Pesci siluro e gamberi della Louisiana, l’invasione aliena nelle acque del Po

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

    Group
    Administrator
    Posts
    73,740
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Pesci siluro e gamberi della Louisiana, l’invasione aliena nelle acque del Po



    I pescatori (illegali) dei Murazzi, quelli dell’Est perché i colleghi italiani non sono dello stesso parere, assicurano che le sue carni bianche, povere di lische, sono prelibate. Prima di metterlo in forno però bisogna mandare giù le normali preoccupazioni legate all’inquinamento del Po e il comprensibile ribrezzo dettato dal suo aspetto. La siccità ha aumentato la presenza del pesce siluro nelle acque cittadine. Negli ultimi anni, questa «specie aliena», importata dal Danubio per motivi sportivi, ha invaso i fiumi, risalendo dal Vercellese e dall’Alessandrino, fino sotto il ponte di piazza Vittorio. «Ne abbiamo pescati anche da 25 chili, lunghi un metro. Dei bestioni», racconta chi gli dà la caccia, anche solo per divertimento, nei fine settimana sottovalutando che questi pesci sono una seria minaccia per il nostro ambiente.

    Altro pezzo pregiato del mercato ittico clandestino è il gambero della Louisiana. Si pesca, si vende e si mangia anche lui. Trovarlo non è complicato sul Po. In questi giorni, complice i lavori della diga Michelotti, si avvista tra le pietre e lungo le sponde. Il crostaceo rosso di acqua dolce (nome scientifico Procambarus clarkii) è un animale alloctono. Ed è diventato una preoccupazione per chi studia l’habitat fluviale. «Essendo più resistente e tollerante alle alterazioni dell’ambiente, come l’aumento delle temperature, il gambero della Louisiana sta facendo soffrire quello nostrano, più piccolo», racconta Stefano Fenoglio, zoologo del dipartimento di Biologia dell’Università. La storia di questi gamberi ricorda quella della nutria, altro animale invasivo trasformatosi in una maledizione. Sono stati introdotti per una questione economica negli allevamenti della Toscana e del Vercellese. Poi, decenni dopo, si è scoperto il conto da pagare. «I crostacei della Louisiana sono portatori “quasi sani” di una micosi però letale per quelli “indigeni”», aggiunge Fenoglio.

    L’anno scorso il Crip, il Centro di Referenza Ittiofauna del Piemonte, ha pubblicato un libretto intitolato «Pesci esotici, l’invasione silenziosa», dedicato ai 24 pesci alloctoni nell’acqua dolce del Piemonte. A questi bisogna aggiungere un altro essere alieno. La Corbicula fluminea. È un mollusco con crea dei tappeti sui fondali. «Si sta riproducendo in modo spaventoso. Come l’aspio. Pesce predatore, aggressivo (non per l’uomo), originario del Danubio e diffusissimo, non proprio a Torino, ma a Casale Monferrato». Per fermare l’invasione delle specie alloctone bisogna usare le maniere forti. Altrimenti si rischia di dover poi fare i salti mortali. Come insegna la sfortunata battaglia contro l’ Elodea nuttallii, meglio nota come «l’alga dei Murazzi». Ulteriore esempio del corposo gruppo degli «alieni» del Po e fiumi limitrofi. L’Università ha deciso di combatterli con un progetto ad hoc, finanziato dall’Europa. Si chiama «Minnow» e mira alla tutela di sei specie ittiche come la savetta, la lasca, la lampreda padana. Sono tutti pesciolini, endemici, in cerca di un futuro migliore. Il professore Fenoglio spiega: «L’invasione degli esseri alloctoni è, a livello mondiale, la seconda causa della distruzione della biodiversità e delle estinzioni. Dopo ovviamente la distruzione degli habitat ad opera dell’uomo».

    fonte: corriere della Sera
     
    .
0 replies since 22/10/2022, 19:25   7 views
  Share  
.