Animali in pericolo di estinzione

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    La balenottera azzurra (Balaenoptera musculus, Linnaeus 1758) è un cetaceo della famiglia delle Balaenopteridae. È probabilmente il più grande animale mai esistito sulla Terra e sicuramente è il più grande mammifero vivente.

    Descrizione

    Questa balenottera può essere lunga oltre 30 metri e pesare più di 150 tonnellate. Secondo le testimonianze di alcuni avvistamenti avvenuti nel 1996, pare sia stata avvistata una Balena Azzurra di lunghezza superiore ai 31 metri. L'esemplare più grande misurato era lungo 33 metri ma vi sono notizie non confermate di esemplari che avrebbero sfiorato i 36 metri. Può raggiungere i 90 anni di età.
    La caratteristica più saliente sono le 55-68 pieghe cutanee lungo la gola e il petto, che permettono a questi cetacei di ampliare enormemente la cavità orale per fare entrare grandissime quantità di acqua ricca di plancton. Poi, quando la bocca viene chiusa, la parte inferiore della cavità orale si contrae e comprime la lingua contro il palato, facendo defluire l'acqua lateralmente. I 520-800 fanoni, specie di lamine cornee dai bordi sfrangiati infisse nella mascella superiore al posto dei denti, funzionano da setaccio e intrappolano il cibo, che è costituito in massima parte da un gamberetto lungo 4-5 cm, Euphasia superba, detto comunemente "krill".

    Abitudini

    Queste creature gigantesche non hanno né vista acuta né senso dell'olfatto, ma hanno un ottimo udito. Come tutte le balene, possono localizzare gli oggetti emettendo dei gridi acutissimi e raccogliendone l'eco. La balenottera azzurra sale alla superficie ogni 10-15 minuti per respirare con gli sfiatatoi, e il suo fiato caldo al contatto con l'aria fresca forma dei getti di vapore alti fino a 9 metri. Dopo avere respirato da 3 a 8 volte, la balenottera si inabissa di nuovo. Le sue pinne anteriori, che servono da stabilizzatori o per cambiare direzione, sono molto lunghe (da cui il nome balaeno-ptera = balena con le ali). La possente coda, mossa dall'alto in basso, le imprime una velocità di crociera da 8 a 21 km/ora in superficie, che possono diventare 33 km/ora per una ventina di minuti in caso di inseguimento. Il nome "azzurra" le deriva dal colore blu acciaio del dorso e dei fianchi. La femmina, dopo una gestazione di 11-12 mesi, partorisce un solo piccolo che alla nascita è lungo 7-8 metri e pesa fino a 3 tonnellate. L'aumento giornaliero del feto, dalla fecondazione alla nascita, è in media di 7 kg. Successivamente, per 7-8 mesi il "piccolo" prende il latte dalla madre (un latte ricchissimo in grassi e proteine con meno del 35% di acqua - quello umano ne ha l'80%) bevendone fino a 490 litri al giorno, pompatigli in bocca a mezzo di contrazioni dei muscoli delle mammelle. Con questa alimentazione il balenottero aumenta in media di circa 90 kg al giorno. In 23 mesi (11 di gestazione e 12 del primo anno di vita) dalla frazione di milligrammo dell'uovo può arrivare a 26 tonnellate: un aumento di quasi 30 miliardi di volte, la crescita più rapida sia del regno animale che di quello vegetale. La femmina dà alla luce un piccolo ogni 2 o 3 anni.

    Distribuzione


    Le balenottere azzurre vivono praticamente in tutti gli oceani e migrano dai luoghi di alimentazione estivi nelle acque polari ricche di plancton (ove vi sono banchi di krill fino a 10 metri di spessore) alle zone di riproduzione nelle acque temperate. Una sottospecie, la balenottera comune minore (Balaenoptera musculus brevicauda) dalla regione caudale più corta, vive in alcune zone dell'emisfero Australe, e misura una ventina-trentina di metri (ad un massimo di 28-29 metri).

    Conservazione


    Una balenottera azzurra offre un 27% di grasso (che può dare da 140 a 150 litri di olio), un 30% di carne e un 18% di ossa che vengono macinate e usate come fertilizzante: costituiva perciò un tesoro per i balenieri e per tale ragione è stata cacciata fin quasi all'estinzione. La Commissione Baleniera Internazionale ne ha vietato la caccia nell'Atlantico fino dal 1960, nell'Antartico dal 1965, nel Pacifico dal 1966 e in tutto il mondo dal 1967: è pertanto cacciata solo dalle nazioni che non fanno parte della Commissione e dai bracconieri. Tuttavia la popolazione di 5000 balenottere che abitava il Pacifico settentrionale è ridotta a 1200-1700 individui, nell'Atlantico settentrionale non ne sopravvivono che poche centinaia, e delle 200.000 che vivevano nell'emisfero Australe non ne restano che 9000 circa (metà delle quali della sottospecie "minore").
    La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Balaenoptera musculus una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 13:59
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    La balenottera comune (Balaenoptera physalus) è una specie della famiglia Balaenopteridae dell'ordine Cetacea (Cetacei).

    Descrizione

    Dimensioni di B. physalus paragonate a quelle dell'uomo. La balenottera comune è il secondo animale del pianeta per dimensioni, dopo la balenottera azzurra. Si sa che può raggiungere e superare i 26 m, anche se la lunghezza media è molto inferiore. Gli animali dell'emisfero boreale sono normalmente di 1-1,5 m più corti di quelli dell'emisfero australe e alcuni autori ritengono che si tratti di sottospecie distinte. È facilmente confusa con la balenottera boreale o con la balenottera azzurra o nei tropici con la balenottera di Eden. Un elemento essenziale per riconoscere la balenottera comune a distanza ravvicinata è la pigmentazione asimmetrica della testa: sul lato destro, il labbro inferiore, la cavità orale e alcuni dei fanoni sono bianchi, mentre il lato sinistro è grigio uniforme. Quando nuota proprio sotto la superficie è spesso chiaramente visibile il labbro bianco, che può tuttavia essere confuso con la pinna pettorale bianca di una megattera. Un tempo una delle balenottere più comuni, presenta oggi popolazioni seriamente compromesse dalla caccia baleniera.

    * Lunghezza: 18-22 m
    * Peso: 30-80 tonnellate

    Comportamento

    Non evita né si avvicina alle barche. È quasi impossibile valutare quando emergerà o si allontanerà: può essere difficile osservarla da vicino. Il tipo di emersione varia a seconda che stia nuotando in superficie oppure stia emergendo da un'immersione profonda. Soffia tipicamente da 2 a 5 volte, a intervalli di 10 o 20 secondi, prima di immergersi per 5-15 minuti (anche se può restare immersa più a lungo). Si immerge sino a profondità di almeno 230 m. La pigmentazione asimmetrica può essere legata al modo in cui la balena nuota sul lato destro mentre si nutre. Talora salta completamente fuori dall'acqua. È una nuotatrice veloce, capace di raggiungere velocità di 30 km/h. Si vede più spesso di altre balenottere in piccoli gruppi.

    Alimentazione

    La dieta della Balenottera comune è piuttosto varia. Le componenti principali sono: krill, pesci e piccoli cefalopodi, ma varia a seconda della distribuzione (emisfero boreale, australe o Mediterraneo). La tecnica di caccia è particolare: si avvicina a notevole velocità ad un branco di pesci per buttarsi nel punto in cui questo è più fitto. Quindi, distendendo la regione golare, che può anche raddoppiare il diametro della parte anteriore del corpo, ingoia acqua e pesci.

    Distribuzione


    Più comune nell'emisfero australe, meno comune nei tropici. Giunge nelle acque polari, ma meno frequentemente della balenottera azzurra o della balenottera minore. Nel Mediterraneo si trovano normalmente solo le balenottere comuni. Ci sono probabilmente tre popolazioni isolate: nel Nord Atlantico, nel Nord Pacifico e nell'emisfero meridionale. Alcune popolazioni migrano verso basse latitudini, con acque relativamente calde, in inverno e verso latitudini più elevate, con acque più fredde, in estate, anche se gli spostamenti sono meno prevedibili che in altri cetacei di grandi dimensioni. Certe popolazioni di basse latitudini, come quelle del Golfo di California (Baia di Cortez), in Messico, sembrano essere stanziali. Si trova normalmente al largo, ma la si vede anche sottocosta là dove l'acqua ha profondità sufficiente.

    Conservazione

    La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Balaenoptera physalus una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:00
     
    .
  3. adjectif du rien.
     
    .

    User deleted


    vorrei che ci fosse anche l'uomo in questa lista. peccato.
     
    .
  4. LordBaygon
     
    .

    User deleted


    :patt:
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il damalisco di Hunter (Beatragus hunteri Sclater, 1889) è un'antilope africana, presente in una regione ristretta fra il fiume Tana (Kenya) e il fiume Juba in Somalia, e nel Parco di Tsavo Est (Kenya). In inglese si chiama Hunter's hartbeest o hirola; in swahili nyamera.

    Descrizione

    Il damalisco di Hunter è molto simile al damalisco comune o topi. Ha un'altezza al garrese di circa 1 m e un peso compreso fra 70 e 110 kg. Ha un manto fulvo omogeneo, con toni più scuri sulle zampe. Sul muso, una linea di pelo bianco unisce i due occhi. La coda (più lunga di quella del topi) è bianca, con la punta nera. Sia maschio che femmina hanno corna sottili e puntute, incurvate verso l'alto e verso l'esterno; quelle del maschio sono più spesse e più lunghe, e possono arrivare a 70 cm di lunghezza.

    Habitat e alimentazione

    Il damalisco di Hunter vive in aree di savana, sia erbosa che semiarida e arbustiva, e si nutre di erba corta. Possono passare lunghi periodi senza bere.

    Comportamento


    I damalischi di Hunter sono animali gregari. Le famiglie, costituite da un maschio e un certo numero di femmine con i piccoli, arrivano in genere fino a 15-20 individui; a seconda del periodo dell'anno, le famiglie si uniscono a formare branchi anche di centinaia. Durante i periodi passati in branco, le famiglie talvolta si scambiano dei membri, cosa che contribuisce ad arricchire la varietà genetica delle famiglie.

    Predatori


    Gli adulti sono predati soprattutto da leoni e ghepardi. I piccoli sono esposti anche agli attacchi delle iene e delle aquile. Nell'area di diffusione dei damalischi, inoltre, il bracconaggio è piuttosto diffuso e costituisce una importante causa di morte per questi animali.

    Stato di conservazione

    La popolazione di damalischi di Hunter era considerata in pericolo già nel 1963. Da allora, ha subito due periodi di contrazione. Nel periodo 1976-1978, la popolazione è scesa da 14.000 a 2.000 individui, per causa tuttora ignote. Nel 1995, probabilmente a causa di un incremento del bracconaggio, la popolazione è ulteriormente scesa fino a 300 individui. Oggi i damalischi di Hunter sono una delle specie più rare e più prossime all'estinzione del pianeta. Il Kenya sta portando avanti alcuni progetti di conservazione, difendendo una piccola popolazione (meno di un centinaio di capi) nel parco di Tsavo Est.
    La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Beatragus hunteri una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

    Classificazione

    Il damalisco di Hunter viene talvolta classificato come sottospecie del Damaliscus lunatus, e denominato Damaliscus lunatus hunteri.
    Nel 1999 è stato proposto di considerarlo l'unico membro di un genere distinto Beatragus, e quindi riclassificarlo come Beatragus hunteri.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:01
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il bisonte europeo (Bison bonasus) è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia Bovidae.

    Descrizione

    Il bisonte europeo è simile per forma e dimensioni a quello americano; se ne differenzia solo per il corpo un po' meno tozzo e per la testa meno massiccia, oltre che per altre caratteristiche meno evidenti. Un maschio adulto può arrivare a 3,50 m di lunghezza più mezzo metro di coda, 2 m di altezza al garrese e una tonnellata di peso.

    Abitudini e habitat

    Come la maggior parte dei bovini, è un animale gregario ma, anche a causa dell'ambiente forestale in cui vive, non arriva mai a formare branchi di più di qualche decina di individui. Il suo stretto parente, il bisonte americano (Bison bison), invece, abitatore di sconfinate praterie aperte, si riuniva in branchi immensi di migliaia e migliaia di esemplari ed è proprio questo suo comportamento che li rendeva comodi bersagli della caccia umana. Nel periodo compreso tra agosto e settembre i maschi si avvicinano ai branchi di femmine e ingaggiano violenti combattimenti, lanciandosi l'uno contro l'altro a testa bassa e spingendosi poi furiosamente testa a testa. La maturità sessuale viene raggiunta da entrambi i sessi già dopo il secondo anno di vita. La gestazione dura 9 mesi circa, al termine dei quali nasce un solo vitello, raramente due, del peso di circa 40 kg, e che viene allattato dalla madre oltre i sei mesi. La durata della vita è di circa 20-25 anni.
    Si nutre di cortecce, licheni e erbe.
    In natura, il bisonte europeo è praticamente privo di veri nemici naturali. È difficile che un branco di lupi riesca a isolare e abbattere qualche giovane esemplare, e l'orso, predatore solitario, difficilmente si arrischia a sottrarre un piccolo alla madre. Splendidamente adattati a resistere anche agli inverni più rigidi e nevosi, i bisonti europei si muovono con sicurezza nella coltre di neve, senza affondare troppo grazie all'ampia superficie dei loro zoccoli,

    Storia della diffusione


    Originariamente diffuso in quasi tutte le foreste d'Europa, fino alla bassa Scandinavia e alle isole britanniche, e in parte dell'Asia sud-occidentale, viveva in modo compatibile con l'uomo primitivo, che ne ha lasciato numerose testimonianze in graffiti e dipinti ritrovati in grotte spagnole e francesi. Ancora Giulio Cesare, nei suoi Commentarii, scriveva che i bisonti erano numerosi in Gallia e in Germania. Poi il progressivo disboscamento e l'accanita caccia cominciarono a provocarne la rarefazione e la successiva scomparsa in Scandinavia, Gran Bretagna, Francia e Germania, dove pare che l'ultimo bisonte sia stato ucciso nel 1755. Già a quell'epoca l'estremo rifugio del bisonte europeo era ormai ristretto alla foresta di Bialowieza, ai confini tra Polonia e Bielorussia, ma re polacchi e zar di Russia continuavano a organizzare numerose battute di caccia.
    Nel 1914 a Bialowieza erano rimasti 785 bisonti, ma furono tutti sterminati nel caos del dopoguerra, con l'ultimo esemplare abbattuto il 21 febbraio 1919.
    Fortunatamente diversi esemplari sopravvivevano in cattività in parchi e zoo. Nel 1921 il polacco Jan Sztoleman costituì la «Società internazionale per la protezione del bisonte d'Europa», e con sei individui provenienti dal parco del Duca di Hochberg in Polonia e da alcuni zoo tedeschi e svedesi costituì il primo nucleo riproduttore del maestoso bovino europeo. Il tentativo, uno dei primi di salvataggio di una specie con esemplari provenienti dalla cattività, ebbe un miracoloso successo. In un apposito recinto costruito a Bialowieza ebbe inizio la riproduzione dei bisonti e si formò una piccola mandria. Già nel 1952 fu possibile liberare i primi esemplari all'interno della foresta, dove nel 1957 si ebbe la prima nascita in libertà, e 10 anni più tardi si contavano 169 bisonti.
    Oggi i bisonti europei vivono liberi, oltre che nella foresta di Bialowieza, anche nel Parco nazionale di Biesczady in Polonia, e in alcune zone di Bielorussia, Ucraina, Lituania, con una popolazione totale di oltre 1000 individui, di cui il 69% in libertà, e nel Caucaso con circa 2200, di cui il 50% in libertà. Inoltre vi sono circa 1500 bisonti in cattività o semicattività in parchi e zoo del mondo. Ciononostante la specie è tuttora classificata minacciata (EN) nella lista rossa IUCN a differenza del «cugino» americano, di cui esistono circa 40-50.000 esemplari (erano 60 milioni).

    Stato di conservazione

    Purtroppo di questo bisonte si organizzano ogni anno delle battute di caccia anche all'interno del parco naturale che lo ospitano. Questo spesso è motivo di sommosse, proteste e discussioni tra gli statisti e le organizzazioni animaliste.


    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:02
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il banteng (Bos javanicus) del Sud-Est asiatico e delle isole indonesiane è un animale più piccolo e più leggero del gaur, non supera 1,7 m di altezza alla spalla e non pesa più di 900 kg. È più snello e la gobba del maschio è meno pronunciata. Ha forma simile a quella della vacca domestica europea. Il colore del mantello varia dal bruno-rossiccio delle femmine e dei maschi non ancora adulti, al color noce scuro dei maschi vecchi. Ha "calze" bianche sulle zampe, una macchia bianca nella regione anale e una macchietta bianca sul muso. Le sue corna sono relativamente corte e rivolte verso l'alto e, nel maschio, la zona che sta fra le corna è priva di peli.
    Le 3 sottospecie esistenti di banteng vivono isolate fra di loro. Il banteng di Giava è piuttosto raro, sopravvive solo allo stato selvatico nell'isola di Giava, in alcune zone protette nelle riserve Udjung Kulon e di Baluran. Anche il banteng del Borneo è in pericolo e la sua presenza è consistente solo nel Parco Nazionale di Kinabalu, mentre la razza dell'isola di Bali è stata ormai completamente addomesticata ed è conosciuta come bue di Bali. La sottospecie continentale, il banteng di Myanmar, una volta diffusa in tutto il Sud-Est asiatico, sopravvive ora solamente in piccole comunità sparse, in zone di foresta tranquille come la riserva di Pidaung, in Myanmar e il Parco Nazionale di Khao Yei, in Thailandia.
    Nelle aree dove il banteng è in diretta competizione alimentare con i bovini domestici, gli allevatori controllano che le loro bestie abbiano la precedenza. Inevitabilmente, quindi, i bovini selvatici vengono spinti sempre più nella foresta e il loro numero diminuisce in continuazione. Come il gaur, anche il banteng è vittima delle malattie trasmesse dagli animali domestici.
    Occupa habitat simili a quello del gaur e preferisce le foreste fitte con radure aperte dove può nutrirsi di erba e di fogliame. Queste condizioni si trovano soprattutto nelle foreste degli altopiani e il banteng si arrampica anche fino ad altitudini di 2000 m per trovare il cibo più adatto. Come altri bovini selvatici, è attivo soprattutto ad crepuscolo e di notte. Durante il giorno, resta di solito immobile a ruminare all'ombra degli alberi nel fitto dei bambù, mentre è capace di pascolare per tutta la notte.
    Grazie alla sua mansuetudine, il banteng è stato addomesticato in ogni parte del suo areale ed è stato introdotto come animale domestico nell'Australia settentrionale, dove è però tornato allo stato brado. Il banteng domestico è stato incrociato con molte altre specie di bovini, soprattutto gli zebù. Spesso anche gli animali selvatici si incrociano con quelli addomesticati, per cui le varietà ibride sono molto numerose e possono essere tenute in allevamento oppure tornare libere e quindi lo scambio genetico è molto frequente. Anche se animali come il banteng non si estinguono allo stato selvatico, gli incroci potrebbero gradualmente mutare la specie. Le riserve naturali sono quindi molto importanti in quanto bloccano questo processo e contribuiscono a mantenere pura la razza selvatica.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:03
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il bradipo dal cappuccio (Bradypus torquatus) chiamato in lingua locale Ai, è una specie di bradipo sudamericano.

    Descrizione

    Misura fino a 50 cm e pesa fino a 5 kg.
    Come tutti i bradipi, ha una testa piuttosto piccola con orecchio esterno quasi assente e coda piccola e seminascosta dalla pelliccia.
    La pelliccia di questo bradipo è ruvida e folta e spesso colonizzata da alghe, acari, zecche, scarafaggi ed addirittura da alcune falene.
    Deve il nome al colore scuro della pelliccia attorno alla faccia, il collo e le spalle. Il resto della pelliccia è grigiastro.
    Sul terreno si trascina con le zampe anteriori ed è formidabilmente lento. È un ottimo nuotatore.
    In caso di pericolo,il bradipo dal cappuccio rimane immobile, a volte si appallottola, confidando nel potere mimetico della sua pelliccia. Se messo alle strette, però, può infliggere colpi formidabili con i lunghi artigli delle zampe anteriori.

    Diffusione e habitat


    Il bradipo dal cappuccio vive solitario sugli alberi della foresta pluviale atlantica degli stati di Bahia, Espirito Santo e Rio de Janeiro nel Brasile orientale, spesso sugli alberi di Cecropia. Questi animali scendono a terra solo per defecare, oppure per raggiungere un altro albero, nel caso l'operazione non sia possibile andando di ramo in ramo.

    Conservazione


    La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Bradypus torquatus una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:06
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il bufalo indiano (Bubalus bubalis), la cui forma selvatica è detta arni ed è a volte classificata come specie a sé stante (Bubalus arnee), è un grosso erbivoro della sottofamiglia dei bovini.


    Descrizione


    Un bufalo indiano adulto può pesare fra i 300 ed i 600 kg; l'arni pesa di norma il doppio, ossia fra i 600 kg per le femmine (che sono più piccole) fino a 1200 kg per i maschi, con un'altezza al garrese fino a 1,7 m. Un'altra differenza fra le due specie (o sottospecie, a seconda dell'autore) sta nel fatto che il bufalo indiano domestico presenta un ventre arrotondato, che di solito manca nella forma selvatica pura.
    Le tre sottospecie di bufalo indiano (carabao, arni e bufalo indiano vero e proprio) sono spesso considerate specie a sé stanti: infatti il carabao ha 48 cromosomi, mentre l'arni ed il bufalo domestico ne hanno 50. Tuttavia, le varie sottospecie si incrociano facilmente e danno ibridi fertili.

    Diffusione

    L'arni sopravvive con popolazioni sparse nel subcontinente indiano, oltre che in Vietnam, Cina, Filippine, Taiwan, Indonesia e Thailandia.
    Il bufalo indiano invece è molto diffuso in tutta l'Asia meridionale. Nel corso dei secoli il B. bubalis è stato introdotto in numerose aree tra cui il Brasile, il Medio Oriente, la Tunisia e l'Italia meridionale (dove esisteva in tempi preistorici, si era estinto in epoca classica e fu reintrodotto dai Longobardi). Più recentemente è stato introdotto in Australia (precisamente nel Territorio del Nord) ove alcuni esemplari sfuggiti dagli allevamenti hanno iniziato a riprodursi allo stato brado dando luogo a popolazioni selvatiche. Più incerto è lo status delle popolazioni selvatiche del Sud-est asiatico: si ritiene che siano frutto di incroci fra individui domestici sfuggiti alla cattività ed individui selvatici.
    Si pensa che ci siano all'incirca 160 milioni di bufali domestici nel mondo, concentrati in Asia (95% del totale). La popolazione di arni, invece, è stimata a meno di 4000 esemplari. Le minacce per le popolazioni selvatiche, più che dai predatori, provengono dalla riduzione dell'habitat e dall'incrocio con i bufali domestici.

    Rapporti con l'uomo


    Da secoli questo animale viene allevato per il suo latte, utilizzato per fare mozzarella oppure caglio o yogurt: per questi scopi, è stata selezionata una razza di bufalo da latte, chiamata murrah. La razza selezionata a tal fine in Italia ha ricevuto la denominazione di bufala mediterranea italiana. In Asia, i bufali sono diffusissimi come animali da soma, infatti sono molto più adatti dei buoi a muoversi nelle zone umide e fangose. Inoltre dal loro sterco si ricavano mattoni per le abitazioni, fertilizzanti ed addirittura combustibile per il fuoco. Dalla loro pelle si ricava cuoio di buona qualità: la carne di bufalo, ha qualità nutrizionali di gran lunga superiori ad altri tipi di carne; il suo contenuto calorico è inferiore a quello dei bovini, così come il contenuto di grassi. La carne di bufalo è una carne rossa molto tenera e succosa grazie alla sua maggiore capacità di ritenzione idrica rispetto ad altre carni. Ma la sua caratteristica principale è un bassissimo contenuto di grassi saturi a fronte di un elevato livello proteico e di una consistente percentuale di ferro. La sua digeribilità, il suo ottimo sapore ed il basso tenore di colesterolo ne fanno un alimento adatto a tutti e soprattutto a bambini ed anziani e sportivi.I numerosi prodotti di carne bufalina sono tutti gustosi e sani a partire dai tagli di carne fresca fino agli insaccati più tradizionali e si prestano ad essere cucinati in ogni modo, dalle ricette di tutti i giorni fino ai piatti di alta cucina senza perdere la loro tenerezza ed i loro pregi nutrizionali. Il latte viene usato sia fresco come alimento, che lavorato sotto forma di ghee. Proprio grazie alla sua resistenza in ambienti umidi, il bufalo indiano è stato scelto dall'esercito brasiliano come animale da soma per missioni nella foresta amazzonica.
    Il bufalo indiano è da sempre considerato, a ragione, un animale molto irritabile e scontroso, che può attaccare anche senza motivo (fama questa che condivide col bufalo africano e l'anoa). Un maschio adulto può difendersi con successo perfino dall'attacco di una tigre, riuscendo in alcuni casi ad uccidere l'aggressore.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:09
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    L'anoa di pianura (Bubalus depressicornis) vive unicamente nella foresta vergine dell'isola di Sulawesi, in Indonesia.
    Pur essendo simile al «cugino» bufalo indiano, di cui è una versione in miniatura (poco più di 1 m di altezza al garrese, 300 kg di peso), viene spesso confuso con un cervo le rare volte che viene avvistato. Il pelo, di colore scuro o marrone-rossiccio, presenta una caratteristica inversione del senso di crescita sulla groppa. A volte sono presenti macchie chare sotto gli occhi, sulle zampe o sul posteriore. Le corna sono rivolte all'indietro ed abbastanza dritte: nelle femmine mancano quasi del tutto.
    Il comportamento dell'anoa è molto simile a quello del bufalo indiano, anche se manca la tendenza a riunirsi in branchi: è infatti un animale strettamente solitario, se si eccettuano le coppie in amore e le femmine con cuccioli. L'anoa di pianura è stato dichiarato specie in pericolo nel 1960, quando ne rimanevano poco più di 5000 esemplari: tuttavia, il numero di questi animali è in continua diminuzione a causa dell'espansione umana e della caccia indiscriminata.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:29
     
    .
  11. Thais
     
    .

    User deleted


    che bellino questo :amore:
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il Bubalus mindorensis, noto come tamarù, anoa di Mindoro o bufalo nano, è un bovino endemico dell'isola di Mindoro, nelle Filippine. Si pensa che in tempi recenti sia vissuto anche sulla vicina isola di Luzón.
    A causa della caccia indiscriminata e della riduzione dell'habitat, attualmente è estremamente raro e schivo e si è ritirato nelle pianure erbose più remote.
    Al contrario delle credenze popolari e della passata classificazione, il tamarù non è una sottospecie del carabao o del bufalo indiano, bensì appartiene ad una specie ed un sottogenere diversi. Si differenzia dai due "cugini maggiori" per una serie di caratteristiche: le dimensioni minori, la tendenza alla vita solitaria, il pelo più folto, i segni chiari sulla faccia, le corna curve a forma di V e di minori dimensioni.
    Il tamarù è considerato da molti l'emblema delle Filippine, poiché la piccola taglia e la tenacia di questo animale sono caratteristica comune di molti filippini. Il tamarù è la mascotte di molte squadre locali, nonché della Toyota Tamaraw (una macchina commercializzata solo nelle Filippine). Tra il 1980 e il 1990, inoltre, il tamarù è apparso sulle monete filippine da un peso.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:30
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    L'anoa di montagna vive unicamente nella foresta vergine dell'isola di Sulawesi e sulla vicina isola di Butung, in Indonesia.
    Pur essendo simile al "cugino" bufalo indiano, di cui è una versione in miniatura (poco più di 1 m di altezza al garrese, 300 kg di peso), viene spesso confuso con un cervo le rare volte che viene avvistato. Il pelo, di colore scuro o rossiccio, presenta una caratteristica inversione del senso di crescita sulla groppa. A volte sono presenti macchie chare sotto gli occhi, sulle zampe o sul posteriore. Le corna sono rivolte all'indietro ed abbastanza dritte: nelle femmine mancano quasi del tutto.
    Il comportamento dell'anoa è molto simile a quello del bufalo indiano, anche se manca la tendenza a riunirsi in branchi: è infatti un animale strettamente solitario, se si eccettuano le coppie in amore e le femmine con cuccioli.
    L'anoa di montagna è stato dichiarato specie in pericolo nel 1960, quando ne rimanevano poco più di 5000 esemplari: tuttavia, il numero di questi animali è in continua diminuzione a causa dell'espansione umana e della caccia indiscriminata.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:31
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il coniglio di fiume o coniglio fluviale, in inglese riverine rabbit (Bunolagus monticularis, Thomas 1903) è un mammifero della famiglia dei Leporidae, endemico della regione del Karoo (Sudafrica). È l'unica specie del genere Bunolagus.

    Descrizione

    Un esemplare adulto pesa 1.5-1.8 kg. ed è lungo 35-45 cm, escluse la coda (7-10 cm) e le orecchie (10-12 cm).
    Ha una pelliccia color crema, più scura in corrispondenza della coda. Si riconosce agevolmente per la presenza di una striscia bruno scura che va dall'angolo della bocca alla base delle orecchie.

    Abitudini


    È un erbivoro che si nutre di fiori e foglie della vegetazione ripariale che cresce lungo i corsi d'acqua stagionali del Karoo. Ha abitudini notturne e trascorre le ore diurne in tane poco profonde scavate al di sotto di cespugli. Conduce una esistenza solitaria, con areali distinti (anche se parzialmente sovrapposti) per i maschi e le femmine.
    Al contrario della maggior parte dei Leporidae, è una specie poco prolifica: ogni femmina partorisce uno o due piccoli all'anno. Considerato che la vita media è di 3 anni ogni femmina da alla luce durante la sua vita non più di 3-4 piccoli.

    Distribuzione e habitat

    L'areale del Bunolagus monticularis è ristretto alle zone semidesertiche del Karoo centrale. Occupa una nicchia ecologica molto ristretta, costituita dalle zone prossime ai corsi d'acqua stagionali.

    Status e conservazione

    La popolazione attuale è stimata essere inferiore ai 250 esemplari e pertanto la specie, in base ai criteri della IUCN red list, è considerata in pericolo critico di estinzione.
    La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera il B. monticularis una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:33
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,841
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Il Possum pigmeo di montagna (Burramys parvus Broom, 1896) è un marsupiale della famiglia dei Burramyidae, endemico dell'Australia. È l'unica specie del genere Burramys.

    Descrizione

    È un piccolo marsupiale, lungo circa 10 cm e pesante 45 g, conuna coda prensile di circa 14 cm. È ricoperto da una fitta pelliccia di colore grigio sul dorso e color crema sul ventre, dove è presente un marsupio provvisto di quattro capezzoli.

    Abitudini

    Sono animali notturni, che si nutrono di insetti, frutta, noci, nettare e semi.

    Distribuzione e habitat

    La specie è endemica dell'Australia sud-orientale (Victoria e Nuovo Galles del Sud).

    Status e conservazione

    Il Burramys parvus fu descritto per la prima volta nel 1896 da Robert Broom sulla base di un reperto fossile risalente al Pleistocene. Si riteneva si trattasse di una specie estinta sino a quando, nel 1966, un esemplare vivo fu trovato sul Mont Hotham, nello stato di Victoria (Australia).
    La popolazione attuale è stimata in meno di 2.000 esemplari, suddivisi in tre popolazioni isolate nel sud-est dell'Australia: una nel Nuovo Galles del Sud (Kosciuszko National Park), e le altre due in Victoria (area dei Monti Bogong - Higginbotham e Monti Buller-Stirling ).
    La Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Burramys parvus una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

    image



    Edited by Shagrath82 - 14/5/2010, 14:34
     
    .
218 replies since 14/2/2009, 18:47   9307 views
  Share  
.