La precarietà uccide.

La lettera di Michele, precario suicida

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  1. Èttore
     
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    Fatemi capire.
    Perché questa vicenda mi sta irritando in modo davvero profondo.

    Essere depressi è una colpa? C'è una "responsabilità" dell'essere depressi? È una cosa che si sceglie?
    Essere disperati, deboli, soli fa parte dell'autodeterminazione personale?

    No, perché se tu prendi 100 persone e le butti (consapevolmente) in mezzo a una piscina, poi non puoi dire che quelli che affogano sono stati uccisi dal loro non saper nuotare. Sono stati uccisi da chi li ha spinti nella piscina!

    Certo, se tutti avessero saputo nuotare non sarebbe morto nessuno.
    Ma c'è un'analisi corretta e un'analisi sciocca. Dire che sono stati uccisi dal non saper nuotare è un'analisi sciocca.

    Ci sono persone sole, ci sono persone fragili, ci sono persone depresse. Ma se tu privi tutti quanti della dignità, non sono quelli depressi che vengono uccisi dalla depressione, sono quelli forti e positivi che, grazie alla loro forza e positività, si sono salvati da chi li stava buttando in piscina.

    (e in ogni caso tutti hanno un limite)

    Io capisco che il suicidio sia un tema molto molto forte, e che tutti quanti abbiamo molto bisogno di disinnescarlo. Ma proprio per questo io penso che dovremmo prenderlo davvero molto sul serio, non derubricarlo a un gesto da "squilibrati".
    Anche perché se uno ha studiato un minimo, sa che prima di tutto storicamente e culturalmente, non è mai stato solo così. Il suicidio è una cosa che l'uomo fa anche quando diventa la scelta più razionale. Non solo quando è malato.

    Cheers,
    Ettore
     
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25 replies since 9/2/2017, 18:02   204 views
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