Serie A stagione 2023-24

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Cagliari, scatto-salvezza: poker alla Salernitana con super Shomurodov

    9 marzo 2024 - CAGLIARI
    Due balzi enormi, due salti in alto. Il Cagliari batte la Salernitana (4-2) e compie un passo gigante verso la salvezza. In due giornate si è messo almeno per un giorno alle spalle tutte le squadre che lotteranno per non retrocedere portandosi a quota 26. “Risorgeremo” è il motto di Claudio Ranieri che sembrava vicinissimo al baratro dopo la sconfitta interna con la Lazio. Un accenno di dimissioni, respinte a gran voce dalla spogliatoio. Ed ecco l’ennesima resurrezione: otto punti in quattro partite. E stavolta l’eroe di di giornata si chiama Eldor Shomurodov: era rimasto fermo ai box a lungo per la rottura del metatarso. Ma nel primo tempo la maledizione degli attaccanti del Cagliari ha colpito Gianluca Gaetano, l’uomo che aveva segnato il gol (il suo terzo) del 2-0. Ed ecco spuntare l’uzbeko spedito in Sardegna dalla Roma. Doppietta straordinaria con la complicità di Fazio e Ochoa che, di fatto, spediscono la Salernitana e l’ex Fabio Liverani in Serie B. Con 14 punti e sole 10 gare da giocare ora l’impresa appare davvero disperata. Eppure i granata dopo 13 minuti della ripresa, grazie a due dormite dei rossoblù, avevano riaperto una partita che hanno sempre provato a fare ma con tanta confusione.

    SI GIOCA—
    Lo splendido sole della mattinata ha lasciato, come previsto, il posto alle nuvole. La Unipol Domus è piena, c’è da spingere il Cagliari verso l’impresa. Ranieri decide di giocarsela con gli 11 che hanno fatto il colpo a Empoli dopo l’uscita per infortunio di Luvumbo. Significa che c’è Zappa terzino, in mezzo con Makoumbou al centro e il solito inesauribile Deiola.Il tecnico rossoblù opta per un 4-2-3-1 che esalta Nandez a destra con Gaetano al centro e Jankto a sinistra alle spalle di Lapadula. Gaetano da punta vera a Empoli aveva sofferto. Liverani non viene fischiato come si pensava e presenta l’assetto che ci si immaginava: Un 4-3-1-2 con le punte Tchaouna e Weissman larghissime. E Candreva libero di inventare. Infatti i granata, anche con Bradaric che a sinistra gode di ampi spazi, provano a far la partita. Ma al 12’ subiscono il vantaggio sardo: Zappa lancia Lapadula che supera Ochoa che esce senza garra e Manolas in tentativo disperato e segna. L’assistente Prenna alza la bandierina, ma di Paolo e Abisso da Lissone al Var fanno notare che il gol è buono. Esplode l’arena, Lapa si è sbloccato, secondo gol. Il Cagliari può raddoppiare due volte, una volta spreca Jankto, un’altra fa centro Gaetano, ma è sempre fuorigioco. La Salernitana prova ancora a fare la partita ma il Cagliari in area chiude bene, pur lasciando spazio alla manovra cosa che fa infuriare Ranieri. Tchaouna crea l’unico vero pericolo a Scuffet che risponde benissimo. E al 40’ su un’azione di Nandez che esce palla al piede a tuta velocità Gaetano stavolta non sbaglia fa secco un molle Zanoli che non ha il supporto di Coulibaly e fa un gran gol. Doppio vantaggio.

    SECONDO TEMPO— Ma nel Cagliari la maledizione degli attaccanti continua e così Ranieri è costretto a lasciare negli spogliatoi Gaetano e a ripartire con Shomurodov. Mentre Liverani lascia fuori Manolas e inserisce Pirola al centro della difesa. L’impatto dell’uzbeko è migliore di quello di Pirola perché al 6’ realizza il suo primo gol ufficiale col Cagliari. Augello approfitta di uno sciagurato passaggio di Fazio e serve il 61 che segna dopo che il pallone è passato sotto Ochoa. Sembra finita ma non è finita. Perché in 2’ la Salernitana riapre la partita da 3-0 a 3-2. Colpevole il Cagliari che su cross di Zanoli lascia indisturbato Kastanos a centro area. Ma la dormita continua perché al 13’ sull’angolo di Candreva Maggiore colpisce di testa sul palo di Scuffet con Deiola e Lapadula fermi. E’ battaglia alla Domus. Liverani butta dentro anche Simy per l’inutile Weissman. Ranieri fa il triplo cambio e passa al 4-4-2 d’ordinanza. Ecco Oristanio, Viola e Azzi, fuori Lapadula, inspiegabilmente Nandez e Jankto. Al 25' il primo giallo lo becca Augello, al 28' Kastanos che era diffidato. Ma al 31’ c’è ancora un domani per Shomurodov e un altro erroraccio di Fazio che, in ripartenza gli consegna il pallone. Ochoa non trattiene e Shomu fa il bis per il 4-2. Felicità. E Ranieri piazza Wieteska per coprirsi col 5-3-2 dal 32’. Succede poco anche perché Oristanio e Shomurodov sono bravissimi a recuperare e ripartire. E a quel punto protagonista diventa la Nord che ricorda Gigi Riva e omaggia Claudio Ranieri.
     
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    Troppa Inter per questa Serie A: a Bologna decide Bisseck, +18 sulla Juve e scudetto in pugno

    Per i nerazzurri è la vittoria consecutiva numero 13 nel 2024 (10 in campionato). I rossoblù di Motta ci provano, ma non sfondano
    Matteo Dalla Vite
    Giornalista
    9 marzo 2024 - BOLOGNA
    La Decima. Con ferocia, furore quanto basta, copertura totale del campo, stilettate, controllo e qualche brivido: l’Inter si prende la decima vittoria di fila in campionato e abbatte un Bologna meno sciolto e velenoso del solito e che dopo 6 vittorie di fila e 13 risultati positivi casalinghi conosce la sconfitta al Dall’Ara, cosa che non accadeva dal 21 agosto 2023. Solida rappresentazione dei nerazzurri a pochi giorni dalla sfida di mercoledì di ritorno per gli ottavi di Champions contro l’Atletico Madrid: il gol di Bisseck al 37’ del primo tempo è bastato per devitalizzare un Bologna al quale Motta ha tentato di dare una scossa salvifica nel tardo secondo tempo, senza ricevere un gol che potesse riequilibrare il tutto. Dopo l’unica sconfitta in casa patita alla prima di campionato contro il Milan, la squadra di Thiago cade sotto il colpo dell’Inter dando l’impressione di aver lasciato nello spogliatoio un po’ di repertorio di Grande Bellezza che ne ha contraddistinto il campionato.

    E ARRIVA BISSECK—
    Al via stupisce più Motta di Inzaghi: niente Orsolini e Ndoye ma dentro Saelemaekers con Odgaard provato in settimana largo, da ala, che si mette sulla corsia di destra; fuori ancora Calafiori (una gara giocata sulle cinque ultime) e dentro Lucumi. Il tecnico dell’Inter lascia inizialmente in panchina Lautaro come annunciato e il binomio offensivo è formato da Thuram con Sanchez, mentre Arnautovic si prende un po’ di fischi nei momenti pre-gara in cui coi compagni si rimette al centro di quello che è stato il suo stadio per due stagioni in una sorta di amarcord un’ora prima della partita. Il Dall’Ara ha trentamila anime, tutto esaurito da giorni, e l’inizio è studio profondo, con il Bologna che si presenta col solito 4-1-4-1 e con Freuler che sale lasciando la mattonella di regia – nel gioco posizionale di Thiago – a Beukema; l’Inter vede Sanchez arretrare per legare il gioco e un’incursione subito di Carlos Augusto tappata in scivolata (7’) da Odgaard in ripiegamento. La prima vera emozione arriva al 14’: passaggio di Bisseck con interferenza di Kristiansen, il colpo di Darmian di sinistro, dentro l’area, non “vede” la porta. Al 21’, brividi per il Bologna: Kristiansen s’impappina al limite dell’area, Thuram in pressione la recupera, Barella solissimo davanti a Skorupski che lavora strabene respingendo un pallone che, rigiocato dai nerazzurri, poi rivede uil portiere polacco protagonista su diagonale da lontano di Carlos Augusto. Al 25’. Scatta la prima ammonizione (a Zirkzee su Calha) e nel prosieguo del vantaggio d’azione Thuram cade in area nel duello con Lucumi: niente rigore, contrasto lecito. Il Bologna manovra a fuoco lento e al 34’ arriva al tiro: è Ferguson che da fuori area sgancia una sassata sulla quale Sommer risponde perfettamente. Ma l’Inter è l’Inter: 37’, azione combinata che parte da Sanchez, palla a Carlos Augusto che appoggia a Bastoni, cross panoramico, Bisseck si infila a destra attaccando l’area di rigore, Saelemaekers è in totale ritardo, zuccata e 0-1 per la capolista. Il difensore dell’Inter, poi, esulta sotto la curva dei tifosi bolognesi: Pairetto sta per ammonirlo (giustamente) ma poi l’autore del gol si scusa e il cartellino resta in tasca. Al 44’, Kristiansen salva sottoporta una situazione interista con cross di Darmian mentre resta ancora una volta che l’Inter è letale nei primi tempi (66 punti fatti nei primi 45’ pre-Bologna).

    MOTTA FURIOSO— Per la ripresa, Inzaghi infila Dumfries al posto di Carlos Augusto, il tutto mentre Freuler si prende l’ammonizione (corretta, pestone a Mkhitaryan) da diffidato e quindi salterà la gara di Empoli. Il Bologna mantiene lo stesso undici del primo tempo e va vicino al pericolo con Posch: diagonale al 3’, sarebbe calcio d’angolo ma Pairetto non lo assegna. L’Inter infila Frattesi e Assllani per Mkhitaryan e Calhanoglu, Motta fino a ripresa inoltrata lascia tutto immutato ma il Bologna non riesce a trovare pertugi vitali per arrivare al pareggio né brilla per pericolosità. Al 20’ della ripresa, entra l’ex rossoblù Arnautovic al posto di Thuram: dal Dall’Ara solamente fischi. Finalmente Motta decide di fare un cambio: non sugli esterni come ipotizzabile ma in mezzo al campo inserendo Moro per Aebischer e successivamente Ndoye per Saelemaekers. Siamo al 30’ ma è l’Inter a tenere in mano la gara a parte qualche fiammata innocua dei rossoblù che arrivano al tiro con Ferguson, botta rasoterra fuori. Thiago si gioca l’esordio italiano di Castro e Orsolini, il tutto mentre Zirkzee arriva a impensierire (ma non troppo) Sommer al 32’ s.t. e Inzaghi infila Klaassen per Barella. L’Inter resiste, il Bologna preme e Castro arriva al tiro: alto, molto alto. La partita sfila via, manca un fallo di Darmian non fischiato da Pairetto, Thiago chiede un aumento del recupero anche per l’infortunio di Arnautovic che, causa flessore, si accascia a terra da solo. Pairetto chiude al 96’50” fra le proteste dei giocatori del Bologna che chiedevano una maggiorazione e con Motta che esce dal campo parlando animatamente col quarto uomo Rapuano. Inter inarrestabile: e adesso, sotto col Cholo Simeone.
     
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    Il Genoa rimonta due gol al Monza ma s'inchina alla rete di Maldini

    Primi 45' dominati dai biancorossi, a segno con Pessina e una strepitosa mezza rovesciata al volo di Dany Mota. Ripresa tutta rossoblù, che la riprendono con Gudmundsson e Vitinha prima del colpo da ko di Daniel


    9 marzo 2024 - GENOVA
    Aggancio al Monza fallito. Perché la squadra di Palladino (2-3 il finale al Ferraris) non finisce mai e proprio quando il Genoa - rivoluzionato nell’intervallo dopo un primo tempo opaco - recupera il doppio svantaggio, l’intuizione del tecnico (ora salito a quota 39) che lancia nella mischia Daniel Maldini regala ai brianzoli la rete del definitivo 2-3. Una partita rimasta in bilico sino alla fine che gli ospiti pensavano di avere messo in cassaforte con i gol di Pessina e Dany Mota, prima di dover fare i conti con il ritorno del Genoa, a segno con Gudmundsson e Vitinha. Una rimonta a metà.

    MONOLOGO—
    Per metà gara un Monza sontuoso e padrone del campo. I rossoblù vanno al riposo con il muso lungo per una prestazione negativa in tutti i sensi. Perché Gilardino inverte la posizione di Sabelli, che va largo a sinistra e sposta Messias sulla corsia di destra scegliendo come mezzali Frendrup e Strootman, con Vogliacco titolare al posto dello squalificato Vasquez. Palladino conferma invece il 4-2-3-1, ma sulla trequarti preferisce Pessina al centro con la coppia Bondo-Akpa Akpro davanti alla difesa (fuori Valentin Carboni), e Djuric uomo più avanzato. E al primo affondo, il Monza sblocca il risultato. Andrea Carboni va sul fondo e mette un pallone interessante sulla corsia di destra per Colpani, che ha campo libero e di testa serve davanti alla porta Pessina. Zuccata vincente e gol dello 0-1. Il Monza orchestra un’azione perfetta, ma la difesa dei padroni di casa si fa sorprendere. E, soprattutto, Sabelli non chiude su Colpani. I rossoblù soffrono dalle parti di Martinez, Sabelli, ancora lui, si scontra con Vogliacco, e dall’angolo successivo il solito Colpani trova libero in area Dany Mota che in mezza rovesciata trova l’angolino alla destra di Martinez. Gol da favola, Monza sullo 0-2 e il Genoa stordito accusa il colpo. La squadra è sfilacciata, il Monza si infila a suo piacere: Birindelli trova un corridoio ampio a destra, De Winter è in ritardo: il pallone è delizioso, ma in area non trova compagni. Monologo brianzolo: Colpani (due assist), sempre lui, si inventa un tiro a giro che si abbassa sulla traversa alla destra di Martinez. Brivido Genoa: squadra in affanno, gioco troppo macchinoso. Il Monza è in controllo assoluto della partita, mentre Gilardino non riesce a mettere ordine in un centrocampo schiacciato dall’ampiezza della manovra ospite, con Retegui e Gudmundsson mal serviti, che corrono a vuoto. I rossoblù si arenano sulla trequarti, senza trovare varchi e solo al minuto 42 un inserimento di Vogliacco sulla corsia di destra porta al primo tiro del Genoa, ma fuori dallo specchio della porta.

    CAMBIO DI PASSO— Serve una svolta e allora Gilardino ribalta la squadra. Fuori Vogliacco, Strootman e Frendrup, dentro Spence largo a sinistra, Vitinha in attacco e Malinovskyi mezzala sinistra. Genoa di fatto con il 4-3-3 e un tridente offensivo pesante: gli effetti si vedono subito. Il Monza si chiude, il Genoa alza il baricentro, ritrova compattezza e lucidità. Dopo sette minuti riapre la partita: l’arbitro Feliciani viene richiamato al monitor dal varista Marini, che gli segnala un netto tocco di Pablo Marì in area ospite nell’azione precedente. Braccio largo, l’irregolarità è evidente: dal dischetto Retegui lascia l'incombenza a Gudmundsson, che si fa respingere il tiro da Di Gregorio, ma sulla ribattuta mette dentro. Uno a due e decimo centro in campionato per l’islandese. La partita cambia e al 25’ Vitinha segna il suo primo gol rossoblù, con un’azione solitaria che sorprende Pablo Marì: sinistro perfetto a rientrare nell’angolino lontano e 2-2. Le parti si ribaltano, il Monza è sott’acqua, poco lucido e schiacciato nella sua metà campo. Il Genoa è incontenibile, Retegui impegna Di Gregorio (33’), poi decisivo su Badelj, ma Maldini al minuto 34 trova il gol del definitivo 2-3 approfittando di una respinta corta di Martinez sul tiro di Valentin Carboni. Il Monza allunga, per il Genoa è il secondo stop di fila. Ma, questo, è forse persino più doloroso di quello contro l’Inter.
     
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    Sconfitta che fa male, anche perché perdere dopo aver recuperato un doppio svantaggio fa girare.
    C'è da dire che la formazione del primo tempo mi lascia molti dubbi.
     
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    Pulisic lancia il Milan: con l'Empoli tre punti per blindare la Champions

    Un gol del nazionale Usa basta ai rossoneri per piegare i toscani, a cui è mancato un po' di coraggio. Il Diavolo fortifica ulteriormente gli obiettivi europei. Vittoria ottenuta col minimo sforzo

    Francesco Pietrella
    10 marzo 2024 - MILANO
    La chiave di volta di una gara ostica è un numero a tre cifre: 200. Il numero di palloni toccati da Bennacer e Reijnders a centrocampo. Maleh e Fazzini chiudono a 68. In due. L’andazzo della gara è tutto qui. C’è una squadra che prova a tirar fuori delle idee e un’altra che prova a districarsi come può tra i guizzi altrui, affidandosi agli assoli dei singoli (Cambiaghi e Cancellieri su tutti). Il Milan fa ciò che deve fare con uno sforzo contenuto, per non dire minimo: si sbarazza dell’Empoli, vince 1-0 e supera momentaneamente la Juventus, in attesa dello Slavia. Il match winner arriva da Hershey, Pennsylvania, e veste la 11: Christian Pulisic è di nuovo decisivo, stavolta con un destro deviato da Luperto a fine primo tempo. Nono gol stagionale, ottavo in campionato, e stessa regola: quando segna, il Milan vince (quasi) sempre. Ha perso soltanto a Monza, poi otto successi tra campionato e coppe. Un amuleto.

    BASTA PULISIC—
    Il primo tempo del Milan è tutto in un palleggio ossessivo e prolungato. La percentuale di possesso palla nei primi venti minuti sfiora l’80%, e l’idea di base è pura logica: costruire in modo paziente per trovare un varco. Il numero di tocchi di Bennacer è da menzione: 118. L’Empoli di Nicola, comunque, tiene alto il muro con una sorta di “5+4”, ovvero cinque difensori in linea – con Fazzini a ripiegare tra i centrali – e quattro centrocampisti a sostengo della retroguardia, pronta a innescare gli esterni. Lì davanti c’è Niang, isolato con la dieci. Un solo guizzo nel primo tempo: tunnel a metà campo su Tomori e apertura d’esterno per Cambiaghi. Non va oltre, così come il suo collega con la 9: Jovic tocca una decina di palloni, calcia una volta e non è mai pericoloso. Quando c’è da entrare per risolvere la gara sembra un altro giocatore. Il Milan alza la testa e crea spazi con l’assetto a disposizione: Reijnders e Bennacer in mezzo, Loftus tra le linee e due ali a inventare, Okafor e Pulisic. Il primo – chiamato a sostituire lo squalificato Leao - parte con voglia di spaccare il mondo, dribbla un paio di volte l’uomo nei primi dieci minuti e poi confeziona l’assist per il vantaggio (40’). L’azione non è male, ed è l’unica davvero rilevante della gara rossonera: Bennacer, l’uovo ovunque, innesca Noah con un filtrante. Lo svizzero stoppa, fila via verso la porta e poi serve Pulisic. Il sinistro deviato batte Caprile. Vantaggio meritato, anche perché l’Empoli è tutto in un paio di sgasate di Cambiaghi, cresciuto a Vimercate. Non tanto lontano da San Siro.

    SOTTO LA CURVA— Il Milan non va oltre il gol dello statunitense. Il copione della ripresa è lo stesso del primo tempo, anche se cambia qualche interprete. Jovic esce a un quarto d’ora dalla fine senza aver creato un’occasione, mentre Maignan non viene mai impegnato. Caprile, invece, si allunga su un sinistro di Loftus-Cheek al 74’. L’inglese è sempre insidioso. Tre le occasioni più rilevanti: un mancino strozzato di Chukwueze al 63’, un colpo di testa alto di Calabria al 78’ e un sinistro di Musah all’80’, anche questo sopra la traversa. Destro mette i brividi un paio di volte alla sua vecchia curva: prima con un colpo di testa finito all’incrocio (era fuorigioco), poi con un’incornata a centro area, lasciato completamente solo (87’). La gara si chiude con un sinistro di Chukwueze deviato da Caprile. Da lui ci si aspettava di più, ma prima di volare a Praga per arpionare i quarti di finale al Milan servivano tre punti in casa. L’ultima sconfitta in campionato al Meazza risale al 4 novembre contro l’Udinese. Si riparte da qui. E dalla squadra sotto la curva a fine partita.
     
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    La Juve lo vuole, Koopmeiners le fa doppietta: 2-2 con l'Atalanta e il Milan è secondo

    In vantaggio i bergamaschi, Cambiaso e Milik ribaltano il match, prima che l'olandese nel mirino di Giuntoli fissi il risultato
    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    10 marzo 2024 - MILANO
    La Juventus non riesce a battere l’Atalanta e viene sorpassata dal Milan, ora secondo in classifica. I bianconeri vanno sotto nel primo tempo (gol di Koopmeiners), la ribaltano nella ripresa con Cambiaso e Milik, ma alla fine sempre Koopmeiners, il grande sogno di mercato della Signora, fissa il risultato sul 2-2 davanti agli occhi di John Elkann, il nipote dell’Avvocato Agnelli. Il pareggio muove la classifica della Juve (scesa al terzo posto), ma allunga il periodo complicato: una sola vittoria nelle ultime sette uscite, quella all’ultimo minuto contro il Frosinone. E 8 gol subiti tra Atalanta (2), Napoli (2), Frosinone (2) e Verona (2). Punto importante per la Dea che, oltre a conservare l’imbattibilità allo Stadium (non perde dal 2018), prosegue la corsa a un posto Champions: il quarto posto del Bologna dista 4 punti.

    KOOP GOL—
    Allegri, senza il bomber Vlahovic (squalificato), s’affida a Milik in coppia con Chiesa. Gasperini parte con Koopmeiners e De Ketelaere alle spalle di Scamacca. Un po’ il momento difficile della Juventus e un po’ i tanti impegni dall’Atalanta, reduce dalla trasferta di Europa League a Lisbona contro lo Sporting. Così per mezz'ora abbondante i 41 mila dell’Allianz Stadium assistono a una partita molto tattica e poco intensa. Le sgasate di Chiesa e le giocate di qualità di Cambiaso sono eventi estemporanei, tanto che l’occasione più pericolosa è un colpo di testa di Miretti sul quale Carnesecchi è reattivo. Koopmeiners, il più atteso della serata, fatica a trovare spazio tra le linee e Scamacca ad allungare la Dea, francobollato da Bremer. La prima volta che il centravanti azzurro riesce a liberarsi, il brasiliano è costretto a commettere fallo al limite dell’area. E lì si sblocca la gara: i bianconeri si concentrano sui possibili tiratori da fermo (sul pallone ci sono Scamacca e Pasalic), ma l’Atalanta con uno schema fa saltare il banco. Scamacca prende la rincorsa e Pasalic, invece di calciare in porta, serve Koopmeiners, abile a smarcarsi e letale nel freddare Szczesny con un tiro in movimento tanto preciso quanto potente dal limite dell’area. Esecuzione perfetta dell’Atalanta e grande dormita dei bianconeri, che sorvegliano l’olandese come fosse uno sconosciuto e non uno dei migliori cecchini del campionato.

    BOTTA E RISPOSTA— Quello che non succede nel primo tempo, si concretizza nella ripresa. Più ritmo e soprattutto più ribaltamenti di fronte e gol. La Juve parte forte, trascinata dalle vampate di Chiesa. E nasce proprio da un recupero palla di Federico il pareggio della Juventus con Cambiaso (21’ s.t.), imbeccato in area da un assist preciso di McKennie. E nel giro di quattro minuti sempre l’americano, stavolta di petto, serve Milik, il quale trova il colpo del 2-1. Una liberazione per il polacco, che in campionato non segnava da ottobre, e per la Juventus. La festa della Signora, però, dura cinque minuti. A rovinarla, ancora una volta, è Koopmeiners: inserimento perfetto dell’olandese in area e gol del 2-2 (10° centro in Serie A, 12° stagionale). Allegri prova a vincerla con l’inserimento di Kean (era assente da dicembre) e il tridente finale con Yildiz, ma la Dea resiste e porta a casa un punto prezioso per la classifica e in vista del ritorno di Europa League contro lo Sporting.
     
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    Llorente salva la Roma al 95'. Fiorentina beffata, la Champions resta lontana

    Viola in vantaggio con Ranieri nel primo tempo, prima del pareggio nella ripresa di Aouar. Dopo il 2-1 di Mandragora, Biraghi fallisce un rigore
    dal nostro inviato Alessio D'Urso

    10 marzo 2024 - FIRENZE
    Luca Ranieri (ACF Fiorentina) celebrates after scoring goal 1-0 during the Serie a Tim match between Fiorentina and Roma - Serie A TIM at Artemio Franchi Stadium - Sport, Soccer - Florence, Italy - Sunday March 10, 2024 (Photo by Massimo Paolone/LaPresse)
    All’ultimo assalto, rispunta la Roma. Il gol di Llorente in pieno recupero regala a Daniele De Rossi un punto d’oro, in fondo ad un match che la Fiorentina aveva interpretato al meglio. Nella sfida tra i “giochisti” della Serie A, il tecnico viola Vincenzo Italiano non riesce ad infliggere la seconda sconfitta in campionato a DDR, dopo le vittorie con Lazio e Maccabi Haifa e il pareggio col Torino. E deve accontentarsi di un pari intriso di rammarico, anche se la corsa viola verso l’Europa continua.

    AVANTI VIOLA—
    Confermando in difesa Ranieri e Milenkovic, Italiano schiera la Fiorentina con Lopez in regia al posto di Arthur: in avanti Sottil con Gonzalez e l’ex giallorosso Belotti, mentre De Rossi cambia tre pedine rispetto all’ultima gara di Europa League col Brighton, inserendo Llorente in difesa, Aouar a centrocampo al posto di Pellegrini e a destra, a sorpresa, Angeliño, e offre una Roma in versione 3-5-2, che vede il leggero arretramento a sinistra di El Shaarawy sulla linea dei centrocampisti. Subito pericolosi in avvio al 4’ i giallorossi con un’azione in velocità culminata con un tiro potente di Lukaku dal limite che Terracciano respinge col piede. La Fiorentina risponde 2’ dopo con un cross in area che per poco non viene intercettato da Belotti. I viola hanno ritmo e riescono a finalizzare al 19’ sugli sviluppi di un angolo battuto da Biraghi: in mezzo Ranieri non sbaglia con un colpo di testa in tuffo, dentro l’area piccola, e la palla finisce nel sacco. La Roma incassa il colpo e per poco non subisce il raddoppio dei padroni di casa sulle conclusioni di Mandragora e Belotti (su cui si dimostra pronto Svilar). De Rossi sostituisce allora Mancini (già ammonito, aveva rischiato il rosso) con Huijsen, ma non riesce a spostare l’inerzia del match. Un primo tempo che si chiude con la chiara supremazia dei toscani e un’occasione per Bonaventura stoppato in extremis da Ndicka.

    REAZIONE— Nella ripresa, la musica cambia in coincidenza con l’uscita di Gonzalez, il vero valore aggiunto dei viola nei primi 45’. E la Roma prende coraggio, attaccando sulle fasce e rendendosi subito pericolosa con Cristante. Dai e dai, i giallorossi pareggiano al 13’ con Aouar, lesto a insaccare sul cross di Angeliño, imbeccato a sua volta da Dybala in bello stile. Sembra la possibile svolta per gli ospiti, che guadagnano metri di campo, ma sull’ennesimo pallone alto in area i giallorossi si fanno sorprendere al 23’, quando Mandragora si ritrova il pallone tra i piedi e da distanza ravvicinata non lascia scampo a Svilar. De Rossi butta nella mischia Baldanzi e Zalewski per ravvivare il gioco sulla trequarti, ma è sempre la Fiorentina a premere con più convinzione sull’acceleratore. E al 32’, per una trattenuta di Paredes su Belotti, ottiene un calcio di rigore che, però, Biraghi si fa parare da Svilar (quinto errore dal dischetto per i viola nel 2024). Seguono momenti di pura bagarre agonistica e, seppur in modo confuso, gli ospiti cercano fino alla fine il pari. E in fondo al pozzo trovano solo negli ultimi istanti il tesoro che cercavano: ci pensa Llorente con un destro potente sotto la traversa. Scatenando la festa sugli spalti del Franchi dei tifosi giallorossi.
     
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    Abbiamo proprio staccato la spina
     
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    beh oddio, va anche detto che le ultime due partite sono tra le meglio giocate in stagione
     
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    Lazio, tonfo con l'Udinese e ora è crisi nera: Europa lontana. L'ira di Immobile al cambio

    Apre Lucca, poi l'autogol di Giannetti e il colpo vincente di Zarraga: tutto tra il 47' e il 51'. Quarta sconfitta nelle ultime cinque gare di campionato per i biancocelesti

    Nicola Berardino
    Giornalista
    11 marzo 2024- ROMA
    Lazio al tappeto. Contro l’Udinese arriva la terza sconfitta di fila in campionato, che segue al ko col Bayern in Champions. Micidiale l’uno-due dei friulani con Lucca e Zarraga a inizio ripresa tra il provvisorio pareggio con l’autogol Giannetti. La Lazio non riesce a recuperare dopo aver sciupato molto nel primo tempo (palo con Zaccagni). Tre punti preziosissimi sulla strada della salvezza per l’Udinese, protagonista di una prova di grande determinazione. I bianconeri non vincevano da tre giornate: a Torino, altro colpo importante, il 12 febbraio avevano battuto la Juventus.

    MURO FRIULANO—
    Sarri (squalificato, in panchina il vice Martusciello) non può ancora contare sui recuperi di Rovella e Patric e deve rimediare alle squalifiche di Marusic, Guendouzi e Pellegrini. Spazio a Lazzari e Hysaj come terzini e a Vecino (spostato sulla destra) e Cataldi in mediana. Squalificati Walace ed Ebosele, Cioffi inserisce Zarraga e Pereyra a centrocampo. Al 2’ l’Udinese si lancia al tiro con Lovric dalla distanza: fuori. Replica la Lazio: al 4’, palo con Zaccagni. Biancocelesti ancora pericolosi: staffilata di Luis Alberto di poco a lato. La squadra di Sarri dà continuità alla manovra offensiva. Udinese compatta in copertura ma pronta alle ripartenze. Al 23’ Immobile, ben innescato da Felipe Anderson, calcia alto da buona posizione. Cinque minuti dopo altra chance: da Felipe Anderson per Zaccagni che non inquadra la porta. Al 33’ ci prova l’Udinese: botta di Lovric, respinge d’istinto Provedel. Riparte la Lazio che arrivata al tiro con Vecino: fuori. Si riaffacciano i friulani: Provedel si oppone a Kamara e poi a Giannetti. Gara a tutto campo. Botta di Felipe Anderson fuori bersaglio. Finale di tempo con la formazione di Cioffi più sganciata in avanti. All’intervallo sullo 0-0.

    UNO-DUE DELL’UDINESE— Al via della ripresa la Lazio sostituisce Felipe Anderson con Isaksen. Al 2’ l’Udinese si porta in vantaggio: il destro di Lucca, servito da Kamara sotto porta, infila Provedel. Settimo centro in campionato per l’attaccante. Reagisce subito la Lazio. E al 4’ pareggia grazie a un autogol di Giannetti su tocco di Zaccagni al centro. Ma la squadra di Cioffi va subito a segnare di nuovo: al 6’, inserimento di Lovric, poi Thauvin smista per il tiro angolato di Zarraga. Secondo gol in A per il centrocampista spagnolo. Lazio spiazzata dai colpi dell’Udinese, ma riprende prontamente coraggio. Okoye fa scudo su Isaksen e Immobile. Al quarto d’ora Kamada e Castellanos rilevano Cataldi e Immobile, con quest'ultimo che non gradisce affatto il cambio, mostrando ampi cenni di insofferenza. Regia affidata a Vecino. Sul fondo un destro di Kamada. Intanto, Lucca ha un’altra opportunità: perde l’attimo e Provedel risolve. Lazio all’attacco, Udinese guardinga e sicura. Cioffi avvicenda Kamara e Payero con Zemura e Samardzic. I biancocelesti faticano a trovare varchi. Nuova sostituzione nell’Udinese: Bijol rileva Ferreira che si è infortunato. Okoye vigila su Isaksen. Luis Alberto cede il posto a Pedro. Parato un tentativo di Vecino. Entra Davis per Thauvin. Sette minuti di recupero. Vano l’assalto finale dei biancocelesti. Anzi Provedel sventa ancora su Lucca. Espulso Perez per doppia ammonizione. Si fa male Provedel ed entra Mandas. Altri quattro minuti di recupero. Proteste laziali per un atteramento in area di Castellanos. L’Udinese incassa i tre punti. Lazio sommersa dai fischi dell’Olimpico.
     
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    Bologna, sono 3 punti pesanti: Fabbian al 94' stende l'Empoli, Motta allontana le inseguitrici

    Finisce 0-1, gli emiliani (senza Zirkzee) sprecano diverse occasioni clamorose, poi il probabile futuro interista sfrutta un'errata respinta di Caprile e decide la partita

    dall'inviato Giulio Saetta

    15 marzo 2024 - EMPOLI
    Il Bologna si prende tre punti sudatissimi contro un Empoli combattivo e sfortunato. Che tiene lo 0-0 grazie alle straordinarie parate di Caprile e deve soccombere solo al quarto di recupero in inferiorità numerica, con Ebuehi infortunato e le sostituzioni esaurite. Motta si gode un altro gol del gioiellino Fabbian e si porta a +6 dalla Roma consolidando il quarto posto Champions.

    SCIAGURATO NIANG—
    Nicola per il suo 3-4-2-1 recupera Marin, che si piazza in cabina di regia con a fianco Maleh; Gyasi e Pezzella sugli esterni, Zurkowski e Cambiaghi a supporto di Niang. Nel Bologna il vice Zirkzee è Odgaard, Ndoye preferito a Orsolini nel ruolo di esterno destro, a sinistra c’è Saelemaekers. Molto fluido lo schieramento dell’Empoli, con la linea difensiva a tre in impostazione che in non possesso si chiude a cinque con l’arretramento di Gyasi a seguire Saelemaekers. Anche Motta si diverte con le alchimie tattiche, come alzando Lucumi per avere superiorità a centrocampo. Prima occasione da gol per il Bologna su calcio d’angolo al 10’: svetta Beukema e Niang salva quasi sulla linea. Momento di improvvisa quiete al Castellani quando dalla curva ospite compare uno striscione sulla tragedia dell’incendio in un appartamento di Bologna dove sono morti una madre e i suoi tre bambini: “Bologna piange i tre angeli e la mamma salita in cielo”. Pericoloso anche l’Empoli al minuto 25 con un’azione sulla sinistra di Cambiaghi che scarica dietro per Niang, la palla finisce sul sinistro di Zurkowski che esce di poco. Partita vivace nonostante il campo appesantito dalla pioggia con continui ribaltamenti di fronte. Altra parata di Caprile su un rasoterra di Ndoye. Al 43’ colossale occasione sprecata da Niang lanciato verso la porta da Cambiaghi dopo una palla persa da Beukema, il quale riesce a recuperare sul francese, incredibilmente lento e impacciato nell’avvicinarsi a Skorupski.

    ANCORA FABBIAN— Nicola cambia Pezzella, in difficoltà su Ndoye, con Cacace. L’Empoli esce bene dallo spogliatoio, buona percussione con slalom di Marin, Cambiaghi arriva al tiro ma viene murato. Con Niang che gira alto al 7’ un cross di Cacace, sono già tre le occasioni per i padroni di casa in questo inizio ripresa. La mossa di Motta è Orsolini, che all’11’ prende il posto di Ndoye. Il Bologna dà segni di vita al 15’, palla che gira per tutto il centrocampo fino ad arrivare a Saelemaekers sulla sinistra, cross col destro e Odegaard di testa manda alto. Ancora il danese protagonista un minuto dopo su un cross dalla destra di Ferguson, questa volta basso, su cui in scivolata non arriva per un soffio. Alla mezzora Nicola ci prova con le due punte, entrano Caputo e Cerri per Cambiaghi e Niang. Motta risponde con un doppio slot ravvicinato Castro per Odgaard, Corazza per Beukema e Fabbian-Urbanski, Aebischer per Ferguson. Al 36’ grandissima occasione per il Bologna con Saelemaekers che scappa via sulla sinistra, entra in area e tira a botta sicura sul palo lungo trovando un’altra strepitosa parata di Caprile. Finisce con il Bologna che si mangia le mani per un'altra palla gol colossale, questa volta divorata da Orsolini che spara in curva da pochi metri. L’Empoli deve stringere i denti negli ultimi minuti per l’infortunio di Ebuehi che è costretto a lasciare il campo per infortunio e non può essere sostituito poiché sono esauriti i cambi. Al 4’ di recupero però deve cedere sotto il colpo di Fabbian, ancora lui, al quinto gol in campionato, un destro rasoterra su respinta di Caprile.
     
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    Zapata-Vlasic, il Torino regola l'Udinese e continua la rincorsa all'Europa

    Bella prova dei granata di Juric (squalificato, in tribuna). Contestata la squadra di casa
    Mario Pagliara
    Giornalista
    16 marzo 2024 (modifica alle 17:38) - UDINE

    Il Toro torna a correre e riaccende la sua rincorsa verso l’Europa: Zapata e Vlasic firmano una vittoria pesantissima a Udine (0-2), arrivata in un momento particolarmente delicato ed importante del campionato. Per la squadra di Cioffi è invece notte fonda: continua l’astinenza dalla vittoria casalinga che ormai perdura dal 30 dicembre (successo contro il Bologna). Udinese contestata (con ironia) e fischiata dal proprio pubblico. I granata chiudono i conti dopo un’ora di gioco con Vlasic, prima del vantaggio di Zapata nel primo tempo il croato aveva preso anche un palo. L’Europa torna nel mirino del Toro: questi tre punti riposizionano la squadra di Juric a ridosso della zona che può valere il pass per una Coppa.

    ASCENSORE ZAPATA—
    C’è troppo Toro e troppo poca Udinese in tutto il primo tempo, al punto che il punteggio di uno a zero con il quale le due squadre vanno all’intervallo è addirittura mortificante per i granata. Aggressiva quando necessario, bella a tratti, sicuramente sempre razionale e completamente dominante della scena: è il copione che segue la squadra di Juric a metà partita, ovviamente meritatamente in vantaggio grazie al decimo gol in campionato dell’ex Zapata. E l’Udinese? Nessun tiro in porta a metà gara, una sola conclusione (al 25’ di Kamara: fuori) e Payero sostituito dopo 31 minuti (con Ehizibue) per manifesta inferiorità tecnica, messo sulla griglia dal trio Vojvoda, Ricci, Vlasic in ottima giornata. Il Toro invece è tutta un’altra musica e dopo dieci minuti ha costruito già tre ottime palle gol: 5’, Giannetti salva su un diagonale di Okereke; 8’, Vlasic servito da Vojvoda si stampa sul palo; 10’, Zapata firma l’uno a zero. Nell’occasione è splendido l’assist di Vojvoda: una palla a giro dalla trequarti di assoluta bellezza che pesca dritta la testa di Duvan nel cuore dell’area friulana. Il centravanti colombiano è bravo a prendere l’ascensore e a non fallire. Al 29’ quarta grande chance per i granata, stavolta di Okereke ma Okoye si salva in angolo. Insomma, il grande peccato del Toro nel primo tempo è di non aver chiuso la partita.

    L'URLO DI VLASIC— Quando comincia il secondo tempo, il Toro trova il raddoppio al primo affondo. Minuto numero 8: Gineitis corona la sua splendida gara con un recupero efficace su Pereyra sulla trequarti avversaria, Zapata rifinisce per Vlasic che indovina il diagonale vincente. Vlasic torna al gol dopo due mesi e mezzo, Zapata firma anche l’assist: il Toro vola e per l’Udinese (contestata dal proprio pubblico) è notte fonda. Cioffi richiama in panchina Ehizibue (entrato a metà primo tempo) per lanciare Ebosele. Dentro anche Zemura per Kamara. Il tecnico dell’Udinese vive una domenica da separato in casa col proprio pubblico: è fischiatissimo dalla curva che a metà ripresa alza il coro “mettiamo troppa pressione”, raccogliendo l’applauso da tutto lo stadio. Il Toro non si ferma e sfiora il tris con un colpo di testa di Zapata su cross di Bellanova (27’), sul quale è strepitoso Okoye. La gara è già chiusa da un pezzo, e la festa è solo del Toro.
     
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    Monza, ci pensa ancora Maldini: il Cagliari si ferma dopo quattro risultati utili consecutivi

    Una splendida punizione di Daniel decide la sfida e porta i brianzoli a un punto dalla Fiorentina. Sardi imprecisi, sempre invischiati nella zona pericolosa

    Matteo Brega
    16 marzo 2024 - MILANO
    Il Monza batte 1-0 il Cagliari con una perla su punizione di Daniel Maldini e infila la seconda vittoria di fila scavalcando la Lazio al nono posto in attesa della gara di stasera dei biancocelesti.

    PERLA MALDINI—
    Prima da titolare per Maldini nel 4-2-3-1: il 27 arriva dal gol di Genova e da prove convincenti. Ranieri risponde spedendo subito in campo Shomurodov, reduce dalla doppietta alla Salernitana. Dopo pochi minuti dall’avvio della partita parte il coro “Galliani uno di noi” dalla Curva Pieri, il cuore del tifo più caldo del Monza. E poi gli applausi dell’intero U-Power Stadium con l’a.d. brianzolo che si alza e ricambia i tifosi. La trattativa che dovrebbe portare a maggio l’ingresso del nuovo socio di maggioranza (Oriental Capital Partners) non cambierà il legame con il Monza perché Galliani resterà anche con il nuovo progetto (Fininvest rimarrà come socio di minoranza). La partita non decolla nella prima mezzora. Per vedere qualcosa di interessante bisogna attendere il minuto 31. Lapadula calcia una punizione da ottima posizione e il suo sinistro finisce di poco largo. In questa fase si fa preferire il Cagliari. Al 36’ corner di Nandez e colpo di testa di Dossena sul fondo. Ma la perla deve ancora arrivare ed è il gol del Monza. Minuto 42, punizione ottenuta da Mota Carvalho: sul pallone Maldini che con il destro calcia forte e preciso appena sotto la traversa, la palla la colpisce e sbatte oltre la linea. L’orologio dell’arbitro Marcenaro segnala che la sfera è entrata tutta ed è gol. Monza avanti. Il Monza si sveglia e dopo un paio di minuti potrebbe raddoppiare. Cross di Pessina, Mota Carvalho di testa sfiora il gol. Finisce così il primo tempo.

    ILLUSIONE LAPADULA— Si riparte senza Makoumbou e Jankto nel Cagliari: dentro Prati e Oristanio. Ranieri passa al 4-3-3 con il tridente Oristanio-Lapadula-Shomurodov. Al 5’ il Monza punge. Cross di Colpani da destra, Mota Carvalho taglia sul primo palo e in maniera sporca colpisce mandando fuori di poco. Al 18’ doppio cambio per il Monza: fuori Mota Carvalho e Maldini, dentro Gagliardini e Zerbin (quest’ultimo dopo 4 panchine di fila e zero minuti). Proprio appena dopo i cambi il Cagliari va a un passo dal pareggio con Deiola che scarica un destro violento dal limite deviato da Bondo in corner in maniera decisiva. Al 23’ viene annullato per fuorigioco il gol di Lapadula che aveva girato splendidamente in acrobazia oltre Di Gregorio. Al 29’ fuori Colpani e Birindelli, dentro Valentin Carboni e Caldirola. Al 37’ è tempo di Colombo che prende il posto di Djuric. Un minuto dopo enorme occasione proprio per il 9 brianzolo. Valentin Carboni recupera palla, lancia nello spazio Colombo che davanti a Scuffet sceglie un improbabile scavetto. Ne esce un triste pallone che finisce sul fondo lentamente e lontano dalla porta. Ranieri inserisce Kingstone e Azzi per Shomurodov e Augello. Poco dopo dentro anche Viola, per Deiola. Al 3’ di recupero Colombo calcia forte sul primo palo, Scuffet devia in corner. La pressione sarda non cambia il risultato. Ranieri, dopo due vittorie di fila, si ferma a Monza. La lotta per salvarsi sarà ancora lunga.
     
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    Un autogol di Gyomber, poi Falcone para tutto: il Lecce vince a Salerno, granata contestati

    Gotti comincia con tre punti pesantissimi in chiave salvezza: è a +4 sul terzultimo posto

    16 marzo - 20:00 - MILANO
    Fa molto, se non tutto, la Salernitana. Occasioni sprecate o vanificate da un grande Falcone e l'autogol di Gyomber che consegna al Lecce una vittoria pesantissima in chiave salvezza. Gotti, con Piccoli e Krstovic in campo insieme, parte col piede giusto e vola a +4 sul Frosinone, terzultimo, che stasera ospita la Lazio. Liverani invece si trova a gestire una situazione sempre più disperata. Per quanto prodotto i granata meriterebbero il pari. Falcone è super su Maggiore, Tchaouna due volte e Simy. Al Lecce, nel primo tempo, basta una percussione in cui Gyomber devia la palla nella propria porta. Alla fine, sulla Salernitana, piovono fischi e contestazione.
     
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    Vittoria mai in discussione. Zapata si sta dimostrando molto utile e sta tornando quel giocatore immenso visto a Bergamo.
    Udinese veramente inguardabile.
    Una squadra del genere che probabilmente si salverà è uno spot gigantesco per restringere la serie A a 18 se non 16 squadre.
     
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350 replies since 20/8/2023, 07:29   992 views
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