Discussione sull'Euro

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Baba ha chiesto IL CONTRARIO.
    Ricordo che la globalizzazione come la conosciamo noi è solo la velocizzazione di un fenomeno che esiste da secoli.
     
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  2. Èttore
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 31/1/2017, 23:04) 
    Baba ha chiesto IL CONTRARIO.
    Ricordo che la globalizzazione come la conosciamo noi è solo la velocizzazione di un fenomeno che esiste da secoli.

    Non direi proprio. Ci sono stati periodi con tendenza globalizzante e periodi meno.
    Non confondere la globalizzazione del XX secolo con il progresso tecnologico, sono due processi che adesso stanno andando a braccetto, ma che sono molto distinti.

    Se poi vogliamo davvero fare un discorso estremamente storicista (cosa che ad oggi secondo me lascia il tempo che trova) allora possiamo anche immaginare che fra migliaia di anni le differenze nazionali avranno per davvero perso di significato, che effettivamente parleremo tutti la stessa lingua, che il mercato del lavoro sarà globale, che potremo ordinare le zucchine direttamente dalla thailandia senza con questo distruggere il pianeta su cui viviamo, affamare le classi più povere e lentamente distruggere le economie dei paesi meno produttivi.

    Ma questo processo storico sarà al più eticamente neutro, non certo positivo, e soprattutto lo sarà solo se sarà condotto secondo etica. Assecondarlo adesso perché le elite, nei rari casi in cui sono in buonafede, si bagnano le mutandine al pensiero di un mondo che di fatto ancora non esiste, e che non c'è nessuna ragione di considerare migliore di quello in cui viviamo, significa essere disposti a lasciare indietro un sacco di gente.

    E infatti nel dibattito, anche a sinistra, si parla sempre più spesso degli "esclusi" della globalizzazione, degli "sconfitti" della globalizzazione.
    Se ci sono degli esclusi e degli sconfitti, forse vuol dire che c'è qualcosa che non va.

    E ripeto, in tanti periodi storici ci sono state tendenze assolutamente opposte, ovvero nella direzione dell'introduzione di ulteriori regolamentazioni, limitazioni al commercio, rafforzamento delle istituzioni democratiche, ecc ecc...

    (infine: Patria o muerte non l'ha detto Mussolini)

    Cheers,
    Ettore

    (il CONTRARIO, con tutta la tua enfasi, è un concetto che non è sempre scontato.
    Ad esempio, dal punto di vista geografico, dalla parte opposta dell'italia rispetto a Reggio Calabria, in un senso ci sta Trento, ma in un altro senso ci sta Roma.

    Mi segui?

    Sarebbe come se io ti dicessi: smettila di essere nazista!
    E tu mi rispondessi: sei matto? Vuoi dire che sei stalinista?

    Negare la globalizzazione non significa affermare la corea del nord. Magari significa solo affermare l'equilibrio. E la poca voglia di negare il concetto di nazione solo perché fa figo e siamo ancora tutti ubriachi dal 9 novembre 1989.

    E lo dice uno che fino a qualche anno fa ce l'aveva a morte col concetto di nazione, una volta avevo anche qualcosa del genere in firma, e sicuramente qua e là sul forum ci saranno miei post in cui mi faccio bello di sentirmi apolide.)

    Cheers,
    Ettore
     
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  3. Simo0'Rulez2
     
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    Credo che sia in corso un pericoloso ritorno alla divisione di classe che un tempo era "aristocrazia/terzo stato", ma la cosa triste é che la gente non solo ha rinunciato alla lotta di classe, ai diritti sociali e lavorativi, ma anzi, ne avvalla l'eliminazione considerando precariato e voucher come una normale e giusta conseguenza della globalizzazione o ancor peggio dell'immigrazione. Credo che i poteri forti vogliano ricreare le grandi masse proletarie e l'euro é stato un modo per distrarre le suddette masse convincendole che fosse un modo per potenziare i paesi europei anziché agevolare l'aumento di manodopera a basso costo. Laureati sottopagati, laureati a McDonald's, ma tutti laureati, operai senza alcun diritto, assunti con contratti schiavizzanti (amazon tipo) e la meta della popolazione (spesso la pancia piena, che in questo periodo storico coincide spesso con PD e ex democristiani vari) che appoggia tutto questo. Gli xenofobi ovviamente aumentano consensi, il comunismo é morto, o perlomeno ha rinunciato alla lotta di classe investendo tutte le energie in questioni di diritti civili come quote rosa e matrimoni tra omosessuali. L'euro sostanzialmente ha portato a questo, spero che la gente si svegli e inizi davvero a capire che l'UE ormai non ha più a che vedere con tutele di diritti umani, agevolazioni migratorie e fiscali, ma con lo sfruttamento delle classi più povere. In tal senso non vedo partiti validi, eccetto rari casi di partiti minoritari, come il partito comunista di Rizzo
     
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  4. Èttore
     
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    Non è che l'abbia capito proprio bene bene, il tuo discorso, simo, eh...

    Cheers,
    Ettore
     
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  5. Simo0'Rulez2
     
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    Semplicemente a posteriori posso affermare che l'euro é servito più a mettere il popolo l'uno contro l'altro, avvallando grandi ingiustizie sociali come il lavoro flessibile che é diventato precario, con la delocalizzazione in paesi dell'Est a costo zero, piuttosto che ad arginare il problema della povertà (che nell'Europa occidentale era assente). L'UE doveva semplicemente limitarsi a fare gruppo con i diritti umani e quelli civili, tipo no a pena di morte, tortura, si a unioni civili ecc. Non diventare un organismo economico unico. Non ha senso inserire nello stesso mercato paesi come Germania e Lettonia, sono economicamente agli antipodi
     
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  6. Èttore
     
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    Continuo a pensare che il tuo discorso sia piuttosto confuso, sono d'accordo politicamente con le conclusioni che tiri, ma mi sembra che tu ci arrivi perché sei "partito dalla fine", hai deciso che la pensi così, non spieghi esattamente perché le cose stanno così.

    Ad esempio io non sono affatto d'accordo che l'euro aveva lo scopo di avallare le ingiustizie sociali, o lo scopo di mettere i popoli l'uno contro l'altro, come sembra dal tuo discorso.
    Ne ha avuto l'effetto.

    Ma non importa, c'è un discorso che mi preme moltissimo, riguardo anche alla globalizzazione.

    C3qQUhZXAAAgOH5

    Da questo discorso emerge una questione di fondamentale importanza, che rivela meravigliosamente il conflitto culturale e politico che sta alla base di questo momento cruciale della storia.

    La produttività è un valore morale?

    Dobbiamo tutti produrre di più, meglio, più rapidamente? E' questo il valore cui tendere?
    Può un discorso del genere essere compatibile con i valori storici della sinistra?

    Cheers,
    Ettore
     
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    Oddio, ho letto tutto, ma avete buttato un sacco di spunti.
    Cerco di dire la mia per punti sperando di non dimenticarmi i temi trattati

    1) L'euro è stato un bene o un male?
    Si dice sempre che se avessimo avuto la lira avremmo potuto svalutare. In realtà la gente dimentica che prima dell'Euro da anni entrarono in vigore i tassi fissi di cambio tra tutte le monete europee. Guarda caso iniziammo ad avere grossi problemi di crescita. Sì, perché la crescita a zero ci fu ben prima di Berlusconi, dai tempi del governo Dini e Prodi (con spread a 400-500 punti, ma all'epoca nessuno fregava nulla). Si poteva svalutare un pochino nei confronti del dollaro.
    Oggi non ci sono vie di mezzo: o ci teniamo l'euro e distruggiamo il costo del lavoro, in modo da ridurre la classe lavoratrice a tanti adolescenti perenni che prendono la paghetta, o usciamo, ma bisogna vedere se il nostro debito pubblico lo possiamo riconvertire in un euro2 o nella nuova lira, ed allora andrebbe bene, oppure tenercelo in euro, e lì sarebbero cazzi amari.
    Il problema è che noi eravamo una nazione esportatrice grazie alla moneta debole, il nostro amde in Italy, a parte alcune rare eccezioni, non è mai stato valutato. I tedeschi con una moneta forte esportavano ed esportano tutt'ora perché si abbina alla parola made in Germany termini come affidabilità, robustezza, lusso, o supremazia tecnologica (Rowenta!!! :D ). Attenzione, non dico sia vero, ma la verità è poco importante, l'importante è cosa viene percepito dai consumatori. Il nostro problema è che il comparto industriale è andato a puttane, e nel giro di 10-20 anni capiterà a tutta l'Europa, tranne in Germania, che hanno delocalizzato, hanno margini altissimi e possono permettersi di lavorare in pari in patria. Non si può fare concorrenza con paesi dove il costo del lavoro è di 50 cent. 1 $ al giorno, senza previdenza sociale, senza sindacati, con tassazione ridicole. Ci hanno raccontato che il futuro sarebbe stato in mano ai creativi, ai fornitori di servizi, ma non è assolutamente possibile né credibile che 30 milioni di italiani possano essere tutti impiegati o sviluppatori di softwares (pardon, di app!)

    2) La globalizzazione è un male?

    No, non lo è mai stata. La globalizzazione permette scambio di merci, idee, gusti. Pensiamo ad internet.
    Il problema è che ormai la globalizzazione è velocissima e controllata ed influenzata da una decina di multinazionali che sfuggono al controllo di qualsiasi governo. E la maggior parte dei loro proventi vengono reinvestiti in prodotti finanziari. Non c'è ricaduta sotto, né nella ricerca o negli strumenti produttivi. Ricordo che un imprenditore classico non è un finanziere, anzi, spesso il suo primo nemico è la finanza :hihi:

    3) L'unione europea e l'euro.
    L'unione europea è stata una bellissima utopia. Ci ha preservati da guerre (ma sarà vero?) ha uniformato le leggi e regolamenti, a volte a scapito nostro, diciamolo pure, ma se i nostri rappresentanti non si fanno valere tutelandoci possiamo solo prendercela con loro. Il problema è stato l'Euro e l'allargamento dell'Unione. Diciamo la verità, sono entrati cani e porci. Alcuni paesi di europeo hanno solo l'appartenenza geografica, parafrasando Metternich. Poi l'introduzione dell'Euro sarebbe stato inevitabile, ma mettere una moneta comune tra paesi così differenti per debito pubblico, tassazione e stipendi è stato un disastro. A questo punto occorreva fare le cose per bene, tipo uno stipendio minimo europeo, cambi più consoni e non tutti legati al Marco tedesco, una maggiore elasticità sull'inflazione (vero incubo tedesco) e una maggiore armonizzazione della tassazione europea. Perché col libero scambio delle emrci e dei lavoratori, anche un cretino capirebbe che conviene portare la sede legale in Irlanda col suo 15% di tassazione piuttosto che lasciarla in Italia col suo 46.5% (che poi sotto certi aspetti si giunge al 60%).
     
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  8. Lord Tigro O'Riley
     
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    Mi inserisco anche io a discussione in corso, come feticista, ma sull'introduzione dell'euro mi sento di dire poco, perché non conosco la storia politica ed economica italiana degli anni '90.

    Il processo di globalizzazione è una diretta conseguenza dell'evoluzione tecnologica e culturale dell'umanità e in questo senso faccio fatica a definirlo nella dicotomia tra bene e male.
    Uno dei più seri problemi che si è portato dietro è stata l'apertura dei confini, di stati in cui il costo del lavoro è nettamente inferiore al resto del mondo.
    Basta guardare il grafico che Ettore ha postato nella discussione su Trump: dagli anni '70 negli USA (nel resto del "primo" mondo, credo che l'effetto sia stato mitigato dalla connotazione più socialista dei vari stati) gli stipendi reali non sono più cresciuti, mentre la produzione viaggia a ritmi di crescita costante. Ci sono altre cause, ovviamente, che hanno provocato tutto ciò (la meccanicizzazione della produzione e la saturazione del mercato del lavoro sono quelle più evidenti), ma l'improvvisa scoperta di manodopera a prezzi irrisori è stata sicuramente la più influente; una manna dal cielo per i grandi capitalisti.

    Ora, finché, verrà privilegiato l'aumento di ricchezza dei grandi magnati, la stabilità delle lobbies e la solidità finanziaria delle banche alla garanzia dei diritti dell'uomo e alla salvaguardia del pianeta Terra, i vantaggi portati dalla globalizzazione non potranno mai superare gli svantaggi.

    In quest'ottica l'Unione Europea sta vivendo un brutto periodo. Pur incarnando alcuni dei principi ideali, fin dalla sua fondazione (la pace che dura da 70 anni, le politiche ambientali, il progressivo seppur blando superamento del concetto di nazioni), l'unione è governata troppo poco democraticamente e i suoi vertici, incentrano le decisioni sul lato economico/finanziario a discapito del sociale.
     
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  9. Èttore
     
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    CITAZIONE (Lord Tigro O'Riley @ 13/2/2017, 19:08) 
    Mi inserisco anche io a discussione in corso, come feticista, ma sull'introduzione dell'euro mi sento di dire poco, perché non conosco la storia politica ed economica italiana degli anni '90.

    Il processo di globalizzazione è una diretta conseguenza dell'evoluzione tecnologica e culturale dell'umanità e in questo senso faccio fatica a definirlo nella dicotomia tra bene e male.
    Uno dei più seri problemi che si è portato dietro è stata l'apertura dei confini, di stati in cui il costo del lavoro è nettamente inferiore al resto del mondo.
    Basta guardare il grafico che Ettore ha postato nella discussione su Trump: dagli anni '70 negli USA (nel resto del "primo" mondo, credo che l'effetto sia stato mitigato dalla connotazione più socialista dei vari stati) gli stipendi reali non sono più cresciuti, mentre la produzione viaggia a ritmi di crescita costante. Ci sono altre cause, ovviamente, che hanno provocato tutto ciò (la meccanicizzazione della produzione e la saturazione del mercato del lavoro sono quelle più evidenti), ma l'improvvisa scoperta di manodopera a prezzi irrisori è stata sicuramente la più influente; una manna dal cielo per i grandi capitalisti.

    Ora, finché, verrà privilegiato l'aumento di ricchezza dei grandi magnati, la stabilità delle lobbies e la solidità finanziaria delle banche alla garanzia dei diritti dell'uomo e alla salvaguardia del pianeta Terra, i vantaggi portati dalla globalizzazione non potranno mai superare gli svantaggi.

    In quest'ottica l'Unione Europea sta vivendo un brutto periodo. Pur incarnando alcuni dei principi ideali, fin dalla sua fondazione (la pace che dura da 70 anni, le politiche ambientali, il progressivo seppur blando superamento del concetto di nazioni), l'unione è governata troppo poco democraticamente e i suoi vertici, incentrano le decisioni sul lato economico/finanziario a discapito del sociale.

    Eh.
    Lo vedi che ti contraddici?

    La ragione per cui stanno male gli operai è che è migliorata la tecnologia o che è lecito andare a prendere la manodopera dove costa meno?

    La globalizzazione è questa cosa qui, eh... La deregolamentazione dei mercati finanziari, la liberalizzazione della concorrenza nel mercato del lavoro su scala globale, le "riforme strutturali" che permettano a tutti di abbassare il costo del lavoro.
    Sono le delocalizzazioni in Romania delle industrie italiane.

    Tutte queste cose andrebbero proibite. Per legge. Non è possibile che un'azienda possa avere una nazione di origine, ma poi produrre dove la manodopera non costa un cazzo e mettere la sede legale dove non pago un cazzo di tasse.
    E' questa, la globalizzazione, mica il progresso tecnologico. Ci può essere progresso tecnologico senza globalizzazione.
    Sei un'industria italiana? Produci in Italia, paghi le tasse in Italia, e paghi gli operai quanto è giusto che li paghi in rapporto col costo della vita in Italia. Il resto del mondo per te sono o fornitori o clienti.

    Basta rifiutare drasticamente il liberismo. Stop. Fine. Kaputt. I mercati non si regolano da soli. Ci vogliono delle regole.

    Cheers,
    Ettore
     
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    Ma questa è utopia pura caro mio
     
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  11. Èttore
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 15/2/2017, 13:15) 
    Ma questa è utopia pura caro mio

    Ma quale utopia? Mica sto parlando di comunismo, eh! Sto parlando di corretto capitalismo. Economia keynesiana.

    Ed è talmente poco un'utopia che è esattamente quello che accadrà a brevissimo, tra i disperati pianti e il laceramento delle vesti delle sinistre mondiali e dei liberisti tutti.

    Cheers,
    Ettore
     
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    Ed è talmente poco un'utopia che è esattamente quello che accadrà a brevissimo, tra i disperati pianti e il laceramento delle vesti delle sinistre mondiali e dei liberisti tutti.

    Spiega meglio che non ho capito se ti riferisci a me o a qualcosa che hai scritto tu prima
     
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  13. Èttore
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 15/2/2017, 13:37) 
    CITAZIONE
    Ed è talmente poco un'utopia che è esattamente quello che accadrà a brevissimo, tra i disperati pianti e il laceramento delle vesti delle sinistre mondiali e dei liberisti tutti.

    Spiega meglio che non ho capito se ti riferisci a me o a qualcosa che hai scritto tu prima

    Entrambe. Tu hai detto che è un'utopia. Io dico che non lo è affatto, e che lo spirito del tempo è cambiato. Che piaccia o no.

    Cheers,
    Ettore
     
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    Non lo so, dipende tutto se Trump non verrà fatto fuori, fisicamente o politicamente e se la Le Pen vince le elezioni ^^

    Ricordiamo che Trump ha l'opposizione anche del suo partito e della CIA. Sarebbe la prima volta che la CIA facesse fuori un presidente :hihi:

    Edited by -El Diablo - 15/2/2017, 13:51
     
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  15. Èttore
     
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    Ne riparliamo dopo le elezioni in Francia, Olanda e Italia.

    Cheers,
    Ettore
     
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71 replies since 9/5/2010, 10:03   772 views
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