[ARTISTA] Mark Rothko

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  1. Èttore
     
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    Faccio il possibile! L'arte figurativa non è affatto il mio campo, non ho gli strumenti per affrontarla, ma credo Rothko sia molto interessante, viste le recenti accese discussioni sull'arte contemporanea. Premetto che non farò altro che rielaborare delle fonti. Niente copia/incolla, ma anche niente sapere mio personale. Di mio ci sarà l'amore per l'artista! Spero sarà sufficiente. Se qualcuno di più ferrato volesse correggere qualche castroneria, sarebbe più che il benvenuto.

    Mark Rothko è questo severo signore qua:

    rothko-a

    Nato nel 1903 nell'attuale Lettonia, all'epoca Russia zarista, a nome Marcus Rothkowich, a 10 anni scappa negli stati uniti con la famiglia. Presto il padre muore, e la situazione economica si fa buia. Ciononostante riesce a seguire un'ottima istruzione, entrando anche a Yale, che abbandonerà, non trovandosi bene nell'ambiente.

    La sua carriera d'artista nasce prima di tutto studiando. Trova lavoro a New York, e già che c'è frequenta il New York School of Design e l'Art Students League.
    Il suo primo mentore è il cubista Max Weber , e dunque si indirizza subito su coordinate moderniste.

    La sua ricerca personale lo porta a risuonare molto con l'espressionismo, in particolare nella sua declinazione tedesca.
    Comincia poi a frequentare un circolo di artisti che si raduna attorno alla figura di Milton Avery . È seguendo Avery che comincia a farsi strada in lui l'idea di fare dell'arte una professione.

    Va capito fino in fondo il coraggio di questa scelta e la forza di questa forma mentale. La prima mostra personale di Rothko è del 1933. Piena depressione. La famiglia
    è in grave difficoltà, e non capisce per quale ragione Marcus non abbia scelto un lavoro più lucrativo, più realistico. Il solito, vecchio, "con l'arte non si mangia".
    Beh, forse ci si dovrebbe, mangiare, invece. Forse sarebbe giusto che un artista, se vale, avesse rapidamente gli strumenti per poterne fare una carriera. Per crescere, per lavorare, così come fa qualunque altro professionista, in qualunque altro campo. Immagino fossero questi i pensieri di Rothko.

    In ogni caso, i suoi dipinti cominciano ad avere un effetto. Parte dall'influenza di Avery, che giocava su questi campi di colore stilizzati, visti nello spoiler precedente.
    Si muove sempre nell'ambito dei paesaggi naturali o cittadini, ad esempio:



    Del 1936 è il manoscritto di un libro, che ci racconta cosa c'è nella testa di Rothko alla origini. In questo libro, oltre a paragonare l'artista moderno primitivista ad un bambino che disegna, dichiara, ispirato:

    CITAZIONE
    "il fatto che uno in genere cominci dal disegno, è già accademico. Noi cominciamo dal colore."

    Molto chiaro, per chi sa che genere di produzione si sta preparando a sfornare.

    È a questo punto che comincia, per il nostro Mark, una fase surrealista, per il bisogno di staccarsi dai paesaggi che fanno tutti, a New York, figli dell'impostazione di Avery. Comincia anche per un bisogno intellettuale e politico. Siamo ad un passo dalla seconda guerra mondiale (per inciso, è ora che cambia il proprio nome in Mark Rothko, per paura delle proprie origini ebraiche), e il nostro eroe è convinto che i mostri e gli dei della pittura primitiva abbiano più o meno lo stesso ruolo per l'artista arcaico di quello che i partiti hanno per l'uomo moderno.
    Siamo ovviamente (trattandosi di surrealismo) su un'onda Freudiana, ma anche, trattandosi di narrazione mitica, su un'onda Nietzscheana: non stupisce che "la nascita della tragedia" abbia segnato molto il Rothko di questi anni. Il suo nuovo scopo è produrre mitologia attraverso la sua arte, per guarire in questo modo i mali della modernità, nati dalla privazione della catarsi tragica.

    Questa è la sua visione dell'Antigone. Roba molto diversa da quella che ne farà un grande. Ma devo dire che l'Antigone qua c'è proprio tutta. Parecchio potente.



    Mano a mano, però, al surrealismo si associa un'altra influenza: l'astrattismo.
    Le figure di Rothko si fanno via via più semplici. Più grandi. A sentir lui, più chiare. Allo sbigottimento dei critici risponde così, con la sua solita potenza da aforisma:

    CITAZIONE
    "promuoviamo l'espressione semplice del pensiero complesso. Siamo per la forma grande, perché ha l'impatto dell'inequivocabile. Vogliamo riaffermare il piano di proiezione. Siamo per le forme piatte, perché distruggono l'illusione e rivelano la verità."

    Ma non basta, perché a quanto pare il loro lavoro deve per forza di cose
    CITAZIONE
    "insultare chi è spiritualmente vicino alla decorazione d'interni".

    Uoa.

    Intanto dipinge questa... "cosa", perfetta sintesi di surrealismo e astrattismo:



    È il 1945. Si intitola "Slow swirl by the edge of the sea". Fate vobis.

    La svolta comincia dalla conoscenza con un'altra fortissima influenza per Rothko: Clyfford Still.

    L'idea di liberare i campi di colore comincia a farsi sempre più strada. Abbandonare i compromessi. Cercare la purezza. La via per la verità. Il processo è evidente.

    Nel 1948 arrivano cose dette il periodo delle opere "multiforma", così:



    O così:


    Nel 1949 incontra un quadro che in seguito indicherà come un'altra traccia indelebile nel suo lavoro: lo studio rosso di Matisse.


    È tutto pronto all'esplosione degli anni '50. Il vero Rothko. Dopo il periodo "multiforma", ecco che arriva la vera chiave di volta: i rettangoli. La struttura che adotterà dalla mostra del 1949 alla Betty Parsons Gallery è quella di tele verticali, composte da blocchi rettangolari di due o tre colori diversi che si oppongono allo sfondo.
    In questa fase iniziale queste tele sono sempre molto grandi.





    L'effetto della prima mostra è travolgente. Per alcuni si tratta di una rivelazione. Per altri, più critici, Rothko usa tele grandi per bilanciare una mancanza di contenuti. La risposta di Rothko:

    CITAZIONE
    "mi rendo conto che storicamente lo scopo di dipingere immagini grandi era di dipingere qualcosa di grandioso e pomposo. La ragione per cui io le dipingo, però ... è proprio perché voglio essere molto intimo e umano. Dipingere qualcosa di piccolo significa porsi fuori dalla propria esperienza, osservare un'esperienza come in uno stereopticon (oggi diremmo "come al cinema", n.d.t.), o con una lente riduttiva. In qualunque modo tu dipinga un'immagine grande, ci sei dentro. Non è qualcosa che puoi controllare."

    Addirittura arriva a consigliare lo spettatore di porsi al massimo a mezzo metro dalle sue opere. Per esserne inghiottito, avere un rapporto intimo, una trascendenza dell'individuo e un senso dell'ignoto.
    Comincia a nascere una corrente spirituale, nella sua arte. Comincia a proteggere le sue opere, perché mandarle nel mondo è un atto pericoloso. Le opere d'arte vivono e crescono nell'atto di essere guardate, in compagnia dello spetttore. E possono venire mutilate dagli sguardi volgari e incapaci di comprendere. Comincia quindi a respingere inviti a determinate mostre, o a rifiutare grosse vendite, se non soddisfatto delle controparti.

    La semplificazione del suo lavoro, tuttavia, non è ancora terminata. Verso la metà degli anni '50, i suoi lavori cominciano a concentrarsi su diverse tonalità dello stesso colore. Per il momento si getta sui blu e sui verdi.



    Più avanti comincerà una straordinaria cavalcata in quello che sarà il suo colore più rappresentativo: il rosso.







    Vale la pena fermarsi un attimo.

    CITAZIONE
    "Il mio interesse è unicamente esprimere le più elementari emozioni umane - tragedia, estasi, sventura, e così via. E il fatto che molte persone scoppino a piangere quando messe di fronte ai miei dipinti, dimostra che io sono in grado di comunicare queste elementari emozioni umane ... Le persone che piangono di fronte ai miei quadri stanno avendo la stessa esperienza religiosa che io ho avuto quando li ho dipinti. E se voi, come dite, siete commosso solo dal rapporto tra i colori, allora non avete capito qual è il punto."

    Rothko è un rivoluzionario. Cerca la libertà espressiva totale dell'artista, fuori da qualunque limite dato dal mercato. Solo un'arte libera artisticamente e spiritualmente può avere un effetto sulla società. Ed è necessario che ce l'abbia.

    Per Rothko il colore è soltanto uno strumento. Di fatto i "rettangoli" non sono lavori diversi da quelli mitologici e surrealisti dei decenni precedenti. Sono solo in una forma più pura.
    Sempre per capire meglio il suo percorso, nel 1958 esprime quella che secondo lui è la "formula" per un'opera d'arte:

    CITAZIONE
    "1. Dev'esserci un'evidente preoccupazione per la morte - presagi di mortalità... L'arte tragica, l'arte romantica, ecc, fanno i conti con la consapevolezza della morte. 2. Sensualità. Il fondamento del nostro essere concretamente in rapporto col mondo. È una lussuriosa relazione con ciò che esiste. 3. Tensione. Che sia conflitto o desiderio frenato. 4. Ironia. Questo è un ingrediente moderno - l'auto esaminazione ed osservazione attraverso la quale un uomo può per un attimo può andare verso qualcosa d'altro. 5. Umorismo e gioco... per l'elemento umano. 6. L'effimero e il caso... per l'elemento umano. 7. Speranza. 10% per rendere il concetto tragico più duraturo.

    Misuro questi ingredienti molto accuratamente, quando dipingo un quadro. È sempre la forma a seguire questi elementi, e il quadro risulta dalla proporzione tra di essi."

    Mancano ancora due argomenti fondamentali da affrontare.
    Il primo è l'episodio dei Seagram Murals.

    Nel 1958, una nota (all'epoca) società produttrice di bevande, la Joseph Seagram and Sons, aveva costruito un nuovo palazzo, all'interno del quale doveva aprire un ristorante di lusso, il "The Four Seasons". Per arredare questo ristorante fu commissionata una serie di dipinti a Mark Rothko. Sorprendentemente, accettò.

    Probabilmente stimolato dalla sfida di sviluppare una visione artistica per uno spazio interno. Altrimenti non si spiega la decisione di una figura di artista così duro, puro, anti-capitalista, di andare a mischiare la propria arte con uno dei più straordinari esempi immaginabili di consumismo. Forse aveva intenzione di uccidere il mostro dall'interno.

    Fatto sta che dipinse quaranta quadri, in rosso e marrone, alterando il suo schema tradizionale, e alzando in verticale i rettangoli, per adattarsi all'architettura verticale del ristorante.
    Per queste opere dichiarò di essersi ispirato in particolare a due luoghi visitati durante un viaggio in Italia: il vestibolo della Libreria Laurenziana di Michelangelo, e la Villa dei Misteri di Pompei.



    Voleva dare la sensazione di trovarsi in un luogo con porte e finestre murate.

    Quello che accadde, però, è che quando ancora non era stato terminato l'allestimento delle opere, Rothko, in visita al ristorante in via di apertura, rimase disgustato dall'atmosfera del locale, si pentì di aver accettato il lavoro, e lo mandò a monte, oltraggiato, restituendo il ricco anticipo ricevuto.

    Questa meraviglia è una delle opere di cui stiamo parlando:


    Ci avviciniamo agli ultimi anni di vita. I colori si fanno più inquietanti, più disturbanti:

    1963:


    1967:


    1968:


    Fino addirittura a lavorare sul grigio e nero:

    1970:
    RothkoBlackGray

    Forse il segno della depressione, che lo sta inseguendo, e che infine lo porterà al suicidio.

    L'ultima, e forse la più grande, sua opera, che non farà a tempo a veder inaugurata, è la Rothko Chapel.

    Nel 1964 gli fu commissionato di creare uno spazio meditativo, che contenesse suoi dipinti. I dipinti dovevano essere realizzati appositamente per quello spazio, sulla cui architettura e costruzione, lui aveva totale libertà d'azione.
    Rothko voleva che fosse un luogo di pellegrinaggio artistico, che la gente si mettesse in viaggio per vedere il suo lavoro più straordinario e più spirituale.
    Voleva che fosse una cappella cattolica, e fu proprio l'idea del monoteismo a guidare la sua visione artistica sia a livello dell'architettura ottagonale (l'ispirazione fu la chiesa bizantina di santa maria assunta), sia per il contenuto dei dipinti, e la loro disposizione. Si tratta di un trittico centrale di fronte all'ingresso, marrone scuro, affiancato da due trittici laterali di nero opaco, con il pannello centrale leggermente rialzato (movimento che riflette nuovamente verso il primo trittico). Tra di essi vi sono quattro dipinti individuali, e uno aggiuntivo sulla parete opposta al trittico centrale.

    Perfino in fotografia, a me sembra qualcosa di straordinario:

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    1313537367-94770048

    La cappella fu inaugurata nel 1971. Ma Rothko non c'era.
    Fu trovato morto il 25 Febbraio 1970, coperto di sangue, in bagno, dopo essersi tagliato le vene con un rasoio. Dopo l'autopsia si scoprì che si era anche fatto un'overdose di antidepressivi. Tanto per essere certo di riuscirci.

    Cheers,
    Ettore

    Edited by Èttore - 16/4/2015, 18:01
     
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  2. Dude
     
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    bellissimo topic, per quanto Rothko sia un artista che non ammiro particolarmente. ciò che mi convince poco è che il Rothko maturo, che affina progressivamente la sua ricerca, arriva a tanto così dal confine fra pittura e arti applicate. non che sia necessariamente un male, anzi, volendo fare una provocazione potremmo quasi vederlo come un rivoluzionario della decorazione d'interni. la sua ricerca sul colore mi pare tutto fuorché radicale: in questo non raggiunse mai la potenza e la "purezza", chessò, di un Yves Klein. e anche il suo lavoro sulle forme mi sembra poco coraggioso rispetto al percorso di altri grandi, ad esempio Mondrian, la cui evoluzione stilistica (declinata entro correnti diverse ovviamente) non è così dissimile dalla parabola di Rothko.

    mi ha sorpreso invece quello "Slow swirl" del 45, opera sicuramente embrionale e colma di citazioni piuttosto riconoscibili (sembra un mix nemmeno troppo impronosticabile fra De Chirico, Klee e Miro) ma abbastanza interessante nella ricerca di un linguaggio autentico.
     
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  3. Èttore
     
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    Complimenti per il bel topic. Molto contestualizzato e permette di comprendere meglio l'artista.
    Però boh, non riesco ad apprezzare queste correnti artistiche. Forse manco io di sensibilità, o di apertura mentale. Non mi dicono assolutamente nulla
     
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  5. Èttore
     
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    Oh, io proprio non riesco a capire come uno possa trovare "incomunicante" una cosa del genere:



    Non è per aggressività, è che probabilmente tanto quanto è incomprensibile per te che qualcuno dipinga una cosa del genere, è davvero del tutto incomprensibile per me come uno possa non trovarlo estremamente umano e diretto.

    Voglio dire, non c'è da capire molto di più qua che non in un quadro "tradizionale".

    Cheers,
    Ettore
     
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  6. Dude
     
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    CITAZIONE (Èttore @ 16/4/2015, 18:02) 
    Hai visto qualcosa dal vivo?

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    forse no. di sicuro mi piacerebbe molto vedere la cappella, sembra il contesto perfetto per fruire dei suoi quadri.
     
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    I rossi mi piacciono :hihi:

    Ma neanche tanto. Non mi dice granchè no.

    L'antigone già era qualcosa.

    Edited by -El Diablo - 16/4/2015, 18:17
     
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  8. Èttore
     
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    CITAZIONE (Dude @ 16/4/2015, 18:12) 
    CITAZIONE (Èttore @ 16/4/2015, 18:02) 
    Hai visto qualcosa dal vivo?

    Cheers,
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    forse no. di sicuro mi piacerebbe molto vedere la cappella, sembra il contesto perfetto per fruire dei suoi quadri.

    Io ne ho visto uno di quelli piccoli, degli ultimi anni, a venezia, l'anno scorso. Mi stava già simpatico, ma dal vivo sono rimasto paralizzato.

    Cheers,
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    CITAZIONE (Èttore @ 16/4/2015, 18:08) 
    Oh, io proprio non riesco a capire come uno possa trovare "incomunicante" una cosa del genere:

    (IMG:http://i61.tinypic.com/abtj51.jpg)

    Non è per aggressività, è che probabilmente tanto quanto è incomprensibile per te che qualcuno dipinga una cosa del genere, è davvero del tutto incomprensibile per me come uno possa non trovarlo estremamente umano e diretto.

    Voglio dire, non c'è da capire molto di più qua che non in un quadro "tradizionale".

    Cheers,
    Ettore

    non voglio passare per quello che dice "questo lo faceva anche un bambino".
    Però boh, sono quadrati colorati. Vogliamo parlare di studio del colore, va bene. Di umano non ci vedo nulla.
    che ci posso fare?
     
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  10. Èttore
     
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 16/4/2015, 18:21) 
    CITAZIONE (Èttore @ 16/4/2015, 18:08) 
    Oh, io proprio non riesco a capire come uno possa trovare "incomunicante" una cosa del genere:

    (IMG:http://i61.tinypic.com/abtj51.jpg)

    Non è per aggressività, è che probabilmente tanto quanto è incomprensibile per te che qualcuno dipinga una cosa del genere, è davvero del tutto incomprensibile per me come uno possa non trovarlo estremamente umano e diretto.

    Voglio dire, non c'è da capire molto di più qua che non in un quadro "tradizionale".

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    non voglio passare per quello che dice "questo lo faceva anche un bambino".
    Però boh, sono quadrati colorati. Vogliamo parlare di studio del colore, va bene. Di umano non ci vedo nulla.
    che ci posso fare?

    È che io non so come risponderti, perché è roba che ha a che fare con l'indicibile. Cioè, non posso spiegarti cosa c'è di umano, l'unica cosa che uno può dire è "boh, guarda meglio". Perché non è che posso dirti "vedi la pennellata", ad esempio, perché mi ridi in faccia. Ma a me emoziona anche quella.

    Questo è un caso in cui un bambino non avrebbe decisamente mai potuto fare niente del genere, perché un tale senso del tragico, dell'orrore, una tale angoscia per la morte, un bambino non li ha.

    Ma il punto è che se tu guardi quell'immagine e non ti viene l'angoscia, non ho strumenti per spiegarti perché a me sì. Mi sento davvero affranto per te. Tutto qua.

    Cheers,
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    pace. amici come prima.

    p.s. hai un pm
     
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  12. Èttore
     
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    Letto, e aggiornato l'indice.

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    Dev'essere roba settoriale.

    Io mi sono esaltato guardando siti web (non porno XD) particolarmente carini.

    O forse non provo la sensazione di angoscia e basta. Non è nel mio catalogo delle emozioni XD
     
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  14. Èttore
     
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    Beh, non sono tutti angoscianti. Ognuno a me esprime qualcosa di un po' diverso.

    Cheers,
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    Vabbè, sensibilità diverse a cose diverse.

    E' un po come i gusti musicali :hihi:
     
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26 replies since 16/4/2015, 15:41   645 views
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