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Anno:1995 Genere: Heavy Metal
Il decimo disco in studio degli inossidabili Iron Maiden uscì nel 1995. Tre anni per trovare un nuovo cantante, dopo centinaia di audizioni e per dare alle stampe un nuovo lavoro. Nel frattempo Bruce Dickinson aveva recumerato il buon Adrian Smith, bravissimo compositore ma senza qualcuno che gli dice cosa deve fare non sa manco pulirsi il culo mi sa, e si era affidato al Roy Z, gran bel produttore che seppe dargli una svolta alla sua carriera che stava andando a puttane. Invece gli Iron Maiden pigliarono un bravo ragazzo, così sfigato nell'aspetto, nel timbro vocale e nella vita stessa che i gatti neri si toccano ancora oggi le palle quando passa lui per strada. Il problema è che Steve Harris decise di produrre da se il disco, con risultati disastrosi. Martin Birch avrebbe fatto presente al buon bassista che magari scivere canzoni adatte alla voce di Bruce Dickinson non sarebbe stata un'idea brillante. Murray stava zitto, Gers non serviva un cazzo già allora, figuriamoci oggi, Nicko spalava merda nelle interviste su Bruce Dickinson, forse ignorando che da lì a quattro anni sarebbero tornati felici tutti assieme. Il disco risente molto di queste tensioni, paure e scazzi Un disco cupo (influenzato dal fatto che Harris stava divorziando dalla moglie in quel periodo), ma anche sperimentale come non accadeva forse da Somewhere in time. Fu l'ultimo disco dove harris forse ci credeva veramente, dove provava a non fare i soliti tre accordi e a non dilatarli all'infinito per riempire il disco come fa da vent'anni a questa parte. Roba che Martin Birch lo avrebbe preso a calci nel culo subito. Le canzoni belle ci sono, come qualche inevitabile filler. The sign of the Cross è un mastodonte di 11 minuti che fila via liscia come l'olio, senza una sola nota fuori posto; Lord of the flies e Man on the Edge dimostrano che ogni tanto Gers sa scrivere due note, Look for the Truth è una delle poche canzoni adatte al timbro di Blaze, così come The Aftermath, 2AM e The unbeliever. Un disco sottovalutato, stroncato dai fans (e possiamo capirlo) ma anche dalla critica musicale, in quel periodo non molto tenera nei confronti dell'heavy metal tradizionale. Fortunatamente negli anni venne rivalutato.
VOTO: 8.5
Tracce Testi e musiche di Steve Harris, eccetto dove indicato.
Sign of the Cross – 11:18 Lord of the Flies – 5:05 (Steve Harris, Janick Gers) Man on the Edge – 4:14 (Blaze Bayley, Janick Gers) Fortunes of War – 7:25 Look for the Truth – 5:12 (Blaze Bayley, Janick Gers, Steve Harris) The Aftermath – 6:19 (Steve Harris, Blaze Bayley, Janick Gers) Judgement of Heaven – 5:12 Blood on the World's Hands – 5:58 The Edge of Darkness – 6:37 (Steve Harris, Blaze Bayley, Janick Gers) 2 A.M. – 5:39 (Blaze Bayley, Janick Gers, Steve Harris) The Unbeliever – 8:02 (Steve Harris, Janick Gers)
Formazione
Blaze Bayley – voce Dave Murray – chitarra Janick Gers – chitarra Steve Harris – basso Nicko McBrain – batteria
Altri musicisti Michael Kenney – tastiera The Xpresion Choir – canti gregoriani (traccia 1)
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