Articolo 18. Totem o tutela vera?

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  1. Darkness O'Riley
     
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    Parlando per la mia esperienza, il problema principale è sopratutto che non esiste la meritocrazia.

    Se quel lavoratore è bravo, fa il suo, è puntuale e preciso, non fa mutue da "furbo", va d'accordo con i colleghi ed è gentile con i clienti/fornitori ecc sarebbe il minimo cercare di venirgli incontro e "accontentarlo", promuoverlo, incentivarlo, trattarlo comunque con i guanti.
    Invece il ragionamento dei superiori è : "quello è bravo non rompe il cazzo, cambiamogli qualche giorno di ferie, facciamogli fare ore in più (ovviamente non pagate), diamogli i turni peggiore, spostiamolo di sede come viene più comodo a noi" ecc. ecc.

    Mentre chi è più scansafatiche, furbo, puntiglioso, e che crea "polemiche" non viene toccato per finire in polemiche o storie infinite con i sindacati ecc.

    Io mi posso mettere anche nei panni del datore di lavoro, e capisco che oggi è difficile far quadrare tutti i conti tra tasse e crisi. Ma se sei arrivato a crearti un'ottima azienda è anche merito di chi tutti i giorni si rompe la schiena per te. E' semplicemente un dare/avere. Chi lo merita va premiato. Bisogna essere rigidi e fiscali con chi fa il furbo, con gli scansafatiche. Basterebbe avere del buon senso e non guardare sempre e solo l'aspetto economico.

    Secondo me a volte ti portano loro a fare il furbo.
    Solo oggi ho sentito dire: "eh a tizia bisogna darle un giorno a casa (lavorava 7 giorni su 7 cosa che non è possibile per legge) purtroppo è il contratto nazionale che lo prevede, fosse per me.."
     
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65 replies since 1/10/2014, 13:13   514 views
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