Champions League 2023-24

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Disastro Barça: segna, resta in 10, regala un rigore e ne prende 4. Il Psg vola in semifinale

    Dopo il 3-2 dell'andata a suo favore, Barça avanti con Raphinha al 12' ma in 10 dal 30' per il rosso diretto ad Araujo. Pari di Dembélé al 40'. Nella ripresa a segno Vitinha e doppietta di Mbappé
    Alessando Grandesso
    16 aprile 2024 - MILANO
    Stavolta, la “remontada” è tutta parigina. Ma sempre a firma di Luis Enrique che nel 2017 da tecnico del Barcellona ribaltò il Psg dal 4-0 del Parco dei Principi al 6-1 del Camp Nou. E che stasera ha concesso il bis, su terreni invertiti, al timone del club parigino, ai danni del suo Barça di cui rivendica l'eredità calcistica. Il club dell'emiro aveva perso in casa per 3-2, ma approda in semifinale grazie al 4-1 al Montjuic, con un uomo in più dal 30' e annullando il vantaggio di Raphinha con la rimonta nella rimonta e i gol dell'ex Dembélé, Vitinha e doppietta di Mbappé. In semifinale, li attende il Borussia Dortmund.

    ASSETTI—
    Rispetto all'andata, Xavi punta subito su Pedri in mezzo, al posto dello squalificato Sergi Roberto, e conferma il resto della formazione, con Yamal a destra del tridente completato da Lewandowski e Raphinha, autore di una doppietta al Parco dei Principi, dove Gundogan e de Jong erano come stasera titolari davanti alla stessa difesa (Cancelo, Cubarsi, Araujo, Koundé) di Ter Stegen. Luis Enrique risponde senza strane sperimentazioni, come a Parigi, e cala l'undici ideale, con Donnarumma in cerca di riscatto tra i pali, il rientrante Hakimi dalla squalifica a destra della retroguardia di Marquinhos, Hernandez e Mendez. Dal 1' anche Zaire-Emery, Vitinha e Ruiz in mediana, e l'attacco più offensivo con Barcola, Dembélé e l'atteso Mbappé. Tatticamente, però, c'è molta fluidità, come all'andata. Se Barcola parte da sinistra e Dembélé a destra, Gundogan si posiziona subito alto, quasi a supporto del tridente, ma per aggredire il primo portatore di palla parigino.

    GARA— I primi minuti sono di lotta psicologica con pressing e contropressing intensi, blocchi densi, per momenti con le due squadre compatte in venti metri, da cui spillare aperture improvvise, in fascia o per vie centrali, sfruttando ogni errore. E se il Psg si porta facilmente al limite dell'area blaugrana, i catalani allontanano il pericolo facendosi più aggressivi. Ma al 12' Yamal fa già la differenza come all'andata, andando via a Mendes sulla destra, crossando dentro per Raphinha che punisce Donnarumma, stavolta innocente. Tutto già visto a Parigi, tutto tremendamente efficace al primo affondo. A questo punto al Psg servono tre gol. Missione complicata quanto il colpo di testa di Mbappé al 17' impreciso, alto. Meno imprecisa invece è la girata di Lewandowski da centro area, che sfiora la traversa (20'). Al 28' ci riprova Mbappé, servito da Barcola, ma Ter Stegen salva d'istinto in corner.

    ROSSO— Ma è il segnale della rivolta, visto che al 30' Barcola sfugge a Araujo che lo mette giù al limite: punizione ma soprattutto rosso, severo, per il difensore uruguaiano, da ultimo uomo. Xavi sacrifica Yamal per Martinez, ma con un uomo in più, il Psg deve solo spingere sull'acceleratore. E lo fa al 40', con Barcola che entra da sinistra, crossa dentro per servire dalla parte opposta Dembélé che di prima piazza sotto la traversa. E l'ex blaugrana al 48' sfiora il bis, di nuovo al volo raccogliendo un cross arretrato di Mendes. Insomma, la rimonta appare di nuovo possibile. In avvio di ripresa, Mbappé chiede subito massima pressione ed è subito accontentato: al 4' Hakimi scarica su Ter Stegen che si salva in angolo; Ruiz mette sul fondo incrociando da sinistra (7') sfiorando il palo. Al 9' Vitinha mette tutti d'accordo e manda in rete il destro dal limite.

    REGALO— Sul 4-4 complessivo, il Barcellona, stremato dal possesso parigino, barcolla seriamente, ma tenta lo stesso il colpo del ko con Gundogan che scheggia il palo a destra di Donnarumma, mai davvero convincente (11'). A Xavi invece saltano i nervi per un fallo fischiatogli contro a metà campo e pure lui viene espulso (come un suo vice poco dopo), mentre Lucho ai suoi chiede calma. Quella che perde Cancelo entrando duro su Dembélé in area. Rigore netto: dagli undici metri, Mbappé non trema (15') e completa l'opera in due tempi allo scadere (44'), su un classico contropiede poco cruyffiano, per aggiudicarsi il suo personale “clasico” da futuro giocatore del Real Madrid. Ma che intanto insegue la sua prima Champions come regalo d'addio al Psg.
     
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    Festa Dortmund in una gara-show! Il Borussia ne fa quattro all'Atletico e lo elimina

    Tedeschi con il Psg, Simeone si consola con la qualificazione al Mondiale per Club. I gialloneri si fanno rimontare da 2-0 a 2-2, poi decidono le reti di Fullkrug e Sabitzer

    Elmar Bergonzini
    16 aprile 2024 - MILANO
    Un'impresa. Il Borussia Dortmund torna in semifinale di Champions League undici anni dopo l'ultima volta. Nel 2013 ci arrivò segnando due gol nei minuti di recupero con il Malaga. Questa volta ce la fa realizzando di nuovo due reti in tre minuti (fra il 71' e il 74'), contro un'altra spagnola. L'Atletico Madrid viene battuto 4-2 e, dopo il 2-1 dell'andata, viene eliminato. Decisivi, fra i tedeschi, i gol di Brandt (34'), Maatsen (39'), Fullkrug (71') e Sabitzer (74'). Inutili così le reti degli spagnoli che con l'autogol di Hummels (49') e l'acuto di Correa (64') avevano rimontato dal 2-0 al 2-2. Al Dortmund, che in questa edizione della Champions in casa è rimasto imbattuto anche con Milan, Psg, Newcastle e Psv, riesce l'ennesima impresa stagionale. In semifinale di nuovo la sfida col Psg, mentre per l'Atletico la "consolazione" si chiama Mondiale per Club, con la qualificazione aritmetica arrivata grazie al contemporaneo ko del Barcellona.

    BORUSSIA-ATLETICO, PRIMO TEMPO—
    Privo di Malen, Terzic decide di dare un'opportunità ad Adeyemi dall'inizio. La punta del 4-2-3-1 dei gialloneri è Fullkrug, a secco da due mesi esatti e 9 incontri. Simeone risponde con il 3-5-2, con i soliti Morata e Griezmann in attacco. Il Dortmund, che nella gara d'andata si è fatto intimidire dall'Atletico nella prima parte di gara, di fronte al proprio pubblico parte forte e si dimostra determinato a ribaltare il risultato dell'andata: al 4' Sabitzer, servito da Adeyemi, spreca una clamorosa palla gol dimenticandosi di calciare. I ritmi sono altissimi e al 5' è Morata, con un tocco morbido, a mandare la palla al lato di poco. Il Dortmund, di minuto in minuto, diventa sempre più aggressivo e schiaccia l'Atletico che si rende pericoloso solo al 32', quando Hummels, sbagliando un passaggio, mette di fatto Griezmann in porta, col francese che però, sorpreso dall'errore dell'avversario, non è sufficientemente reattivo. Al 34' il vantaggio del Borussia: servito da Hummels e liberatosi dell'ex Witsel, è Brandt a sorprendere Oblak, che nell'occasione non fa bella figura. I padroni di casa continuano a spingere e al 39' trovano perfino il raddoppio: è Maatsen, questa volta, a battere Oblak con una conclusione precisissima.

    BORUSSIA-ATLETICO, SECONDO TEMPO— Simeone, scontento della passività dei suoi, prova a dare una scossa tirando fuori Morata e Molina e inserendo Correa e Barrios. I cambi, effettivamente, sembrano dare l'effetto sperato: Correa è vivace e ispirato e mette in seria difficoltà la difesa del Dortmund che capitola al 49' e al 64': prima è Hummels, su azione d'angolo, a buttarsi la palla in porta da solo con un intervento scomposto successivo a un colpo di testa di Hermoso. Passa un quarto d'ora e Correa, che cinque minuti prima aveva sprecato una grande occasione, segna il 2-2: l'argentino sfonda sulla destra, serve Riquelme al centro il cui tiro viene però respinto. Il rimpallo favorisce proprio Correa che fulmina Kobel. Nel momento più difficile il Dortmund trova la forza di reagire: al 71' è Sabitzer a pescare Fullkrug nel cuore dell'area; l'attaccante, di testa, fa 3-2 e spezza il digiuno. Passano tre minuti e arriva perfino il 4-2: Fullkrug viene chiuso in area ma il rimpallo attiva Sabitzer che, di sinistro, cala il poker. L'Atletico, sorprendentemente, non riesce a reagire e aspetta, passivamente, che la partita finisca. Il Dortmund gestisce il vantaggio e ritorna in semifinale per la prima volta dai tempi di Klopp.
     
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    Real, trionfo dal dischetto: City piegato, Ancelotti in semifinale

    Servono i rigori per decidere la sfida delle stelle. Dopo i gol di Rodrygo e De Bruyne, decisivi gli errori dagli undici metri di Bernardo Silva e Kovacic

    Francesco Calvi
    17 aprile 2024 - MILANO
    Sir Carletto lo aveva detto: “I tabù non mi spaventano, a Madrid ne ho già sfatati parecchi”. E aveva ragione. A quasi sei anni di distanza dall’ultimo ko interno nelle coppe europee, il City di Guardiola perde all’Etihad Stadium e ai rigori cede il passo al Real di Ancelotti, che raggiunge Dortmund, Psg e Bayern in semifinale di Champions League, dove troverà i bavaresi. Dopo il 3-3 dell’andata, i blancos segnano subito con Rodrygo, soffrono tremendamente, incassano il pareggio di De Bruyne e tengono duro fino ai calci di rigore. Il risultato finale è di 5-4: super Lunin para i tiri di Bernardo e Kovacic, l’ex romanista Rudiger segna il gol-qualificazione.

    SUBITO REAL—
    Rispetto al match del Bernabeu, il Real inserisce Nacho al posto di Militao, mentre nel City si rivedono Ederson, Walker e De Bruyne. Come previsto, la partita è spettacolare ma stavolta Pep e Carletto prendono meglio le misure agli avversari. Valverde, Kroos e Camavinga tengono d’occhio i triangoli sulle fasce, arginando gli inserimenti di Bernardo e De Bruyne. Dall’altra parte il City velocizza le giocate in verticale per evitare di fare i conti con i contropiedi di Vinicius&Co. La qualità dei singoli emerge comunque in meno di un quarto d’ora: al 12’ Bellingham addomestica una palla alta e dà il via a un’azione sulla destra, Vinicius entra in area e serve un cioccolatino all’amico Rodrygo. Sul primo tentativo Ederson respinge, sul secondo nulla può fare: 1-0 per il Real. La nota positiva per Guardiola è che, stavolta, Haaland si dimostra subito pericoloso. Erling si presenta al 17’ con un’incornata che finisce alta di poco, lascia trascorrere un paio di minuti e poi colpisce la traversa. Il primo tempo è un susseguirsi di ribaltamenti di fronte, però sempre con filosofie diverse. Ancelotti chiede profondità ai suoi baby brasiliani, mentre Camavinga, Valverde e Carvajal – a volte più mezzala che terzino – li accompagnano attaccando la porta. Il City palleggia con maggiore insistenza, sfiora il pareggio con Grealish e De Bruyne e pressa alto fino allo sfinimento. Caleranno? Neanche per scherzo.

    ASSEDIO CITY— Dopo l’intervallo, i padroni di casa vanno ancora più forte di prima. Gli spagnoli soffrono sulla corsia di destra, dove i Citizens continuano a pungere a suon di scambi e sovrapposizioni. Lunin si fa trovare pronto sui tentativi di Foden e Grealish ma, proprio quando l’inglese sembra imprendibile, Guardiola decide di sostituirlo con Doku. Giusto così, perché il belga porta freschezza ed entra subito in partita. In campo dal 72’, al 76’ punta Valverde, lo lascia sul posto e crossa in mezzo. Rudiger respinge come può, De Bruyne raccoglie e ribatte in rete: l’equilibrio è ristabilito. Da lì al 90’, il vice-capitano ha due chance per raddoppiare ma non riesce a sfruttarle a dovere: Orsato fischia, si va ai supplementari.

    IL RISCATTO DI RUDIGER— Mentre Guardiola si concede il lusso di schierare Alvarez al posto di Haaland, Ancelotti si ritrova con un problema in avanti: dopo l’ingresso di Brahim Diaz per Rodrygo, Vinicius avverte un fastidio e lascia spazio a Lucas Vazquez. Il City continua a spingere come nell’ora precedente, ma l’occasione più eclatante capita al Real con Rudiger. Lancio di Brahim Diaz per l’ex romanista, che al 107’ si ritrova davanti a Ederson e spara a lato. Il difensore si dispera, però l’occasione per rialzarsi non tarda ad arrivare: terminati i supplementari sul punteggio di 1-1, la sfida si decide ai calci di rigore. Lunin sale in cattedra e para i tiri di Bernardo e Kovacic, il Real fallisce il primo tentativo con Modric e poi ne infila quattro consecutivi. Bellingham, Vazquez, Nacho e Rudiger, l’ultimo in ordine cronologico, beffano Ederson e trascinano il Real in semifinale. Carletto aveva ragione: i tabù sono fatti per essere sfatati.
     
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    Urlo Kimmich: il Bayern risorge, stende l'Arsenal e va in semifinale contro il Real

    Decide un colpo di testa dell'esterno di Tuchel nel secondo tempo. Bavaresi in semifinale dopo 4 anni
    Elmar Bergonzini
    17 aprile 2024 - MILANO
    Calma e pazienza. Il Bayern Monaco la semifinale di Champions League la raggiunge così. Snaturandosi. Dopo il 2-2 di Londra i bavaresi battono 1-0 l'Arsenal in casa e passano il turno, ma lo fanno difendendosi con le unghie e con i denti e tenendo i ritmi bassi. Decisivo il gol di Kimmich arrivato al 63'. I tedeschi tornano così in semifinale per la prima volta dal 2020. Se dovesse raggiungere la finale il Bayern affronterebbe o il Psg o il Dortmund, che sono curiosamente le avversarie che ha battuto nelle ultime due occasioni in cui ha vinto la coppa (rispettivamente 2020 e 2013). Come nel 2013, 2014 e nel 2017 l'Arsenal si arrende in Champions proprio contro i bavaresi.

    LA GARA—
    Tuchel manda in campo i suoi con il classico 4-2-3-1 ma è chiaro fin da subito che la squadra abbia un atteggiamento diverso rispetto al solito: i bavaresi sono più guardinghi, più cauti, meno spregiudicati. I reparti sono corti e stretti, si pensa più a difendere che ad attaccare. Nei primi minuti l'Arsenal tiene più palla, ma non trova gli spazi per rendersi pericoloso. La partita è tattica, e la prima vera occasione arriva solo a metà primo tempo: Mazraoui ruba palla e consente ai suoi di partire in contropiede. Dopo uno scambio con Guerreiro è proprio Mazraoui ad andare alla conclusione, mancando la porta di poco. L'Arsenal si vede al 29', con una conclusione da fuori di Odegaard che, deviata, mette in difficoltà Neuer.

    LA RIPRESA— Nel secondo tempo il Bayern comincia spingendo sull'acceleratore: al 47' è Goretzka, lasciato troppo solo, a colpire il palo. Per il resto però i bavaresi si limitano a controllare l'Arsenal senza concedere occasioni. L'Arsenal non riesce a prendere il ritmo, i padroni di casa spezzettano molto il gioco proprio per non consentire ai Gunners di metterla sul piano della freschezza atletica. Al 63' arriva così il vantaggio del Bayern: dopo un cross di Guerreiro è Kimmich a dimostrarsi bravissimo negli inserimenti e a battere Raya di testa. L'Arsenal subisce il colpo e concede ancora: al 66' Sané calcia alto da ottima posizione. Nel corso della partita Tuchel fa solo cambi difensivi (dentro Kim e Upamecano per Mazraoui e Sané) e gli inglesi continuano a faticare. L'unica occasione dei Gunners è all'88', quando Neuer è costretto a opporsi a una conclusione di Odegaard. Finisce così, con il Bayern che, pur snaturandosi, tiene viva la stagione e si prende la semifinale di Champions. Con la consapevolezza che, comunque vada, in finale affronterebbe un avversario che all'ultimo atto della Champions ha già battuto.
     
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    Ancelotti ha un culo esagerato :hihi:
     
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    Bayern alla pari col Real, ma c'è il solito Vinicius: fa doppietta e Ancelotti vede la finale

    Apre l'attaccante brasiliano, poi il ribaltone: pari di Sané e vantaggio di Kane dal dischetto. Il pari è ancora di Vini, sempre su rigore. Ritorno mercoledì 8 maggio a Madrid

    Elmar Bergonzini
    30 aprile 2024 - MILANO
    Talento, classe e determinazione. L'andata della semifinale di Champions League fra Bayern Monaco e Real Madrid finisce 2-2. Ancora una volta Ancelotti dimostra di avere fiuto e, nel momento più difficile della partita, con il Bayern che spingeva per il 3-1, cambia l'inerzia inserendo Modric che effettivamente fa girare la gara. Il Real, dopo un inizio complicato, si era portato avanti al 24' con Vinicius, ma aveva poi subito un duro uno-due del Bayern che aveva ribaltato il risultato con Sané (al 53') e Kane (su rigore al 57'). Nel finale però gli spagnoli sono cresciuti strappando il pareggio con Vinicius (su rigore) all'83'. Nella gara di ritorno, in programma mercoledì prossimo (l'8 maggio) tutto è ancora possibile. Fra due squadre che con talento e determinazione hanno regalato l'ennesima partita memorabile della competizione.

    VANTAGGIO REAL—
    Tuchel conferma il 4-2-3-1 e, privo di De Ligt, schiera Kim titolare. Sané, Müller e Musiala si muovono dietro a Kane. Ancelotti risponde con il 4-3-1-2, con Bellingham chiamato a innescare Vinicius e Rodrygo. Nei primi minuti emerge l'orgoglio del Bayern che, dopo una stagione per lunghi tratti deludente, cerca di togliersi la più grande delle soddisfazioni trionfando in Europa. Dopo pochi secondi Lunin deve rispondere di piede a Sané, con Müller al centro che si lamenta perché si aspettava il passaggio. Sané ci riprova anche al sesto (tiro fuori di poco), Kane cerca invece l'eurogol da centrocampo al 7': nei primi minuti, insomma, il Bayern è cattivo e determinato. Il Real però la qualità ce l'ha e la mette in mostra al 24': Kroos approfitta di un'incertezza tattica di Kim e serve Vinicius che batte Neuer. I tedeschi digeriscono male il gol e permettono agli ospiti di gestire di più il pallone nella seconda parte del primo tempo. La squadra di Ancelotti guadagna anche campo, ma non riesce a creare occasioni concrete.

    LA RIPRESA— Curiosamente il canovaccio del secondo tempo è opposto a quello del primo: il Real parte meglio e Kroos al 51' mette in difficoltà Neuer. Il tiro del centrocampista tedesco viene smorzato da Kimmich, ma il portiere bavarese è attento e reattivo. Subito dopo però il Bayern si scatena: al 53' Sané fa tutto da solo e di sinistro, dopo essersi accentrato, fulmina Lunin. Questa volta è il Real a subire il contraccolpo psicologico e il Bayern ne approfitta. Musiala, al 56', conquista un rigore (fallo di Vazquez) che Kane poi trasforma. Ancelotti inserisce Modric e il croato lo aiuta a cambiare l'inerzia della partita: al 79' mette in porta Vinicius, che però trova uno strepitoso Neuer a negargli il pareggio. Il Real però continua a cercare il 2-2 e lo trova all'83': è proprio Vinicius a segnare, su rigore provocato da Kim per fallo su Rodrygo, la rete del definitivo 2-2. Tedeschi e spagnoli sembrano accontentarsi del pareggio, dandosi così appuntamento a Madrid fra una settimana. E lì il pareggio non sarà più possibile.
     
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    Un siluro di Fullkrug affonda il Psg: 1-0 Dortmund, ma la semifinale si decide in Francia

    Il Borussia vince una partita equilibrata e dai ritmi forsennati. Donnarumma tra i migliori, due pali per la squadra di Luis Enrique. Il ritorno il 7 maggio al Parco dei Principi

    Elmar Bergonzini
    1 maggio 2024 - MILANO
    Terza partita, prima vittoria. Ma per ora è la più importante. Il Borussia Dortmund batte 1-0 il Psg nell'andata della semifinale di Champions League. Decide una rete di Füllkrug, già a segno ai quarti contro l'Atletico Madrid, al 36'. Le due squadre si erano già affrontate nella fase a gironi, nella quale i tedeschi si erano sì imposti come primi, ma contro i parigini avevano raccolto solo un punto in due partite. Donnarumma, fra l'altro, ha evitato che la sconfitta fosse anche più netta.

    LA GARA—
    Il Dortmund, probabilmente la più grande sorpresa del torneo, si schiera con il solito 4-2-3-1, con Emre Can davanti alla difesa, Adeyemi, Brandt e Sancho dietro a Füllkrug. Il Psg risponde con il 4-3-3 con Fabian Ruiz chiamato (teoricamente...) a dettare i tempi a centrocampo, Barcola, Mbappé e l'ex Dembelé in attacco. I parigini soffrono però la grande pressione dei tedeschi, che vanno spesso in maniera molto dura a contrasto. Fin dai primi minuti emerge così una differenza di vigore che, di minuto in minuto, mette sempre più in difficoltà gli ospiti. Il pubblico si è così scaldato rapidamente, complicando ulteriormente la partita per la squadra di Luis Enrique. I francesi danno l'impressione di riuscire a rendersi pericolosi, come all'11', solo quando è il Dortmund a sbagliare in impostazione. Donnarumma deve invece spesso intervenire con parate per nulla scontate, come al 14' su tiro di Sabitzer. Fra gli attaccanti francesi il più pimpante è Dembelè (Mbappé si vede poco e quando si potrebbe accendere gioca col freno a mano tirato). Al 36' il Dortmund si porta avanti: su lancio lungo di Schlotterbeck è Füllkrug a muoversi sul filo del fuorigioco, superare Hernandez (poi sostituito per problemi fisici) in velocità e a battere l'incolpevole Donnarumma. Al 44' il portiere italiano è bravissimo sull'ennesima conclusione di Sabitzer, tenendo a galla i suoi.

    DUE PALI— Nemmeno nel secondo tempo l'atteggiamento del Psg cambia e Luis Enrique fa poco per dare la scossa. Can e Maatsen sono sempre attenti e pronti a raddoppiare su Dembelé, con la difesa giallonera che va in grande difficoltà solo al 51', quando prima Mbappé (bravo a sfuggire alla marcatura di Sabitzer), poi Hakimi (altro ex di giornata), colpiscono il palo. Al 56' è Fabian Ruiz a sprecare una clamorosa occasione mandando fuori di testa da ottima posizione. Il Dortmund però non resta a guardare e risponde al 60', quando Sancho si libera di Mendes e serve Füllkrug che stavolta non inquadra. All'80' il Psg ci prova con un'azione creata dagli ex: Hakimi con potenza e furbizia conquista palla e la riesce a indirizzare a Dembelé che però spara fuori. Il Dortmund comunque riesce a controllare il vantaggio, con Can e Hummels che spiccano per temperamento, qualità e leadership, aiutando Kobel a mantenere la porta inviolata. E così, al terzo tentativo, il Dortmund batte anche il Psg. Proprio nella partita che valeva di più. Martedì prossimo la sfida decisiva, dopo che nelle prime tre partite le due squadre hanno ottenuto una vittoria a testa, con un pareggio. Ma ai gialloneri per arrivare in finale (per la prima volta dopo il 2013) bastano due risultati su tre.
     
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