Champions League 2023-24

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Immobile fa 200 con la Lazio e Sarri scavalca il Feyenoord: biancocelesti secondi

    Decide un destro di Ciro nei minuti di recupero del primo tempo. Provedel decisivo nel finale. La qualificazione agli ottavi di Champions è alla portata dei capitolini

    Nicola Berardino
    Giornalista
    Con il gol numero 200 in biancoceleste di Ciro Immobile la Lazio conquista una vittoria preziosissima in prospettiva qualificazione nel girone E di Champions. Con i tre punti contro il Feyenoord ecco il salto al secondo posto alle spalle dell’Atletico Madrid, scavalcando proprio gli olandesi. Gara sofferta da parte della squadra di Sarri capace però di imporsi con accortezza e temperamento, facendo leva sulla rete di Immobile nel recupero del primo tempo.

    CIRO FA 200—
    Sarri si riaffida all’assetto da Champions, così tornano titolari Kamada, Vecino e Immobile. Hysaj rileva l’infortunato Marusic sulla corsia di sinistra della difesa. Ancora out Casale: c’è Patric da centrale, al fianco di Romagnoli. Slot conferma in blocco la formazione inziale del successo di 3-1 a Rotterdam di due settimane fa. La Lazio scatta all’attacco. Subito un’incursione di Zaccagni, fermato da Nieuwkoop, che viene ammonito. Ritmo alto già dal via. A vuoto un tentativo di Vecino. Proteste laziali per un intervento in area di Hartman su Felipe Anderson: Marciniak fa proseguire. Molto aggressivi i biancocelesti. Resta a terra Nieuwkoop dopo uno scontro (anche capocciata) con Hysaj e viene sostituito da Trauner. Ripartenza degli olandesi: Provedel neutralizza l’iniziativa di Paixao. Guadagna metri il Feyenoord che si impossessa del pallino del gioco. Riparte la Lazio: colpo di testa di Patric fuori bersaglio. Alla mezz’ora, pericolosa la squadra di Slot: Timber innesca Gimenez, Provedel sventa il sinistro dell’attaccante messicano. Sul successivo corner, colpo di testa alto di Wieffer. Sempre più convinti gli olandesi: al tiro con Paixao, a lato. Lazio in palese difficoltà in fase di costruzione. Mentre gli olandesi macinano gioco con disinvoltura e sicurezza. La squadra di Sarri non riesce a trovare varchi in profondità a differenza degli uomini di Slot. Quattro minuti di recupero. Al 46’, fiammata della Lazio. Lancio lungo di Felipe Anderson per Immobile: il bomber scatta sul filo del fuorigioco, salta il portiere Bijlow e sigla il vantaggio. Per il capitano, che esulta sotto la curva Nord, è il duecentesimo gol con la maglia biancoceleste. Prima dell’intervallo, Immobile anticipato al tiro da Geertruida. Fuori un colpo di testa di Romagnoli.

    MURO LAZIALE— La ripresa carica subito l’intensità della gara. Feyenoord in proiezione offensiva. All’8’ Sarri sostituisce Kamada con Guendouzi per ricompattare la mediana. Lazio serrata nella propria metà campo. Sarri ravviva al 17’ anche il fronte offensivo: entrano Pedro e Castellanos per Zaccagni e Immobile, salutato dall’ovazione dell’Olimpico. Si distendono i biancocelesti: Paixao devia in angolo un pallone scodellato da Guendouzi. Insidioso il Feyenoord al 24’: colpo di testa di Gimenez di poco a lato. Al 29’ Slot fa entrare Ivanusec e Jahanbakhsh per Paixao e Trauner. Lazio reattiva e concentrata in fase difensiva. Altri due cambi nella Lazio: al 33’ Pellegrini e Rovella per Vecino e Hysaj. Timber e Zerrouki cedono il posto a Milambo e Ueda: Slot potenzia l’attacco. Feyenoord all’assalto ma la Lazio ha energie e lucidità per rilanciarsi. Sei minuti di recupero. Olandesi in pressione. Ma Castellanos ha la chance per il 2-0. Finale a nervi scoperti. Provedel fa l’ultima parata e la Lazio incassa una vittoria che può rivelarsi fondamentale in chiave qualificazione.
     
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    City e Lipsia già agli ottavi, l'Atletico Madrid ne fa 6 al Celtic

    Le squadre di Guardiola e Rose, trascinate dal solito Haaland (doppietta) e da Xavi Simons, passano grazie alle vittorie su Young Boys e Stella Rossa. Ok anche il Porto con l'Anversa

    Francesco Calvi
    7 novembre - 23:28 - MILANO
    Belle, vincenti e… qualificate. Con due giornate d’anticipo, Manchester City e Lipsia chiudono i conti nel gruppo G: le squadre allenate da Guardiola e Rose, rispettivamente trascinate dal solito Haaland (doppietta) e da Xavi Simons, strappano un pass per gli ottavi di finale grazie alle vittorie ottenute contro Young Boys e Stella Rossa. Nel gruppo E, lo stesso della Lazio, l’Atletico Madrid travolge il Celtic (6-0) con le reti - due a testa - di Griezmann e Morata: i Colchoneros volano così al primo posto, a +1 sui biancocelesti, secondi con 7 punti. Ok anche il Porto, che vince 2-0 contro l’Anversa.

    MANCHESTER CITY-YOUNG BOYS 3-0
    Proprio come nell’incrocio in Svizzera di due settimane fa, la gara è a senso unico. Anche stavolta, tanto per cambiare, il titolo di man of the match spetta di diritto al gigante Haaland. Il City batte 3-0 lo Young Boys e si conferma in cima al girone e a punteggio pieno. Walker e compagni dominano sin dai minuti iniziali, ma nel primo quarto d’ora si vedono negare il gol a più riprese da Racioppi. La diga di Wicky crolla al 23’: Lauper sgambetta ingenuamente Nunes, l’arbitro assegna un penalty e Haaland lo trasforma. Le giocate migliori si sviluppano sempre sulle fasce, tanto che la seconda rete nasce proprio dal duetto di Grealish e Foden: il primo cambia gioco, il secondo riceve, dribbla un avversario, entra in area e fa 2-0. Per il City è tutto in discesa, anche nel secondo tempo: Haaland concede il bis con una botta dalla distanza, Lauper si fa espellere con un altro fallo punito con il (secondo) cartellino giallo. Il match termina 3-0: gli inglesi e il Lipsia – separati da 3 punti in classifica - sono già qualificati, ma possono ancora contendersi il primo posto.

    STELLA ROSSA-LIPSIA 1-2— I tedeschi hanno perso l’incontro con il City ma hanno vinto tutte le altre gare e così, dopo quattro turni, si ritrovano già qualificati agli ottavi di finale. La formazione di Rose torna dalla Serbia con una vittoria sofferta: Sesko e Openda non hanno vita facile contro i rocciosi centrali di Bakhar, allora a salire in cattedra è la stellina Xavi Simons, che segna all’8’ con un destro a giro dalla distanza. Sesko sciupa la chance del raddoppio: si va all’intervallo sullo 0-1. La partita si riaccende nella ripresa, quando la Stella Rossa torna ad attaccare in cerca di un punto che riaprirebbe il discorso qualificazione. Nulla da fare, però, anche perché il portiere Blaswich si fa trovare pronto in occasione del tiro di Olaynka, che spreca la palla-gol più nitida per i serbi. Il Lipsia passa alla difesa a tre, soffre ma rimane compatto. Nel momento migliore dei padroni di casa, Openda raddoppia in contropiede. All’81’ Kanga accorcia le distanze con un tiro-cross, suona la carica, però non raccoglie i frutti sperati. Al triplice fischio, il punteggio è di 1-2. Adesso, per i serbi, sarà fondamentale il match del 28 novembre in casa dello Young Boys: in palio c’è il terzo posto, che vale l’accesso all’Europa League.

    ATLETICO MADRID-CELTIC 6-0— In quattro partite, cinque gol per Morata e altri quattro per Griezmann. Con due goleador così, è tutto facile per i Colchoneros, che contro il Celtic si ritrovano anche in superiorità numerica a partire dal 23’. Gli scozzesi pagano a caro prezzo un intervento in ritardo di Maeda (espulso) e nel secondo tempo cedono di fronte alla qualità e alla freschezza degli spagnoli. Il gol che apre le danze è firmato da Griezmann al 6': mancino rasoterra dal limite dell’area, deviato quanto basta per diventare imprendibile per Joe Hart. Il raddoppio arriva nel recupero del primo tempo, con Morata che sfrutta una sponda di Gimenez e chiude la partita con un tocco in scivolata. Il divario diventa netto al rientro dagli spogliatoi: Griezmann fa 3-0 con una rovesciata, il neo-entrato Lino cala il poker con un bel destro a giro da posizione defilata. Nel finale si ripete Morata e sorride anche Saul Niguez, che approfitta dell’ennesimo pasticcio difensivo per timbrare un gol di rapina. Lo show finisce sul punteggio di 6-0.

    PORTO-ANVERSA 2-0— I belgi di Van Bommel restano ultimi con zero punti, mentre il Porto allunga sullo Shakhtar (ora a -3) e raggiunge il Barça in vetta alla classifica del gruppo H. La squadra di Conceicao lotta per 90 minuti, anche perché l’Anversa rischia molto nella prima mezzora ma poi prende le misure ai portoghesi e va vicino al pareggio. Pepé, di recente convocato per la prima volta dalla nazionale brasiliana, sfiora subito l’1-0 con un tiro parato da Lammens. L’arbitro della partita è l’italiano Mariani, che al 31’ assegna un rigore ai portoghesi per un fallo di Kerk su Eustaquio. Evanilson, autore di una tripletta all’andata, non sbaglia. Nella ripresa regna l’equilibrio, anche se il finale è da cardiopalma: Muja si divora il gol dell’1-1 al 90’ e un minuto più tardi il Porto chiude la partita con un colpo di testa di Pepe. L’ex difensore del Real, 41 anni da compiere il 26 febbraio, segna al 91’ sugli sviluppi del corner, rilanciando i dragoni all’inseguimento del primo posto nel girone.
     
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    Il Dortmund batte il Newcastle. Lo Shakhtar fa lo sgambetto al Barça

    Ad Amburgo il gol che ha provocato la prima sconfitta dei catalani è di Sikan, nell'altra gara a segno Fullkrug e Brandt


    Francesco Calvi
    7 novembre 2023 (modifica il 8 novembre 2023 | 08:49) - MILANO
    Tre punti all’andata, tre punti al ritorno. Il Borussia Dortmund vince ancora contro il Newcastle e vola momentaneamente in vetta alla classifica nel gruppo F, lo stesso di Milan e Psg. La sfida tra tedeschi e inglesi, in campo alle ore 18.45, dà il via alla quarta giornata della fase a gironi di Champions League: i gialloneri segnano una rete per tempo (prima con Fullkrug, poi con Brandt) e trionfano per 2-0. L’altro match del tardo pomeriggio vede impegnate Shakhtar e Barcellona, con gli ucraini che festeggiano l’impresa del giorno. Sikan realizza l’1-0 nel primo tempo, poi i catalani non riescono a recuperare.

    BORUSSIA DORTMUND-NEWCASTLE 2-0
    Al Milan avrebbe fatto comodo un pareggio, invece la sfida tra Dortmund e Newcastle ha visto nuovamente trionfare I tedeschi. Reduci dalla sconfitta per 4-0 di sabato contro il Bayern, i gialloneri superano per la seconda volta in due settimane la squadra di Howe, già battuta 1-0 in Inghilterra e costretta a fare i conti con numerosi infortuni. I Magpies puntano su Joeltinon avanzato nel tridente offensivo e proprio il brasiliano, con un colpo di testa, confeziona di fatto l’unica azione pericolosa del Newcastle nel primo tempo. All’intervallo il Dortmund è avanti per 1-0: Adeyemi, Nmecha e Brandt pressano alto e dialogano bene nello stretto, al 26’ Fullkrug segna per la prima volta in Champions e sblocca la partita. Dopo due belle parate di Pope, il centravanti scambia con Sabtizer e poi fa centro da posizione ravvicinata. Howe tenta la mossa a sorpresa nella ripresa, sostituendo Wilson con l’esterno Gordon, schierato come falso nueve. Il Newcastle soffre proprio l’assenza di un attaccante di peso, mentre il Dortmund continua a spingere con Brandt (pericoloso dalla distanza) e gli esterni. La seconda frazione è equilibrata, fino a quando il Newcastle si sbilancia in avanti e incassa pure il raddoppio. Da una punizione al 79’ nasce l’azione del 2-0: gli inglesi battono un calcio piazzato sulla trequarti, il Dortmund recupera con Adeyemi che lancia Brandt in contropiede. Il tedesco non sbaglia, Hummels&Co festeggiano e salgono a quota 7 punti in classifica.

    SHAKHTAR DONETSK-BARCELLONA 1-0— Già questa sera i catalani avrebbero potuto festeggiare l’aritmetica qualificazione agli ottavi di finale. Lewandowski e compagni, però, sono andati a sbattere contro il muro degli ucraini, che giocano le sfide casalinghe nello stadio di Amburgo. Per 45 minuti non c’è traccia del vero Barcellona: Raphinha e Torres non riescono a rendersi pericolosi e, soprattutto, non servono palle-gol al bomber polacco. I blaugrana non tirano mai nello specchio, lo Shakhtar sì. Il primo tentativo è di Matvienko, che spara addosso a Ter Stegen. La seconda chance, al 40’, è quella buona: splendido cambio di gioco di Sudakov per Gocholeishvili, che crossa in mezzo dove c’è Sikan, bravo a lasciare Christensen sul posto per poi incornare alle spalle del portiere. Nella seconda frazione il Barça cambia tantissimo: Xavi inserisce Pedri, Joao Felix, Yamal e Balde. Il ritmo cresce, il baricentro si alza, ma lo Shakhtar si chiude e protegge la porta di Rznyk fino al fischio finale.
     
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    Real Sociedad da urlo: 3-1 al Benfica e ora tifa Inter

    Primo tempo dominato: reti di Merino, Oyarzabal, Barrenetxea e Mendez sbaglia pure un rigore. Nella ripresa accorcia Rafa Silva. Baschi qualificati se i nerazzurri vincono in Austria

    Salvatore Malfitano
    8 novembre - 21:00 - MILANO
    È festa grande, a San Sebastian. La Real Sociedad sbriciola il Benfica e si lancia al primo posto del gruppo D in attesa della sfida tra Salisburgo e Inter. La qualificazione agli ottavi si può tramutare in realtà se i nerazzurri dovessero vincere in Austria, ma intanto l’entusiasmo dilaga dopo il 3-1 rifilato ai portoghesi.

    GRANDINATA—
    Alguacil conferma quasi in blocco l’undici che si è arreso nel recupero col Barcellona, con Elustondo al posto di Traoré come esterno basso a destra. Schmidt risponde con Di Maria e la difesa a tre, alla ricerca dei primi punti in Europa. Speranza vana, perché grandina sugli ospiti già nelle fasi iniziali del primo tempo. Al 6’ la sblocca Merino, puntuale sul secondo palo a deviare di testa la conclusione sbilenca di Muñoz, e cinque minuti dopo Oyarzabal raddoppia: retropassaggio scriteriato di Florentino, che manda in porta il capitano dei baschi, freddo a bruciare l’uscita di Trubin. Il Benfica rischia di naufragare poco più tardi, quando Merino segna ancora sfruttando un rimpallo con il portiere avversario, ma nella carambola tocca il pallone con la mano e la rete viene giustamente annullata dopo la segnalazione del Var (15’). Il pericolo si tramuta in realtà al 21’: Barrenetxea converge da sinistra in area, lasciando sul posto Neves, e scarica un destro imparabile all’incrocio. E dire che l’incubo potrebbe facilmente proseguire, per il Benfica. Otamendi atterra Oyarzabal in area, il rigore è piuttosto netto e Mendez si presenta dal dischetto per diventare il primo spagnolo a segnare quattro reti di fila in Champions. La sua conclusione però termina sul palo (28’). Schmidt ripristina la linea a quattro davanti a Trubin, che è comunque sollecitato ancora al 41’ per respingere il tiro sul primo palo ancora di Oyarzabal.

    LA RIPRESA— Come prevedibile, gli spagnoli rallentano e gli avversari prendono un po’ di coraggio. L’intraprendenza è premiata al 49’: Otamendi serve al centro Rafa Silva, che si allunga bene e infila Remiro sul primo palo. La rete comunque non tranquillizza i tifosi del Benfica, che lanciano alcuni petardi dagli spalti, con i giocatori stessi a invocare la calma. Zubimendi ha una buona occasione sugli sviluppi di una palla inattiva, ma il suo destro al volo termina di poco a lato (63’). Il malore di un sostenitore basco, prontamente soccorso, è tutto ciò che resta di un secondo tempo che non basta ai portoghesi per riscattarsi.
     
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    Eurodelusione Napoli: solo 1-1 contro l'Union di Bonucci

    I tedeschi arrivavano da 12 sconfitte di fila tra Champions e Bundesliga: nel primo tempo gol di Politano (in precedenza annullato uno ad Aguissa), nella ripresa contropiede vincente di Fofana

    Stavolta niente fischi, ma la delusione è palpabile. Il Napoli spreca il primo match point europeo per ipotecare il pass per gli ottavi di Champions: contro l’Union Berlino finisce 1-1 e resta l’amaro in bocca per una partita a lungo dominata ma non azzannata. Una superiorità sterile che alla fine ridà vita e morale soprattutto ai tedeschi, che interrompono così la striscia di 12 sconfitte consecutive tra campionato e coppa. E adesso il rischio di una sfida da dentro o fuori all’ultima giornata contro il Braga, nel Maradona che in Europa sembra tabù, diventa alto.

    VAR E POLITANO—
    Come contro la Salernitana sabato scorso, il Napoli prova subito un timido arrembaggio per sbloccare il match e poi poter gestire punteggio ed energie. Rrahmani (5’) di testa non trova lo specchio su angolo di Zielinski, poi tocca all’ispirato polacco (17’) chiamare Ronnow alla parata provvidenziale. Al 24’, ancora sfruttando un angolo di Zielinski, Natan centra il palo. L’Union fatica a ripartire, ma quando lo fa poi si perde spesso nell’ultimo passaggio. Alla mezz’ora il Napoli passa: Mario Rui pesca Di Lorenzo sul secondo palo, sponda per Anguissa che insacca in tuffo di testa. Ma il capitano azzurro, nello stacco, ha commesso fallo su Roussillon così l’arbitro Makkelie annulla dopo review al Var. Il vantaggio azzurro è comunque nell’aria e arriva nove minuti dopo con Politano, bravo nel movimento a tagliare davanti ai difensori ma fortunatissimo nella carambola che si innesca dopo il cross deviato di Mario Rui, che gli sbatte quasi involontariamente sul petto e finisce alle spalle di Ronnow. All’ultimo secondo della prima frazione, l’Union sfiora il pari con una punizione di Juranovic che sbatte sulla parte esterna del palo a Meret battuto.

    RIPARTENZA FATALE— Il Napoli riparte con la voglia di chiudere il discorso, ma la fretta è sempre cattiva consigliera: al 6’, slalom speciale di Kvaratskhelia in area, palla dolce per Zielinski che trova una deviazione in angolo. E sull’angolo il Napoli si fa sorprendere: Politano sbatte contro il muro dell’Union che poi riparte velocissimo sull’asse Fofana-Becker, quest’ultimo calcia a giro, Meret vola ma sulla ribattuta Fofana a porta vuota fa 1-1. L’Union prende coraggio e ancora Becker in area trova la deviazione di Natan a evitare l’1-2. Sventata la paura, la partita torna sui binari iniziali, col Napoli che va a folata e l’Union che si arrocca e riparte con i velocissimi Becker e Fofana. Lobotka (32’) è costretto al cambio, così Garcia butta nella mischia Simeone e passa al 4-2-3-1.

    ARREMBAGGIO STERILE— La prima occasione col nuovo sistema arriva però ancora da azione d’angolo, con Rrahmani che manda alto di poco. Kvara (37’) ha una super occasione in campo aperto, ma pecca di egoismo e calcia centrale. Il Maradona comincia a ruggire, il Napoli alza il ritmo: Kvara (40’) viene murato sul più bello, Simeone (41’) di testa in tuffo non trova la porta. Garcia si gioca pure le carte Lindstrom e Cajuste, ma nei 7’ di recupero la palla buona arriva sui piedi di Kvara, che in girata però non riesce a sorprendere Ronnow. Finisce così, tra la delusione del popolo azzurro: il Napoli campione d’Italia, in casa e in Europa, manca ancora la vittoria. E anche un match point per la qualificazione agli ottavi.
     
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    Ci pensa sempre Lautaro: l'Inter vince anche a Salisburgo ed è già agli ottavi

    L'argentino entra al posto di Sanchez al 68' e segna su rigore il gol che vale la qualificazione con due turni di anticipo

    Dal nostro inviato Filippo Conticello
    8 novembre 2023 (modifica il 9 novembre 2023 | 00:48) - SALISBURGO
    L’Inter è agli ottavi di Champions con due turni di anticipo e per ritrovare una tale precocità bisogna ritornare indietro al 2004-05. Erano anni ruggenti fatti di grandi investimenti, mentre adesso i nerazzurri hanno costruito la propria fortuna con molta più parsimonia, fino a essere ormai stabilmente tra le grandi del Continente: terza stagione su tre con Inzaghi alla guida. Stavolta hanno centrato questo traguardo anticipato al termine di una serata sofferta nel gelo di Salisburgo. È dovuto entrare Lautaro a cambiare la storia: non serviva questo rigore austriaco per dimostrarlo, ma l’argentino è forse l’unico a cui non si può proprio rinunciare. Adesso sarà battaglia con la pericolosissima Real Sociedad, attesa nell’ultimo turno a San Siro: arrivare primi nel girone quest’anno è davvero importante per evitare ottavi complessi.

    L'AVVIO—
    All’inizio Inzaghi conferma scelte coraggiose e progressiste: la novità più grande è Bisseck braccetto destro, vista la necessità di avanzare Darmian nelle terre di solito occupate da Dumfries. Poi le altre mosse annunciate che stravolgono l’Inter vista a Bergamo, da Carlos Augusto laterale mancino a Frattesi incursore al posto di Barella, fino all’eterno Sanchez spalla di Thuram per dare un turno di riposo a Lautaro. Di contro, il Salisburgo è la stessa squadra sbarazzina, fisica e tecnica che a San Siro ha fatto sudare i finalisti dell’ultima Coppa. Gli austriaci mettono in vetrina il lungagnone croato Simic, centravanti figlio d’arte che in patria paragonano addirittura a Mandzukic, e alle sue spalle un interessante trio di soldati scelti: Sucic, Konaté (che ha pure la missione di guardare a vista Calha) e il marcatore dell’andata Glouch. In un primo tempo senza grandi sussulti, segnato dal maggior pressing salisburghese, Bisseck è tradito subito dall’emozione dell’esordio: la sua entrata sul terzino Ulmer è scriteriata, non solo si prende un giallo che lo condiziona e gli accorcerà il match, ma per poco non rischia il rigore.
    CHE OCCASIONI— Mentre per la volenterosa squadra di casa Konaté tenta il gol dell’anno, tirando da centrocampo dopo aver borseggiato un pallone a un Mkhitaryan stranamente distratto, quasi senza accorgersene è l’Inter ad andare più vicina al vantaggio. Da palla inattiva finisce di poco fuori un pallone che, per caso, sbatte sulla testa di Bastoni, che per la prima volta in carriera dall’inizio può tenere al braccio la fascia che fu di Bergomi e Zanetti: a occhio, non sarà l’unica volta in carriera in cui l’azzurro sarà capitano dell’Inter. Ancora più gigantesca, però, è l’occasione che capita sul piede di Frattesi: peccato sia quello sbagliato, il sinistro, e la palla golosissima finisce alta. L’azione è segnata, però, da uno strappo poderoso a sinistra di Thuram e da un appoggio intelligente di Sanchez all’altezza del rigore. Al di là dell’errore dell’azzurro, è un’azione che indica una strada: se solo volesse accelerare stabilmente, l’Inter potrebbe fare molto più male agli austriaci. E, invece, per quasi tutto il primo tempo manca il giusto mordente da Champions.

    SECONDO TEMPO— Nella ripresa Inzaghi è costretto alla più classica delle sue trovate: fuori l’ammonito Bisseck per evitare guai peggiori, e dentro il più saggio De Vrij. La curiosità è che il tecnico del Salisburgo, Struber, è costretto a togliere Ulmer, proprio il giocatore rimasto a lungo a terra dopo l’entrataccia del tedesco. Un altro giallo, stavolta per Calha, non facilita il compito dei nerazzurri comunque più propositivi, ma è proprio il turco su punizione laterale a scaldare i guanti del portiere Schlager. Così, pian piano, la pericolosità offensiva cresce un pochino, come anche la qualità del palleggio e la capacità delle mezzali di farsi trovare smarcate sulla trequarti. Il fatto che Sommer sia costretto a murare ancora Konaté dimostra, però, che il Salisburgo ha tante facce: sa essere pericoloso anche ora che può sfruttare maggiormente le ripartenze.
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    LA FINE— La regola del cambio dopo il giallo si ripete pure per Calha: al posto di Hakan, lontanissimo dai suoi livelli, entra Asllani al 60’. Ma le sostituzioni più attese sono quelle successive, otto minuti dopo ecco Barella e soprattutto Lautaro per Micki (stavolta male perfino lui) e Sanchez: senza il troppo maquillage di inizio partita, l’Inter adesso ha quasi il trucco di sempre. È quasi una necessità, anche perché i tre punti sono vitali per dare serenità alla squadra di Inzaghi da qui a Natale. Thuram, che per tutta la partita ha dovuto cercare serpentine in solitaria, adesso ha però ritrovato il suo gemello argentino e tutta la squadra cerca assieme alla Thu-La la vecchia armonia offensiva. È Asllani, però, a sfiorare il jolly dalla distanza costringendo Schlager alla parata. Il vero miracolo, però, il portiere austriaco lo fa dopo, deviando sulla traversa una bellissima girata di testa di Lautaro. Col Toro l’Inter tutt’altra musica qui nella terra di Mozart e il profumo di gol nerazzurro inizia a sentirsi insistentemente nell’aria. Finché un mani incauto di Bidstrup su tiro di Barella porta al rigore e, senza Calha, tocca a Martinez trasformarlo. Non poteva comunque che risolverla lui, il capitano, il trascinatore, l’esempio: c’è un’Inter con il Toro e una senza di lui, questo è sempre più chiaro.
     
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    Real e Bayern agli ottavi. Disastro United: il Copenaghen vince 4-3 in rimonta

    Arsenal senza problemi col Siviglia: qualificazione a un passo per Arteta. Successo anche per il Psv

    Salvatore Malfitano
    8 novembre 2023 (modifica il 9 novembre 2023 | 00:49) - MILANO
    Senza Bellingham il Real Madrid non vacilla e, anzi, conquista già la qualificazione agli ottavi di finale della Champions League, liberandosi del Braga che sbaglia un rigore in apertura di partita. A Copenaghen succede di tutto: il Manchester United va in vantaggio due volte, si ritrova un uomo in meno, si fa rimontare, pareggia e poi soccombe 4-3. Soffrendo ancora una volta, il Bayern Monaco esce nuovamente indenne contro il Galatasaray grazie all’assolo finale di Kane. Tutto facile per l’Arsenal col Siviglia, vince anche il Psv in casa col Lens.

    REAL MADRID-BRAGA 3-0
    L’inizio è da incubo per la squadra di Ancelotti, che concede un rigore in apertura di gara per un fallo di Vazquez; dal dischetto si presenta Djalo, che si fa parare la conclusione da Lunin. Brahim Diaz, chiamato a sostituire Bellingham, è tra i più attivi: al 12’ gli viene annullato un gol per il fallo precedente di Vinicius, al 27’ invece va a segno da pochi passi dopo l’iniziativa di Rodrygo a sinistra. Il secondo tempo si apre in modo analogo, con Vinicius che serve l’ex rossonero, ma stavolta Matheus si oppone bene. Il Braga regge poco perché al 58’ il brasiliano raccoglie la palla arretrata di Vazquez e fulmina il portiere con un preciso diagonale. Tre minuti più tardi Vinicius serve Rodrygo, che davanti alla porta opta per un delizioso tocco sotto per il tris. Lunin nega la gioia della rete ad Abel Ruiz a tempo scaduto con un ottimo riflesso.

    COPENAGHEN-MANCHESTER UNITED 4-3
    Primo tempo dai due volti per gli inglesi, che con Hojlund guadagnano un doppio vantaggio: l’ex Atalanta colpisce prima al 3’ sul servizio di McTominay soltanto da spingere in rete e altrettanto facile è il raddoppio al 28’ in tap-in dopo la conclusione di Garnacho. Il danese impegna Grabara poco dopo, poi inizia il blackout. Al 42’ Rashford entra col piede a martello sulla caviglia di Jelert e viene espulso, sugli sviluppi del calcio di punizione Fernandes sfiora l’autorete deviando di testa. Al 45’ accorcia Elyounoussi girando di prima il tocco dentro di Gonçalves, quindi nel lunghissimo recupero - concesso per un’invasione di campo e per prestare soccorsi in tribuna - è proprio quest’ultimo a pareggiare con un calcio di rigore concesso per il fallo di mani di Maguire. Lo United non si scoraggia, tiene bene il campo anche con l’uomo in meno e al 69’ riconquista il comando: mani di Lerager e dopo on-field review è accordato il penalty, trasformato da Bruno Fernandes. Ma è una partita infinita. L’ex Genoa si riscatta all’83’, battendo Onana da distanza ravvicinata sul secondo palo, e la rimonta è servita all’87’: errore in impostazione di Varane, la difesa allontana il cross dalla sinistra e Bardghji si coordina alla perfezione per il 4-3.

    BAYERN MONACO-GALATASARAY 2-1
    Gara aperta per larghi tratti a Monaco, con Kane e Sané che scaldano i guanti di Muslera nella fase iniziale dell’incontro. La risposta dei turchi è affidata a Icardi, con Neuer che è attento e si oppone. Ad inizio secondo tempo la grande chance per i tedeschi, con Kane che in spaccata sul secondo palo lo colpisce. Torreira segna, ma il Var annulla per fuorigioco di Icardi in avvio di azione (63’). Nel finale sale in cattedra il centravanti inglese e sigla la doppietta decisiva: all’80’ di testa sulla punizione di Kimmich, all’86’ appoggia a porta vuota il pallone offerto da Tel. Müller a tempo scaduto arriva a millimetri dal terzo gol, Bakambu invece lo trova con un preciso diagonale. Ma è troppo tardi.

    ARSENAL-SIVIGLIA 2-0
    I Gunners dominano e tengono schiacciato il Siviglia con le incursioni di Martinelli e Saka. Proprio l’inglese viene trovato splendidamente da Jorginho alla mezzora e serve alla perfezione Trossard che non sbaglia per sbloccare l’incontro. Ad inizio ripresa è Havertz a sfiorare la rete del 2-0 con un destro a giro che finisce a pochi centimetri dal palo. Al 64’ Saka aumenta il divario: Gudelj sale male e il giocatore vola in contropiede imbeccato da Martinelli, quindi fa secco Juanlu e deposita sul palo lontano.

    PSV-LENS 1-0
    Il Psv fa la voce grossa anche contro il Lens, portandosi subito avanti. Ci pensa De Jong, che al 13’ stacca perfettamente di testa sul cross da sinistra di Bakayoko. I francesi si fanno vedere con la punizione dalla distanza di Fulgini al 68’, che Benitez alza in angolo. A pochi minuti dal novantesimo, occasione per Lozano che in contropiede cerca il piazzato e non serve Bakayoko, facendo fare bella figura a Samba. Un errore che gli olandesi rischiano di pagare caro, perché dall’altro lato Guilavogui colpisce il palo (e si fa espellere per doppio giallo).
     
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    partitona del Milan l'altra sera.
    Spettacolare la coreografia in risposta a quelli del PSG
     
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    Entra Immobile e la Lazio mette un piede negli ottavi: è già qualificata se l'Atletico vince

    L'attaccante viene lasciato fuori da Sarri che lo inserisce nell'ultima mezzora: Ciro risponde firmando la doppietta che vorrebbe dire qualificazione se il Feyenoord perdesse in casa

    Lazio's Italian forward #17 Ciro Immobile celebrates after scoring the team's first goal during the UEFA Champions League Group E football match between Lazio and Celtic Glasgow at the Olympic stadium in Rome on November 28, 2023. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)
    Una doppietta di Ciro Immobile nel finale di una gara che sembrava senza svolta regala alla Lazio tre punti contro il Celtic che possono rivelarsi importanti in chiave qualificazione. Ma per avere un quadro più chiaro delle possibilità biancocelesti verso gli ottavi di Champions bisognerà attendere il risultato del Feyenoord impegnato in casa contro l’Atletico Madrid. Intanto, la squadra di Sarri con la firma nobile del suo capitano schierato dal 16’ del secondo tempo dopo esser partito dalla panchina per far posto a Castellanos, ha conquistato contro gli scozzesi un successo pesante davanti ai 50mila dell’Olimpico.

    A CACCIA DEL GOL—
    Sarri recupera Provedel, reduce da influenza. Rispetto alla gara di Salerno, a centrocampo riecco Luis Alberto (squalificato in campionato) e Rovella in regia. Novità in attacco con Castellanos e Isaksen, preferiti a Immobile e Pedro che partono dalla panchina. Stop per squalifica a Vecino. Infortunati Casale, Zaccagni e Romagnoli. Subito Isaksen al tiro con un’incursione personale: Hart controlla. Immediata la replica scozzese con Furuhashi: Provedel para a terra. Scozzesi in ansia su azione insistita della Lazio: Hart sventa una capocciata di Isaksen. Biancocelesti ancora pericolosi con un colpo di testa di Felipe Anderson (fuori). Alta una botta dalla distanza di Luis Alberto. Opportunità per il Celtic: Patric risolve su Furuhashi, davanti a Provedel. Lazio più lanciata all’attacco, ma Celtic sempre pronto a sfruttare le ripartenze. Dalla fascia destra Isaksen portà vivacità al gioco. Dopo la mezz’ora ritmo meno frenetico. Staffilata di Luis Alberto: parata. Scozzesi molto attenti in copertura ma anche continui in fase di possesso. Luis Alberto ci prova ancora: direttamente su calcio d’angolo, pallone sull’esterno della rete. Squadre all’intervallo sullo 0-0.

    UNO-DUE DI CIRO— Nella ripresa è il Celtic a portare il primo vero pericolo con un diagonale di Furuhashi di poco a lato. E gli scozzesi subito dopo hanno un’altra chance: Yang smista al centro invece di cercare direttamente la porta. La Lazio si rimpossessa della manovra senza tuttavia trovare sbocchi offensivi. Buonissima occasione per Isaksen: di un soffio fuori. Al 16’ Sarri fa entrare Pedro e Immobile al posto di Felipe Anderson e Castellanos. Anche Rodgers ritocca l’attacco: dentro M. Johnston per Forrest. Cresce la pressione laziale. Tenta il colpo anche Marusic dalla distanza. Nuova opzione offensiva per il Celtic con l’ingresso di Oh per sostituire Paulo Bernardo. Ed il nuovo entrato degli scozzesi si produce subito al tiro: parato. Al 34’ Sarri avvicenda Rovella con Cataldi. Calcia alto da buonissima posizione Luis Alberto in area. Al 37’ sblocca Immobile, che si fionda a due passi dalla porta su pallone deviato da Scales in un tentativo a rete di Isaksen. Il capitano fa esplodere la sua gioia sotto la Curva Nord. Ma non si ferma qui. E al 40’ raddoppia. Ancora innescato da Isaksen, Immobile si libera di Caarter-Vickers e infila di nuovo Hart. Intanto , Kamada ha rilevato Luis Alberto e tra gli scozzesi Yang cede il posto a Tumbull. La doppietta di Immobile non blocca il Celtic. O’Reily sfiora il gol con una capocciata. Al terzo minuto di recupero Meler concede un rigore agli scozzesi (spinta di Patric su Oh) ma poi ci ripensa passando dal Var. Finisce con 2-0 per la Lazio. Sempre più nel segno di Immobile anche in Champions.
     
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    Milan travolto 3-1 dal Dortmund: qualificazione appesa a un filo

    Giroud sbaglia un rigore in apertura, poi Reus trova il vantaggio dagli 11 metri. Pareggia Chukwueze ma nella ripresa arrivano i gol di Bynoe-Gittens e Adeyemi

    Marco Pasotto
    Giornalista
    28 novembre 2023 - MILANO
    Non è stato di ispirazione Sinner, e non lo è stato nemmeno Ibrahimovic, cuori rossoneri doc che hanno cercato di spingere un Milan caduto malamente nella partita che, secondo i piani, avrebbe dovuto lanciarlo verso Newcastle per compiere il cammino verso gli ottavi.
    Sì, certo, c’è ancora l’aritmetica a cui aggrapparsi perché il Psg non ha vinto, ma ora il coefficiente di difficoltà schizza a fondo scala: il Diavolo, ultimo, oltre ad avere obbligo di vittoria in Inghilterra, deve anche sperare che il Borussia, da stasera già qualificato, vinca col Psg. Altre opzioni non sono ammesse. Insomma, la salita si fa decisamente ripida e il Milan, per quanto in una versione più apprezzabile rispetto alla Fiorentina, non si è minimamente avvicinato a quella vista col Psg. Era il faro guida indicato da Pioli in vigilia, ma la luce è rimasta sempre troppo fioca. E quando si è accesa, si è poi spenta troppo presto sotto gli occhi di Cardinale che ha visto ben poco di quel Milan europeo cercato e desiderato, ma quanto meno ha potuto portare avanti i colloqui con Ibra. Anche stavolta arrivano puntuali le dolenti note dall’infermeria: Thiaw fuori nella ripresa per un guaio muscolare che potrebbe essere piuttosto importante: in rosa oltre a Tomori in questo momento non ci sono altri centrali di ruolo. Diluvia sul bagnato. A fine gara la curva comunque conforta la squadra: “Siamo sempre con voi” e “Noi ci crediamo”. Non è poco, di questi tempi.

    LE SCELTE— Pioli ha dovuto provare a cavarsela senza il suo bene di maggior lusso, Leao (ebbene sì, mister Terzic, Rafa in tribuna: il Milan sul portoghese non stava facendo pretattica di basso rango), ma ha ritrovato il ministro per gli affari europei Giroud, fresco di medaglia celebrativa per i 100 gettoni in rossonero. Accanto al francese, corsie esterne come sabato scorso: Chukwueze a destra, Pulisic a sinistra. Ma la grande novità è stata in mediana: di fianco a Reijnders (ri)ecco Adli, ultima da titolare oltre un mese fa e prima volta dall’inizio in una partita di coppa europea. Terzic davanti si è affidato ovviamente a Fullkrug, con Malen, Reus e la stellina Bynoe-Gittens. In mediana spazio a Sabitzer. I primi cinque minuti sono stati l’emblema di tutto il girone rossonero: il festival dello spreco. Un match che il Diavolo avrebbe potuto indirizzare pesantemente già all’alba, con due occasioni grandi così. Il primo rimpianto è su un cross rasoterra di Calabria, di quelli che chiedono soltanto una deviazione anche piccola, impercettibile. Basta un soffio, ma occorre arrivare col tempo giusto e Giroud ha letto lo sviluppo con mezzo secondo di ritardo. Il secondo rimpianto è il massimo nella scala delle disillusioni: Giroud – che serataccia – dal dischetto si è fatto ipnotizzare da Kobel. Calciando peraltro un sinistro morbido come un soufflé.

    MINIMO SFORZO— Tutto questo nei primi cinque minuti. E siccome il calcio è perfido, quattro giri di lancetta più tardi le parti si sono ribaltate. Bynoe-Gittens è sgusciato via a Calabria, che l’ha steso. Altro rigore, e stavolta Reus ha fatto centro. Secchio d’acqua gelida su un Milan che, al netto degli errori, aveva approcciato con lo spirito e l’intensità giusti. Adeguati al tipo e all’importanza del match. Borussia avanti col minimo sforzo, anche perché i tedeschi non si sono mai davvero affannati – c’è una logica, vista la classifica più che confortevole - nel cercare di mettere alle corde il Diavolo, limitandosi per lo più a pungere in ripartenza. Il problema è che, quando succedeva, erano problemi molto seri. Spartito unico, peraltro: martellamento sempre e solo a sinistra, con Bynoe-Gittens e, in alternativa, Malen, che puntavano il povero Calabria, palesemente di un altro passo. Il resto viaggiava invece fra i piedi rossoneri, con Adli che ha cucito bene fra i reparti e un Milan abile a presentarsi a turno nell’ultimo quarto di campo sempre con giocatori differenti. Pulisic, Reijnders e Loftus-Cheek si sono alternati al limite dell’area tedesca, ma la menzione d’onore è andata a Chukwueze. Che, come aveva anticipato Pioli, ha agito spesso più dentro al campo e non solo da esterno puro. Un altro Samuel rispetto agli imbarazzi delle prove precedenti. Il rigore per esempio è stato merito suo ma, in generale, è stato lucido nelle scelte e svelto di gamba, come ha dimostrato sul gol (37’), fuggendo via tra Bensebaini e Bynoe-Gittens e infilando Kobel sul palo lontano. Un gol bellissimo, che ha tolto mesi di polvere e punti interrogativi. Il problema è che il nigeriano ha esaurito il carburante dopo un tempo.

    TRIBUTO— Il Milan ha ripreso colorito e coraggio, e ha iniziato la ripresa cercando il vantaggio. Dopo quattro minuti i gialli devono ringraziare la schiena di Ryerson sulla sforbiciata di Pulisic: un salvataggio che vale un gol. Le cose hanno iniziato a complicarsi parecchio quando l’infermeria ha reclamato, anche stavolta, il suo tributo. Vittima pesantissima: Thiaw, ovvero uno dei due soli centrali disponibili. E così accanto a Tomori Pioli è stato costretto a metterci Krunic. Parlare di adattamento è eufemistico. Cinque minuti dopo i tedeschi sono passati di nuovo. Azione in orizzontale passata dai piedi di Fullkrug e Sabitzer per Bynoe-Gittens, che ha concluso di prima nell’angolino. Match andato definitivamente in archivio a una ventina di minuti dalla fine con il destro vincente di Adeyemi e un Milan scopertissimo. Su San Siro a quel punto è calata la rassegnazione, e non solo fra i tifosi. Il Diavolo si è spento come una batteria esausta, nel finale Jovic ha preso un palo di testa, Fullkrug la traversa, ma la partita in realtà era già terminata prima.
     
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    Napoli, che peccato! Per 84' ci crede, poi cede al Real. Ora si gioca la qualificazione col Braga

    Sul 2-2 fino a pochi minuti dalla fine, gli uomini di Mazzarri si fanno affossare da Nico Paz (Meret incerto) e Joselu: per andare agli ottavi gli uomini di Mazzarri possono anche perdere con un gol di scarto nell'ultimo turno il 12 dicembre al Maradona


    dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci
    29 novembre 2023 - MADRID
    Stava per finire 3-2 come all’andata, ma al 94’ dopo essersi divorato addirittura 4 gol Joselu ha battuto Meret per il 4-2 finale. Punizione eccessiva per un Napoli che è rimasto sul pareggio fino all’84’, quando un ragazzino, Nico Paz, ha scritto la prima pagina di quella che può essere una brillante carriera. Dopo la vittoria di Bergamo Mazzarri incappa nella prima sconfitta ma questa è un’altra storia: il Madrid ha vinto 5 partite su 5 e ha passato la fase a gironi 32 volte su 32. Il Napoli non è ancora qualificato: se la giocherà al Maradona col Braga nell'ultimo turno il 12 dicembre, e potrà permettersi anche di perdere con un gol di scarto.

    LE SCELTE—
    Ancelotti con 8 indisponibili, Courtois, Kepa, Militao, Vinicius, Modric, Tchouameni, Camavinga e Arda Guler, e allora spazio a Ceballos (prima dall’inizio) e Brahim Diaz (la quarta per lui dal primo minuto, ma 3 sono arrivate a novembre, segno di crescita nella considerazione di Ancelotti), con Kroos a fare da pivote. Nel Napoli torna Meret, assente dall’8 novembre, Juan Jesus a sinistra in difesa, Simeone titolare: per il ‘cholito’ aria di derby. Osimhen in panchina.

    OTTANTA SECONDI— Tanto è passato tra il gol di Simeone e il pareggio di Rodrygo. Giovanni ha emulato papà Diego, in gol al Bernabeu nel 1994 con la maglia dell’Atletico, segnando al 9’ con un tap-in ravvicinato su cross perfetto di Di Lorenzo. Per Simeone 5 reti in 12 partite di Champions. A strozzare l’euforia del Napoli ci hanno pensato Brahim e Rodrygo: per l’ex milanista ‘ruleta’ su Zambo Anguissa, conduzione e scarico sul compagno, che da sinistra ha fulminato Meret con un tiro a giro sul palo lontano. Rodrygo è in stato di grazia: ha fatto 6 reti nelle ultime 4 uscite.

    SEMPRE LUI— E cosa dire di Bellingham? L’inglese è inarrestabile. Quando il Madrid difende si piazza sulla sinistra dei 4 di centrocampo, quando il Madrid attacca ha totale libertà di manovra. E infatti al 22’ si presenta puntuale sulla destra dell’area per piantare in asso Natan e incornare con potenza e precisione un gran cross di Alaba per il vantaggio del Madrid. Jude arriva così a 4 reti in 4 in Champions, cosa mai vista al debutto per un giocatore del Madrid, e a 15 reti nelle prime 16 presenze in maglia blanca. Lo scorso anno col Borussia Dortmund ne fece 14 in tutto.

    ECCO OSI— La prima frazione è proseguita tra belle giocate dei madridisti, una leggera ripresa del Napoli, uno spavento per Bellingham, distorsione della caviglia sinistra tradito da una zolla, e un gran recupero di Rudiger su Simeone, molto attivo e sempre positivo. E sostituito nell’intervallo da Osimhen.

    RE LEONE— La ribalta però la prende un altro africano del Napoli, Zambo Anguissa, che prima dello scadere del secondo minuto della ripresa colpisce due volte: cross ribattuto, destro potente che annichilisce Lunin per il pareggio. Primo gol stagionale, e prima rete sei mesi dopo quella all’Inter di maggio.

    SUPER MERET— Il Madrid per un po’ non ha mostrato eccessivo interesse ma la partita è rimasta viva e Meret è stato miracoloso prima su una testata di Rudiger che si è disperato, e quindi su una conclusione di Bellingham con il pessimo Joselu, entrato per lo spento Ceballos, che ha completato il suo nefasto hat-trick di errori, aperto con una ginocchiata da 4 metri su invito perfetto di Mendy.

    IL RAGAZZINO— Purtroppo però il portiere del Napoli ha rovinato la sua prestazione facendosi sorprendere da un tiro da casa sua di Nico Paz, inserito da Ancelotti per il positivo Brahim Diaz. Il 19enne si muove tra la Serie C col Castilla di Raul e la Liga e la Champions col Madrid e dopo aver fatto ballare Cajuste ha sparato un gran sinistro per il 3-2. E nel recupero, dopo il suo quarto errore, è arrivata anche la parziale redenzione di Joselu che servito dal solito immenso Bellingham ha segnato il 4-2 scusandosi poi con i tifosi. L’hanno perdonato, però quando il gioco si farà duro il Madrid avrà bisogno di un centravanti vero. Il Napoli ha altri pensieri: Inter, Juventus e Braga. Mazzarri si gioca tutto in due settimane.
     
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    Joao Mario ne fa 3, poi l'Inter si sveglia e rischia di vincere. Ma per il 1° posto ora servono i tre punti

    Il Benfica nel primo tempo strapazza la squadra di Inzaghi con la tripletta dell'ex. Nella ripresa in gol Arnautovic, Frattesi e Sanchez su rigore. Decisiva la sfida alla Real Sociedad

    Dal nostro inviato Andrea Ramazzotti
    29 novembre 2023 - LISBONA (PORTOGALLO)
    Viaggio all'inferno e ritorno. L'Inter si fa prendere a schiaffi dal Benfica in un primo tempo mortificante, chiuso sotto 3-0 complice la tripletta dell'ex Joao Mario, ma ha la forza di reagire in una ripresa epica nella quale pareggia grazie alle reti di Arnautovic, Frattesi e Sanchez su rigore. Partita clamorosa e dai due volti: il turnover eccessivo prima fa fare una brutta figura a Inzaghi perché la squadra ha un atteggiamento sbagliato e non trova i giusti punti di riferimento, ma nella seconda frazione sono le riserve nerazzurre a reagire con orgoglio e a portarsi sul 3-2. Il rigore del Nino Maravilla, procurato da Thuram, fissa il punteggio sul 3-3. Il 12 dicembre a San Siro contro la Real Sociedad per centrare il primo posto servirà comunque una vittoria, ma almeno la brutta figura che stava maturando nei 45' iniziali al Da Luz è cancellata nel resto della partita.

    TITOLARI E TURNOVER—
    Schmidt si presenta con la stessa squadra che ha vinto domenica il derby contro lo Sporting, eccezion fatta per Tengstedt al posto di Musa. Inzaghi risponde varando un maxi turnover e, in vista della trasferta di Napoli, cambia otto uomini dopo il derby d'Italia a Torino: gli unici confermati sono Darmian, De Vrij e Acerbi. Esordio assoluto in nerazzurro per il portiere Audero, ma anche Klaassen è alla prima da titolare in Champions. In avanti il recuperato Sanchez e Arnautovic. Il Da Luz non è tutto esaurito, ma prima del fischio d'inizio si fa sentire. L'Inter prova a palleggiare, ma fatica a tenere il pallone con gli attaccanti e allora i portoghesi sono sempre nella metà campo nerazzurra.

    TRIS JOAO MARIO— Dopo 4 minuti le Aquile sono già avanti, con l'ex Joao Mario servito da una sponda di Tengstedt: il guardalinee alza la bandierina segnalando un fuorigioco, ma il Var convalida perché De Vrij tiene in gioco il centravanti avversario e per Inzaghi la partita è subito in salita. Asllani con un tiro da fuori prova a suonare la carica (Trubin blocca facilmente), ma è solo un lampo perché i padroni di casa comandano e vanno vicino al raddoppio con Tengstedt, fermato da Audero. Il raddoppio è un regalo di Asllani che prova un dribbling al limite della propria area e perde palla: Tengstedt recupera e crossa per Joao Mario che firma la doppietta approfittando del mancato rinvio di Bisseck. Per l'Inter è notte fonda: con tanti elementi che non hanno mai giocato insieme, la squadra non ha le giuste distanze, Klaassen è spaesato, Asllani è quello dello scorso anno, mentre in avanti Sanchez e Arnautovic fanno rimpiangere la ThuLa. Anche perché l'austriaco al 26' si divora il gol su bella imbucata di Frattesi. Implacabile è invece Joao Mario che cala il tris (e si porta a casa il pallone) dopo un altro cross di Tengstedt che né Bisseck né Audero riescono a disinnescare. Il Benfica è corto, sa ripartire e far male, mentre l'Inter aspetta la fine della prima frazione come un pugile in apnea attende il gong di fine round. Carlos Augusto con il destro si divora il 3-1 e dopo 4 minuti di recupero, Inzaghi guadagna gli spogliatoi scuro in volto come i suoi uomini. Una vera e propria figuraccia.

    ALTRA INTER— La ripresa inizia con i nerazzurri più vogliosi, forse perché non hanno più niente da perdere o forse perché Inzaghi negli spogliatoi striglia il gruppo con urla sonore. Trubin deve parare due volte nell'arco di 5 minuti, prima su Carlos Augusto e poi sulla punizione di Sanchez, ma non può far niente, al 6', su Arnautovic, alla prima rete interista. Sull'angolo di Sanchez, Bisseck "spizza" di testa e l'austriaco trafigge l'ucraino che aveva provato a salvare: ci vuole però il Var per convalidare il 3-1 perché il guardalinee sbaglia come nel primo tempo tirando su la bandierina. Passano altri 7 minuti e arriva il 3-2 su cross di Acerbi e sinistro al volo a centro area di Frattesi. Bel gol e match completamente riaperto. Il Benfica, impaurito, risponde con un tiro di Di Maria parato da Audero, poi un bell'intervento di Bisseck viene murato da Tengstedt. Inzaghi a metà della seconda frazione toglie Darmian, Klaassen e Arnautovic per inserire Cuadrado, Barella e Thuram. La prima giocata del francese è decisiva perché, su una ripartenza successiva a un contatto Sanchez-Joao Neves al limite dell'area nerazzurra, Otamendi gli pesta il piede e l'arbitro indica il dischetto. Dopo un controllo del Var e tante proteste, Sanchez dagli undici metri fa 3-3. Clamoroso al Da Luz: da 3-0 a 3-3. Entrano anche Dimarco al posto di De Vrij e Lautaro per Sanchez, ma anche Schmidt ci prova con le forze fresche di Kokcu e Musa. Una paratona di Audero su Di Maria conserva il 3-3, con il Da Luz che spinge forte e i padroni di casa che non hanno più niente da perdere, soprattutto quando rimangono in dieci per il rosso, "consigliato" dal Var, ad Antonio Silva (entrata a forbice su Barella). Il Benfica ci prova ancora, ma al 95' è il palo a dire di no al tiro di Barella, servito da Dimarco: con il 4-3 l'Inter sarebbe andata da sola in testa al girone. Dopo 9' di recupero l'arbitro fischia la fine ed è 3-3. Non certo una gara banale...
     
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    No, Onana: che combini? Due papere costano caro allo United. Il Galatasaray rimonta 3-3

    La squadra di Ten Hag a Istanbul va avanti prima 2-0, poi 3-1, ma i clamorosi errori del portiere su due punizioni di Ziyech sciupano tutto

    Salvatore Malfitano
    29 novembre 2023 (modifica il 30 novembre 2023 | 08:50) - MILANO
    È ancora tutto aperto, ma la rincorsa al secondo posto del Manchester United rallenta vertiginosamente per colpa di André Onana. Difficile descrivere diversamente il pareggio rimediato a Istanbul col Galatasaray. L’ex portiere dell’Inter è ancora protagonista in negativo in questa Champions League molto turbolenta, ma non compromessa, per i Red Devils. Le prime due reti dei turchi arrivano allo stesso modo: calci piazzati di Ziyech indirizzati verso la porta da posizione defilata sulla destra, traiettorie tutt’altro che irresistibili e che invece finiscono dentro perché gli interventi sono davvero approssimativi, specialmente il secondo. Sul terzo gol, firmato da Akturkoglu per il 3-3 finale, non è ben posizionato e lascia scoperto il primo palo.


    LA PARTITA—
    Lo United la indirizza subito. Bruno Fernandes triangola con Hojlund e serve Garnacho, che scarica un destro imparabile sotto la traversa: all’11’ gli ospiti sono in vantaggio. Torreira va vicino al pari di testa, Onana è attento sul proprio palo e la difesa poi risolve la mischia che si genera dalla sua respinta. Il capitano degli inglesi si mette in proprio al 18’, quando avanza palla al piede e poi lascia partire una conclusione all’incrocio su cui Muslera può poco o nulla, per il raddoppio. Alla mezzora il Galatasaray accorcia: Ziyech battezza il primo palo su punizione, Onana è preso in controtempo ma il tiro non è particolarmente angolato, anzi.

    LA RIPRESA— La squadra di Ten Hag s’illude di aver messo la partita al sicuro al 55’: Wan-Bissaka scappa a destra e trova in mezzo McTominay, che taglia alla perfezione e in scivolata brucia Muslera. Ziyech però sa di poter impensierire l’estremo difensore avversario sui calci da fermo. Da un punto ancor più proibitivo, mira verso il centro della porta. Nulla di che, ma Onana va giù in modo goffo e in pratica si butta il pallone dentro da solo al 62’. Il Manchester United accusa il colpo e presta il fianco alla rimonta turca. L’algerino stavolta inventa uno splendido filtrante per Akturkoglu, che con un controllo all’altezza del passaggio si prepara ad un tiro secco sul primo palo: Onana ha meno responsabilità, forse un piazzamento migliore avrebbe limitato i danni (71’). A pochi minuti dal termine Bruno Fernandes sfiora la prodezza, il suo tiro dalla distanza però tocca il palo e si spegne sul fondo. Pellistri ha la chance di regalare i tre punti ai Red Devils, a due metri da Muslera invece lo grazia calciandogli addosso.
     
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    Remuntada per Barça e City primi nei gironi. Lo Shakhtar resta in corsa

    Per il Psg pari sofferto col Newcastle. Lo Shakhtar resta in corsa per gli ottavi; sarà "spareggio" con il Porto

    Francesco Calvi
    28 novembre 2023 - MILANO
    Dopo l’Inter, è il turno della Lazio: la squadra di Sarri vola agli ottavi di finale (qui tutte le qualificate). Oltre alla doppietta di Immobile nel match delle ore 18.45 contro il Celtic, per i biancocelesti è decisivo il successo dell’Atletico Madrid, che vince a Rotterdam e condanna il Feyenoord al terzo posto nel girone. Nelle gare delle ore 21 si scatenano il Barça e il Manchester City: le squadre di Xavi e Guardiola vanno rispettivamente in svantaggio contro Porto e Lipsia, ma poi centrano la remuntada (2-1 per i catalani, 3-2 per gli inglesi) e si aggiudicano il primo posto nei gruppi G e H. Nello stesso girone del Milan, il Psg soffre contro il Newcastle, avanti fino al 95’, però poi riacciuffato da un rigore di Mbappé. Ok lo Young Boys, che batte 2-0 la Stella Rossa e conquista il terzo posto che vale l’Europa League. Lo Shakhtar, infine, supera l’Anversa (1-0) e resta in corsa per la qualificazione: tra due settimane è in programma lo "spareggio" contro il Porto.

    PSG-NEWCASTLE 1-1
    Il sogno del Newcastle dura poco più di un’ora. I miracoli di Pope, però, non bastano a fermare il Psg, che spreca tante occasioni ma alla fine pareggia con Mbappé. Nella gara del gruppo F, lo stesso del Milan, sconfitto in casa dal Borussia Dortmund, Luis Enrique schiera il tridente con Dembelé, Kolo Muani e Mbappé. Howe risponde lanciando il classe 2006 Miley, titolare a centrocampo. In avvio danno spettacolo le stelle francesi: Dembelé fa ammattire Livramento e lo salta in un paio di occasioni, in mezzo c’è Mbappé, che prima spara alto e poi si fa ipnotizzare da Pope. A sorpresa, però, il primo gol lo segna il Newcastle: su un tiro dalla distanza di Almiron, Donnarumma non è impeccabile e respinge il pallone dalle parti di Isak, che ribatte prontamente in rete. Prima dell’intervallo, lo svedese ha la chance per raddoppiare, ma Skriniar è bravo a chiuderlo, vincendo il duello a campo aperto. Pope continua a esaltarsi e nella seconda frazione nega il pareggio a Dembelé; Luis Enrique mischia le carte e sposta Mbappé al centro dell’attacco. I parigini premono sull’acceleratore, però continuano a sbagliare con Dembelé e Mbappé, poi pareggiano grazie a un rigore concesso in extremis. Al 95’ Livramento commette un fallo di mano in area di rigore, Mbappé si presenta sul dischetto e non sbaglia. il gol del 24enne vale il secondo posto in classifica, a -3 dal Dortmund, capolista con 10 punti (qui tutte le combinazioni per accedere agli ottavi).

    FEYENOORD-ATLETICO MADRID 1-3— La Lazio vola agli ottavi di finale grazie a tre gol inaspettati: nello stesso girone dei biancocelesti, il Feyenoord perde contro l’Atletico (primo con 11 punti, a +1 sulla squadra di Sarri) per colpa di due autogol, intervallati da un’insolita volée di Hermoso, che di mestiere fa il difensore centrale. Nel match di Rotterdam, il Feyenoord parte meglio e, all’8’, si divora con Minteh il gol dell’1-0. A trascinare la squadra di Simeone è, come sempre, Griezmann, che prima mette Morata davanti al portiere (ottimo il suo intervento a chiudere) e poi dà il via all’azione dell’1-0. Sugli sviluppi di un suo calcio d’angolo, la palla arriva sul petto di Geertruida, che devia goffamente alle spalle di Bijlow. Al 57’ Hermoso raddoppia con un golazo: su imbucata di Barrios, il difensore calcia al volo e sorprende il portiere con un pallonetto sul secondo palo. Al 77’ Wieffer segna di testa e accorcia le distanze, ma dopo quattro minuti i Colchoneros chiudono la pratica con un’altra autorete: Molina crossa da calcio piazzato, Gimenez anticipa un avversario e… incrocia di testa all’angolino.
    Gruppo E
    Squadre Punti
    Atletico Madrid* 11
    Lazio* 10
    Feyenoord 6
    Celtic 1

    BARCELLONA-PORTO 2-1— Il Barcellona batte il Porto grazie ai gol… dei portoghesi. Tra i catalani torna titolare De Jong, mentre in avanti c’è Lewandowski con Felix e Raphinha. Proprio il brasiliano è una spina nel fianco per Pepe&Co: da una parte con lui, dall’altra con Cancelo, il Barça crea superiorità numerica e costruisce numerose occasioni. Nonostante i continui attacchi dei padroni di casa, il Porto prima si illude con Taremi (gol annullato da Orsato per offside) e poi si porta avanti con Pepê, che al 30’ ribatte in rete con prontezza un tiro inizialmente respinto da Ter Stegen. Il vantaggio dura pochissimo, perché la formazione di Xavi si scatena con i suoi… portoghesi: al 32’ Cancelo salta Joao Mario e pareggia con un tiro a giro sul secondo palo. Nel secondo tempo l’ex terzino dell’Inter è ancora decisivo, con un cross rasoterra per Joao Felix che, al 57’, sigla il ribaltone. Nel finale Raphinha sfiora il tris con una sforbiciata da applausi, ma Diego Costa gli nega il gol del 3-1: poco male, perché il Barça vince comunque e si aggiudica il primo posto in classifica.

    SHAKHTAR DONETSK-ANVERSA 1-0— Grazie alla vittoria di Amburgo contro i belgi, lo Shakhtar Donetsk resta in corsa per la qualificazione agli ottavi di finale. Nel gruppo H, lo stesso del Barcellona, gli ucraini sono a quota 9 punti, proprio come il Porto: tra due settimane è in programma lo scontro diretto in casa dei portoghesi. La sfida con l’Anversa è meno complicata del previsto, anche perché lo Shakhtar passa in vantaggio dopo appena 12’. Su un calcio di punizione di Zubkov, Matviyenko salta più in alto di tutti e sigla l’1-0. Balikwisha ha l’opportunità di pareggiare, ma le occasioni più ghiotte capitano sempre agli arancioneri, con Azarov – fermato per due volte dal portiere Butez – e Stepanenko, che colpisce la traversa. Nel finale è decisivo l’intervento del portiere Riznyk, che vale come un gol: la sua parata su Alderwireld in pieno recupero permette allo Shakhtar di portare a casa tre punti preziosi.
    Gruppo H
    Squadre Punti
    Barcellona 12
    Porto 9
    Shakhtar 9
    Anversa 0

    MANCHESTER CITY-LIPSIA 3-2— Luis Openda spaventa il City, che si sveglia nel secondo tempo e alla fine porta tre punti a casa. Nel match dell’Etihad Stadium, il centravanti belga, cercato dal Milan in estate, approfitta dei buchi nella difesa di Guardiola e segna due gol in mezzora. Lo 0-1 arriva al 13’, alla prima occasione per i tedeschi. Lanciato in profondità direttamente dal suo portiere, il 23enne lascia sul posto Akanji e, a tu per tu con Ortega, incrocia all’angolino. Ruben Dias sciupa di testa la chance dell’1-1 e, al 33’, la storia si ripete. Lancio in verticale di Xavi Simons, Openda vince il duello con Dias, dribbla Gvardiol e segna di nuovo. Guardiola osserva contrariato e, all’intervallo, effettua tre cambi: dentro Aké, Alvarez e Doku. La mossa è azzeccata, perché al 54’ il solito Haaland si ritrova a tu per tu con Blaswich e non sbaglia. Al 70’ Foden riceve palla al limite, entra in area e pareggia, realizzando la rete che regala agli inglesi l’aritmetico primo posto in classifica. Il Lipsia sogna con il neo-entrato Carvalho, che al 75’ sigla il 2-3 ma poi scopre di essere partito in posizione di offside. Va decisamente meglio ad Alvarez, determinante come l’altro subentrato Doku: all’87’ l’argentino segna da posizione ravvicinata e completa la remuntada dei suoi.


    YOUNG BOYS-STELLA ROSSA 2-0— La sfida di Berna rappresenta un vero e proprio spareggio per aggiudicarsi un biglietto per l’Europa League. Con City e Lipsia aritmeticamente qualificate, Young Boys e Stella Rossa – entrambe con un punto collezionato in 4 uscite – si contendono il terzo posto in classifica. Nonostante l’ottima partenza dei serbi – gol sfiorato in avvio da Ndiaye, fermato da Racioppi -, lo Young Boys al 30’ ha già messo la gara in discesa. All’8’ Benito tira in porta sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Nedeljkovic devia a due passi dalla linea e beffa il suo stesso portiere. Alla mezzora Blum raddoppia con una conclusione a giro sul secondo palo e, da lì in poi, lo Young Boys abbassa il ritmo e si impegna a gestire il vantaggio. La Stella Rossa insegue il ribaltone, si lancia all’attacco ma non riesce a segnare: la serata è sfortunata, come dimostra il palo colpito da Hwang con un gran tiro al 57’. La musica non cambia fino al 90’ e, alla fine, la Stella Rossa si ritrova condannata all’ultimo posto nel gruppo G.
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Arsenal e Psv agli ottavi. Il girone dello United si deciderà all'ultima giornata

    La squadra di Arteta strapazza il Lens, agevolando la qualificazione anche degli olandesi. Il Copenaghen fa 0-0 col Bayern e si giocherà la qualificazione con Manchester United e Galatasaray tra due settimane

    Salvatore Malfitano
    29 novembre 2023 (modifica il 30 novembre 2023 | 00:51) - MILANO
    Le italiane devono attendere per i verdetti che avrebbero voluto avere già oggi. La Real Sociedad pareggia col Salisburgo, quindi l’Inter si giocherà il primato del girone nello scontro diretto dell’ultima giornata. Il Braga, nonostante l’inferiorità numerica, regge con l’Union Berlino dopo essere andato in svantaggio e il Napoli dovrà aspettare anche in questo caso la sfida con i portoghesi al Maradona per avere la sicurezza di avanzare agli ottavi. Il Bayern, già certo della qualificazione e della vetta del girone, non va oltre lo 0-0 in casa col Copenaghen; l’Arsenal invece rifila un parziale tennistico al Lens, vendicandosi dell’andata. I Gunners e il Psv, autore di un clamoroso successo in rimonta a Siviglia e con gli scontri diretti a favore sui francesi, si qualificano in quest’ordine.

    BAYERN MONACO-COPENAGHEN 0-0— Non è scoppiettante, il Bayern Monaco, a dispetto di quanto dicano le gerarchie nel girone. Tel al 15’ ha una buona opportunità, ma spara altissimo da pochi metri. I danesi capiscono che l’inerzia può essere favorevole, Bardghji prova a fare un’altra vittima illustre dopo lo United, la sua conclusione a giro però sfiora il palo e si spegne sul fondo. Stesso destino anche per il tiro di Gonçalves con cui si apre il secondo tempo, a conferma della prestazione di sostanza del Copenaghen. Kane e Sané scaldano i guanti di Grabara dalla distanza, il portiere sventa entrambi i pericoli.

    Classifica: Bayern Monaco 13*, Copenaghen 5, Galatasaray 5, Manchester United 4


    Gruppo B

    ARSENAL-LENS 6-0
    — Festa grande per i Gunners, che annientano i rivali. Al 13’ apre le danze Havertz, approfittando di una difesa molto ferma del Lens sulla sponda di Jesus. Il brasiliano si iscrive ai marcatori otto minuti più tardi, raccogliendo un rimpallo favorevole per lasciar partire un diagonale preciso. Al 24’ è il turno di Saka, che ribadisce in rete la respinta di Samba su Martinelli, che si rifà al 27’ con un bel tiro a giro per il poker dei londinesi. Medina dà un segno di vita per i francesi, colpendo il palo dalla distanza, ma nel recupero del primo tempo Odegaard con un’elegante volée porta a cinque le reti per la formazione di Arteta. Nel finale, Jorginho spezza la maledizione dei rigori spiazzando il portiere dagli undici metri.

    SIVIGLIA-PSV 2-3— A Siviglia la sblocca Sergio Ramos al 24’ deviando con successo una punizione sotto porta. Sow si vede annullare un gol, En-Nesyri pochi istanti dopo colpisce la traversa di testa. La risposta degli olandesi è affidata a Lozano, che prova a sorprendere Dmitrovic da fuori area e nel calciare si procura un infortunio muscolare. La ripresa si apre con il raddoppio del Siviglia, stavolta En-Nesyri ha più fortuna: Acuña lo lancia con i tempi giusti in profondità, l’attaccante è bravo a superare Benitez con un delizioso pallonetto (47’). La svolta della gara si verifica al 66’, quando Ocampos rimedia il secondo cartellino giallo in pochi minuti e lascia i suoi in dieci. Due minuti più tardi il Psv accorcia con la pregevole girata al volo di Saibari a centro area, quindi pareggia all’82’: Gudelj tocca nella propria porta il colpo di testa di Vertessen. La disfatta è servita nel recupero, Vertessen è ancora coinvolto: il suo sinistro disegna un cross perfetto per Pepi, che di testa fulmina Dmitrovic per la rimonta.

    Classifica: Arsenal 12*, Psv 8*, Lens 5, Siviglia 2

    Gruppo C

    BRAGA-UNION BERLINO 1-1
    — Dopo una prima mezzora tranquilla, la gara si anima improvvisamente. Djalò non inquadra la porta di testa per pochi centimetri (28’), poi il Braga resta in dieci alla mezzora per un brutto pestone sulla caviglia di Niakaté su Behrens; il rosso arriva dopo la on-field review che corregge l’iniziale ammonizione. L’Union Berlino prende campo e coraggio, al 42’ si porta avanti con Gosens, ispirato bene da Roussillon: bravo l’ex Atalanta a incrociare da pochi metri. Nel finale di primo tempo Djalò e Zalazar vedono i rispettivi tentativi respinti dalla difesa a porta sguarnita, ma ad inizio ripresa l’attaccante pareggia: scappa in contropiede e con un gran destro fa secco Ronnow. Al 60’ Ricardo Horta avrebbe anche la possibilità di ribaltare la situazione, ma il suo piazzato è fuori bersaglio. Bonucci, diffidato, è stato ammonito e salterà l’ultima gara col Real Madrid.

    Classifica: Real Madrid 15*, Napoli 7, Braga 4, Union Berlino 2

    Gruppo D

    REAL SOCIEDAD-SALISBURGO 0-0— I baschi fanno la partita, senza però creare moltissimo. Al quarto d’ora la prima chance è del Salisburgo: Ratko mette Dorgeles davanti a Remiro, il tocco sotto tocca il palo e termina a lato. Al 60’ Mendez non va lontano dal quarto gol in Champions con un sinistro a rientrare da fuori area, su cui Schlager si oppone bene in angolo. Il portiere copre bene anche sul tiro al volo di Zakharyan poco più tardi e soprattutto sulla punizione di Kubo diretta all’incrocio nel recupero, mantenendo la parità.
     
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