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14/11/2005
I Radicali escono dal Congresso alleati con socialisti e pronti per affrontare grandi battaglie. Al centro diritti civili e laicità. Ce ne parla il segretario Daniele Capezzone.
MILANO – Guerrieri delle libertà civili e individuali, ingovernabili e petulanti, capricciosi e irriverenti, i Radicali sono il partito di maggioranza che non c’è; la politica e il suo contrario, i diritti delle minoranze che si fanno urla contro l’ignomia e i devastanti silenzi. Ad amarli si rischia come a non volerne sapere di loro e capita anche che essi stessi tradiscano il Radicale che è in loro. Non sono facili e se non lo fossero non sarebbero neppure Radicali, guidati da decenni dal patriarca Marco e dalla pasionaria Bonino. A Riccione, dal 29 ottobre al 1 novembre, il IV Congresso dei Radicali Italiani ha elaborato un programma comune assieme all’Associazione Luca Coscioni, Giovani Socialisti e lo SDI di Enrico Boselli; si è parlato di Pacs e antiproibizionismo, anticlericalismo e truppe in Iraq. I Radicali restano un partito atipico con la capacità di cambiare un Paese avvolto in trame spinose, tonache che predicano legislazioni fuori dagli ordinamenti episcopali. Come ci spiega Daniele Capezzone, riconfermato segretario.
Daniele, quali sono le ratifiche politiche di Riccione?
Nasce un soggetto politico nuovo, una rosa nel pugno, che avrà come prima battaglia quella della laicità dello Stato. Nessuno vuole togliere la parola a Ruini ma a una condizione: senza concordati, senza otto per mille né privilegi.
L’accordo con lo SDI vi fa un po’ tornare alle origini.
Il nostro tentativo in questi anni, a volte riuscito altre volte meno, è stato quello di privilegiare gli obiettivi rispetto alle collocazioni pagando un forte prezzo nel non riuuscire ad arrivare a intese e alleanze. Gli obiettivi son quelli di costruire nel centrosinistra una forza che porti dentro più Blair e quindi più innovazione economico-sociale, ma anche più Zapatero e cioé più libertà civili.
Questo centrosinistra ne ha certamente bisogno.
Tutti concordi nel battere Berlusconi, però la partita del centrosinistra non finisce lì visto che si tratta di rispondere alle stesse esigenze di innovazione che lui ha completamente deluso. Per essere chiari: non vorrei dover assistere a una prossima legislatura simile a una puntata di Porta a Porta in cui si discuteva di prostituzione.
Non guardo Vespa. Cosa è successo?
C’erano Pecorella e Livia Turco. Il primo presenta un allucinante disegno di legge nel quale si stabilisce il carcere per le prostitute. Interviene Livia che contesta Pecorella. Allora tutti a dire: perfetto, brava Livia. Poi, lei: ‘non bisogna arrestare le prostitute, ma i clienti’. Ma che roba è? Ecco, non vorrei assistere a una situazione nella quale il cardinale Ruini telefona ai dignitari politici o a quella che si è avuta nella precedente legislatura quando il centrosinistra aveva uno splendido ministro come Veronesi che veniva insultato un giorno da Castagnetti e l’altro da Rosy Bindi, poi da Mastella e che alla fine se ne è andato.
Come hai vissuto le liti socialiste tra Bobo Craxi e De Michelis?
Non mi è piaciuto quel grado di sufficienza con cui la grande stampa ha trattato quel Congresso. Indubbiamente ci sono state scene che non avremmo voluto vedere, però considero preferibile una situazione in cui ci si scontra rispetto a convention con applausi pre-registrati. Dico ai compagni socialisti: a nessuno nel Paese interessa una storia di beghe passate e contese. Individuo altro che non queste cose respingenti, anzi repellenti.
Quali?
La battaglia sulla laicità, madre di tutte le battaglie e poi le tre questioni cruciali che riguarderanno il nuovo soggetto politico in Parlamento. La prima riguarda il Pacs: se il nostro soggetto politico sarà in Parlamento farà il possibile e l’impossibile perché la legge sia approvata.
Abbiamo apprezzato la bella mozione a firma Rovasio, Marzocchi e Toniollo.
Perfetta anche quella sulle transessuali e transgender.
La seconda questione?
La droga, perché non è accettabile mandare in galera chi ha otto spinelli in tasca. L’ultima, invece, è una grande battaglia per i giovani: l’abolizione degli ordini professionali in un Paese dominato da corporazioni e lobby chiuse.
La politica sui diritti è di matrice Unione o centrodestra?
In questi cinque anni, ahimé, la Casa delle Libertà è diventata la Casa delle Libertà provvisoria e vigilata. Lì son tutti divorziati e votano contro il divorzio, la legge sulla fecondazione assistita, l’aggressione ai Pacs. E’ evidente che il campo è più fertile nel centrosinistra, anche se voglio capire: la lista unica che posizioni avrà sul Pacs; quella di Fassino o di Rutelli? Sulle droghe?
Già, con Mastella come la mettete?
Mastella, chi?
Clemente, Udeur!
No, ripeto: Mastella, chi? Chi è Mastella per permettersi di dare lezioni di coerenza a Pannella ed Emma Bonino. E la smetta di dire o loro o io, qualcuno potrebbe rispondergli: loro!
Il ‘predicatore’ Celentano ci ha dipinti rock e poi lenti e pietrificati sui diritti.
A destra come a sinistra non si sono resi conto del rischio di dare una pistola carica a una persona al culmine dell’audience; se lui critica i Pacs la cosa è gravissima. La prima settimana dice: “Il Papa è rock” e la seconda: “è hard rock”; motivazione, ha aperto ai divorziati! Cosa che, naturalmente, Ratizinger non ha fatto. Una cosa così smonta tutte le campagne laiche che uno fa faticosamente, senza contradditorio e senza repliche.
Se avrete anche un solo eletto cosa farete per il Pacs?
Ci batteremo fino in fondo. Voglio dire a Francesco Rutelli: non ci sia la presa in giro dei contratti che è quella cosa per cui può venire fuori una moglie o un fratello che impugna. Occorre una forma di riconoscimento e di tutela pubblica.
Daniele, lo abroghiamo o no questo Concordato?
Io sono favorevole alla chiarezza del sistema americano in cui ciascuna confessione religiosa è libera di dire e fare, ma senza privilegi.
Abbiamo più bisogno di uno Zapatero o di un Berlusconi sganciato dagli alleati?
Oh madonna! Zapatero è uno dei tre ruoli che abbiamo citato in positivo. In quanto a Berlusconi il suo problema non sono gli alleati, il suo problema è lui.Dei guai del centrodestra, rispetto ai guai del centrodestra, lui non è un passante: di quel film è soggettista, sceneggiatore, regista e interprete.
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