoporta dopo una straordinaria azione di Natan a sinistra (complice un'uscita a vuoto insensata di Fonte sul difensore brasiliano). La ripresa è stata pura accademia con retroguardie un po' troppo allegre (anche un palo colpito dal Braga) e qualche strafalcione tecnico evidente (Anguissa ha trovato la strada sbarrata da Matheus ma sulla respinta Osimhen si è divorato la chance per la doppietta personale). Mazzarri ha fatto tirare il fiato a Lobotka e allo stesso Osimhen, reduce dal Pallone d'Oro africano, oltre che a Zielinski iniziando già a pensare al match di campionato con il Cagliari. E' rimasto in campo fino alla fine invece Kvara, che però è rimasto anche a secco nonostante una buona occasione al 73' (sinistro respinto da Matheus): l'unica notizia negativa di una serata felice per i cuori azzurri.
     
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    Impresa Copenaghen, Siviglia e United fuori da tutto. Benfica in Europa League

    La vittoria sul Galatasaray regala il secondo posto al danesi, i Red Devils cadono in casa contro il Bayern e chiudono quarti. Il Benfica si prende il terzo posto in extremis

    Salvatore Malfitano
    12 dicembre 2023 - MILANO
    Lo psicodramma del Manchester United ha le fattezze di Coman e di Lerager. Il primo decide la sfida di Old Trafford col Bayern Monaco, l’ex Genoa invece firma il successo del Copenaghen contro il Galatasaray che regala ai danesi la seconda posizione nel girone A. Gerarchie invariate nel gruppo C, dove invece il Real Madrid soffre ma passa a Berlino contro l’Union, mentre nel raggruppamento dell’Inter il Benfica chiude con un pizzico di felicità, conquistando tre punti inutili sul campo del Salisburgo. Non riesce l’impresa, al Siviglia, che sul campo del Lens cade nel finale per il 2-1 che non basta per il sorpasso in classifica. I francesi, dunque, hanno ancora la possibilità di proseguire il percorso in Europa, retrocedendo ai playoff di Europa League. Finisce 1-1 invece ad Eindhoven, dove Psv e Arsenal si dividono la posta, già certe però dell’ordine d’arrivo, rispettivamente seconda e prima.

    PSV-ARSENAL 1-1
    Nessun vincitore ad Eindhoven, per quello che vale. Gli olandesi si lasciano preferire, sfiorando la rete sia al 6’ con Pepi, che da pochi passi calcia addosso a Ramsdale, sia al 19’ con Vertessen, che di testa colpisce il palo. Elneny suona la carica per l’Arsenal con un tiro di poco a lato, è il preludio al gol di Nketiah al 42’: un diagonale secco dal limite che fulmina Benitez. Bakayoko impegna il portiere avversario nel recupero, senza fortuna. In apertura di ripresa, Vertessen prima incrocia col destro senza inquadrare lo specchio poi va a segno: Pepi guida la ripartenza del Psv e serve il belga, che allarga il piatto e trova il palo lontano (50’). Le squadre si scambiano colpi senza sosta, Trossard centra il palo d’esterno mentre Saibari chiama ancora in causa Ramsdale.

    LENS-SIVIGLIA 2-1— Gara più tesa e bloccata a Lens, dove si gioca per il terzo posto del girone. Alla mezzora Rakitic dalla distanza lascia partire un gran destro dal limite, Samba si esalta e alza in angolo. Al 60’ Soumaré tocca Medina in corsa, è rigore per l’arbitro: dal dischetto si presenta Frankowski che non sbaglia. Quindici minuti dopo, Medina è protagonista all’inverso: trattiene En-Nesyri in area e viene ammonito per il fallo. Sergio Ramos si occupa della trasformazione, ma Samba neutralizza. Tuttavia, il portiere non ha i piedi sulla linea, quindi si ripete e stavolta il difensore – con il cucchiaio – non sbaglia. Nel finale, gli andalusi crollano: Sotoca ruba palla e serve Fulgini, che a tu per tu con Dmitrovic lo beffa con un preciso tocco sotto.

    GRUPPO B, LA SITUAZIONE— Classifica: Arsenal 13, Psv 9, Lens 8, Siviglia 2. Arsenal e Psv qualificati agli ottavi, Lens in Europa League.


    UNION BERLINO-REAL MADRID 2-3— Dopo soli due minuti, i tedeschi costruiscono l’unica chance a favore del primo tempo: una bella combinazione volante libera Behrens in area, che da pochi passi centra Kepa. Inizia dal quarto d’ora il monologo madrileno. Al 14’ Bellingham allarga troppo il mirino, poco dopo Joselu scheggia la traversa di testa. È sempre l’attaccante del Real Madrid a provarci con l’esterno, che non termina lontano dal palo (43’). Un giro di lancette e la squadra di Ancelotti ha la palla del vantaggio: il tocco di mano di Diogo Leite vale il calcio di rigore, che però Modric calcia centrale facendoselo parare. Nel recupero, Volland approfitta della svirgolata di Alaba e non perdona il portiere spagnolo. La spinta degli ospiti aumenta nella ripresa: al 55’ Rodrygo grazia Ronnow di testa, ma le vie aeree sono le più interessanti. È con due colpi di testa, infatti, che Joselu ribalta il punteggio: al 65’ il cross è di Rodrygo, al 72’ invece è di Garcia. All’85’ il pareggio di Kral, che scarica alle spalle di Kepa un pallone vagante al limite dell’area di rigore. Non basta tuttavia, perché l’Union Berlino allenta la marcatura su Ceballos e con un diagonale senza pretese sporcato da una deviazione regala i tre punti ad Ancelotti.

    GRUPPO C, LA SITUAZIONE— Classifica: Real Madrid 18, Napoli 10, Braga 4, Union Berlino 2. Real Madrid e Napoli qualificate agli ottavi di finale, Braga in Europa League.

    SALISBURGO-BENFICA 1-3— L’orgoglio almeno è salvo, per i portoghesi, che conquistano tre punti inutili contro il Salisburgo. Rafa Silva ha la prima opportunità dell’incontro, ma davanti a Schlager la mette alta. Al 32’ Di Maria apre le marcature, direttamente da calcio d’angolo, ma con evidenti responsabilità del portiere. Poco prima dell’intervallo, il Benfica raddoppia con Rafa Silva: l’argentino lo ispira in profondità, il diagonale è chirurgico. Sempre Silva a inizio secondo tempo sbaglia ancora clamorosamente da distanza ravvicinata, gli austriaci ne approfittano e accorciano al 57’: il tiro a incrociare di Sucic, agevolato da una deviazione, diventa imparabile per Trubin. Otamendi ci prova sugli sviluppi di un angolo, ma la sua correzione si spegne soltanto sull’esterno della rete. Il punto esclamativo su una bella serata lo mette Cabral di tacco, sull’assistenza volante di Aursnes.

    GRUPPO D, LA SITUAZIONE— Classifica: Real Sociedad 12, Inter 12, Salisburgo 4, Benfica 4. Real Sociedad e Inter qualificate agli ottavi, Salisburgo in Europa League.

    MANCHESTER UNITED-BAYERN MONACO 0-1— Non è un grande spettacolo, quello offerto dal Manchester United, nonostante la necessità impellente di battere i rivali. Le (poche) situazioni più pericolose, infatti, sono create dal Bayern Monaco. Al 25’ è provvidenziale la chiusura di Varane su Kane, imbeccato a dovere da Musiala. È al 71’ invece che la retroguardia inglese crolla: Kane indovina lo spiraglio perfetto per liberare davanti la porta Coman, che riceve e batte un incolpevole Onana.

    COPENAGHEN-GALATASARAY 1-0— I danesi legittimano la qualificazione con un’altra partita di spessore. Non producono moltissimo, ma subiscono ancor meno. Ankersen si inserisce con puntualità al 9’, incrociando troppo però. Non sbaglia Lerager al 58’: la fuga di Elyounoussi a sinistra si conclude con un assist perfetto per l’ex Genoa, che deve soltanto appoggiare a porta sguarnita.
    Leggi anche

    GRUPPO A, LA SITUAZIONE— Classifica: Bayern Monaco 16, Copenaghen 8, Galatasaray 5, Manchester United 4. Bayern Monaco e Copenaghen agli ottavi di finale, Galatasaray in Europa League.
     
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    Il City sa solo vincere: 3-2 alla Stella Rossa. Lo Young Boys perde ma è in Europa League

    I 2003 Hamilton e Bobb lanciano Guardiola: i citizens fanno 6 su 6 in Europa. Non sbaglia il Lipsia di Rose
    Federico Bompieri
    13 dicembre - 20:45 - MILANO
    I verdetti del girone G di Uefa Champions League erano già arrivati al termine della quinta giornata: Manchester City e Lipsia agli ottavi di finale, rispettivamente da primi e secondi in classifica, Young Boys in Europa League e Stella Rossa eliminata. Inglesi e tedeschi chiudono il girone con una vittoria: 3-2 sulla Stella Rossa e 2-1 sullo Young Boys.


    STELLA ROSSA-MANCHESTER CITY 2-3—
    Il Manchester City trova la vittoria a Belgrado nel segno dei giovani. A sbloccarla è il classe 2003 Micah Hamilton, oggi all’esordio in prima squadra, che dopo 19’ minuti batte Glazer e trova il suo primo gol tra i grandi. La Stella Rossa va vicina al gol del pari con Nedeljković, poi rischia di subire il raddoppio con Nunes. Nel secondo tempo il City è ancora pericoloso con Hamilton e si salva grazie ad una doppia super parata di Ortega. Il gol del raddoppio arriva dal mancino di Oscar Bobb, anche lui 2003, che dopo una serie di dribbling piazza il mancino e trova l’angolino. La Stella Rossa trova il gol del 1-2 con Hwang. Nel finale gioia anche per Kalvin Phillips, su rigore, e Katai. Il City vince 3-2 e chiude il girone con 6 vittorie in 6 partite.

    LIPSIA-YOUNG BOYS 2-1— Dopo un primo tempo senza grandi occasioni e squilli, se non una rete di Sesko annullata per fuorigioco, si accende solo nella ripresa anche la sfida della Red Bull Arena. E’ proprio Sesko a dare la scossa alla gara: al 51’ riceve palla in area, sterza per tornare sul mancino e spacca la porta: 1-0. Il vantaggio dura però solo qualche minuto: Nsame scappa via in contropiede e serve Colley per un tap in facile facile a porta vuota. Tre minuti più tardi il mancino incrociato di Emil Forsberg, dimenticato dalla difesa svizzera, riporta avanti i tedeschi. Anche il Lipsia chiude con 3 punti, è secondo e va agli ottavi. Lo Young Boys non perde il sorriso, il terzo posto vale il pass per l'Europa League.
     
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    Milan, impresa a metà: ribalta il Newcastle, ma è solo Europa League

    I rossoneri sbancano il campo degli inglesi con i gol nella ripresa di Pulisic e del subentrato Chukwueze, però devono dare l'addio alla Champions per il pareggio tra Dortmund e Psg

    Dal nostro inviato Davide Chinellato
    13 dicembre 2023 (modifica alle 23:12) - NEWCASTLE (ING)
    Il Milan ha fatto quello che doveva: ha vinto a Newcastle, ribaltando gli inglesi nella ripresa e sorpassando 2-1 con Samuel Chukwueze un minuto dopo il suo ingresso in campo, all’84’. Per andare agli ottavi di Champions però non basta, perché Dortmund-Psg finisce 1-1 e i rossoneri si ritrovano terzi del girone e in Europa League, pur avendo gli stessi punti dei francesi. La squadra di Pioli ha fatto un’impresa espugnando con merito St. James’ Park, dove il Newcastle si trasforma e dove nella ripresa la squadra migliore è stata decisamente il Milan: non è bastato per rimanere nell’Europa più importante, è sufficiente per avere qualcosa di europeo per cui lottare a febbraio.

    LE CHIAVI—
    Il Milan ha ribaltato nella ripresa una partita che nel primo tempo aveva meritato di perdere, incapace persino di portare un pericolo al Newcastle. Ma dopo l’intervallo la squadra si è trasformata, rilanciata dal gol del pari di Pulisic al 59’. Pioli ha avuto l’intuizione giusta inserendo Okafor e Chukwueze, che hanno confezionato il gol del sorpasso. A dimostrazione del carattere dei rossoneri, quello che serviva in una partita dal sapore di finale come questa. Il Milan della ripresa è quello da cui Pioli deve ripartire: ha tirato fuori la personalità che serve per vincere in Europa, per passare in uno stadio come il St. James’ Park, che ha cominciando eruttando il suo supporto per il “sogno selvaggio” del Newcastle, quello di passare il turno, e ha chiuso ammutolito, coi fan rossoneri confinati in un angolino a far sentire la loro gioia. Per il Newcastle questa sconfitta è il tramonto dei sogni europei, coltivati a lungo durante la partita. La squadra di Howe paga i tanti infortuni che l’hanno ridotta all’osso, il calo netto della ripresa dopo aver condotto per tutto il primo tempo. Quel sogno selvaggio dei tifosi del Newcastle si è trasformato in un incubo.

    LA PARTITA— L’anticipo di Tomori sulla linea di porta su Almiron al 20’ è la prima vera emozione di una partita che si accende al 33’, quando il Newcastle passa con Joelinton, che mal controllato dalla difesa rossonera appena dentro l’area controlla e batte Maignan con un gran diagonale. Il Milan non reagisce e comincia la ripresa sotto 1-0, ma trova il pari al 59’ con Pulisic, bravo a infilare Dubravka su assist di Giroud nella prima vera occasione rossonera della partita. Maignan al 69’ manda sulla traversa un gran tiro di Guimaraes, poi Pioli chiede aiuto a Pobega e Jovic e al 78’ impreca quando Leao manda un contropiede a schiantarsi sul palo. Il tecnico rossonero al minuto 83’ manda in campo Okafor e Chukwueze: è la mossa vincente, perché all’84’ il primo serve l’assist che il secondo trasforma nel bel gol del vantaggio. Il Milan al 92’ vede il terzo gol, ma il tiro di Tomori in contropiede finisce sul palo. Resta la vittoria che significa Europa, anche se Europa League.
     
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    A Dortmund ride il Psg: il pari di Zaire-Emery vale il secondo posto e gli ottavi di finale

    Il Borussia passa in vantaggio con Adeyemi e poi si fa riprendere, ma chiude al primo posto. Annullato un gol a Mbappé per fuorigioco
    Elmar Bergonzini
    13 dicembre - 23:15 - MILANO
    Velocità, ritmo, classe e occasioni. In Dortmund-Psg c'è tutto. Anche un risultato che, in fin dei conti, accontenta entrambe. Finisce 1-1 con i gol di Adeyemi al 51' e di Zaire-Emery al 56'. I tedeschi vincono così a sorpresa il girone con 11 punti. I parigini chiudono a quota 8, tanti quanti quelli raccolti dal Milan. Ma a passare agli ottavi è il Psg. La squadra di Luis Enrique sarà probabilmente la più forte fra le squadre di seconda fascia al sorteggio. In pieno recupero il Dortmund ha sprecato una buona occasione con Reus che, se fosse stato più cinico, avrebbe eliminato i francesi regalando il passaggio del turno al Milan...

    LA GARA—
    Luis Enrique rispolvera Donnarumma, squalificato in campionato, con gli ex italiani Skriniar, Marquinhos e Hakimi in difesa, ma soprattutto il classe 2002 Barcola, Mbappé e Kolo Muani in attacco. Il Dortmund risponde con il 4-1-4-1 con Brandt, Bynoe-Gittens, Reus e Adeyemi dietro a Fullkrug. Terzic sceglie quindi tutta la qualità possibile. I gialloneri creano subito la prima occasione: Wolf sfonda sulla destra, serve Bynoe-Gittens al centro. Il classe 2004 potrebbe calciare, ma, timido, decide di servire Reus sbagliando però il tocco. All'11' primo intervento di Donnarumma, bravo a respingere un sinistro pericoloso di Reus. La partita la fanno i padroni di casa che sfiorano il vantaggio al 14': Wolf spreca calciando fuori da posizione particolarmente vantaggiosa. Il Psg si sveglia e crea tre occasioni in quattro minuti: al 16' è Lee a mancare la porta da due passi, poi è Sule a salvare sulla linea una conclusione di Mbappé che, dopo aver dribblato Kobel, era convinto di dover solo appoggiare la palla in porta. Infine è Barcola a colpire il palo con una conclusione dal limite. I ritmi sono altissimi ed entrambe le squadre creano occasioni clamorose: da una parte è Kolo Muani a sbagliare un colpo di testa, dall'altra è Adeyemi a non inquadrare la porta dopo una corta respinta di Donnarumma. L'ultima occasione del primo tempo capita a Kolo Muani, spedito in profondità da Mbappé, ma è bravo Kobel a respingere di piede.

    LA RIPRESA— Il secondo tempo comincia come era finito il primo. Ritmi alti e fioccano le occasioni: Brandt costringe Donnarumma a una bella parata al 47', poi devono intervenire Hummels (su Hakimi) e Kobel (su Lee). A differenza del primo tempo però arrivano i gol: al 51' Bensebaini serve Fullkrug che è bravo a mettere Adeyemi nelle condizioni di battere a rete e portare avanti i suoi. Il Psg rischia seriamente l'eliminazione e non ha più tempo da perdere: al 56' Mbappè ha spazio sulla sinistra e prima si libera di Ozacan per poi mettere la palla al centro. La difesa giallonera libera male e permette a Zaire-Emery di calciare in porta e di battere Kobel. Nell'ultimo quarto di partita il Psg accelera: prima è Mbappé a calciare fuori di poco, poi è sempre la punta francese a rendersi pericolosa, segnando il gol del 2-1, annullato per un leggero fuorigioco. Benché, tutto sommato, il risultato sia positivo per entrambe, sia il Dortmund che il Psg sono più concentrate ad attaccare che non a difendere. Nel finale è Reus ad avere un'ottima occasione ma a sbagliare il controllo. Opportunità sfumata, paradossalmente, con maggiore amarezza per i tifosi del Milan, che avevano bisogno di una vittoria del Dortmund per passare agli ottavi, che non per i sostenitori tedeschi, che possono comunque festeggiare il primo posto nel girone.
     
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    Atletico Madrid più forte, Simeone vince 2-0: la Lazio deve accontentarsi del 2° posto

    Subito in svantaggio dopo 6 minuti con gol del solito Griezmann, nella ripresa il raddoppio di Lino chiude i giochi, ma la squadra di Sarri non ha comunque demeritato. Nel finale Hysaj non gradisce la sostituzione e discute col tecnico prima di andare dritto negli spogliatoi togliendosi la maglia

    Nicola Berardino
    Giornalista
    13 dicembre 2023 (modifica alle 23:13) - MILANO
    Ci voleva un’impresa per vincere sul campo dell’Atletico Madrid e fare il sorpasso al primo posto nel girone E. Ma già al 6’ la Lazio va sotto al Metropolitano. La squadra di Sarri cerca di rimettersi in corsa, avvicinandosi più volte al gol, però in avvio di ripresa il raddoppio degli spagnoli appesantisce i progetti biancocelesti. Archiviata la qualificazione agli ottavi di Champions con un turno d’anticipo, la Lazio anche a Madrid ha mostrato i problemi accusati in campionato, a cominciare da quelli sul piano della personalità e della continuità nel gioco.

    APRE GRIEZMANN—
    Sarri si affida a Immobile dal primo minuto. In avanti c’è Pedro mentre Felipe Anderson parte dalla panchina. Vecino rileva lo squalificato Rovella in regia. Marusic e Hysaj terzini con Casale e Gila al centro della retroguardia. Avvio deciso da parte dell’Atletico che al 6’ sblocca il risultato. Lino sfugge a Guendouzi, non viene arginato da Marusic, così smista al centro per Griezmann che infila Provedel. Al 12’ la Lazio trova un varco nella ragnatela degli spagnoli, slalom di Zaccagni che scambia con Immobile e poi conclude con una botta di poco a lato. Nuovo spiraglio due minuti dopo: si infila Guendouzi tra un’indecisione di Savic, rimedia Oblak. L’Atletico esercita un possesso continuato, la Lazio serra il pressing e avanza il baricentro del gioco. Al 23’ colpo di testa di Casale parato da Oblak. La squadra di Sarri cresce in fase di impostazione. Incursione di Luis Alberto sulla sinistra, tocco di Immobile sull’esterno della rete. Al 32’ si sganciano gli spagnoli: al tiro Lino, Provedel di guardia. Al 38’ spagnoli a segno con Hermoso ma il gol viene annullato per fuorigioco di Lino. Fuori bersaglio un tentativo di Griezmann. Si fa largo Lino, palla sul fondo. All’intervallo con l’1-0 per la formazione di Simeone.

    BIS CON LINO— Nella ripresa, Atletico con due novità. Soyuncu e Depay rilevano Gimenez e Griezmann. E proprio Depay ha subito un buon pallone in area, ma scivola. Non fallisce invece Lino al 6’: abile il brasiliano a colpire su un incerto disimpegno laziale con un bel destro all’incrocio. Biancocelesti in difficoltà. Al 13’ Sarri fa entrare Lazzari e Felipe Anderson al posto di Marusic e Pedro con l’obiettivo di ravvivare la fascia destra. Sei minuti dopo altri cambi. Nella Lazio spazio a Kamada e Castellanos, escono Luis Alberto e Immobile. Nell’Atletico, Morate e Koke avvicendano Witsel e Correa. La squadra di Sarri cerca di rilanciarsi. Simeone inserisce Azpilicueta per Savic. Si gira Castellanos, Oblak controlla. Ultima sostituzione nella Lazio: Pellegrini per Hysaj, che non la prende bene, ha uno scambio di vedute con Sarri, appare contrariato e va dritto negli spogliatoio togliendosi la maglia. Gara in pugno all’Atletico che al 29’ ha una buona chance, ma Morata calcia a lato sulla respinta di Provedel dopo una punizione di Depay. Al 30’ Castellanos atterrato in area da Koke: proteste laziali. La squadra di Sarri grazie ai cambi mostra qualche in fase offensiva. Si fa notare Zaccagni. Tre minuti di recupero. L’ultima occasione è per Guendouzi, fuori bersaglio. L’Atletico incassa il 2-0 suggellando il suo primato nel girone.
     
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    possono passare Inter e Atalanta, la Lazio la vedo male
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Atalanta? :hihi:
     
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    De Bruyne dirige l'orchestra City: tris al Copenaghen, Guardiola vede già i quarti

    Il belga apre le marcature, poi serve due assist a Bernardo Silva e Foden. Inutile il momentaneo 1-1 di Mattsson. Il ritorno il prossimo 6 marzo

    Davide Chinellato
    13 febbraio 2024 - MILANO
    Missione compiuta. Il City torna da Copenaghen con un 3-1 che mette l’ipoteca sulla qualificazione, al termine di una partita dominata ma sigillata solo al 92’ da Phil Foden. Due gol per il ritorno del 6 marzo sono un bel cuscinetto per i detentori che non vogliono mollare la coppa, che nella capitale danese si sono complicati la vita regalando al Copenaghen il gol del momentaneo 1-1 quando sembravano in grado di spazzare via gli avversari. È comunque arrivata la 7ª vittoria su 7 in Champions, l’11ª di fila in tutte le competizioni, quella che continua a ricordare che il City penserà anche che è impossibile o quasi ripetere il triplete dello scorso anno, ma vuole continuare a provarci.

    LE CHIAVI—
    Foden ha suggellato la vittoria e reso quasi una formalità il ritorno, ma i migliori per Guardiola sono stati Kevin De Bruyne e Bernardo Silva, e non solo perché hanno segnato i primi due gol. Il belga, che in 7 partite dal rientro da 5 mesi di stop ha segnato o partecipato a 8 reti, ha aperto col colpo di biliardo dell’1-0 al 10’ e chiuso al 92’ con l’assist per Foden. Il portoghese, prevalentemente sul centro sinistra nella linea di trequartisti dietro lo spento Haaland, ha trovato subito prima dell’intervallo in modo intelligente il gol del nuovo vantaggio e ha fatto come al solito tutto quello che serviva per far girare la squadra. Le note negative per Pep sono l’infortunio di Jack Grealish, costretto ad abbandonare già al 21’ la prima da titolare dopo oltre un mese per un guaio muscolare, e l’erroraccio di Ederson costato lo splendido gol del pari di Mattsson. Subire troppi gol resta l’imperfezione del City: in 37 gare stagionali, solo 11 volte i campioni di tutto sono riusciti a mantenere la porta inviolata. Il Copenaghen ha fatto la partita che doveva, difendendo anche a 5 nella ripresa per non affondare. Ce l’aveva quasi fatta, ma quel gol preso al 92’ fa davvero male.

    LA PARTITA— Il City domina da subito e passa al 10’ con De Bruyne, che infila Grabara con un colpo di biliardo dopo essere stato liberato in area da Foden. Guardiola al 21’ perde Grealish, ma due minuti dopo sfiora il raddoppio con un tentativo di autogol di Vavro impedito solo dalla traversa. Anziché farlo, però, il City il secondo gol della partita lo subisce: succede al 34’, quando un rinvio sbagliato di Ederson finisce prima a Elyounoussi, che si fa respingere il tiro da Aké, poi sui piedi di Mattsson, che si inventa un destro imparabile dal limite. Il City torna avanti prima del riposo con Bernardo Silva, che al 46’ anticipa l’uscita di Grabara con uno splendido tocco di sinistro dal limite dell’area piccola. I padroni di casa ripartono con la difesa a 5 e l’esterno d’attacco Elyounoussi che si sacrifica come terzino destro. Il City continua a comandare il gioco, ma il Copenaghen difende con ordine. Il 3-1 arriva solo al 92’, con Foden che a centro area raccoglie un assist di De Bruyne e ipoteca i quarti.
     
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    Il Real Madrid soffre, poi una magia di Brahim Diaz stende il Lipsia

    Buona gara per i tedeschi di Rose, ma l'andata degli ottavi di Champions viene decisa da un gol capolavoro dell'ex Milan che nel finale s'infortuna. Decisive le parate di Lunin

    Filippo Maria Ricci
    13 febbraio 2024 - MADRID
    Un anno fa nel girone il Madrid a Lipsia aveva perso 3-2, oggi nell’andata degli ottavi di finale ha vinto 1-0 facendo un bel passo avanti verso i quarti al termine di una partita assai sofferta per i blancos che si è aperta con un episodio polemico ed è stata decisa di un grandissimo gol di Brahim Diaz, uscito poi per un problema al polpaccio destro. "Ho sentito un colpo ma non so dire di più, vediamo domani", ha detto l’ex milanista a fine gara.

    LE SCELTE—
    Ancelotti ha recuperato uno dei suoi 4 centrali, Nacho, pessimo, e gli ha affiancato Tchouameni con Carvajal che è tornato a destra. Fuori Lucas Vazquez. E per sostituire l’infortunato Bellingham il prescelto come previsto è Brahim. Il Lipsia con la difesa a 4, quando tutti aspettavano quella a 5. Davanti Olmo e Simons ai lati, Openda e Sesko in mezzo.

    LA POLEMICA— E il ventenne sloveno è stato l’assoluto protagonista dei primi 10’. Due parate di Lunin su tiri di Sesko non irresistibili, ma prima di tutto, dopo meno di 100 secondi, la rete annullata all’attaccante per fuorigioco. Si tratta di un’interferenza fisica di Henrichs su Lunin, con il giocatore del Lipsia che tocca il portiere ucraino ed è considerato "attivo" pur avendo un’influenza nulla sull’azione che su un tiro di Schlager porta al gol di testa di Sesko.

    GOLAZO DI BRAHIM— Dopo lo spavento il Madrid è cresciuto, ma è rimasto sempre sotto la pressione del Lipsia, spinto da uno stadio in costante ebollizione. Tedeschi sempre in controllo e spesso pericolosi, Madrid aggrappato a Vinicius e a Brahim. Che al 3’ della ripresa si è inventato un gol incredibile. Ha preso palla sulla linea laterale di destra, ha resistito alla carica di Raum e rientrando ha fatto perdere le sue tracce a Simons e Schlager prima di battere dal limite col sinistro a giro verso il palo lontano. Parabola spettacolare e imprendibile per Gulacsi e ottavo gol stagionale per l’ex milanista. Un golazo. Brahim si è fatto male all’80’: problema al polpaccio destro con i tedeschi che hanno continuato a giocare nonostante Brahim abbia lasciato li il pallone per il dolore, e Lunin ha fatto l’ennesima parata su Sesko. Il Madrid sente aria di Champions, il Lipsia ha creato e sprecato e cercherà di rovesciare il risultato al Bernabeu. Complicato.
     
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    Impresa Lazio: batte il Bayern con un rigore di Immobile. I quarti non sono un miraggio

    L'episodio che decide il match al 69': fallo in area di Upamecano su Isaksen. Rosso diretto al difensore e dal dischetto arriva il gol dell'attaccante biancoceleste. Ritorno in Germania il 5 marzo


    Nicola Berardino
    Giornalista
    14 febbraio 2024 - ROMA
    Ciro Immobile fa sognare la Lazio. Su rigore, a metà ripresa, il capitano firma la vittoria sul Bayern Monaco. E porta avanti la squadra di Sarri, a sorpresa, ma con tanto merito, nella corsa per la qualificazione ai quarti di Champions League. Una grande prova per spessore tattico e personalità consente alla squadra di Sarri di ribaltare ogni pronostico contro i tedeschi che anche all’Olimpico hanno mostrato però i problemi degli ultimi tempi. Nel ritorno di Monaco del 5 marzo la Lazio vista nel primo round degli ottavi si presenterà con tutte le credenziali per centrare l’impresa.

    MURO LAZIALE—
    Nel riscaldamento si ferma Vecino per problemi muscolari: si allunga la lista degli infortunati di Sarri che comprende pure Zaccagni, Pellegrini e Rovella. In regia va Cataldi. In difesa Hysaj viene preferito a Lazzari e Marusic si sposta nel ruolo di terzino destro. Confermato il tridente di Cagliari con Isaksen, Immobile e Felipe Anderson. Bayern subito al tiro: Kimmich calcia a lato. Grossa chance per Kane al 7’, ma l’inglese sciupa su assist invitante di Muller. La Lazio fa muro con un assetto molto compatto. Disimpegno dei biancocelesti che arriva in profondità: Neuer anticipa Immobile. Al 22’ insidiosa staffilata di Luis Alberto dalla distanza che sorvola l’incrocio dei pali. Spingono i tedeschi per sbloccare il risultato. La squadra di Sarri tiene bene il campo con lucidità e determinazione. Al 32’ su punizione una fiondata di Sané che sfiora il palo della porta di Provedel. Al 38’ incursione di Isaksen che tenta la parabola senza riuscire a inquadrare lo specchio della porta. Brividi per la Lazio causa un’incertezza di Provedel subito risolta. Al 40’ accelerazione del Bayern: Musiala tira fuori da buonissima posizione. Spunto di Isaksen in area, Immobile non aggancia il pallone. Partita intensa in ogni istante. Squadre all’intervallo senza recupero e senza gol.

    IMMOBILE DI RIGORE— La ripresa scatta con una grande occasione per la Lazio. Isaksen arriva davanti a Neur ma si fa neutralizzare dal portierone tedesco. La squadra di Sarri si mostra più sicura dei propri mezzi. Al 14’ colpo di testa di Kane: alto. Si fa male Hysaj; entra Lazzari, Il Bayern accresce il fraseggio, la Lazio cerca di sfruttare gli spazi nelle ripartenze. Pressing ordinato dei biancocelesti. Al 22’ rigore alla Lazio per fallo su Isaksen da parte di Upamecano che viene espulso. Al 24’ Immobile dal dischetto sigla il vantaggio biancoceleste. I due protagonisti del gol vengono sostituti passando dalle staffette preventivate con Pedro e Castellanos, Ovazione dell’Olimpico per Immobile. Applausi anche per Isaksen. Novità nel Bayern con De Ligt al posto di Goretzka. Va ko Gila, entra Patric. Sarri fa uscire pure Luis Alberto: spazio a Kamada. Due cambi pure tra i tedeschi: escono Muller e Sanè per Choupo-Moting e Tel. Il Bayern si lancia all’assalto per cercare il pareggio. La Lazio argina e controlla. E al 44’ potrebbe arrivare il raddoppio, ma Felipe Anderson viene fermato all’ultimo da Kim. Cinque minuti di recupero. Neuer para su Pedro. L’urlo finale è della Lazio tra i 60.000 dell’Olimpico.
     
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    Il solito Mbappé e il talento di Barcola: il Psg stende la Real Sociedad e vede i quarti

    Primo tempo senza reti, quindi nella ripresa apre le marcature la stella dei francesi, prima del raddoppio del giovane attaccante

    14 febbraio 2024 - MILANO
    Due lampi nella ripresa e il Psg regola la Real Sociedad per 2-0, potendo così ora gestire il ritorno con una relativa tranquillità. Dopo un primo tempo di grande sofferenza, nel quale gli spagnoli si fanno più volte vivi dalle parti di Donnarumma, pur senza mai centrare lo specchio della porta, all'inizio del secondo tempo la squadra di Luis Enrique aumenta la pericolosità offensiva. Logicamente, aumenta anche il rendimento di Mbappè che al 58' è lesto a mettere a rete solo davanti Remiro. Un gol che sa quasi di beffa, perché davvero la Real aveva tenuto il campo in maniera ottimale. Dopo il gol però gli ospiti accusano il colpo e tocca così a Barcola al 71' concludere a rete di sinistro dopo una sgroppata sulla sinistra. Sul 2-0 la gara non offre più spunti e così il Psg può festeggiare questa vittoria nell'andata degli ottavi.
     
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    Arnautovic entra e fa godere San Siro: una bella Inter vince il primo round con l'Atletico

    L'austriaco, entrato al posto dell'infortunato Thuram, si mangia un gol fatto ma poi segna la rete decisiva al 79'. Per i nerazzurri nona vittoria in altrettanti incontri nel 2024

    Andrea Ramazzotti
    Giornalista
    20 febbraio 2024 - MILANO
    L'Inter fa suo il primo round degli ottavi e batte l'Atletico grazie a un gol di Arnautovic, autore del guizzo decisivo dopo che in precedenza aveva sbagliato un paio di occasioni non impossibili. La qualificazione è tutta da conquistare nel ritorno al Civitas Metropolitano, ma Inzaghi si presenta ai secondi novanta minuti con la testa avanti. I nerazzurri, che nel 2024 hanno ottenuto 9 successi su 9, meritano l'affermazione perché nella ripresa, nonostante l'infortunio di Thuram, fanno molto di più degli avversari. Forse nelle gambe degli spagnoli, che non centrano mai lo specchio, pesano le fatiche di questo inizio di anno (13 incontri giocati contro i 9 del Toro e compagni) e così Sommer mantiene la porta imbattuta per la ventunesima volta in 34 gare ufficiali. Il muro interista ancora una volta regge e il passo in avanti verso i quarti è importante. Tra tre settimane l'Atletico, che non aveva ancora perso nella sua campagna europea, sarà costretto a vincere, mentre i nerazzurri avranno a disposizione due risultati su tre. Non male...

    PARTITA A SCACCHI—
    Inzaghi si presenta con l'undici composto dai "titolarissimi" e cambia solo due uomini rispetto alla vittoria sulla Salernitana, Darmian e Dimarco per Dumfries e Carlos Augusto. Simeone conferma Marcos Llorente in attacco, stavolta al fianco di Griezmann, e manda in panchina sia Depay sia Morata, recuperato all'ultimo. Si inizia con il minuto di silenzio per Andy Brehme ignorato dai cori dei tifosi spagnoli, così scatta l'applauso di tutto San Siro. L'Atletico dietro è a tre (Witsel, Gimenez e Hermoso), ma gli esterni Molina e Lino si abbassano spesso perché i colchoneros all'inizio vogliono che la partita la faccia l'Inter. I nerazzurri non si tirano indietro: Calhanoglu imposta, le mezzali si alzano e Barella, che al 4' si toglie i guanti dopo una verticalizzazione non sfruttata da Thuram, fa capire che è carico. Gli spagnoli però non sono solo difesa e dopo una manciata di minuti alzano di parecchio il baricentro: l'obiettivo è lanciare un messaggio agli avversari con il pressing fin nella loro area. Un guizzo a sinistra e un tiro sul fondo di Lino fanno venire i brividi a Sommer e l'Inter, che sbaglia qualche passaggio più del solito complice la tensione, capisce le difficoltà della notte. Perché Witsel là dietro è un bel baluardo, perché l'Atletico è compatto e perché Mkhitaryan non è ispirato come al solito. Quando Lautaro e compagni riescono a "bucare" l'aggressione avversaria le occasioni arrivano, ma non vengono concretizzate per un po' di imprecisione nelle rifiniture.

    IL TORO NON SFONDA— L'Atletico gioca più partite nella stessa perché alterna la costruzione dal basso ai lanci lunghi, la pressione alta a tutti gli uomini dietro la linea del pallone. Per Inzaghi non è facile leggere la sfida e la coppia Lautaro-Thuram è meno coinvolta del solito. Il Toro prova a scuotersi con un tiro alto dopo la mezzora, ma le cose migliori le fa vedere Calhanoglu con una regia sontuosa, fatta di cambi di gioco e fraseggio corto. Stavolta però non tutti i compagni lo assecondano come succede in Serie A. Merito anche dei colchoneros che sono fatti di altra pasta rispetto alle formazioni del nostro campionato. Il Toro ci riprova, stavolta di testa, su cross di Barella, ma Oblak c'è: è la prima conclusione nello specchio. Prima dell'intervallo, l'argentino di occasioni ne ha pure una terza: Thuram intercetta un passaggio di De Paul, si lancia in contropiede e poi serve il suo capitano che si fa deviare in angolo da Gimenez un tiro (non irresistibile). Adesso l'Inter ha più fiducia, ma quando al 42' Thuram calcia verso la porta (facile parata di Oblak) e poi si tocca la coscia, sul Meazza piomba il gelo.

    THURAM E ARNA— Il figlio di Lilian rimane in campo fino all'intervallo, ma poi alza bandiera bianca per un problema all'adduttore destro e al suo posto ecco Arnautovic. Anche Simeone però è costretto a cambiare perché Gimenez non è al top: al suo posto l'ex viola Savic. L'austriaco, dopo una grande uscita dell'Inter e un cross delizioso di Dimarco, ha sul piede la palla dell'1-0, ma in "spaccata" la calcia fuori. Occasione non facile però... Il Meazza torna a scaldarsi e sul traversone di Barella, Arnautovic di testa mette sul fondo. Simeone capisce che c'è bisogno di una scossa e toglie un centrocampista (Saul) per inserire il fischiatissimo Morata. Llorente arretra in mediana e il 3-5-2 iniziale rimane inalterato. La risposta è immediata e il brasiliano Lino, dopo una grande azione e un dribbling su Darmian, da due passi fallisce il vantaggio. L'occasione più grossa però è ancora targata l'Inter, con l'attaccante ex Bologna che si costruisce una grande chance dopo un triangolo con Lautaro, ma calcia alto da ottima posizione. Sembra una maledizione. Il Cholo pesca in panchina Reinildo per Hermoso e Barrios per Molina, Inzaghi risponde sostituendo gli esterni (Dumfries per Darmian e Carlos Augusto per Dimarco) e poi anche Frattesi per Mkhitaryan. Lautaro esalta con un colpo di testa i riflessi di Oblak e il fortino di Simeone traballa. La spallata decisiva la dà Arnautovic che con il tap-in vanifica la parata di Oblak su Lautaro. A niente vale la disperata scivolata di Lino: la palla entra e il Meazza esplode di gioia. Morata va vicino al pari su disattenzione di De Vrij e Inzaghi toglie il diffidato Lautaro per inserire Sanchez. Dopo 5 minuti di recupero è festa Inter. Ora a Madrid va completata l'opera.
     
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