Serie C1, C2 e altre

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    sono genovese, genoano ma vivo a Padova da tipo 18 anni
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Rivoluzione Serie C? Ecco l'ipotesi dei 6 gironi da 10 squadre e la doppia fase finale

    Se n'è parlato all'Assemblea della Lega Pro: l'idea è partire già nel campionato 2023/2024. Le prime 5 alla seconda fase per fare i playoff a 27
    Pietro Scognamiglio

    28 ottobre - MILANO
    L’idea è dare una spolverata al format della Serie C, rendendolo più accattivante anche nell’ottica del prossimo bando per i diritti tv. Se ne è parlato oggi nell’Assemblea dei club di Lega Pro, arrivando all’elaborazione di un documento sul quale si lavorerà per un mese fino alla versione definitiva. I tempi sono stretti: l’intenzione è quella di convocare una nuova assemblea già a fine novembre per l’approvazione, sottoponendo poi la modifica al Consiglio federale in tempo utile da renderla effettiva già per la prossima stagione (2023/2024). Tempistica ristretta e non scontata nella fattibilità, ma l’intenzione è provarci.

    REGULAR SEASON: SEI GIRONI—
    Se il format dei playoff funziona – lo dicono i numeri, sia quelli televisivi sia i dati di affluenza negli stadi –, l’idea che vuole portare avanti la Lega presieduta da Francesco Ghirelli è quella di aumentare il numero di partite decisive anche nella stagione regolare. Nella bozza in mano ai club – ferme restando le 60 squadre – i gironi della prima fase passerebbero da tre a sei, ciascuno con dieci partecipanti suddivise su base territoriale. Al termine delle sfide di andata e ritorno (quindi 18 giornate), le prime cinque squadre di ciascun girone si qualificherebbero per la poule promozione, le classificate dal sesto al decimo posto per la poule retrocessione.

    SECONDA FASE QUALIFICATORIA— La poule promozione verrebbe disegnata con tre gironi da dieci squadre, la cui composizione mediante sorteggio terrebbe conto del piazzamento nella regular season (le prime classificate in prima fascia, le seconde in seconda fascia e così via, con due squadre per ogni fascia sorteggiate in ciascuno dei tre gironi). All’inizio della fase qualificatoria, ciascuna squadra partirebbe in classifica con la metà dei punti conquistati in regular season. Con gli stessi criteri – considerando le squadre arrivate dal sesto al decimo posto nella fase precedente – verrebbero sorteggiati i gironi della poule retrocessione. Dalla poule promozione, le prime tre di ciascuno dei tre gironi andrebbero direttamente (insieme alla vincente della Coppa Italia) a quella che viene definita “fase finale”; dalla quarta alla decima si qualificherebbero invece per i playoff. Ai playoff troverebbero posto anche le prime due di ciascun girone della poule retrocessione, dove le classificate dal terzo al quinto posto centrerebbero la salvezza diretta, con i playout dal sesto al nono posto e le decime retrocesse (in D scenderebbero sempre 9 squadre, tre direttamente e sei dai playout).

    PLAYOFF E FASE FINALE— Riepilogando, parteciperebbero al primo step dei playoff (nella nuova formulazione) le classificate dal quarto al decimo posto dei tre gironi di poule promozione e le prime due di ciascun girone di poule retrocessione, per un totale di 27 squadre. Tre turni in gara secca a eliminazione diretta (con le teste di serie in casa) porterebbero all’individuazione di sei vincitrici, qualificate alla fase finale dove raggiungerebbero la vincitrice della Coppa Italia e le prime tre classificate di ciascun girone di poule promozione (per un totale di 16 squadre). Da lì, quattro mini tabelloni da quattro squadre con semifinali e finali per decretare le quattro promozioni in Serie B. Per ora è solo una proposta, complicata ma affascinante, soggetta a modifiche e integrazioni. E destinata a diventare effettiva solo in caso di approvazione - non scontata – del Consiglio federale. Ne sapremo di più nei prossimi mesi.
     
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    Personalmente mi sembra una stronzata
     
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    Ha segnato Lewandowski!
    Sì, ma non al Camp Nou, al “Franco Scoglio” di Messina.
    E No, non si chiama Robert, ma Michal.
    Non fa nemmeno l’attaccante, ma il portiere!
    “Ma è uno scherzo?” domanderà qualcuno.
    No, è tutto vero.
    Incredibile quello accaduto oggi nel match tra il Messina e il Monterosi Tuscia.
    L’estremo difensore polacco, infatti, ha firmato il 2-0 biancoscudato con un calcio piazzato da 90 metri. La traiettoria ha tratto in inganno il portiere ospite Alia e, dopo un rimbalzo beffardo, la palla si è infilata in rete.
    Curiosità: si tratta del secondo gol di un portiere del Messina nella storia.
    La prima volta accadde il 13 marzo 2000: allora fu Emanuele Manitta a siglare a Castrovillari, in pieno recupero, il gol dell'1-1 con un destro dal limite dell'area.
    Storie di calcio, storie di portieri… Goleador!



     
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    La rimonta dell’anno in D: sotto 0-4 al 60', il Derthona vince 5-4 con gol di un figlio d'arte

    Accade in provincia di Alessandria: i padroni di casa rimontano cinque gol in neanche mezz’ora. C'è un precedente in Francia...
    Lorenzo Topello

    21 dicembre - MILANO
    Ci auguriamo che nessun tifoso del Derthona, sfiduciato per la pessima prova della squadra, abbia deciso di andarsene dallo stadio a inizio secondo tempo: "Questi perdono 4-0 in casa, ma dove vogliamo andare...". Perché la storia si può scrivere anche su un campo come il "Coppi" di Tortona, provincia di Alessandria. Anche in Serie D, nel turno prenatalizio che rappresenta una chance per i padroni di casa del Derthona e per il Fossano di uscire dai bassifondi di classifica. La sfida salvezza nel girone A vedeva gli ospiti sul 4-0 al 60': è finita 5-4 per il Derthona padrone di casa.

    REMUNTADA—
    Un regalo di Natale anticipato per i tifosi del Derthona dopo una prima ora di gioco drammatica: i bianconeri subiscono tre gol nel primo tempo (spicca la doppietta del peruviano Alvitrez) e al 60' incassano pure il poker firmato Cannistra (l'anno scorso alla Spal, senza mai esordire in Serie B). Finita, no? Macché. Il Derthona confeziona il miracolo sportivo in nemmeno mezz’ora: una doppietta di Ciko, poi il sigillo di D'Arrigo per il 3-4 a un quarto d'ora dalla fine. Il "Coppi" diventa la Bombonera: a completare la rimonta pensano due giocatori che hanno vestito la maglia di due squadre Primavera. Prima Villa (2 gol lo scorso anno con l'Empoli) fa 4-4, poi Romairone (giocava nel Genoa) si prende la copertina di giornata per il clamoroso sorpasso a due minuti dalla fine.

    UN PRECEDENTE— Tortona di per sé è più conosciuta per il basket, ma anche col calcio non si scherza: il buon Alessandro Romairone, per esempio, è all'undicesimo gol in campionato ed è vicecapocannoniere del Girone A. Suo padre, Giancarlo, è il direttore sportivo della Triestina e ad Alessandria ha lasciato il segno fra Serie C1 e C2. Il direttore sportivo Roberto Canepa se la gode: "Giornata storica, ma ho lasciato le coronarie negli spogliatoi. Ennesima dimostrazione che a Tortona si vuole fare la storia: non credo esistano precedenti di una rimonta simile nella storia". È una mezza verità: ce n'è uno in Francia, ma siamo su altri livelli. Era l'agosto del 1998 e il Marsiglia, sotto 0-4 col Montpellier a fine primo tempo, rimontò fino alla clamorosa vittoria. Molto più romantico di mercoledì pomeriggio, sotto Natale, in un qualsiasi campo dei Dilettanti.
     
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    è stato impressionante quest'anno. In proporzione pure meglio del Napoli
     
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    Il nuovo Sudtirol si chiama Feralpisalò: prima storica promozione in Serie B!

    giuseppe.pasini.feralpisalo.2020.21.sguardo.ANSA.750x450

    Cercata, voluta, storica. La Feralpisalò conquista per la prima volta dalla nascita del club – in ogni sua conformazione – la promozione in Serie B. I gardesani hanno ottenuto con due turni d’anticipo il matematico accesso al campionato cadetto ‘23-’24. Decisiva la vittoria contro la Triestina per 1-0 e le contemporanee sconfitte di Pro Sesto e Pro Vercelli. Un percorso straordinario per gli uomini di Stefano Vecchi, culminato nella giornata di oggi. Un cammino che parte da lontano. Era il 2009 quando l’A.C. Salò Valsabbia e l’Associazione Calcio Feralpi Lonato diedero vita alla Feralpisalò S.r.l, ammessa nell’allora Seconda Divisione di Lega Pro. Dalla fusione tra i due club, è nata la cavalcata dei gardesani che per anni hanno navigato nelle acque della Serie C, provando ad alzare sempre più l’asticella. I continui playoff - centrati nel corso delle ultime stagioni - sono l’esemplificazione perfetta del lavoro del Presidente Giuseppe Pasini, uno degli artefici di un pezzo di storia per il calcio lombardo.

    UNA FAVOLA A LIETO FINE - 11 mesi dopo la semifinale playoff persa con il Palermo, i Leoni del Garda hanno centrato l’aritmetica promozione in Serie B. Una favola che ha avuto il suo lieto fine, simile al traguardo raggiunto dal Sudtirol – che ora sta stupendo in cadetteria, essendo in piena lotta per la promozione in A - nella scorsa stagione. Favola sì ma frutto del grande impegno di mister Vecchi e dei suoi giocatori che, in questi due mesi, hanno completamente svoltato, cambiando marcia e dominando il Girone A. Nelle ultime 13 partite, la Feralpi ha conquistato 7 vittorie e 6 pareggi, portando a casa ben 8 clean sheet. Ma parlando di risultati, non si possono evidenziare le prestazioni in campo fornite dai gardesani, trascinate non da un singolo ma da un lavoro di squadra completo. Un lavoro che ha trasformato la Feralpi da piacevole sorpresa della stagione a vera e propria outsider del Girone A di Serie C, un Girone poi vinto meritatamente.

    I PROTAGONISTI - E se di meriti si racconta, ecco che il nome di Simone Guerra è il primo da sottolineare - complici i suoi 9 gol in campionato -. Oltre al centravanti nativo di Piacenza, una vecchia conoscenza della Serie A si è messa in luce nella cavalcata trionfale della Feralpi: quel Luca Siligardi che i tifosi di Livorno, Hellas Verona e Parma – tra le altre - ricorderanno perfettamente. A festeggiare lo storico successo anche Marco Sau – ex Cagliari e Benevento – che, dopo il suo arrivo a marzo, ha ben consigliato i tanti giovani presenti in rosa, a testimoniare il perfetto mix tra talento ed esperienza. Talento di cui i gardesani brillano. Dal 2003 scuola Bologna Pietrelli – duttile centrocampista centrale – al terzino classe 2001 Tonetto, per arrivare al 19enne della Primavera Musatti ed al 21enne estremo difensore Pizzignacco, autore di una stagione straordinaria, sotto ogni punto di vista - come testimoniato dal dato sulla porta inviolata -. Talento, esperienza, determinazione. Tutti ingredienti che hanno reso la stagione della Feralpisalò semplicemente storica. Per la prima volta in B, pronti a gettare le basi per un futuro sempre più luminoso.
     
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    Il Vicenza vince la Coppa Italia di Lega Pro: 3-2 alla Juve Next Gen

    Al ritorno decide Franco Ferrari, il bomber nato a Rosario. Primo successo tra i pro per il danese Thomassen, subentrato a marzo. Non bastano Sekulov e Poli
    Simone Battaggia

    11 aprile - MILANO
    Il Vicenza ha vinto la Coppa Italia di Lega Pro. Dopo il 2-1 dell'andata allo Juventus Stadium, i biancorossi sconfiggono nuovamente la Juventus Next Gen 3-2 al Menti davanti a oltre 10.000 tifosi, al termine di una gara vibrante. Il Vicenza, che aveva già conquistato la Coppa Italia di Serie C nel 1982 (battuto in finale il Campobasso), succede al Padova. Oltre al trofeo, la squadra biancorossa porta a casa anche la qualificazione diretta alla fase nazionale dei playoff di Serie C e una serata di festa e serenità con i tifosi, dopo settimane tese.

    PRIMO TEMPO—
    Prima della partita, la società biancorossa ha reso omaggio a un mito del calcio mondiale, Paolo Rossi, che ha scritto la storia dei due club: distribuita a tutti la rappresentazione della figurina Panini della collezione Calciatori 1977-78, la stagione in cui “Pablito” fu capocannoniere in Serie A con 24 gol. I tifosi del Vicenza più caldi entrano dopo 10 minuti, all’annuncio delle formazioni, i nomi dei biancorossi sono accompagnati dagli “olé” dei bambini. Nella tribuna centrale uno striscione, “solo per la maglia”. In curva “Questo è quello che meritate”. In campo, dal primo minuto, la Juve dimostra subito di avere un peso specifico superiore. Merito certamente di Soulé - ispiratissimo - e degli altri ragazzi già visti in prima squadra con Allegri, come Barrenechea, Iling e Barbieri. Ma merito anche di un’organizzazione perfetta, di una fisicità che intimidisce i padroni di casa. Iling in particolare spazia su tutta la fascia sinistra, mentre Soulé crea calcio partendo da destra. Proprio da lui, al 19’, arriva l’assist per Sekulov che taglia la difesa e anticipa Iacobucci. Il Vicenza sembra tramortito, inferiore tecnicamente e fisicamente, incapace di imbastire un’azione. In attacco Ferrari non riceve palloni, dietro Stoppa, Begic e Dalmonte non creano e non aiutano nemmeno in copertura, dove invece ci sarebbe bisogno. La partita è dura, al 34’ viene espulso dalla panchina Mirko Conte, vice di Brambilla sulla panchina della Juve, per proteste dopo un fallo duro su Riccio. Il Vicenza nel finale prova ad alzare il baricentro, a pressare un po’; arriva un tiro alto di Greco, mentre Ferrari in pochi minuti viene ammonito e poi rischia il rosso per un altro fallo duro. Quando il capitano della Juve, Poli, regala una rimessa laterale al Vicenza confondendo il tecnico Brambilla per un compagno, l’impressione è che sia il primo errore della partita dei bianconeri.

    RIPRESA— Come nel primo tempo, i primi minuti danno il tono della ripresa. Il Vicenza cambia atteggiamento, l’ingresso di Della Morte e di Cavion porta aggressività e già al 3’ arriva il pareggio di Franco Ferrari: il capocannoniere del girone A di Serie C appoggia in gol un cross di Valietti da destra, dopo che il terzino era stato liberato da uno splendido colpo di tacco dello stesso Della Morte. La Juve Next Gen resta pericolosa, al 7’ Sekulov non chiude l’appoggio a rete su un pericoloso cross da destra e al 10’ arriva il nuovo vantaggio bianconero, con il capitano Poli che segna di testa su angolo di Iling. La Juve dà comunque l’idea di avere una marcia in più, ma l’atteggiamento del Vicenza è cambiato, la squadra ha preso coraggio. Al 15’, sul secondo corner di fila dalla destra, Cappelletti incorna di testa dal dischetto e batte Daffara per il 2-2. La partita è apertissima e vibrante, la Juve è pericolosa ma Ferrari sa creare pericoli nelle occasioni di rimessa. Al 39’ l’apoteosi, con l’attaccante che chiude una triangolazione, si accentra in area e segna il 3-2. Il finale è rovente, al 44’ un contatto tra Zonta e Iling, inizialmente non rilevato dall’arbitro Bonacina, porta al check del Var: è rigore, ma Iling spedisce alta la palla che poteva riaprire i giochi. Prima del fischio finale c’è tempo per un palo di Compagnon e per il 4-2 sprecato da Ferrari. Poi è solo festa Lanerossi.
     
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    contento per la Feralpi, vuol dire che nel calcio la programmazione ancora paga. Tra l'altro rischia di essere l'unica squadra di Brescia in B il prossimo anno
     
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    L'incubo del Campodipietra: 235 goal incassati in una sola stagione




    In Eccellenza molisana l'ultima classificata ha raccolto il pallone in fondo al sacco per ben 235 volte, segnando appena quattro reti.
    Tra i luoghi comuni più diffusi che riguardano il calcio italiano, c'è il fatto che prediliga un gioco difensivista e più attento a non prenderle che a segnare un goal in più dell'avversario.
    Nel campionato di Eccellenza del Molise c'è però una squadra che questa credenza la sta sconfessando partita dopo partita.
    Si tratta del Campodipietra, team di un paesino di poco più di 2500 anime in provincia di Campobasso, che di reti fino a questo momento ne ha subite ben 235.

    Che sarebbe stata una stagione non semplice si è capito dalla prima giornata, con la sconfitta per 3-0 a tavolino arrivata contro la Virtus Gioiese.

    Un ko comminato per non essersi presentati all'appuntamento il giorno della gara. Ma quando sono scesi in campo, i calciatori del Campodipietra non hanno fatto poi così tanto meglio.

    Ben 10 le reti subite dal Pietramontecorvino, 12-0 dal Venafro e addirittura 15 dalla capolista Campobasso e dall'Isernia.

    Va bene che per vincere basta segnare una sola marcatura più dell'avversario. Ma farne più di 235 diventa quantomeno complicato. Soprattutto perché di goal in tutto il campionato, il Campodipietra ne ha segnati appena 4.

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    per essere un derby veramente poca gente allo stadio.
    Menzione d'onore per la delirante scelta delle maglie dove la pro sembra l'Alessandria :hihi:
     
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    Mantova promossa in serie B, quando l'anno scorso aveva faticato a salvarsi dalla serie D
     
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