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Shagrath82.
Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta
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Smith & Coby: i sosia di Bud Spencer e Terence Hill
Sono esistiti. E anche se hai fatto di tutto per dimenticartene, erano lì. Avevano le voci di Bud Spencer e Terence Hill, riempivano i loro film di schiaffoni a mano aperta come Bud Spencer e Terence Hill, uno era grosso e bruno e con la barba come Bud Spencer, l'altro biondo e snello e agile come Terence Hill. Ma NON erano Bud Spencer e Terence Hill. Si chiamavano Paul Smith e Michael Coby - noti anche come Simone e Matteo per il titolo delle loro ultime due pellicole -, di professione in quegli anni lì facevano cloni, e queste sono le tracce del loro passaggio [...]
Il biondo, il sosia di Terence, Michael Coby, era l'italiano Antonio Cantafora, e nell'87 avrebbe avuto una parte in Intervista di Fellini. Quello grosso, il finto Bud, Paul L. Smith (poi avrebbe cambiato il nome nel biblico Adam Eden) veniva dagli Stati Uniti, e in seguito sarebbe apparso in millemila film, tra cui Popeye - Braccio di Ferro di Altman (nel quale chiaramente faceva Bruto), Dune, Yado, Maverick.
Ma torniamo al 1974, quando la coppia di cloni viene assemblata per il primo dei loro cinque film assieme, Carambola di Ferdinando Baldi.
Una commedia western ovviamente ispirata ai due Trinità, resa ancora più tarocca dall'impiego dei due doppiatori originali di Bud e Terence, Glauco Onorato e Pino Locchi.
A Baldi basta meno di un anno per rimettere in piedi la stessa cinesata, e nel '75 arriva così nelle sale Carambola, filotto... tutti in buca, seguito rifilato ancora una volta fischiettando, con aria vaga, facendo finta di niente nelle sale di mezza Europa.
Sempre del '75 è Noi non siamo angeli di Frank Kramer/Gianfranco Parolini, clone dell'Anche gli angeli mangiano fagioli con Bud Spencer e Giuliano Gemma e, in quanto tale, praticamente pezzotto del pezzotto
distribuito in Francia A TRADIMENTO come un nuovo Trinità
Nel '76, dopo che il solo Smith partecipa a una commedia israeliana spacciata nel mercato italiano con il titolo tarocco di Se mi arrabbio spacco tutto, la coppia gira Simone e Matteo, un gioco da ragazzi, di Giuliano Carmineo.
Il Corriere lo descrive come "una farsa fracassona condita con corse in auto, cazzotti, torte in faccia e una manciata di trivialità". Gli stessi ingredienti dei cinepanettoni, in pratica, ma in dosi diverse.
Il giochino stava mostrando già talmente la corda, e gli spettatori di mezzo continente erano già talmente incazzati di esser presi per il culo naso, che c'era tempo solo per un altro giro di giostra, prima di chiudere tutto, buttar via le chiavi e fuggire alle Bahamas. Così, meno di undici mesi dopo, arriva l'atto conclusivo, Il vangelo secondo Simone e Matteo.
Ora, se proprio ve la sentite, potete andarvi a cercare qualche filmato su iutiub. Oppure potete anche non farlo, fingere di non aver mai letto questo post e provare a dimenticare tutto. E la prossima volta che un amico vi chiede: Oh, ma te li ricordi quei film pezzenti con le versioni tarocche di Bud Spencer e Terence Hill?, rispondere semplicemente: LALALALA NON SENTO LALALALA e fuggire via, il più in fretta possibile.
Fonte.