Serie A stagione 2023-24

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    La Salernitana si illude, l'Udinese si salva con un capolavoro di Kamara

    Tutto nel primo tempo in Friuli: granata avanti con Tchaouna al 10', il pari arriva al 48'. Nel secondo i bianconeri rimangono in dieci per l'espulsione di Ebosele, finale vivace ma il risultato non cambia

    Dal nostro inviato Alex Frosio
    2 marzo 2024 - UDINE
    Un punto che non serve a nessuno è il verdetto della sfida-salvezza di Udine. La Salernitana resta lontanissima dalla zona sicura, l’Udinese non riesce a tirarsene fuori e incassa la contestazione dei suoi tifosi.

    MOSSA—
    Liverani propone un 4-3-1-2 alla Empoli di Sarri, con Candreva trequartista/regista avanzato e le punte Tchaouna e Weissman che partono larghe. La mossa produce subito guadagni. Già all’8’ Tchaouna calcia alto dopo una chiusura di Giannetti sul taglio profondo di Weissman. Ma al 10’ la Salernitana è in vantaggio: Maggiore attiva a destra Tchaouna, che stringe verso il centro (perché Perez temporeggia troppo aspettando il rientro di Kamara) e disegna con il destro all’incrocio opposto. La struttura tattica di Liverani è audace ma fragile. E scricchiola quando l’Udinese, che impiega qualche minuto a riprendersi dal cazzotto ricevuto, comincia a spingere. Lo fa soprattutto dalle fasce e soprattutto a sinistra, dove Kamara è scatenato e Zanoli (annullata una sua autorete al 12’ per fuorigioco di Lucca in partenza di azione) non lo contiene, anche perché poco aiutato dagli scivolamenti mancati di Coulibaly. Al 18’ Payero da lì mette un cross basso, Lucca lo gira a colpo sicuro ma i riflessi di Ochoa sono prodigiosi. Al 34’ una super-chiusura di Pellegrino intercetta un radente di Kamara sempre da sinistra, al 39’ è Thauvin a spostarsi di là e a chiamare Ebosele al colpo di testa sul secondo palo, al corpo di Bradaric. La Salernitana ha alleggerito la pressione solo cercando di perdere tempo e con un invito verticale di Candreva per Weissman che sbuccia il sinistro al volo al 33’. Ed è in apnea. Al 39’ un tacco geniale di Thauvin, stavolta sul centro-destra, libera in area Lovric che allarga colpevolmente il facile diagonale. Il francese campione del mondo ha l’interruttore acceso e al 48’ disegna il cross perfetto per la sforbiciata in area di Kamara: dormita di Manolas e Pellegrino ma gran gol. E 1-1 all’intervallo.

    RIPRESA— L’Udinese dovrebbe aumentare il ritmo a inizio ripresa, e prende sì possesso della metà campo avversaria ma fatica ad affondare. Thauvin è l’unico a mettere un po’ di luce al gioco: al 7’ punizione di poco a lato, al 17’ arcobaleno verso il secondo palo che Kamara di controbalzo spreca malamente. Al 19’ svolta: Ebosele, già ammonito, si allunga il pallone e pesta il piede di Pellegrino, secondo giallo e Udinese in dieci. Il progetto uomo-su-uomo di Cioffi salta, la Salernitana – pericolosa solo al 13’ con un sinistro di Tchaouna sull’esterno della rete - può riprendere il controllo del pallone. E ha la grande chance al 25’: Candreva fa il… Thauvin e ispira da sinistra, Giannetti scivola, Tchaouna spara sul palo esterno. Liverani inserisce Ikwuemesi per Weissman, poi Pasalidis e Gomis per Manolas e Coulibaly, Cioffi in dieci ha tolto Payero per Ehizibue e poi Kamara per Zemura. Maggiore salva su Ferreira sugli sviluppi di un angolo. Al 39’ brivido: cross di Candreva e tocco di mano di Ehizibue, l’arbitro Manganiello fischia ma per una carica sul portiere Okoye. Lovric di forza calcia alta al 42’, all’ultimo minuto di recupero Candreva in contropiede calcia anche lui alto, ma partendo da fuorigioco. Il pari non serve a nessuno, la curva dell’Udinese contesta squadra (“Andate a lavorare”) e società (“Devi spendere”).
     
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    Quanto è bella la Roma di De Rossi: poker al Monza. E torna al gol pure Lukaku

    Segnano Pellegrini e il belga nel primo tempo, poi Dybala, rigore Paredes e rete per i brianzoli di Carboni nella ripresa
    2 marzo - 20:03 - MILANO

    Straripante Roma: 4-1 a Monza e corsa sempre più convinta verso la quarta piazza che conduce alla Champions. Non c'è stata praticamente mai partita, a cominciare nel primo tempo dal gol annullato a Cristante per millimetrico fuorigioco fischiato a Dybala dopo consulto Var di tre minuti. La Roma ha sempre avuto la gara in pugno, e subito dopo infatti non ha avuto problemi ad andare in vantaggio prima con Pellegrini, per poi raddoppiare con Lukaku. Nella ripresa il 3-0 su punizione di Dybala, il poker di Paredes su rigore e il gol dei brianzoli di Carboni.
     
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    Cuore Toro: danneggiato dall'arbitro, resiste in 10 alla Fiorentina

    Marchetti protagonista negativo della partita: si inventa l'espulsione a Ricci nel finale di 1° tempo. Annullato al Var un gol di Zapata. Infortunio a un ginocchio per Ilic

    2 marzo 2024 - TORINO
    E’ un pareggio che sa di beffa per il Toro, perché fino a quando l’arbitro Marchetti gli ha “permesso” di giocare in undici contro undici ha dominato la scena. Sfiorando in almeno tre occasioni il vantaggio (con Vlasic e in due circostanze con Sanabria). Lo zero a zero contro la Fiorentina è anche, e forse soprattutto, figlio dell’ennesima imbarazzante direzione arbitrale di questo campionato. L’arbitro Marchetti con la collaborazione di Sozza al Var annulla un gol a Zapata, ma soprattutto si inventa letteralmente l'espulsione di Ricci al 45’ che costringe la squadra di Juric a giocare in dieci per tutta la ripresa.

    TERRACCIANO CI ARRIVA—
    Juric perde subito in avvio Ivan Ilic: dopo sette minuti il serbo ha la peggio nel contrasto con Biraghi. Il centrocampista granata ci va troppo "molle", il ginocchio destro si gira ed è costretto subito alla sostituzione. Subentra Ricci, le condizioni di Ilic saranno da valutare domani con gli esami al ginocchio. Il rischio di un brutto infortunio c’è. Nella stessa azione, Bellanova in corsa viene falciato da Ranieri e qui inizia il sabato sera da dimenticare dell’arbitro Marchetti: Ranieri si disinteressa completamente del pallone, falcia Bellanova in corsa. Il cartellino giallo appare una sanzione riduttiva. La partita non è scintillante, ma il Toro interpreta la prima mezzora con maggiore convinzione. Zapata è travolgente in una discesa libera (18’), conclusasi con un diagonale di poco a lato. Un minuto dopo grande occasione per Vlasic servito da Bellanova: la conclusione è molto angolata, Terracciano ci arriva a mano aperta. La squadra di Juric preme, al 21’ Ricci mette una palla al bacio per Sanabria che stecca l’impatto col pallone, fallendo un rigore in movimento. La Fiorentina risponde con un colpo di testa di Nico (25’) a lato, mentre Sanabria scivola incredibilmente davanti a Terracciano divorandosi una potenziale palla-gol.

    FOLLIA ARBITRALE— Al minuto trentotto i protagonisti diventano l’arbitro Marchetti in campo e il collega Sozza al Var. Si parte dal gol annullato a Zapata: Milinkovc calcia lungo, Zapata sfiora con le mani in corsa Milenkovic che rovina a terra mentre Duvan calcia in porta e trova il gol del vantaggio. Dopo un lungo check, Marchetti va al monitor richiamato da Sozza e punisce la spinta di Zapata, una spinta come se ne vedono tante in campionato, annullando il gol. Sette minuti dopo, però, la direzione arbitrale va in tilt. Minuto 45’: Ricci va a contrasto con Nico aprendo le braccia in volo e l’arbitro lo punisce con un primo cartellino giallo. Due minuti dopo l'erroraccio del direttore di gara. Arthur commette un fallo bruttissimo proprio su Ricci (ammonito il centrocampista viola): Ricci si alza da terra chiedendo la sanzione per Arthur e invece si vede incredibilmente il secondo giallo stampato sul naso. Nuovamente penalizzato dagli arbitri, il Toro va nello spogliatoio in dieci.

    IL CUORE— Ad inizio ripresa, Juric corre ai ripari inserendo Gineitis al posto di Sanabria, la Fiorentina si ripresenta senza Arthur (c’è Maxime Lopez) e senza Beltran (c’è Barak). In dieci contro undici, il Toro prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo: una galoppata di Bellanova (7’) impegna seriamente Terracciano che si salva in angolo. Italiano toglie un difensore (Ranieri) per un centrocampista (Mandragora). Al 18’ Milinkovic compie un bell’intervento sul colpo di testa ravvicinato ma centrale di Bonaventura su cross di Nico Gonzalez. Il Toro non soffre l’inferiorità numerica e solo per una questione di centimetri non timbra di testa il colpo del possibile uno a zero (26’). Nel finale esce un gladiatorio Zapata per far posto a Pellegri, e c’è spazio per Nzola al posto di Bonaventura. Nel finale l’imbarazzante direzione arbitrale trasforma la gara in un corrida tra panchine e produce il rosso a Juric e un’ammonizione a Italiano.
     
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    Brutta gara condizionata dall'arbitro.
    Mi sa tanto che la nostra stagione è quasi finita a livello di obiettivi e motivazioni
     
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    L'Atalanta si è persa: il Bologna ribalta Gasp e va in fuga per il 4° posto

    Vantaggio di Lookman, ma nella ripresa i rossoblù segnano con Zirkzee su rigore e Ferguson. Motta esulta, sesto successo di fila
    Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

    3 marzo 2024 - BERGAMO
    Inarrestabile Bologna: forte mentalmente e feroce nel riprendere, raddrizzare e poi agguantare una vittoria d’oro. È la fuga da Champions? Può essere: il Bologna vince in maniera adulta e matura la sesta gara di fila e soprattutto – ribaltando risultato e un primo tempo “rattrappito” – lo fa al Gewiss, stadio nel quale Gasperini ne aveva vinte sei consecutive. Ora i punti di distacco dal quinto posto della Roma sono quattro, una parentesi lunga che sa appunto di fuga e di squadra mentalmente fredda e capace di restare sempre in partita per poi indirizzarla. L’Allievo Thiago Motta batte il Maestro Gasperini, Joey Saputo esulta come un bambino in tribuna e il Bologna sgomma coi cambi nella ripresa, aggiustando tutto in ogni zona del campo e trovando i gol di Zirkzee (rigore per fallo di Koop su Saelemaekers) e Ferguson, arrivati rispettivamente a dieci e sei reti in stagione.

    SPALLETTI E... LOOKMAN—
    L’Atalanta è reduce da sette vittorie di fila in casa, il Bologna da 6 risultati utili di fila di cui 5 vittorie consecutive: Gasperini spalma un 3-4-3 con De Ketelaere in mezzo al campo da interno destro e Pasalic falso centravanti; Thiago Motta conferma Fabbian, Orsolini, rimette al centro della difesa Calafiori (tutti e tre sono stati preconvocati dal c.t. Spalletti, in tribuna) e sceglie Ndoye al posto di Saelemaekers sulla corsia mancina. Il primo acuto è della Dea: fuga a sinistra di Ruggeri, palla filtrante e inserimento di DeK (2’) che calcia altissimo. La reazione del Bologna arriva al 10’: zuccata alta di Fabbian su corner di Orsolini che al 17’ arriva al primo tiro in porta del Bologna neutralizzato facilmente da Carnesecchi. L’Atalanta schiuma gioco e rabbia, il Bologna riesce solo ad agire di rimessa: la disposizione di Gasperini inizialmente mette in difficoltà l’Allievo Motta. Lo sblocco arriva al 28’: azione cominciata da Lookman, palla a Zappacosta che da destra è libero di tirare, respinta corta in mezzo all’area piccola di Skorupski e Lookman è lì, dove Beukema non si accorge, e l’1-0 della Dea scatta impietoso. Calafiori, uscito dalla gabbia iniziale di Pasalic, sale a impostare e dopo il gol il Bologna cerca la reazione ma non trovando il pertugio importante per andare a impensierire Carnesecchi. Gasp torna al 3-4-1-2 e lascia qualche metro alla squadra di Motta pur tenendo alta la tensione con incursioni firmate sempre da Lookman e Pasalic che adesso galleggia cercando di imbavagliare le regìa di Freuler. Il primo tempo si chiude con l’Atalanta che – anche per occasioni – ha fatto ben di più ma va considerata la non-uscita dalla partita del Bologna, ferito ma non abbattuto anche se incapace di cercare Carnesecchi con grande efficacia.

    RIBALTONE— Nella ripresa, Motta cambia subito la cerniera di destra che è stata in grossa difficoltà: fuori Posch (c’è Lucumi che fa il centrale con spostamento di Beukema a destra) e fuori Orsolini per Saelemaekers che si mette a sinistra con Ndoye che dirotta a destra. Gasp resta così com’è stato il primo tempo e l’inizio è più Bologna che Atalanta, coi rossoblù che in 4’ ribaltano la gara: Saelemaekers si prende un rigore solare per colpo sulla caviglia in area di Koopmeniners; Zirkzee trasforma il suo decimo gol stagionale per l’1-1 al 56’; poco dopo, tiro di Ndoye ribattuto dalla difesa atalantina e Ferguson – fino a lì poco in luce – al volo piazza il diagonale per il sesto centro personale e l’1-2. Morale: il Bologna, anche coi cambi di Motta, ha saputo rientrare in partita, col “regalo” di Koopmeiners ma anche sapendo guadagnare metri per andare a stanare l’Atalanta. Gasp poco alla volta ha cambiato il volto dell’attacco infilando Scamacca, Miranchuk e del centrocampo con Ederson e Scamacca ma la Dea non ritrova più la forza lucida del primo tempo e soprattutto c’è il Bologna che è un altro Bologna, tosto, resiliente, lucido e feroce. E che adesso sembra sempre più dentro al sogno-Champions.
     
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    Juve, quanti sprechi: Vlahovic mangiagol, Napoli gode con Raspadori e l'Inter prepara la festa

    Dopo gli erroracci del serbo, padroni di casa in vantaggio con Kvara, i bianconeri trovano il pari con Chiesa, nel finale Raspadori raccoglie la respinta di Szczesny sul rigore di Osimhen e segna il gol della vittoria
    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    3 marzo 2024 - MILANO
    I campioni d’Italia battono la squadra di Allegri 2-1 con un gol di Kvaratskhelia nel primo tempo e con uno di Raspadori nella ripresa (Giacomo è lesto a ribattere in rete il rigore sbagliato da Osimhen), poco dopo il momentaneo pareggio di Chiesa. S’allunga la maledizione dei bianconeri a Napoli, dove non vincono da 5 anni. Calzona festeggia al meglio la prima panchina in Serie A al Maradona e prosegue la risalita: ora i punti dal quarto posto del Bologna sono 8. La Juventus, invece, sente sempre più forte la pressione del Milan, dietro di una sola lunghezza. Allegri torna a casa senza punti, ma con tante occasioni create e un penalty regalato agli azzurri per l’ingenuità del giovane Nonge.

    KVARA GOL—
    Calzona parte con il tridente Politano-Osimhen-Kvaratskhelia. Allegri, privo degli infortunati di lusso Rabiot e McKennie, preferisce Iling Jr a Kostic sulla sinistra e in avanti s’affida alla coppia Vlahovic-Chiesa. I grandi protagonisti del primo tempo sono l’ala georgiana e il bomber serbo. Kvara è in gran serata e sgasa sulla fascia sinistra come fosse un motorino, tanto da far ammonire prima Vlahovic (diffidato, salterà per squalifica l’Atalanta) e poi Cambiaso. DV9, invece, è più sfortunato e impreciso del solito. Così alla fine il Napoli ha il predominio del gioco, rispolverando alcune trame della magica stagione dello scudetto, ma le occasioni più pericolose sono della Juventus. E vedono protagonista Vlahovic che, nell’ordine, all’inizio non inquadra lo specchio di testa (ottimo assist di Chiesa), poi con un tocco morbido supera Meret in uscita ma non il palo e un minuto dopo lo svantaggio calcia alto da buona posizione. Dusan perdona, Kvaratskhelia no. E i campioni d’Italia sul finire del primo tempo (42’) passano in vantaggio con il georgiano che, praticamente senza opposizione (Cambiaso è staccato), raccoglie un cross dalla destra deviato da Bremer e trova la coordinazione giusta per battere Szczesny.

    CHIESA-RASPA— La Juventus non accusa il colpo e inizia la ripresa con coraggio, tanto che dopo pochi minuti non sfrutta con Cambiaso la possibilità di rimettere in parità subito la gara (conclusione alta). Allegri si gioca la carta Weah, al posto di Cambiaso. Ma la clessidra gira e il Napoli più passa il tempo e più anestetizza i bianconeri con un possesso palla prolungato che non produce varchi in attacco per Osimhen e Kvaratskhelia, però finisce per far correre a vuoto Vlahovic e compagni. Al punto che Allegri per provare a dare una svolta alla gara inserisce Yildiz e vara il tridente con il turco a sinistra, Vlahovic in mezzo e Chiesa a destra. Il coraggio di Max viene premiato e poco dopo (36’ st) la Juventus trova il pareggio proprio con Chiesa, che con un diagonale dei suoi gela il Maradona, pareggia il vantaggio di Kvara e mette fine al lungo digiuno personale (l’azzurro non segnava da metà gennaio con il Sassuolo). Neanche il tempo di festeggiare e di organizzare l’assalto finale che il giovane bianconero Nonge, protagonista in positivo nell’1-1, commette un fallo ingenuo su Osimhen in area. Il nigeriano si fa neutralizzare sul dischetto da Szczesny, ma Raspadori è il più veloce di tutti e sulla ribattuta fa 2-1. Partita finita? Niente affatto. Nel recupero Rugani, l’uomo della rete all’ultimo minuto contro il Frosinone, stavolta calcia alto da buona posizione.
     
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    Madre, donna, lesbica. What else?

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    Culla Bianconera

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    Grande gara rovinata dalla cazzata di Nonge e dai gol mangiati di Vlahovic :sisi2:
     
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    Forse la gara che abbiamo giocato meglio, ma questa volta non ci è andata bene.
    Vlahovic è un cazzone a mangiarsi tutti quei gol.
     
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    CITAZIONE (C@te @ 4/3/2024, 07:57) 
    Grande gara rovinata dalla cazzata di Nonge

    Grande gara la sua

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    poveretto però, la sostituzione poteva evitersela Allegri.
     
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    Inter, contro il Genoa tre punti col minimo sforzo: Juve ora a -15, parte il countdown scudetto

    Nel primo tempo le reti di Asllani e Sanchez su rigore (contestato) regalano ai nerazzurri una serata tranquilla. Nella ripresa però la riscossa rossoblù porta al gol di Vasquez che riapre la gara. Ma alla fine fa festa Inzaghi

    Andrea Ramazzotti
    4 marzo 2024 - MILANO
    L'Inter batte anche il Genoa, l'ultima squadra che l'aveva costretta al pareggio (1-1 al Ferraris il 29 dicembre), centra la dodicesima vittoria su dodici nel 2024 e va a +15 sulla Juventus seconda. Le ultime 11 giornate per i nerazzurri si stanno trasformando in una passerella verso lo scudetto: Lautaro e compagni sono implacabili, mentre la concorrenza si è sfaldata. Un dato per capirlo meglio: il 21 gennaio dopo il blitz a Lecce (e con 1 incontro giocato in più) i bianconeri di Allegri erano a +1 e da allora non sono più riusciti a reggere il passo della capolista. La presenza in tribuna del c.t. Spalletti, che lo scorso anno si è preso il tricolore con il Napoli, ha il sapore del passaggio di consegne con Simone Inzaghi, che festeggia la trecentesima partita in Serie A con un'altra affermazione, la numero 179. Adesso il tecnico di Piacenza può preparare con ancora più tranquillità la trasferta di sabato a Bologna, ultimo appuntamento prima del ritorno degli ottavi di Champions contro l'Atletico Madrid di mercoledì 13. Per rossoblù, che prima di stasera avevano perso solo una delle ultime undici sfide, una prova orgogliosa e tanti rammarichi per la parata di Sommer su Retegui, sullo 0-0, ma anche per una ripresa più coraggiosa rispetto alla prima frazione. Se il Grifone fosse passato in vantaggio con il bomber azzurro, forse il match avrebbe preso un'altra piega e invece a sorridere è ancora il popolo nerazzurro, sempre più vicino alla seconda stella.

    LE PRIME VOLTE—
    Inzaghi, che recupera per la panchina Frattesi, Thuram e Acerbi, ma non ha ancora Calhanoglu, sostituisce lo squalificato Bastoni con Carlos Augusto e in attacco dà spazio a Sanchez a fianco di Lautaro. Gilardino gioca a specchio, con il 3-5-2 e la stessa formazione che ha battuto l'Udinese. Il Genoa, penultimo in Serie A come possesso palla, anche al Meazza conferma la tendenza a coprirsi per provare a ripartire con la velocità di Gudmundsson, così sono i padroni di casa a fare la partita, ma rispetto al solito commettono più errori e l'ex allenatore della Lazio non gradisce. Dimarco sfiora il vantaggio, ma il Grifone quando ha spazio punge: un tentativo di Retegui viene ribattuto in angolo da Pavard, ma pochi minuti dopo per fermare il centravanti rossoblù, che stacca alla grande su cross di Sabelli, ci vuole un intervento super di Sommer. Gilardino, che vede Gudmundsson calciare alto il tap in da due passi, si mette le mani nei capelli perché sa che un'occasione del genere non gli capiterà più. Immediata arriva la punizione interista con Asllani che firma il suo primo gol da quando è a Milano con un'azione orchestrata da Barella e Sanchez, autore dell'assist decisivo. Il Genoa avverte il colpo e sbanda vistosamente quando, dopo il controllo al Var, Ayroldi conferma il rigore per fallo di Frendrup su Barella. Dagli undici metri Sanchez si impadronisce del pallone (dopo aver sbagliato il penalty contro l'Atalanta, Lautaro da capitano non fa una piega) e calcia alle spalle di Josep Martinez il 2-0. Per il cileno è il primo gol stagionale in Serie A, competizione dove l'ultima volta aveva segnato il 6 maggio 2022 contro l'Empoli. Prima dell'intervallo Mkhitaryan va vicino al tris e quando le due formazioni rientrano negli spogliatoio la Curva Nord, che si è riempita dopo una mezz'ora di sciopero, applaude sonoramente l'Inter

    IL GENOA LA RIAPRE— La ripresa inizia con Darmian al posto dell'ammonito Dumfries e con Strootman per Frendrup. I padroni di casa vorrebbero il 3-0 e ci provano con Lautaro, Darmian e Mkhitaryan, ma sono i rossoblù, spinti da oltre 4.000 tifosi molto rumorosi, a trovare la rete che riapre l'incontro grazie a un tiro da fuori di Vasquez. Gilardino dà spazio a Spence e Vitinha che segna in fuorigioco il 2-2, mentre Inzaghi ricompone la ThuLa inserendo Thuram per Sanchez. Il Genoa però ha più ritmo, tiene il pallone e affonda sulle fasce: Retegui va vicino al 2-2, ma di testa spedisce la palla di poco fuori. L'Inter è troppo allungata, non riesce più a palleggiare e gli ospiti sono quasi sempre nella metà campo nerazzurra. Acerbi e Bisseck rinforzano la difesa di Inzaghi che finisce in sofferenza perché Barella su cross di Thuram non trova la porta da ottima posizione e perché Bani salva su conclusione ravvicinata di Carlos Augusto. Gilardino si gioca il tutto per tutto con Ekuban in campo e il 4-2-4, ma non sfonda. San Siro fa festa e vede la seconda stella sempre più vicina.
     
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    Io quel rigore non l'ho capito ma all'Inter, che è fortissima, va tutto bene quest'anno, diciamo così dai.
    Noi cmq grande gara contro una delle squadre più forti d'Europa.
     
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    Sanabria in rovesciata risponde a super Kvara: un buon Toro si prende un punto a Napoli

    Primo tempo equilibrato, al 61' lo scatenato georgiano porta in vantaggio i tricolori ma 3' dopo l'attaccante, subentrato a Pellegri, firma il pari

    8 marzo - 22:43 - NAPOLI
    Un punto a testa tra Napoli e Toro. Dopo un primo tempo equilibrato, i campioni d'Italia passano in vantaggio al 61' con Kvara. Ma dopo soli 3' arriva il pareggio di Sanabria, in rovesciata. Calzona manca così il terzo successo in tre gare di campionato mentre i granata portano a casa un pareggio prezioso viste anche le assenze.

    LA PARTITA—
    Prime due palle gol per i tricolori al quarto d'ora, con Kvara che - solo davanti a Milinkovic - gli tira addosso. Sull'angolo testa di Osimhen fuori di poco. Al 29' è Meret in tuffo a negare il gol a Zapata. Al 44' la palla gol è ancora di Kvara, stavolta di testa, con Milinkovic che in tuffo mette in angolo. Il Napoli passa al 61': gran cross di Mario Rui, alle spalle di Djidji spunta Kvara che in scivolata insacca. Il Toro pareggia 3' dopo: angolo, palla che rimbalza su Anguissa e Sanabria in rovesciata pareggia. I tricolori attaccano, hanno un paio d'occasioni con Osi e Juan Jesus, sempre fermati da Milinkovic, che a 5' dalla fine si supera su Kvara e nel recupero si salva sempre sul georgiano, prima di guardare il tiro a scendere del solito Kvara sfiorare l'incrocio dei pali.
     
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    Torino inguardabile e Napoli inconcludente. Pareggio fra le due squadre che più di tutte hanno deluso viste le premesse.
    Però il gol di Sanabria è stupendo.
     
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    Harakiri Kaio Jorge, Frosinone nei guai. Il Sassuolo respira, prima gioia per Ballardini

    I neroverdi tornano a vincere dopo un lungo periodo no. Anche i laziali sono ora invischiati nella lotta per non retrocedere


    Alex Frosio
    Giornalista
    9 marzo 2024 - MILANO
    Nello stadio in cui è stato felice Di Francesco vede i fantasmi: il Sassuolo che portò in A e in Europa mette nei guai il suo Frosinone, che non tira mai in porta nemmeno su rigore. Al 90’ infatti Kaio Jorge non centra la porta dagli undici metri per il possibile 1-1. La prima vittoria di Ballardini dà ossigeno ai neroverdi ed è firmata da un colpo di Thorstvedt.

    PRIMO TEMPO—
    Per la sua seconda panchina, Ballardini mette mano all’impianto: ripesca Defrel, titolare per la prima volta dal 10 novembre (2-2 con la Salernitana), e lo affianca a Pinamonti in un 4-4-2 la cui vera novità è la posizione di partenza di Laurienté, sistemato a destra come classica ala, con Bajrami sull’altra banda. A centrocampo escluso Henrique dopo l’erroraccio di Verona, fuori anche Boloca, la mediana è composta da Racic e Thorstvedt. Di Francesco invece lancia all’ala sinistra il 21enne francese Ghedjemis arrivato a gennaio, alla prima da titolare. Dopo appena cinque minuti DiFra perde Valeri – l’ennesimo terzino sinistro immolato alla causa – e deve adattare Lirola, un altro ex neroverde come Mazzitelli e Turati, in quel ruolo. Non c’è il clima rovente di una sfida salvezza e il Frosinone comanda l’avvio di gara, ispirato dal solito Soulé e dalle verticalizzazioni di Mazzitelli, che al 12’ chiama alla corsa Ghedjemis, poi diagonale largo di sinistro. Il possesso palla ospite convince presto Ballardini a tornare su conoscenze più note: dal 21’ è di nuovo 4-2-3-1, con Laurienté di nuovo a sinistra, Defrel a destra, Bajrami trequarti. L’effetto è più contenitivo: Bajrami disturba Barrenechea, Laurienté mette più sulla difensiva Zortea. Il Sassuolo sposta il baricentro più avanti: al 35’ Pinamonti sfugge a Okoli ma calcia debolmente (comunque è il primo tiro in porta della partita), al 45’ Laurienté supera Zortea e quasi dal fondo cerca la porta, Turati si difende praticamente con il volto.

    SECONDO TEMPO— Non è il coraggio a mancare a entrambe, quanto la capacità di far male, anche contro difese non certo impermeabili (la prima e la seconda peggiore del campionato). Tra il 10’ e il 13’ della ripresa due momenti chiave che coinvolgono Thorstvedt: prima si vede fischiare rigore per un tocco su Mazzitelli e il Var cancella, poi nell’altra area riceve da Racic e scarica il diagonale mancino che fulmina Turati. È il gol della possibile svolta nel campionato del Sassuolo. Che poi poco dopo sfiora il raddoppio con Pinamonti: 16’, dribbling a rientrare su Lirola e spettacolare esterno destro sul palo lontano che esce di niente. Poi è contenimento. Di Francesco mette Ibrahimovic e Seck e passa al 4-2-3-1 ma dipende sempre dalle idee di Soulé: al 32’ geniale verticalizzazione in campo aperto per Lirola che sbaglia il pallonetto. Poi l’argentino esce, come l’impalpabile Cheddira, per Kaio Jorge e Cuni e l’assalto finale, mentre Ballardini si difende a 5 inserendo Kumbulla. La grande chance per il Frosinone arriva al 90’: La Penna punisce una spintina di Ferrari a Cuni. Sul dischetto va Kaio Jorge: rigore imperdonabilmente largo. L’unico tiro nello specchio dei ciociari arriva al 94’ ed è un destro debole di Mazzitelli. E alla fine la squadra va a rapporto sotto il settore dei tifosi in protesta.
     
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