La riforma della buona scuola

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Non l'ho approfondita più di tanto, ma per quel che ne ho capito mi sembra un rimasticamento di vecchia roba, vedi gli annunci del tipo "da adesso conta il merito" o "finalmente si fa inglese/informatica/educazione civica/ambientale", l'apertura ai privati o ancora i corsi di formazione per i prof (che sono nient'altro che una perdita di tempo buona ad ingrassare gli amici degli amici), condito da qualche nuova trovata, vedi "abolizione" dei supplenti, che abolizione non lo è per niente, semplicemente passano dal provveditorato al preside, che diventa praticamente un "manager". Lasciar nominare al preside i professori di per sé non sarebbe nemmeno una cattiva idea, ma per come è congegnata, cioè praticamente senza controlli, rischia di far cadere tutto nel solito clientelismo. Il tutto lasciando alla capacità degli istituti di attirare finanziamenti l'effettiva applicazione delle indicazioni, visto che ovviamente lo Stato ci mette solo pochi spiccioli rispetto agli obiettivi dichiarati.
    Intanto siamo tipo alla quarta o quinta riforma scolastica in quindici anni. Se al posto di ogni riforma fatta ci fosse stato un 0,1% in più di Pil di investimenti in istruzione, ricerca e sviluppo oggi non saremmo così tanto nella merda.

    Edited by Creeping Death - 24/3/2015, 23:15
     
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    CITAZIONE (Creeping Death @ 24/3/2015, 22:29) 
    Lasciar nominare al preside i professori di per sé non sarebbe nemmeno una cattiva idea, ma per come è congegnata, cioè praticamente senza controlli, rischia di far cadere tutto nel solito clientelismo.

    rischia? :hihi:
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 24/3/2015, 23:14) 
    CITAZIONE (Creeping Death @ 24/3/2015, 22:29) 
    Lasciar nominare al preside i professori di per sé non sarebbe nemmeno una cattiva idea, ma per come è congegnata, cioè praticamente senza controlli, rischia di far cadere tutto nel solito clientelismo.

    rischia? :hihi:

    Almeno il beneficio del dubbio...
     
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    CITAZIONE (Creeping Death @ 24/3/2015, 23:41) 
    CITAZIONE (Shagrath82 @ 24/3/2015, 23:14) 
    rischia? :hihi:

    Almeno il beneficio del dubbio...

    :pinkhappy:
     
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    Continuano a tenere banco le dichiarazioni del ministro del lavoro, Giuliano Poletti, secondo il quale le vacanze estive degli studenti italiani durano troppo.

    L'idea del ministro, che non è piaciuta al mondo Scuola, sarebbe quella di dedicare uno dei tre mesi delle vacanze estive alla formazione lavorativa. Ma cosa succede nel resto d'Europa?




    In quasi tutta Europa l'anno scolastico termina generalmente tra la fine di maggio e la seconda metà di luglio, variando da nazione a nazione: gli italiani, ad esempio, sono i più vacanzieri insieme ai turchi, ai lettoni e ai lituani con tredici settimane, seguiti con dodici settimane dagli estoni, greci, portoghesi e rumeni. Da noi l'unico vincolo che deve essere rispettato per garantire la validità scolastica è la presenza di almeno 200 giorni di lezione. Nella classifica dei più presenti sui banchi di scuola, con solo sei settimane di sosta, troviamo gli studenti di alcune regioni della Germania, quelli dei Paesi Bassi, gli studenti inglesi, gallesi e quelli del Principato del Liechtenstein.

    La vecchia Italia amava le vacanze di massa, le lunghissime code ai caselli, le scuole che finivano a giugno e i figli spediti “a prender il fresco” dai nonni, ma alla nuova Italia, quella dello scarso welfare famigliare, quella della crisi economica, quanto pesano le settimane di vacanze estive? Sicuramente molto in termini economici, tra centri estivi per i più piccoli, viaggi di formazione e di studio per i più grandi e di organizzazione per accorciare turni, fare corse, trovare appoggi.

    Il motivo di tutta questa disparità non è solamente dovuto al fattore climatico (si sa che stare sui banchi con temperature esterne vicine ai 40 gradi non è cosa piacevole), ma anche di organizzazione del calendario scolastico. Nei Paesi dell'Europa del Nord si tende a considerare il tempo delle vacanze estive uguale a quello invernale e durante il periodo della non scuola si è comunque impegnati nella formazione, così come racconta Fiona Wells, insegnante di una scuola primaria inglese: «La nostra scuola ha una forma differente rispetto alla struttura italiana, dove a mio avviso il tempo estivo crea uno stacco troppo deciso tra la formazione che si è avuta nei mesi precedenti e quello che i ragazzi fanno a casa. Ad esempio i vostri studenti sono caricati di moltissimi compiti durante le vacanze estive, perché l'insegnante ha quasi paura di perdere terreno rispetto alle conoscenze acquisite. Per noi è tutto più conseguente, le pause ci vogliono, ma sei settimane estive possono considerarsi sufficienti. Cosa troverebbe un adulto dopo tredici settimane di assenza dal lavoro?».

    Ma se gli studenti vanno in vacanza, le scuole in Italia continuano a lavorare come racconta Patrizia Borrelli, dell'Istituto Domenico Purificato di Roma: «Gli insegnanti sono in servizio fino al 30 giugno per tutti gli adempimenti che il collegio di classe ha deliberato; la scuola media prosegue le attività fino alla prima settimana di luglio per gli esami di terza media.

    Addirittura nelle scuole superiori si arriva anche a non poterle fare le ferie a causa degli esami di Stato, il recupero estivo dei debiti formativi, quindi le affermazioni del ministro Poletti che raccontano una scuola chiusa da giugno ad agosto sono una falsità. Io sarei per ridistribuire il calendario scolastico, ma vorrei una scuola agibile e attrezzata ad affrontare il caldo». Insomma, se molti in Europa fanno meno vacanze estive rispetto agli italiani non è solamente un problema culturale, ma a volte proprio strutturale.




    da Ilmattino
     
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    Ma gran parte di ste cose sono cazzate.

    Io a scuola sarei per fare solo cose realmente utili.

    Inglese? Non ci capisce nessuno un cazzo prima dei 18 anni uguale.

    Informatica? Superflua farla a scuola.

    Educazione civica? Si, come se gli fregasse un cazzo a qualcuno della materia.

    Poi:

    Storia? Geografia? Per come si fanno si potrebbero abrogare.

    Italiano? La smettessero di rompere il cazzo con la letteratura che non piace a nessuno. Al massimo si facciano ore di lettura individuale dove tutti leggono il cazzo che gli piace e sviluppano i propri gusti.


    In poche parole: meno ore, meno materie, più utilità.

    Le cose realmente utili sono matematica e italiano.

    Informatica ormai è superflua, la conoscono tutti. Le lingue straniere si capiscono solo se si vive all'estero o si conosce bene la propria.

    Studenti meno stressati studiano anche meglio.
     
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    In realtà basterebbe insegnarle meglio le lingue straniere. Visto che siamo il popolo europeo che parla peggio inglese (ovviamente esclusi gli utenti del Bazar, ma si sa che siamo un campione statisticamente molto rilevante :hihi:).
    Manca un approccio al metodo scientifico (poi ci stupiamo se Vannoni viene esaltato come un amrtire o se madri idiote non vaccinano i loro figli), poi ritengo incredibile che si mandino avanti studenti che a 15 anni non siano in grado di leggere senza incappare in tre errori di lettura e che se chiedi loro il significato di cosa hanno letto non ti sanno rispondere.
    Poi tanto, come tutte le riforme della scuola non cambierà nulla, anche per le resistenze di una altra casta italiana: quella degli insegnanti
     
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    Io personalmente ho imparato l'inglese tra internet, videogiochi e porno :hihi:

    L'italiano leggendo libri.

    L'unica cosa che ho imparato a scuola è la matematica.
     
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    CITAZIONE (-El Diablo @ 29/3/2015, 18:58) 
    Io personalmente ho imparato l'inglese tra internet, videogiochi e porno :hihi:

    :ride3:

    Ok, basta. questa è una sezione seria
     
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    Che vuoi, se frequenti forum in inglese, giochi a giochi in inglese e cerchi porno in inglese...te lo impari XD
     
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    in parte, ma per imparare bene la lingua bisognerebbe fare scambi con l'estero, o avere insegnanti madrelingua.
     
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    Mica lo proponevo come metodo di studio (a molti piacerebbe però XD)
     
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  14. Pablo88
     
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    CITAZIONE (-El Diablo @ 29/3/2015, 18:39) 
    Informatica ormai è superflua, la conoscono tutti.

    Mah, dipende da cosa intendi.
    Sotto una certa interpretazione concordo: se parli di Informatica come "Trattamento Testi", confermo l'inutilità, ormai quasi tutti sappiamo usare una tastiera e un anno di insegnamenti di tecniche per scrivere a 10 dita può diventare un anno di ricreazione extra.

    Altre interpretazioni possibili non ne vedo, e in tal caso dipende da come tu vedi la materia: il mondo della programmazione (che è quello che si studia in ragioneria) è talmente vasto e in continua evoluzione che non lo conosceremo mai abbastanza neanche noi che ci abbiamo preso una laurea.
    Anche capire quello che poi diventa l'ABC di ogni programmatore, i concetti di dichiarazione e uso di variabili e costanti, di tipi di dato, di parametri, e di organizzazioni in strutture dati, non è per niente banale per chi non ha mai pensato di andare oltre l'uso di Facebook, o talvolta anche per gli smanettoni stessi che sanno solo prendere altro codice già scritto e seguire un tutorial per cambiare il colore dello sfondo.

    Insegnare concetti di programmazione "avanzati" a chi non gradisce o a chi non ne è portato è molto dura, ma sicuramente almeno nella scuola che ho frequentato io si poteva imparare qualcosa di più. Se uno si deve diplomare imparando che "base di dati = Microsoft Access", a questo punto è più giusto sì che faccia più ore di Educazione Fisica invece di Informatica, perlomeno non ci capisce una sega uguale ma ci si diverte di più.
     
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    Esatto, io intendevo scuole elementari-medie-inizio superiori.

    Poi se scegli certi corsi di studi è un'altra storia.
     
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57 replies since 24/3/2015, 21:40   558 views
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