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    QUOTE (Shagrath82 @ 17/3/2024, 17:09) 
    QUOTE
    La Juve non è guarita: spinge ma si ferma ai pali di Iling e Kean. È 0-0 col Genoa

    Primo tempo sotto ritmo e senza occasioni per i bianconeri, meglio la ripresa ma i rossoblù restano attenti e reattivi. Espulso Vlahovic a tempo scaduto

    Filippo Cornacchia
    Giornalista
    17 marzo 2024 (modifica alle 14:58) - TORINO
    La Juventus non vince più ed esce nuovamente tra i fischi dell’Allianz Stadium. Un solo successo, oltretutto all’ultimo minuto e contro il Frosinone, nelle ultime otto partite. Nemmeno il ritiro anticipato degli ultimi giorni deciso da Massimiliano Allegri ha scosso i bianconeri. Contro il Genoa finisce soltanto 0-0. Al danno si aggiunge la beffa dell’espulsione finale per proteste di Dusan Vlahovic. Il bomber serbo, dopo la sosta per le nazionali, salterà la partita con Lazio e Allegri per quell’occasione potrà contare soltanto su Moise Kean come centravanti visto che Milik (infortunato) non rientrerà prima di 3-4 settimane. Pensieri futuri. Il presente è la crisi senza fine della Signora, nervosa, imprecisa e sfortunata (doppio palo di Iling e Kean). Per i rossoblù, reduci da due sconfitte consecutive, il punto è prezioso e rafforza il dodicesimo posto in classifica.

    PIU’ GENOA—
    Allegri, senza l’infortunato Milik, s’affida alla coppia titolare Vlahovic-Chiesa. Gilardino risponde con Gudmundsson, l’osservato speciale dei bianconeri, più arretrato - e a tutto campo - con Vitinha accanto a Retegui. Rossoblù a trazione anteriore e pure più pericolosi e propositivi nel primo tempo: tra il colpo di testa iniziale di Bani (ottima risposta di Szczesny) e il tentativo dalla distanza di Retegui, sono soprattutto il dinamismo e la tenacia di Vitinha a tenere in apprensione la difesa di bianconera. La squadra di Allegri, spesso sotto ritmo e imprecisa tecnicamente, impiega quasi mezzora per insidiare il Genoa e a provarci è sempre Gatti: prima con un tiro dal limite senza troppe pretese, poi con una deviazione in area che invece qualche brivido lo procura a Martinez. Comunque troppo poco. Chiesa e Vlahovic, spesso isolati e quasi mai connessi tra loro, sprecano l’unica ripartenza potenzialmente velenosa. E così ancora una volta sono i fischi di parte del pubblico dell’Allianz Stadium ad accompagnare il rientro negli spogliatoi di Danilo e compagi.

    JUVE AL PALO— Allegri prova a dare la scossa dopo quasi un’ora (13’ s.t.) con un triplo cambio: dentro Rabiot (per McKennie), Iling Jr (per Kostic) e Yildiz. Il turco prende il posto di Chiesa, uscito tra i fischi e tutt’altro che contento per la sostituzione. L’ingresso di Rabiot, assente nelle ultime due partite (Napoli e Atalanta) per la lussazione dell’alluce, aumenta i giri della Juventus e il peso tecnico-fisico del centrocampo. I bianconeri guadagnano campo e occasioni, soprattutto grazie alla qualità dei cross di Cambiaso per Vlahovic, che però non trova mai il guizzo giusto e si innervosisce. La due chance più grosse, in realtà, capitano a Iling Jr e Kean, entrato per l’assalto finale con passaggio al 3-4-3. Tanto l’inglese quanto l’azzurro (45’ s.t.) vengono fermati dal palo. La sfortuna e l’imprecisione si mischiano alla frustrazione: il muro del Genoa tiene, anche grazie ai cambi di Gilardino (Malinovskyi al posto di Gudmundsson). E alla fine Vlahovic cade in una ingenuità che costa cara a lui e alla squadra: al 48’ s.t., in pieno recupero, a gioco fermo e nel giro pochi secondi rimedia due ammonizioni per proteste e la conseguente espulsione. Il modo peggiore per concludere il momento difficile della Juventus.

    Stavolta ci è andata veramente di culo.
    Un punto strappato che non meritavamo
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    Sconfitta che fa male, anche perché perdere dopo aver recuperato un doppio svantaggio fa girare.
    C'è da dire che la formazione del primo tempo mi lascia molti dubbi.
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    Il Genoa rimonta due gol al Monza ma s'inchina alla rete di Maldini

    Primi 45' dominati dai biancorossi, a segno con Pessina e una strepitosa mezza rovesciata al volo di Dany Mota. Ripresa tutta rossoblù, che la riprendono con Gudmundsson e Vitinha prima del colpo da ko di Daniel


    9 marzo 2024 - GENOVA
    Aggancio al Monza fallito. Perché la squadra di Palladino (2-3 il finale al Ferraris) non finisce mai e proprio quando il Genoa - rivoluzionato nell’intervallo dopo un primo tempo opaco - recupera il doppio svantaggio, l’intuizione del tecnico (ora salito a quota 39) che lancia nella mischia Daniel Maldini regala ai brianzoli la rete del definitivo 2-3. Una partita rimasta in bilico sino alla fine che gli ospiti pensavano di avere messo in cassaforte con i gol di Pessina e Dany Mota, prima di dover fare i conti con il ritorno del Genoa, a segno con Gudmundsson e Vitinha. Una rimonta a metà.

    MONOLOGO—
    Per metà gara un Monza sontuoso e padrone del campo. I rossoblù vanno al riposo con il muso lungo per una prestazione negativa in tutti i sensi. Perché Gilardino inverte la posizione di Sabelli, che va largo a sinistra e sposta Messias sulla corsia di destra scegliendo come mezzali Frendrup e Strootman, con Vogliacco titolare al posto dello squalificato Vasquez. Palladino conferma invece il 4-2-3-1, ma sulla trequarti preferisce Pessina al centro con la coppia Bondo-Akpa Akpro davanti alla difesa (fuori Valentin Carboni), e Djuric uomo più avanzato. E al primo affondo, il Monza sblocca il risultato. Andrea Carboni va sul fondo e mette un pallone interessante sulla corsia di destra per Colpani, che ha campo libero e di testa serve davanti alla porta Pessina. Zuccata vincente e gol dello 0-1. Il Monza orchestra un’azione perfetta, ma la difesa dei padroni di casa si fa sorprendere. E, soprattutto, Sabelli non chiude su Colpani. I rossoblù soffrono dalle parti di Martinez, Sabelli, ancora lui, si scontra con Vogliacco, e dall’angolo successivo il solito Colpani trova libero in area Dany Mota che in mezza rovesciata trova l’angolino alla destra di Martinez. Gol da favola, Monza sullo 0-2 e il Genoa stordito accusa il colpo. La squadra è sfilacciata, il Monza si infila a suo piacere: Birindelli trova un corridoio ampio a destra, De Winter è in ritardo: il pallone è delizioso, ma in area non trova compagni. Monologo brianzolo: Colpani (due assist), sempre lui, si inventa un tiro a giro che si abbassa sulla traversa alla destra di Martinez. Brivido Genoa: squadra in affanno, gioco troppo macchinoso. Il Monza è in controllo assoluto della partita, mentre Gilardino non riesce a mettere ordine in un centrocampo schiacciato dall’ampiezza della manovra ospite, con Retegui e Gudmundsson mal serviti, che corrono a vuoto. I rossoblù si arenano sulla trequarti, senza trovare varchi e solo al minuto 42 un inserimento di Vogliacco sulla corsia di destra porta al primo tiro del Genoa, ma fuori dallo specchio della porta.

    CAMBIO DI PASSO— Serve una svolta e allora Gilardino ribalta la squadra. Fuori Vogliacco, Strootman e Frendrup, dentro Spence largo a sinistra, Vitinha in attacco e Malinovskyi mezzala sinistra. Genoa di fatto con il 4-3-3 e un tridente offensivo pesante: gli effetti si vedono subito. Il Monza si chiude, il Genoa alza il baricentro, ritrova compattezza e lucidità. Dopo sette minuti riapre la partita: l’arbitro Feliciani viene richiamato al monitor dal varista Marini, che gli segnala un netto tocco di Pablo Marì in area ospite nell’azione precedente. Braccio largo, l’irregolarità è evidente: dal dischetto Retegui lascia l'incombenza a Gudmundsson, che si fa respingere il tiro da Di Gregorio, ma sulla ribattuta mette dentro. Uno a due e decimo centro in campionato per l’islandese. La partita cambia e al 25’ Vitinha segna il suo primo gol rossoblù, con un’azione solitaria che sorprende Pablo Marì: sinistro perfetto a rientrare nell’angolino lontano e 2-2. Le parti si ribaltano, il Monza è sott’acqua, poco lucido e schiacciato nella sua metà campo. Il Genoa è incontenibile, Retegui impegna Di Gregorio (33’), poi decisivo su Badelj, ma Maldini al minuto 34 trova il gol del definitivo 2-3 approfittando di una respinta corta di Martinez sul tiro di Valentin Carboni. Il Monza allunga, per il Genoa è il secondo stop di fila. Ma, questo, è forse persino più doloroso di quello contro l’Inter.
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    Io quel rigore non l'ho capito ma all'Inter, che è fortissima, va tutto bene quest'anno, diciamo così dai.
    Noi cmq grande gara contro una delle squadre più forti d'Europa.
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