E la rete dei Pasdaran avvolge il Sud America

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  1. mathley
     
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    L’Iran e il Venezuela preparano un piano per finanziarie cellule rivoluzionarie in America Latina al fine di destabilizzare i governi dei Paesi considerati più vicini agli Stati Uniti. A svelare il progetto sono documenti dei servizi di intelligence occidentali, ai quali «La Stampa» ha avuto accesso, relativi al recente incontro in Iran fra il presidente Mahmud Ahmadinejad e il collega venezuelano Hugo Chavez. I due leader hanno esaminato assieme il resoconto della missione svolta in Sud America a inizio marzo da un alto funzionario delle Guardie rivoluzionarie iraniane - i pasdaran - che, grazie ai buoni uffici di rappresentanti del Venezuela, ha avuto colloqui con i responsabili di gruppi considerati «rivoluzionari» in Colombia, Brasile e Argentina, puntando a creare una rete di cellule locali capaci di essere molto attive per innescare un «domino rivoluzionario» regionale simile a quello che il Che Guevara immaginava di poter innescare negli Anni 50 e 60 a seguito della caduta del regime cubano di Fulgencio Batista.

    Colloqui con le Farc
    Il 1° marzo scorso l’inviato dei pasdaran è partito da Teheran con l’incarico di identificare i gruppi sudamericani a cui far affluire finanziamenti per «diffondere la rivoluzione» e la sua prima tappa è stata a Bogotà, capitale della Colombia del presidente Alvaro Uribe, uno dei più stretti alleati di Washington, dove ha potuto incontrare alcuni rappresentanti della guerriglia delle Farc, grazie ai buoni uffici di Caracas. Gli uomini delle Farc hanno presentato un dettagliato documento sulle loro attuali attività e i relativi costi. L’inviato dei pasdaran ha replicato dicendo di rappresentare la leadership del suo Paese e di essere molto impressionato dal materiale consultato, precisando però che l’impegno di Teheran a foraggiarle in maniera sostanziosa è legato all’aumento delle iniziative «rivoluzionarie contro il regime locale» e della propaganda «contro gli Stati Uniti e l’Occidente». In particolare l’inviato di Teheran ha proposto alla delegazione delle Farc di «aumentare le attività studentesche negli atenei» perché «i giovani sono più sensibili al fervore rivoluzionario» e far cadere il già vacillante Uribe.
    Tanto Teheran che Caracas, secondo i documenti consultati, vedrebbero con favore l’aumento delle proteste di estrema sinistra dentro i maggiori centri urbani, nella convinzione che potrebbero riuscire a indebolire, se non addirittura a far cadere, Uribe. Durante il colloquio pasdaran-Farc vi sono stati attimi di tensione quando uno dei membri della guerriglia ha spontaneamente chiesto all’iraniano di spiegargli la natura delle proteste studentesche avvenute a Teheran - dichiaratamente ostili al governo Ahmadinejad - ma l’incomprensione politica è stata rapidamente superata e pochi giorni dopo la missione dell’iraniano è continuata in altri due Paesi, che sono le maggiori potenze economiche regionali. Nell’Argentina di Cristina Kirchner l’uomo dei pasdaran ha incontrato un gruppo di militanti del movimento «Piqueteros», che ha già inviato dei suoi aderenti in Iran, del gruppo di estrema sinistra Convergencia de Izquierda, noto per le sue manifestazioni anticapitaliste, e della Asociacion Cultural Siria.

    Quinta colonna libanese
    Nel Brasile del presidente Lula, invece, i colloqui sono stati con i rappresentanti del Movimiento estudantil popular revolucionario, una delle sigle più attive nello schieramento dell’estrema sinistra. In entrambi i Paesi l’inviato di Teheran ha coinvolto nei colloqui con i differenti gruppi alcuni cittadini libanesi sciiti che vivono nell’area di confine fra Brasile, Argentina e Paraguay, presentandoli come «elementi di raccordo» grazie ai quali poter intensificare i rapporti e garantire l’afflusso di finanziamenti. Ciò lascia intendere la volontà di creare in quest’area di confine una regia operativa dei gruppi rivoluzionari. Tanto più che i libanesi in questione sono personaggi già conosciuti ai servizi sicurezza argentini e brasiliani che indagano sul coinvolgimento degli hezbollah nel traffico di narcotici attraverso l’area.
    Ahmadinejad e Chavez hanno esaminato valutando con favore i risultati della missione svolta perché consentono ad entrambi i Paesi di progettare di avere nel breve periodo gruppi di riferimento da finanziarie e sostenere in nazioni legate all’amministrazione americana. Si tratta di un ulteriore tassello della strategia iraniana di penetrazione in Sud America che si sposa con il desiderio di Chavez di moltiplicare il numero di nazioni «anti-imperialiste» come Cuba, Nicaragua, Ecuador e Bolivia, puntando a diventare il leader di una nuova stagione rivoluzionaria destinata a far impallidire i successi ottenuti dal morente Fidel Castro.


    fonte: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...one=58&sezione=
     
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  2. Merlino620
     
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    Mah.... non vorrei che si stesse alimentando del falso terrorismo per scatenare l'ennesima guerra preventiva.

    non so quanto valga la pena crederci.
     
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1 replies since 10/4/2009, 13:27   74 views
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