Premier, Liga, Bundesliga ecc

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Di Maria gol, Messi urla di gioia: Brasile k.o., Argentina sul trono del Sudamerica



    Un gol dell’ala su assist di De Paul decide la finale: per Leo è il primo grande trofeo con la maglia dell’Argentina. In ombra Neymar
    Adriano Seu

    11 luglio - MILANO
    Il trionfo più atteso e sudato, quello che spezza un digiuno di 28 anni per un popolo intero e che finalmente consacra (anche) in nazionale il più grande giocatore al mondo: Argentina campione del Sud America e Messi finalmente trionfante anche con i colori albicelesti. Dopo 14 anni di tentativi, la Pulce salda il conto in sospeso con il destino prendendosi quella Coppa sfuggita per tre volte a un passo dal traguardo (nel 2007, 2015 e 2016). Lo fa proprio al Maracanà, dove ha ingoiato il boccone in assoluto più amaro della carriera, la finale mondiale persa nel 2014 contro la Germania. Stavolta, contro gli storici rivali di una vita, l’Argentina libera l’urlo di gioia grazie a un gioiello di Di Maria nel primo tempo. Quanto basta all’Albiceleste per mettere le mani sulla sua 15° Coppa America (eguagliato il primato dell’Uruguay) e interrompere l’imbattibilità brasiliana al Maracanà che durava dal 1998.

    L’AZZARDO—
    Nessuna novità nell’iniziale undici verdooro rispetto alle previsioni della vigilia, con Lodi per l’acciaccato Alex Sandro e le conferme di Paquetà ed Everton. Le sorprese le regala invece Scaloni, che, oltre ad azzardare il rilancio di Romero al centro della difesa nonostante le precarie condizioni dell’atalantino, presenta altre quattro variazioni rispetto alla formazione che superato la Colombia in semifinale: Montiel per Molina, Acuna per Tagliafico, Paredes per Rodriguez e Di Maria per Gonzalez. Azzardi che si rivelano ben presto azzeccati, soprattutto nel caso del “Fideo”, vera arma in più nei primi 45’ ben al di là dello strepitoso gol con cui sblocca il risultato al 21’. E’ dalla sua parte che l’Albiceleste affonda con più frequenza, sfruttandone la rapidità, la spinta costante e la capacità di prendere sistematicamente il tempo a un Lodi non privo de responsabilità sul gol.

    BOTTE E MAGIA— Brasile e Argentina partono a ritmo lento, si studiano e soprattutto se le danno di santa ragione, almeno nei primi 30’. Tanti falli su cui l’arbitro sorvola con troppa leggerezza e gioco inevitabilmente frammentato. La Seleçao ci prova timidamente sbattendo il muso contro la compatta linea arretrata di Scaloni guidata da Romero e Otamendi, autori di una prestazione senza la minima sbavatura. L’Argentina risponde invece sfruttando gli spazi concessi soprattutto sulla corsia destra e colpisce al primo tentativo, al 21’: preciso lancio di 40 metri di De Paul per Di Maria, controllo di sinistro e morbido pallonetto che non lascia scampo a Ederson. È il primo raggio di luce della serata, quello che dà fiducia ed entusiasmo a un’Argentina che legittima il vantaggio con altre due insidiose conclusioni di Messi e Di Maria. Per i padroni di casa, al contrario, solo un velleitario e innocuo destro di Casemiro nei primi 45’. Nella ripresa Tite inserisce subito Firmino e Vinicius per Fred ed Everton e la difesa albiceleste è chiamata agli straordinari. Il pericolo numero uno per l’Argentina diventa Richarlison, che sfonda facilmente dalle parti di Acuna confezionando due grosse occasioni in società con Paquetà. Sulla prima, al 53’, arriva il gol annullato in sala Var per fuorigioco di partenza dello stesso Richarlison, che al 55’ impegna Martinez sul primo palo. Nel frattempo, l’Albiceleste si chiude a riccio passando alla difesa a cinque. La scelta di erigere le barricate premia la Seleccion, trincerata nell’ultimo quarto d’ora contro un Brasile con chiude con ben cinque attaccanti senza alcun risultato. Tra i migliori in campo, insieme a Di Maria, gli “italiani” Romero e De Paul.

    MESSI.NEYMAR— Quinto faccia a faccia tra i due fuoriclasse, ma il primo che valesse un titolo. Al di là della gioia finale, nel confronto a distanza la spunta Messi pur non brillando come al solito. La Pulce non riesce a incrementare il bottino personale di 4 gol e 5 assist, che gli vale comunque il titolo di capocannoniere (in coabitazione con il colombiano Diaz), ma mette i brividi a Ederson con un sinistro a lato al 32’ oltre ad aprire costantemente spazi per Lautaro e Di Maria. Poco per i suoi standard, considerato anche un grossolano errore a tu per tu con Ederson a pochi minuti dal fischio finale. Ma fa ancora meno Neymar, risucchiato dalle fitte maglie della difesa argentina senza riuscire mai a trovare lo spazio buono o la giocata ad effetto. Da lui solo un destro strozzato al 12’ dopo una bella sponda di Richarlison e una punizione malamente calciata sulla barriera, poi tanto nervosismo, proteste e battibecchi, conseguenza di una serata nettamente sottotono.

    CORI E FURBETTI— Parziale riapertura al pubblico per l’occasione, ma non tutto è andato per il meglio: con un totale di circa 7 mila spettatori ammessi sugli spalti del Maracanà, alcune decine di persone si sono presentate ai tornelli esibendo falsi certificati vaccinali per ottenere il via libera all’ingresso. L’allarme è stato lanciato poche ore prima del calcio d’inizio dal laboratorio incaricato delle analisi dei tamponi, il tutto mentre davanti ai cancelli dell’impianto crescevano gli assembramenti. La ressa si è conclusa con l’invasione all’ingresso riservato ai circa mille tifosi invitati tra autorità, sponsor e parenti dei familiari. Per contro, clima insolitamente disteso e sereno tra le due tifoserie, che hanno intonato cori e canti senza creare disturbi nemmeno quando si sono trovate a pochi metri di distanza durante il ritiro dei tagliandi presso i botteghini.
     
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    Carletto ha vinto la Liga

     
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    state guardando un po' i campionati stranieri?

    io sto seguendo la Premier per via di De Zerbi. L'altra sera ho visto Brighton- United, un domino dei ragazzi di Roberto, sono davvero uno spettacolo. Hanno sbagliato tanto davanti la porta e solo una sciocchezza di Shaw al 97esimo gli ha permesso di vincere con un rigore.
    Ovviamente un tecnico come De Zerbi in Italia non lo ha preso nessuno (prende 2,3 milioni all'anno)

    E intanto ora è sesto, davanti al Tottenham e con due gare da recuperare, a -4 da Liverpool e -8 dallo United. Potenzialmente quinto e a -2 dalla champions, anche se ha un calendario clamorosamente difficile nelle ultime sei (Arsenal, Newcastle, City e Aston, cioè le prime tre e l'ottava)
     
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    Incredibile come l'Arsenal abbia iniziato a far schifo dopo l'arrivo di Jorginho :hihi:
    Bundes solito campionato da mafiosi come la Liga
     
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    ho sentito che l'arbitro, dopo non aver dato al Borussia un rigore che gli costerà probabilmente la Bundes, abbia chiesto scusa, dicendo che non ci ha dormito nemmeno la notte

    CITAZIONE (+Stefchoen+ @ 6/5/2023, 16:04) 
    Incredibile come l'Arsenal abbia iniziato a far schifo dopo l'arrivo di Jorginho :hihi:
    Bundes solito campionato da mafiosi come la Liga

    beh, vero, però è anche vero che potenzialmente l'Arsenal può chiudere a 90 punti, quindi non è che abbia fatto tanto schifo. Semplicemente il City è stato pauroso
     
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    QUOTE (Baba O'Riley @ 8/5/2023, 17:47) 
    ho sentito che l'arbitro, dopo non aver dato al Borussia un rigore che gli costerà probabilmente la Bundes, abbia chiesto scusa, dicendo che non ci ha dormito nemmeno la notte

    le scuse per un rigore non fischiato così nei tempi del VAR te le puoi mettere in culo.
    È che nel calcio comandano le solite società grosse che sono convinte di poter fare tutto solo perché hanno più tifosi (il 90% occasionali cui piace vincere sempre).
    Il dislivello della Bundesliga è imbarazzante
     
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    QUOTE (Asche_zu_Asche @ 9/5/2023, 21:15) 
    le scuse per un rigore non fischiato così nei tempi del VAR te le puoi mettere in culo.

    brutale ma giusto
     
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    eh ma dai. Ovviamente un errore del genere mai a svantaggio del bayern
     
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    QUOTE (Asche_zu_Asche @ 14/5/2023, 21:11) 
    eh ma dai. Ovviamente un errore del genere mai a svantaggio del bayern

    gli errori non sono mai determinanti nella classifica finale (cit.)
     
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    beh, però c'è da dire che quest'anno il Borussia dovrà prendersela solo con se stessa per averla persa

    Il "mio" Brighton è arrivato sesto e per la prima volta accede all'Europa League. ma al di là di De Zerbi, guardatevi tutto il progetto Brighton, e guardate come si fanno le cose seriamente. De Zerbi è solo una naturale conseguenza del progetto
     
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    A Marsiglia sassate sul pullman del Lione: Fabio Grosso ferito e sanguinante. Forse non si gioca

    Il tecnico italiano è stato colpito da un vetro rotto riportando danni al viso e al cuoio capelluto. Il suo vice Raffaele Longo avrebbe una scheggia in un occhio. Si sta valutando se far giocare o meno il match


    29 ottobre - PARIGI
    Alta tensione prima del match di Ligue 1 tra Marsiglia e Lione. All'arrivo del pullman della squadra ospite i tifosi del Marsiglia (allenato da Gattuso), che con quelli del Lione hanno una fortissima rivalità, hanno iniziato a scagliare sassi verso i vetri del mezzo, rompendo quello del posto di Fabio Grosso.

    FERITI—
    Il tecnico italiano è stato ferito al volto e al cuoio capelluto e da quanto risulta il suo vice, Raffaele Longo, sarebbe stato colpito da una scheggia di vetro in un occhio. Al momento si sta valutando di non giocare la partita.
     
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    A 121 anni dalla sua fondazione il Fluminense ha vinto la sua PRIMA Copa Libertadores.

    Il Brasile continua così la sua rincorsa agli arci rivali argentini, che hanno 25 allori in bacheca.
    I club brasiliani infatti hanno vinto ieri il quinto titolo continentale consecutivo, il 23° della propria storia.

    Da notare come il resto del continente assomma in tutto solo 16 vittorie, di cui la metà compiute da club uruguaiani.
    Il Nacional però non vince dal 1988, il Peñarol dal 1987.

    Detto questo, complimenti al Tricolor Carioca per questa agognata vittoria, a Fernando Diniz che è uno degli allenatori più chiacchierati del momento e pure all'ex Real Marcelo, che con ieri ha vinto il 30° titolo della sua carriera.
    Il terzino cresciuto proprio nel Flu aggiunge quindi una Libertadores alle 5 Champions League già in bacheca!
     
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    Bayer Leverkusen nella storia: per la prima volta è campione tedesco

    Un 5-0 al Werder Brema che vale il titolo. Interrotto il dominio di 11 anni del Bayern: è la tredicesima squadra a diventare campione di Germania da quando esiste la Bundesliga (1963)

    Elmar Bergonzini
    14 aprile 2024 - MILANO
    Si è fatta la storia. Il Leverkusen ha vinto, la partita con il Werder Brema, certo, ma soprattutto il campionato. Il Bayer, che interrompe il dominio di 11 anni del Bayern Monaco, ha trionfato per la prima volta in Bundesliga. È la tredicesima squadra a diventare campione di Germania da quando esiste la Bundesliga (cioè dal 1963). Lo fa al termine della 29esima giornata: solo il Bayern nel 2014 (27esima giornata) e nel 2013 (28esima) ha chiuso il campionato prima. Per battere il Werder (5-0) sono serviti i gol di Boniface, su rigore, al 25', quello di Xhaka al 60' e Wirtz al 69', all'83' e al 90'. Con la vittoria di oggi il Leverkusen è rimasto imbattuto anche per la 43esima partita stagionale, pareggiando il record stabilito dalla Juventus di Conte nel 2011-12. Ma è un primato che oggi, giustamente, passa in secondo piano.

    LA GARA—
    Il Leverkusen non perde tempo e attacca dai primi minuti a caccia del gol che vale il titolo. All'8' la prima occasione dell'incontro: Tella ha spazio per crossare sul secondo palo dove Hincapié calcia a botta sicura, ma Zetterer è bravo a respingere. Al 22' è ancora Tella a mettere la palla in mezzo dove Hofmann viene però atterrato da Malatini: per l'arbitro, dopo l'intervento del Var, è rigore che Boniface trasforma. Sbloccata la partita, per il Leverkusen è tutto in discesa: al 28' è Xhaka a sfiorare il 2-0, al 29' prima Tah, poi Boniface. La squadra di Xabi Alonso domina, non rischia e continua a creare: al 38' Adli colpisce la traversa al 38'.

    LA RIPRESA— Nel secondo tempo, se possibile, il Leverkusen ha la vita ancor più facile: Wirtz non inquadra la porta solo di poco al 59', pochi secondi dopo è Xhaka a metterla nell'angolino con un tiro potente da circa 25 metri. Entra anche Schick, che al 63' mette in porta Hofmann, che da ottima posizione però calcia fuori. Il Werder Brema non c'è, non riesce a reagire, e il Leverkusen continua a divertirsi, trascinato dal pubblico che ha inevitabilmente riempito lo stadio. Al 69' arriva così anche la perla del gioiello di casa Wirtz, che sorprende Zetterer con un'altra conclusione da fuori e fa 3-0. Il talento classe 2003 segna, in contropiede, anche il 4-0, che spinge i tifosi, impazienti, a invadere il terreno di gioco già all'83'. Dopo qualche minuto la partita riprende fra i fumogeni: giusto il tempo di arrivare al 90' e festeggiare prima il 5-0 di Wirtz e poi, senza neanche riprendere il gioco, il titolo. Conquistato per la prima volta nella storia. Con la consapevolezza che questa squadra, a Leverkusen, è già leggenda.
     
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