Jean-Baptiste Jules Bernadotte, il Re plebeo

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    Madre, donna, lesbica. What else?

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    Incredibile destino quello di Jean-Baptiste Jules Bernadotte, originario di Pau, nel sud della Francia. Ex giacobino si distinse per la propria fedeltà al Direttorio durante la rivoluzione francese fino ad assumere la carica di ministro della guerra da luglio a settembre 1799.
    Nonostante la sua contrarietà verso Napoleone Bonaparte questi lo incluse nei 18 nomi ai quali conferire la carica di Maresciallo di Francia. Pur dimostrando scarsa tempestività sui campi di Austerlitz ricevette nel 1806 il titolo di Principe di Pontecorvo, roccaforte ed ex dominio del pontefice.
    Negli anni seguenti continuò a non eccellere sia per doti militari che diplomatiche anzi rischiò il deferimento alla corte marziale per il ritardo con il quale soccorse il maresciallo Davout a Jena contro i prussiani. L’atteggiamento benevolo di Napoleone verso di lui è da ricercarsi nel fatto che Bernadotte, avendo sposato la cognata di Giuseppe Bonaparte, Désirée Clary, faceva quindi parte dell’entourage familiare dell’Imperatore.
    Oltretutto Désirée era stata anche legata sentimentalmente a Napoleone e questo fatto probabilmente poneva l’imperatore in una situazione imbarazzante. Era forse anche possibile che Napoleone nutrisse ancora dei sentimenti d'affetto per la donna e che si ritenesse in colpa per il modo in cui l'aveva abbandonata pochi mesi dopo il fidanzamento.
    Ineccepibile fu invece il comportamento di Bernadotte a Lubecca quando trattò la resa degli svedesi dimostrando magnanimità ed un trattamento di riguardo per il corpo ufficiali. Probabilmente questo atteggiamento contribuì alla svolta della sua vita.
    Accadde che la Svezia stava andando incontro ad una crisi dinastica: il vecchio re Carlo XIII non aveva eredi diretti. Un giovane principe danese, Cristiano Augusto d’Augustenburg, diventato a quel punto l’erede designato morì improvvisamente nel 1810 per le conseguenze di una caduta da cavallo. Questo evento portò quindi alla ricerca di un nuovo successore al trono.
    Fra i diplomatici svedesi inviati in Francia per sentire il parere di Napoleone sulla questione, figurava il barone Mörner, del quale Bernadotte era diventato amico proprio a Lubecca nel 1806. Questi, dovendo scegliere il principe ereditario svedese tra i marescialli di Francia non ebbe dubbi e propose Bernadotte. Napoleone acconsentì non senza aver concluso un’alleanza con la Svezia in funzione anti-russa.
    Il 21 agosto 1810, Bernadotte venne eletto principe ereditario dalla dieta svedese, il Riksgad, lasciò la Francia ed abiurò la religione cattolica a favore di quella luterana. Da subito capì i nuovi rapporti di forza che reggevano il mondo nordico. Scelse quindi di riavvicinarsi allo zar Alessandro I e stipulò con il monarca russo un’alleanza segreta nell’aprile 1812.
    Dopo aver prudentemente osservato la ritirata di Russia, egli prese parte alla campagna del 1813 contro la Francia alla testa dell’esercito del Nord (composto da contingenti svedesi, russi e prussiani). Ottimo conoscitore della tattica napoleonica, il principe ereditario svedese partecipò nell’ottobre alla battaglia di Lipsia, contribuendo in tal modo alla sconfitta dell’imperatore francese.
    Forte del successo ottenuto cercò di annettere la Norvegia sottratta alla Danimarca, rimasta fedele all’alleanza francese. Di fronte alla resistenza norvegese, Bernadotte condusse una breve campagna militare nel 1814 avendo l'accortezza però di non distruggere le modeste forze di questo suo futuro regno. Riuscì a farsi eleggere re di Norvegia dai delegati del popolo ed accettò di rispettare la Costituzione di Eidsvold, proclamata dagli indipendentisti.
    Nel 1815, durante il Congresso di Vienna, grazie all’amicizia di Alessandro I e all’appoggio dell’Inghilterra, nonostante le reticenze di Prussia e Austria che diffidavano di questo plebeo dal passato repubblicano, il principe Carlo Giovanni, ovvero Bernadotte, riùscì a conservare il suo titolo.
    Tre anni più tardi, nel 1818, alla morte di Carlo XIII, egli divenne Carlo XIV Giovanni di Svezia e Norvegia (quest’ultima fino al 1905), iniziando una dinastia che ancora oggi, dopo quasi duecento anni, regge le sorti della Svezia.



    Poi ci lamentiamo dei nostri politici voltagabbana :hihi:
     
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    Ma neanche tanto.

    Già Napoleone aveva tradito la rivoluzione, lui ha tradito napoleone ecc...

    Cioè: era un giacobino, cazzo combatteva per l'impero? Per uno che aveva reintrodotto la schiavitù nelle colonie? (anche se in politica europea era avanti anni luce rispetto ai suoi nemici :hihi:)

    Più comprensibile il fatto che il potere acquisito come Re non gli abbia fatto schifo :hihi:

    Visto che sto giocando (ma mi so già rotto) Nobunaga Ambition, vai a vederti quante volte è stato tradito (a ragione :D) questo personaggio dai suoi ufficiali :D

    Alla fine Mitsuhide, dopo che Nobunaga gli aveva indirettamente condannato a morte la famiglia (data in ostaggio per stipulare una truce rotta 5 minuti dopo :hihi:) lo ha bruciato vivo insieme al tempio dove passava la notte.

    Lui manco preoccuparsi che poteva succedere, NOOOO...
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    La leggenda narra che Bernadotte non si sia mai fatto vedere a torso nudo, nemmeno dal medico di corte svedese. Alla sua morte si narra che avesse tatuato sul petto"Morte al Re" (in francese ovviamente) :hihi:
     
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2 replies since 3/6/2017, 08:11   49 views
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