Legittimo impedimento

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    Legittimo impedimento bocciato in parte:
    a decidere dovranno essere i giudici


    ntenza sostanzialmente sfavorevole a Berlusconi da parte della Consulta sulla legge pensata per mettere il premier al riparo dai processi che lo vedono imputato. In particolare viene affidato ai magistrati giudicanti di valutare le ragioni che secondo la difesa impedirebbero la presenza in aula

    ROMA - Parziale bocciatura, ma legge sostanzialmente stravolta rispetto all'impianto con cui era stata concepita dagli avvocati di Silvio Berlusconi. E' questo il verdetto della Consulta al termine della lunga camera di consiglio per valutare la costituzionalità della norma sul legittimo impedimento. La decisione sarebbe stata presa a larga maggioranza, con 12 voti favorevoli e 3 contrari, dopo oltre cinque ore di discussione: i giudici si erano trovati in udienza alle 9.30 di stamattina e poco prima delle 14 avevano aggiornato la seduta ripresa alle 15.30. Circa un'ora dopo è arrivata la sentenza.

    La decisione dell'Alta Corte in parte boccia e in parte interpreta alcune norme sul 'legittimo impedimento'. La Corte Costituzionale ha infatti posto diversi paletti alla legge nata per mettere temporaneamente al riparo il presidente del Consiglio dalla ripresa dei suoi tre processi (Mills, Mediaset e Mediatrade). In particolare, la Consulta ha bocciato la certificazione di Palazzo Chigi sull'impedimento e l'obbligo per il giudice di rinviare l'udienza fino a sei mesi, dichiarando illegittimo il comma 4 dell'art.1 della legge 51 del 2010. Bocciato solo in parte invece il comma 3, con l'affidamento al giudice della valutazione del 'legittimo impedimento'.

    La Consulta ha inoltre fornito una interpretazione del comma 1, ritenendolo legittimo solo se, nell'ambito dell'elenco di attività indicate come impedimento per premier e ministri, il giudice possa valutare l'indifferibilità della concomitanza dell'impegno con l'udienza,
    nell'ottica di un ragionevole bilanciamento tra esigenze della giurisdizione, esercizio del diritto di difesa e tutela della funzione di governo, oltre che secondo un principio di leale collaborazione tra poteri.

    Bocciato per "irragionevole sproporzione tra diritto di difesa ed esigenze della giurisdizione" (art. 3 della Costituzione) il comma 4 dell'art. 1 che prevede nello specifico quanto segue: "Ove la Presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l'impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo a udienza successiva al periodo indicato, che non può essere superiore a sei mesi".

    Il comma 3, rispetto al quale la Corte sarebbe intervenuta con una pronuncia 'additiva' , prevede che "il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi di cui ai commi precedenti, rinvia il processo ad altra udienza".

    Il comma 1, di cui la Consulta ha invece dato una interpretazione conforme alla Costituzione, prevede che per premier e ministri, chiamati a comparire in udienza in veste di imputati, costituisce legittimo impedimento "il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti". A seguire, sempre il primo comma, elenca i riferimenti normativi riguardanti specifiche attività tra le quali, ad esempio, il consiglio dei ministri, la conferenza Stato-Regioni, impegni internazionali etc. Dopo questo elenco minuzioso, il comma 1 prevede che sono oggetto di legittimo impedimento le "relative attività preparatorie e consequenziali, nonché ogni attività comunque coessenziale alla funzioni di governo"


    I primi commenti:
    SPOILER (click to view)
    Il PdL. Le parole più pesanti sono quelle di Sandro Bondi: "Siamo di fronte al rovesciamento dei cardini della nostra Costituzione e dei principi fondamentali di ogni ordine democratico", dice il ministro e coordinatore del PdL. "Oggi la Consulta ha stabilito la superiorità dell'ordine giudiziario rispetto a quello democratico, rimettendo nelle mani di un magistrato la decisione ultima in merito all'esercizio della responsabilità politica e istituzionale".

    Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato commenta così: "Mi pare che la Corte
    Costituzionale, pur avendo
    optato per una decisione di compromesso non rigettando ne' accogliendo integralmente il ricorso, abbia comunque fatto a pezzi il legittimo impedimento". E aggiunge: "Non ho la sfera di cristallo per individuare le conseguenze politiche che si possono trarre da questa decisoone. Di sicuro le avrà, anche se la Consulta ha deciso assolutamente in punto di diritto. In ogni caso, resta in piedi la possibilità del referendum, ma del legittimo impedimento resta poco o nulla".

    Niccolò Ghedini. Il legale del premier e parlamentare del PdL, in una nota scritta con Piero Longo, usa toni molto più cauti rispetto ai suoi colleghi di partito: "La legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace e ciò è motivo evidente di soddisfazione". Parla comunque di un "equivoco" nel quale sono incorsi gli alti magistrati: "Nell'intervenire su modalità attuative, la Corte Costituzionale sembra avere equivocato la natura e la effettiva portata di una norma posta a tutela della possibilità di esercitare serenamente l'attività di Governo".

    Gaetano Pecorella, ex legale di Silvio Berlusconi, dichiara: "Ormai le leggi le scrive la Corte Costituzionale".
    il vicecapogruppo al Senato Gaetano Quagliariello parla di "Sentenza inutile. La democrazia italiana resta una democrazia a legittimità limitata. C'è necessità di ripristinare un equilibrio tra poteri sovrani".

    La Lega. Giacomo Stucchi della Lega Nord commenta la sentenza: "La Consulta ha posto alcuni paletti all'applicazione della legge ma la decisione non deve essere strumentalizzata a fini politici. Guardando ai prossimi appuntamenti che impegneranno Governo e maggioranza nell'immediato futuro, conviene compiere un passo alla volta". E prosegue: "Il primo passo, sia per l'immediatezza delle scadenze sia per l'importanza della materia è certamente quello dell'approvazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale. Sullo sfondo rimane l'unica alternativa possibile ad un eventuale stallo: le elezioni anticipate".

    Il Pd. "La Consulta smonta l'impianto della legge e ne mostra l'inutilità". Questo il commnento del capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti. "Le anticipazioni sulle motivazioni della Corte smontano sostanzialmente l'impianto della legge. Il parlamento è stato quindi impegnato inutilmente per troppi mesi". Interviene anche Pierluigi Bersani, nella sua replica finale alla Direzione del Pd: "La sentenza della Corte va letta e valutata, quando sarà possibile. Siamo prudenti in questa fase, è meglio".

    La capogruppo del Pd Anna Finocchiaro dichiara: "La Consulta ha bocciato l'automatismo disposto dalla legge e la certificazione di Palazzo Chigi e ha rimesso ai giudici la valutazione relativa al rinvio dell'udienza. "Mi sembra chiaro che a saltare è l'impianto complessivo della legge".

    Di Pietro. Il leader dell'Italia dei Valori commenta la sentenza con un occhio al suo referendum sul legittimo impedimento: "I cittadini diranno in modo forte e chiaro che anche Berlusconi deve andare dal giudice quando viene chiamato e non si deve inventare una scusa ogni volta". Continua Di Pietro: "La Consulta ha dato
    ragione a noi quando dice che questo provvedimento è in gran parte illegittimo", ma "ha fatto rientrare dalla finestra quello che ha messo fuori della porta. Infatti, riconoscendo come legittimo impedimento ogni attività perparatoria e consequenziale alle funzioni di Governo, permette a Berlusconi di sostenere che anche quando andrà al bagno svolgerà un attività consequenziale. Per questa ragione il referendum è l'unica arma a disposizione dei cittadini per bocciare una legge incostituzionale e immorale".

    FlI. "Prendo atto della decisione della Corte costituzionale. Ora si dovrà vedere come i giudici, udienza per udienza, valuteranno le richieste di legittimo impedimento. Se vogliamo vederla così, dopo questa decisione esce vittorioso il ruolo dei giudici su quello dei politici". Così Giuseppe Consolo, deputato di Fli. Ma il messaggio politico più significativo lo manda il senatore Viespoli, che chiede ora al premier di aprire "una nuova fase". E Urso, invitando a non strumentalizzare, insiste perché ci si attivi per una stagione di riforme ineludibili.

    Il Popolo Viola. Esultanza dei Viola davanti al palazzo della Consulta, dopo aver appreso la notizia della bocciatura parziale della legge sul legittimo impedimento. Una delegazione ha stappato una bottiglia di spumante e sventolato il Tricolore scandendo 'Viva la Costituzione italiana'. "La decisione della Consulta -ha sottolineato Gianfranco Mascia in rappresentanza del Popolo Viola- è una vittoria per gli italiani. Dobbiamo togliere il tappo dall'Italia: la legge -ha ribadito- è uguale per tutti".
     
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  2. The Best Driver
     
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    Per molti viene vista come una legge personale, io la vedo come tale potenziale ma principalmente mi pare sia una specie di sostituzione ai precedenti Lodo Alfano e ancor più vecchio Lodo Schifani.
    C'è da considerare però il tema più grande delle interferenze tra potere giudiziario e politica, Berlusconi a parte esse non sono considerate propriamente una novità. Il coinvolgimento in inchieste riguarda e ha riguardato moltissimi politici di spicco di tutti i colori, imprenditori e giornalisti e ha spesso condizionato l'esistenza e l'attività prima che si arrivasse ad una sentenza.
    In Italia, prima di Tangentopoli e la caduta dell'immunità parlamentare (a dire il vero avvenuta solo in parte) queste interferenze furono infatti molto minori di adesso, non credo sia un caso imputabile all'esistenza di Berlusconi.
    Sorti di immunità (non impunità) esistono anche in altri Paesi sia per alte cariche dello stato e soprattutto per i diplomatici, anche in Paesi considerati normali e molto moderni e democratici.
    Il legittimo impedimento mi pare di per sè una stupidaggine, io non ci avrei perso tanto tempo dietro alimentando così le polemiche sulle leggi personali.
    Sinceramente mi parevano più seri e interessanti il Lodo Schifani e il Lodo Alfano che mi parevano più utili e più giusti all'atto pratico perché avrebbero posticipato solo eventuali processi senza incidere sulla prescrizione che sarebbe stata congelata e di cui tra l'altro si sarebbe potuto usufruire solo una volta.
    L'iter di queste leggi mi è parso anomalo, penso furono troppo duri gli attacchi di Berlusconi al Presidente della Repubblica e alla Corte Costituzionale anche se i dubbi sulla faziosità potevano essere fondati.
     
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1 replies since 13/1/2011, 18:14   41 views
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