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DATA : 1831
STILE DELLA POESIA : classico penso
TESTO :
D'in su la vetta della torre antica, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finchè non more il giorno; Ed erra l'armonia per questa valle. Primavera dintorno Brilla nell'aria, e per li campi esulta, Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri, Pur festeggiando il lor tempo migliore: Tu pensoso in disparte il tutto miri; Non compagni, non voli Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi; Canti, e così trapassi Dell'anno e di tua vita il più bel fiore. Oimè, quanto somiglia Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso, Della novella età dolce famiglia, E te german di giovinezza, amore, Sospiro acerbo de' provetti giorni, Non curo, io non so come; anzi da loro Quasi fuggo lontano; Quasi romito, e strano Al mio loco natio, Passo del viver mio la primavera. Questo giorno ch'omai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, Odi spesso un tonar di ferree canne, Che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa La gioventù del loco Lascia le case, e per le vie si spande; E mira ed è mirata, e in cor s'allegra. Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo: e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno, Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno. Tu, solingo augellin, venuto a sera Del viver che daranno a te le stelle, Certo del tuo costume Non ti dorrai; che di natura è frutto Ogni vostra vaghezza. A me, se di vecchiezza La detestata soglia Evitar non impetro, Quando muti questi occhi all'altrui core, E lor fia vóto il mondo, e il dì futuro Del dì presente più noioso e tetro, Che parrà di tal voglia? Che di quest'anni miei? che di me stesso? Ahi pentirornmi, e spesso, Ma sconsolato, volgerommi indietro.
PROSA : non posso permettermi di fare una prosa,mi mancano troppe conoscenze per potere commentare riga per riga questa poesia.E' facilmente individuabile il tema di questa: la similitudine che lui fa con la vita del passero.
CURIOSITA' : non ne conosco
PARERI PERSONALI : la poesia per eccellenza (ne conosco poche ancora,ma parlo per quel che conosco).Posso dire che mi piace molto ad orecchio,anche se non so dire se il suo stile sia superlativo ma...ragazzi,io leggendo questa poesia mi sento sia passero che Leopardi (e direte: che culo ) vedo quello che vede il passero dalla torre,sento quello che sente Leopardi in "esilio" dal mondo.La prima volta che lessi questa poesia mi emozionai così tanto... ed una poesia che mi fa un effetto del genere non può passare inosservata
Altre opere di Leopardi schedate da noi: Il sabato del villaggio Batrachomyomachia (traduzione)
Edited by Thais - 21/8/2007, 21:50
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