[POETA] Omero

un uomo o una civiltà?

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  1. marcodona
     
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    Busto:
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    Data di nascita: incerta
    Data di morte: non pervenuta

    Breve biografia:

    è tuttora un enigma irrisolto la ricostruzione della personalità di Omero, molte ipotesi sono state avanzate e tra le più verosimili vi è quella che non esista un unico poeta: gli antichi chiamarono "Omero" l'autore dell'Iliade e dell'Odissea (e di numerosi altri poemetti), quando è più probabile che i compositori fossero stati ben più d'uno. La prima redazione scritta dei poemi è accreditata al tiranno di Atene Pisistrato (VI sec. a.C.), ma la loro composizione trova infatti le sue radici nella tradizione orale della poesia greca/indeuropea. La questione omerica, proposta nel 1700 da Giambattista Vico, è tuttora aperta e di grande interesse culturale (si pensi a Felice Vinci e al suo capolavoro Omero nel Baltico, nel quale ipotizza un'identità fra la mitologia nordica e i poemi di Omero, e una loro collocazione geografica nel nord Europa) e questo è dovuto all'indubbio valore poetico e letterario dei poemi, che sono stati per secoli il cemento della grecità e sicuramente vanno posti fra le radici della civiltà greca/indeuropea e quindi anche della cultura e della civiltà occidentale precristiana.
    Antiche leggende, comunque, dipingono ritratti peculiari del poeta-voce della grecità: c'è chi dice che fosse nato a Chio, chi a Cuma eolica, chi a Smirne... molti convengono che fosse cieco....

    se veramente un personaggio di nome Omero è esistito nella realtà storica antica, è probabile che egli fosse uno dei tanti aedi o rapsodi che, vagando per la Grecia, cantavano le gesta degli antichi eroi

    riporto comunque (da un sito http://encyclopedie-it.snyke.com) un riassunto della biografia di Omero ad opera dello pseudo-Erodoto, così per darvi un'idea delle fonti antiche:

    CITAZIONE
    La più antica e particolareggiata, falsamente attribuita dagli antichi ad Erodoto, risale al V secolo a.C. In essa si racconta che Creteide, un'orfana di Cuma eolica, fu sedotta ed abbandonata, ed il suo tutore per sfuggire alla vergogna la condusse a Smirne. Creteide si recò ad una festa sacra alla foce del fiume Meles e qui partorì un bambino che chiamò Melesigene (dal nome del fiume). Un maestro elementare, Femio, prese a servizio Creteide, vivendo con lei e crescendo il bambino, che, col passare degli anni, dimostrò le proprie attitudine artistiche.
    I viaggi
    Ben presto Melesigene divenne oggetto di ammirazione, oltre che per i cittadini di Smirne, per tutti i frequentatori stranieri della città; fra gli altri un armatore, un certo Mente, lo prese in viva simpatia, dimostrandogli quanto gli sarebbe stato utile viaggiare e conoscere nuovi paesi e nuove genti. Il poeta si lasciò convincere ed andò in giro per il mondo. Ovunque andasse, osservava, interrogava, s'informava su tutto, prendendo appunti.
    Arrivò ad Itaca, di ritorno dall'Iberia e dall'Italia, e si ammalò agli occhi e Mente, costretto dagli affari a proseguire il viaggio, lo affidò ad un amico, Mentore, uomo ricco ed ospitale. Qui apprese molti particolari che riguardavano le avventure di Odisseo e ne fece tesoro. Guarito dalla malattia, si riunì a Mente, continuando il suo girovagare, finché a Colofone, si ammalò nuovamente perdendo la vista.
    La cecità
    Fu costretto quindi a rinunciare ai viaggi e si stabilì a Smirne, dedicandosi alla poesia. Non riusciva però ad guadagnare abbastanza per vivere e dovette trasferirsi a Cuma. Durante il viaggio, presso la bottega di un calzolaio a Neotico, improvvisò i versi «Abbiate riguardo per chi ha bisogno di ospitalità, voi che abitate l'eccelsa città, figlia di Cuma dai begli occhi, all'estremo piede di Sedene pieno di selve, voi che bevete l'ambrosia acqua del fiume divino, dell'Ermo vorticoso, di cui fu padre Zeus immortale». Tichio, il calzolaio, fu mosso da pietà ed ospito il poeta, che compose altre opere, "La spedizione di Amfiarao contro Tebe" ed altri inni agli dei.
    Cuma
    Melesigene si accorse che i guadagni diminuivano, si spostò a Cuma e compose il famoso epigramma per Mida: «Finché l'acqua fluisca e fioriscano i grandi alberi e il sole sorgendo risplenda e la fulgida luna, io qui restando sul lacrimato sepolcro annunzierò ai passanti che questa è la tomba di Mida».
    A Cuma ottenne grande successo quindi chiese di essere mantenuto dalla città, per renderla gloriosa con la sua poesia; perorò la sua causa all'assemblea, ma un principe si oppose, rilevando che se la città si fosse data a mantenere tutti i ciechi, avrebbe attirato su di sé tutti i disutili dei dintorni.
    Il nome Omero
    Ecco nascere il nome che lo renderà famoso per sempre: in lingua cumana "cieco" si diceva 9;6;1;1;9;2;.
    Da quel giorno, non fu più chiamato Melesigene ma Omero.
    Omero abbandonò Cuma e riprese la sua vita errante, incontrando a Focea un maestro di scuola, Testoride, che si offrì di mantenerlo a sue spese purché Omero gli concedesse una copia di tutto ciò che aveva composto e che avrebbe composto in futuro.
    L'Odissea
    Omero accettò, componendo subito "La piccola Iliade" e la "Focide". Ma Testoride lo abbandonò, trasferendosi a Chio, dove si affermò con le poesie di Omero. Il poeta, informato dell'indegno comportamento, si recò immediatamente a Chio. Il viaggio fu avventuroso e dopo varia peripezie, riuscì a sbarcare nei pressi della città, a Bolisso, dove fu ospitato dal pastore Glauco. Glauco parlò di lui al suo padrone, che gli affidò l'educazione dei figli. Finalmente Omero riuscì a trascorrere un periodo di vita sereno, accumulando anche una certa sostanza, sposandosi, ed avendo due figlie. È questo il periodo in cui compose l'Odissea.
    La morte
    Intanto, non appena a Chio arrivarono le opere di Omero che lo resero famoso, Testoride decise di allontanarsi dalla città.
    Da tutta la Grecia accorreva gente per vedere Omero. Decise così di trasferirsi sul continente, trascorse l'inverno a Samo, quindi partì per Atene, ma a Ios si ammalò e morì.


    La poesia di Omero è poesia epica, in esametri: la lingua è greca, il dialetto è paleo-ionico (detto anche lingua omerica). La poesia epica, di derivazione orale, ha caratteristiche particolari come gli epiteti e le formulae fisse, giri di parole che si ripetono in tutto il poema e che hanno funzione mnemonica e decorativa. Lo stile è alto e sono numerose le similitudini, spesso bellissime e tratte dal mondo della natura. Foscolo diceva di portare sempre con sé i poemi omerici e di tenerli sotto al cuscino, forse non era vero (sono due bei tomi eh... si sta scomodi), ma sono sicuramente dei capolavori immortali della letteratura, che andrebbero letti, per essere apprezzati del tutto, in lingua originale.

    Opere scritte (o attribuite):

    Opere giunte a noi

    Iliade (datazione incerta... redazione attorno al VI sec. a.C.)
    Trama:
    narra cinquantuno giorni del decimo anno della guerra di Troia (o Ilio), durante i quali si decidono le sorti del conflitto stesso: l'ira di Achille, dovuta ad uno sgarbo del re Agamennone, lo spinge ad allontanarsi, ferito nell'orgoglio, dal conflitto. Nel frattempo Zeus, spinto da Teti, concede ai Troiani numerosi successi in battaglia: gli Achei provano a richiamare Achille, ma egli è irremovibile. Patroclo, suo caro amico, entrerà in battaglia con le sue armi, per spaventare i nemici. Il bluff riesce a metà, perché Patroclo, esaltato dal successo, indugia in battaglia (suscitando la collera divina) finché non è smascherato e ucciso da Ettore. Achille, informato della tragica morte del compagno, ritorna in battaglia più furente che mai: è l'inizio della fine per Troia. L'eroe acheo uccide Ettore dopo un inseguimento attorno alle mura della città. Il poema si conclude con i funerali di Patroclo, la richiesta di Priamo, re di Troia, supplice ad Achille, del cadavere del figlio Ettore e il funerale di quest'ultimo. (è un breve riassunto, se qualcuno vuole fare la scheda ce ne sono di cose da aggiungere...)

    Odissea (datazione incerta... redazione attorno al VI sec. a.C.)
    Trama:
    narra le peregrinazioni dell'eroe Odisseo, di ritorno dalla guerra di Troia. Dal naufragio fino all'arrivo in patria, dove lo aspettano i proci, pretendenti al trono e alla mano della moglie Penelope. Le avventure del re di Itaca sono notissime, i mangiatori di Loto, i Ciclopi, Eolo, i Lestrigoni, Circe, la discesa negli Inferi, Scilla e Cariddi, i buoi del Sole... tutto ciò è narrato dallo stesso Odisseo secondo il primo flashback (tecnicamente analessi) della storia della letteratura, agli sbalorditi Feaci che lo ospitano in attesa di farlo partire per Itaca. L'ira di Posidone è costata cara a questo sfortunato ma astuto eroe, ma la rivincita è vicina: arrivato a casa sotto mentite spoglie per consiglio di Atena, farà strage dei pretendenti e siederà nuovamente al trono di Itaca. (è un breve riassunto, se qualcuno vuole fare la scheda ce ne sono di cose da aggiungere...)

    Batracomiomachia (datazione incerta e redazione pure) attribuito ad Omero
    narra la battaglia dei topi e delle rane, venuti a guerra per la morte del topo Rubabriciole, che il re delle rane Gonfiagote aveva fatto annegare mentre lo portava a spalle a visitare lo stagno, immergendosi d'improvviso per paura di una biscia.

    Inni Omerici (datazione incerta e redazione pure) attribuito ad Omero
    si tratta di 33 componimenti in esametri dattilici che presentano come caratteristica comune la dedica a una divinità. Il titolo di Inni non presuppone una funzione cultuale.

    Opere non giunte a noi

    Margite (datazione incerta e redazione pure) attribuito ad Omero
    narra di un sempliciotto rozzo e incapace di contare fino a cinque e ignaro del sesso, al punto di non sapere come comportarsi nella prima notte di nozze. Aristotele lo cita come archetipo della commedia.

    inoltre sono attribuiti ad Omero numerosi poemi minori del ciclo troiano, a noi pervenuti soltanto attraverso alcuni frammenti...

    Opinioni personali: che dire, ho scoperto Omero al liceo e me ne sono subito innamorato... una lettura sempre edificante, sia (stentata) in greco, sia in italiano... ma ci vuole una bella traduzione

    mi permetto di allegare una...

    Bibliografia consigliata:

    Omero - Iliade edizione Einaudi 1990 - traduzione di Rosa Calzecchi Onesti - testo greco a fronte
    Omero - Odissea edizione Einaudi 1990 - traduzione di Rosa Calzecchi Onesti - testo greco a fronte

    le traduzioni della Calzecchi Onesti sono ottime e seguono l'originale verso per verso, consentendo anche un confronto rapido anche a chi non è una cima in greco

    Inni Omerici edizione BUR (Biblioteca Universale Rizzoli) 2000 - a cura di Giuseppe Zanetto - testo greco a fronte

    per quanto riguarda la critica letteraria consiglio:

    Fausto Codino - Introduzione a Omero edizione Einaudi 1990
    (il saggio di Codino è molto divertente, anche se forse un po' superficiale su alcuni punti... però approfondisce certe sfumature molto interessanti)

    Felice Vinci - Omero nel Baltico edizione Palombi 2003 (riveduta e arricchita)
    (questo è assolutamente da leggere se la questione omerica vi appassiona)

    Barbara Patzek - Omero e il suo tempo edizione Einaudi 2004
    (è il più divulgativo e il meno interessante, ma comunque una discreta lettura.... ci sono due o tre imprecisioni, state attenti...)

    sconsiglio vivamente il libro di Baricco (Omero: Iliade) perché è una riscrittura del tutto arbitraria del poema omerico, che tra conclusioni raffazzonate e forzate... uno scempio che ha fatto parlare di sé solo per la furbizia dell'autore che ha voluto pubblicarlo nel momento dell'effimero successo popolare di Omero (dovuto soprattutto a quell'orrendo film Troy)
     
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    grandissima scheda!

    non sapevo molte cose di omero...e inizio a pensare che non sia una persona sola...
     
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  3. marcodona
     
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    CITAZIONE (Baba O'Riley @ 16/9/2005, 23:52)
    grandissima scheda!

    non sapevo molte cose di omero...e inizio a pensare che non sia una persona sola...

    grazie Baba!!! smile.gif son proprio contento che ti sia piaciuta

    ho in mente numerose altre schede se avrò tempo e voglia (perché farle controvoglia non vengono granché) ne farò 2 o 3
     
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    ma è mai uscita qualche voce che voleva che i due poemi fossero stati scritti in tempi diversi? (anche se non di molto perchè seno sarebbe stata troppo evidente la calunnia sull'autore)
     
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  5. marcodona
     
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    sì c'è anche chi dice che se l'Iliade può essere stata scritta da più autori, l'Odissea sarebbe stata scritta da uno solo perché è troppo complessa (vedi anche il flashback) e troppo bene ordinata per essere un assemblaggio di racconti varii

    però del resto gli episodi sono frammentati, quindi potrebbero provenire da tradizioni lontane, rielaborate magari da un solo autore...

    sono state fatte ipotesi di ogni tipo! è una cosa che mi affascina tantissimo... anche se so che dare una risposta definitiva non è possibile (almeno non fino ad ora, con i dati che abbiamo)
     
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  6. achilleus
     
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    marco secondo me l'ipotesi piu coerente è quella che l'odissea sia stata composta da piu persone esattamente come l'iliade ma sia di almeno 1 secolo abbondante successiva. I temi trattati nei 2 componimenti lo dimostrerebbero, dove l'iliade è l'esaltazione dei capi militari e della loro forza, tutto si rifà a 1 visione arcaica del mondo greco. Nell' odissea andiamo oltre, è l'astuzia del singolo, il suo rapportarsi alla natura che è messo alla prova, i personaggi hanno un modo di pensare non piu arcaico.... magari posterò qualcosa al riguardo..
     
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  7. Phaeton
     
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    Io creodo che sia esistito qualcuno che in epoca molto + tarda abbia redatto i due poemi ma si chiamasse Omero o Mauriziano non lo so .
     
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6 replies since 16/9/2005, 22:28   2704 views
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