Il federalismo: dalla legge delega allo stop sul 4° decreto attuativo

Proviamo a vedere e capire che cos'è

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  1. The Best Driver
     
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    Frequentavo già in passato questo forum, apro qui questa discussione perché sono appassionato di politica e sono in cerca di interlocutori. Ho scritto io tutta la parte sottostante già in un altro forum molto grande, ma a quanto pare non ha colto interesse.

    Uno dei temi politici che ha più tenuto banco negli ultimi mesi, oltre agli scandali, è stata la riforma federalista, fortemente voluta dalla Lega Nord ma che in vari modi è stata in realtà auspicata da molte aree politiche.
    La riforma federalista proposta da questo governo si basa principalmente sulla legge delega a cui devono seguire 8 decreti attuativi di cui 3 già approvati e operativi.
    1 - Federalismo demaniale
    2 - Roma Capitale
    3 - Fabbisogni standard
    4 - Federalismo municipale
    5 - Autonomia tributaria di regioni e province
    6 - Perequazione e rimozione squilibri
    7 - Sanzioni e premi per regioni, province e comuni
    8 - Armonizzazione sistemi contabili

    La questione a livello legislativo è veramente complicatissima, proverò a farvi un efficace riassunto su cui poter dibattere e soprattutto per cercare di capire che cosa sia questo federalismo perché sia tra le persone favorevoli che quelle contrarie c'è una certa diffidenza e molta perplessità.
    Se ho ben capito, il federalismo ha come obiettivo principale la modernizzazione del Paese, con l'intento di migliorare e diminuire la spesa pubblica italiana e consentire un miglior sviluppo, anche grazie ad una più precisa assegnazione delle competenze (fiscali, legislative e gestionali) tra Stato ed enti locali, e quindi alleggerire i compiti dello Stato e velocizzare gli iter legislativi e i procedimenti burocratici che affliggono la cittadinanza.
    Tanto per iniziare, comincerei con lo spiegare brevemente cos'è la Commissione Bicamerale di cui si è tanto parlato ultimamente riguardo al federalismo. Essa è un organo previsto dalla costituzione, si occupa di fatto di questioni regionali e ha principalmente un carattere consultivo. La Commissione parlamentare per le questioni regionali è composta da 40 membri, metà deputati e metà senatori. I venti deputati e i venti senatori sono designati dalle rispettive Camere con criteri di proporzionalità. Una volta nominati, i componenti della commissione mantengono la carica sino al termine della legislatura.
    In seguito alla costituzione, la Commissione elegge, scegliendo tra i propri membri, un presidente, due vicepresidenti e due segretari.
    Esaminando poi il resto, c'è questa legge delega approvata dal parlamento italiano su base costituzionale, che di fatto attribuisce al Governo il compito di legiferare. In questo caso al Governo sono affidati i decreti attuativi riguardanti la riforma del federalismo fiscale, previsto a seguito della riforma del titolo 5° operata con la legge costituzionale numero 3/2001, dall’aricolo 119 della Costituzione, che ne contiene i principi, ed è entrato in funzione a seguito dell'approvazione della Legge 42/2009.
    Nell'immagine sotto: Roberto Cota, governatore leghista (con il PDL) della regione Piemonte e sostenitore della riforma federalista

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    Federalismo demaniale
    Si tratta del primo decreto attuativo del federalismo fiscale, ed è in vigore dal 26 giugno 2010.
    Esso attribuisce a regioni, province e comuni un proprio patrimonio immobiliare, la circolare del 24 giugno 2010 dell'agenzia demaniale indica una lista dei beni che non possono essere trasferiti agli enti locali, mentre resta di competenza della presidenza del Consiglio emanare i decreti sui singoli trasferimenti degli immobili dallo Stato agli enti locali.
    Cosa accade una volta avvenuto il trasferimento? Gli enti locali sono tenuti a valorizzare al massimo le capacità funzionali degli immobili, nell'interesse della collettività. Nel provvedimento è specificato che il trasferimento non è oneroso per gli enti locali, e che sono tenuti ad informare tramite i loro siti internet ufficiali come procede la valorizzazione dei suddetti immobili.
    Se ho ben capito, ma non sono sicuro, più che un trasferimento di proprietà si tratta di un trasferimento di gestione, di cui gli enti locali dofranno appunti gestire funzione e sviluppo anche in correlazione all'ambiente. Il fatto che in caso di vendita (o altra forma di rendita) dell'immobile il 75% del ricavato dovrebbe andare all'ente locale mi fa pensare che si tratti di una specie di compartecipazione. Il restante 25% è destinato all'ammortamento dei titoli di stato.
    Una cosa che non ho proprio capito, e chiedo a qualcuno di aiutarmi, è la provenienza dei soldi per la gestione di questi immobili, perché ho solo capito che saranno collegati ad uno o più fondi comuni di investimento immobiliare.
    Roma Capitale
    Questo è il secondo decreto attuativo, in vigore dal 3 ottobre 2010, esso configura l’ordinamento provvisorio e finanziario di Roma capitale, in attesa dell’attuazione della disciplina delle città metropolitane.
    Con questo decreto si sancisce la nascita in luogo del comune di Roma, l'ente territoriale Roma capitale, dotato di una speciale autonomia, cui sono attribuite, oltre a quelle svolte attualmente, ulteriori funzioni amministrative, relative alla valorizzazione dei beni storici, artistici e ambientali, allo sviluppo del settore produttivo e del turismo, allo sviluppo urbano, all’edilizia pubblica e privata, ai servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico ed alla mobilità, e alla protezione civile.
    Per la capitale dovrebbero anche esserci risorse economiche aggiuntive in funzione di quello scritto sopra.
    Se ho ben capito questa idea è neta dal fatto che in quanto capitale, Roma si diversifica dagli altri comuni perché sede di importantissime sedi istituzionali nazionali ed estere, accerchia di fatto il Vaticano e ha un patrimonio artistico/culturale/storico quasi senza eguali.

    image


    Nell'immagine sopra: il logo di Roma Capitale
    Fabbisogni standard
    Il terzo decreto sul federalismo fiscale riguarda la spesa pubblica regionale, con il passaggio dalle sovvenzioni sulla base della spesa storica a quella sul fabbisogno standard. Il procedimento di individuazione di questi indicatori di standardizzazione è affidato alla Società per gli studi di settore-Sose, con la collaborazione di altri soggetti qualificati, come l'Ifel, l'Istat e la Ragioneria dello Stato.
    In parole più povere di cerca di spingere le regioni a spendere meno ma soprattutto meglio, pagando beni e servizi il giusto e cercando di diminuire le differenze di costi fra regione e regione, per esempio riscontrabili nella sanità tra nord e sud, dove al nord è risaputo che si riesce a fare meglio con un numero di dipendenti minore (in relazione alla popolazione) e dove la differenza dei costi di acquisto di materiali come siringhe e altre attrezzature è abissale, nel senso che misteriosamente in Sicilia esse costano anche il triplo che in Lombardia.
    Questa riforma andrà a toccare pian piano l'approccio ad ogni bene o servizio di cui usufruiranno comuni, province e regioni.
    L'avvio e il superamento della fase di spesa storica dovrebbe avvenire dal 2012 e concludersi del 2017, esso è considerato un passaggio importantissimo della riforma fiscale in chiave federale e mi vede molto d'accordo.
    Ho fatto l'esempio della sanità perché è una delle cose su cui si concentra maggiormente l'attenzione dell'utenza e perché è per tutte le regioni la principale fonte di spesa, con una media tra il 70 e il 90% della spesa regionale totale.
    Attualmente la spesa sanitaria (e non solo) è appunto gestita a livello regionale, ma non in un'ottica federale perché i soldi arrivano comunque dallo Stato che spesso si è dovuto fare carico delle voragini e dei debiti spaventosi di alcune regioni (vedi il Lazio), con una serie di sovvenzioni aggiuntive.
    Federalismo municipale
    Si tratta del quarto decreto attuativo che ha visto un'iter più travagliato, con un momentaneo stop che aveva paventato la caduta del Governo a causa di un possibile "stacco della spina" da parte delle Lega Nord, che perà non è avvenuto.
    Lo stop è avvenuto dopo il pareggio (15-15) in commissione bicamerale, il cui voto però è stato criticato perché sembrerebbe sia stato influenzato da avvenimenti politici e scandalistici esterni e non inerente al merito del decreto, e a supporto di questa critica ci sono state alcune dichiarazioni di IDV e PD che più che per il merito parevano preconcettuali (mi riferisco a mie opinioni espresse altrove). Inoltre, dopo alcune variazioni nella maggioranza è stato chiesto che la commissione bicamerale fosse riequilibrata con la introduzione di un nuovo membro (del PDL o Lega Nord) al posto di qualcun altro già presente, come ad esempio il senatore Baldassarre di FLI, che ha espresso voto contrario esponendo però interessanti motivazioni inerenti al merito della questione.
    Dopo questo avvenimento c'è stato un consiglio dei ministri straordinario il 3 febbraio 2011 per attuare comunque il decreto, perché in caso di parità in commissione (che avrebbe avuto 60 giorni di tempo per esprimersi, ma ne ha impiegati quasi 90) si considera respinto il decreto stesso, anche se come ho detto prima la funzione di questa commissione è più consultiva e non vincolante, quindi anche se eticamente discutibile il voler attuare il decreto era comunque più che lecito e perciò non un "golpe" (accusa di IDV). Il presidente Napolitano ha però espresso la sua contrarietà a questa azione e quindi il decreto verrà posto a breve all'attenzione dell'intero parlamento.
    Entrando nel merito il federalismo municipale modifica alcune competenze comunali, principalmente di carattere fiscale, con lo spostamento di circa 11 miliardi di trasferimenti statali annui. Il decreto non introduce nuove imposte ma vengono accorpate ben 10 delle 18 attuali forme impositive, introducendo la tracciabilità delle imposte e il loro utilizzo.
    Il provvedimento comunque, rispetto all'idea iniziale è stato ampiamente modificato accogliendo richieste di opposizioni e associazione dei sindaci italiani.
    Di fatto i comuni dovrebbero avere un po' più di liberta sulle addizionali IRPEF, con la possibilità di arrivare allo 0,6% nei primi due anni se si parte da una condizione di inferiorità allo 0,4%. I comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti potranno anche stabilire addizionali IRPEF differenziate in base agli scaglioni di reddito, seguendo però le disposizioni legislative statali.
    Vediamo poi che cos'è questa fanosa cedolare secca relativa gli affitti.
    Il decreto prevede la possibilità per il proprietario di casa di scegliere sin da quest’anno il regime di tassazione al 21% per i redditi da locazione (19% nel caso di canone concordato). La nuova imposta sostituisce quote IRPEF, addizionali comunali e imposta di bollo che gravano sugli affitti. Chi sceglie l’opzione non potrà modificare il canone nemmeno per l’adeguamento all’inflazione. I partiti di opposizione contestano la misura perché sarebbe priva di copertura. Il governo ritiene infatti che la cedolare secca possa finanziarsi grazie all’emersione dei contratti in nero, assicurata anche da un inasprimento delle sanzioni fiscali. Qui però mi pare ci sia da precisare che per costituzione le manovre economiche devono essere garantite come copertura in principio e non con stime future, quindi su questo passo credo si possa sollevare il dubbio sulla sua costituzionalità.
    I comuni capoluogo di provincia ma anche le unioni di comuni e i comuni che rientrano negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte potranno istituire la nuova tassa di soggiorno. Calcolata in proporzione al prezzo delle camere di hotel, la tassa avrà un limite massimo di 5 euro per notte. Per finanziare opere pubbliche che non rientrano nella spesa pubblica corrente, i comuni potranno istituire anche apposite imposte di scopo.
    Il decreto introdurrebbe anche interessanti compartecipazioni a tasse esistenti che rimarrebbero invariate.
    I comuni si vedono garantita già da quest’anno la compartecipazione a numerose imposte erariali, a cominciare dall’IVA (la quota esatta sarà definita però con un successivo decreto della presidenza del Consiglio). Avranno diritto anche a una quota del gettito raccolto con la cedolare secca, pari al 21,7% nel 2011 e al 21,6% dal 2012. Andrà poi loro il 30% dell’imposta di registro e di bollo sulle compravendite immobiliari, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie. Per garantire i servizi minimi che tutti i comuni devono erogare ai cittadini, il decreto prevede per la durata di tre anni un Fondo sperimentale di riequilibrio il cui riparto è stabilito dalla Conferenza Stato-città. Dal 2014, quando il federalismo municipale entrerà a pieno regime, partirà il Fondo di perequazione, che avrà le stesse funzioni.
    Per la lotta all'evasione i comuni avranno diritto da subito ad una quota di partecipazione all’accertamento fiscale pari al 50% delle somme riscosse, anche a titolo non definitivo. Il decreto quadruplica poi le sanzioni per chi non regolarizza in catasto le cosiddette case fantasma entro il nuovo termine del 31 marzo 2011 stabilito dal decreto legge Milleproroghe. Una quota del gettito, pari al 75%, sarà devoluto al comune dove è ubicato l’immobile.

    Questo federalismo municipale lo trovo assai interessante, leggendo questo non riesco a capire le critiche in cui si sostiene che l'autonomia dei comuni sarebbe pressoché annullata e perché dovrebbe esserci un aumento delle tasse.
    Per quanto riguarda le addizionali c'è da considerare anche che il Governo ha assicurato che il disegno contiene una norma che impedisce di aumentare le tasse fino a che non verranno attuate altre riforme in merito e che quindi i comuni potrano diminuirle o al peggio mantenerle uguali.
    Quella che mi lascia perplesso è la tassa di soggiorno, ma io credo che i comuni che non la applicheranno ci guadagneranno ancora di più perché vedranno sicuramente un afflusso turistico maggiore rispetto a coloro che ne faranno uso.
    La tassa di scopo mi pare una cosa interessante, un po' difficile però sarà farla digerire a chi dovrà pagarla, che dovrà essere seriamente convinto e rassicurato sul futuro di quei soldi.
    Sono un po' preoccupato per alcuni comuni, mi chiedo se saranno in grado di gestire tutto questo rinnovamento e queste responsabilità, ma c'è da dire che saranno passaggi graduali.

    Per ora mi fermo qui, parlare di tutti e gli otto punti in un solo topic mi pare eccessivo, vorrei cominciare a discorrere su questi e tenere alto l'interesse. A breve aprirò la discussione riguard agli altri quattro punti previsti dalla riforma. Inoltre aspetto ulteriori sviluppi che avvicinino di più alla realtà gli altri 4 decreti attuativi.
    Riporto anche un commento che mi diedero:
    CITAZIONE
    Secondo me aumenterà la disparità economica tra i comuni, non coinvolgendo però i singoli individui.

    A cui ho risposto così:
    CITAZIONE
    I sindaci comuni privi di attrazione turistica e di attività economiche in genere erano preoccupati al riguardo, ma c'è da riconoscere che spesso si tratta di piccoli comuni con pochi abitanti ed esigenze anche di carattere infrastrutturale limitate. Per quanto riguarda scuole o altre strutture/servizi già adesso collaborano con altri piccoli comuni adiacenti.
    Come detto prima, l'intento federalista mi pare più che buono e lo vedo come un tentativo di riforma molto moderno e con ottime potenzialità.

    Spero l'argomento si sviluppi, vorrei parlarne.

    Edited by The Best Driver - 3/3/2011, 13:56
     
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    Ho letto finalmente questo topic e mi congratulo con me stesso perchè parecchie cose le sapevo già. :hihi:
    Mi trovo d'accordo con l'istituzione di Roma Capitale, specialmente perchè purtroppo le amministrazioni provinciali di Roma identificano la provincia di Roma con Roma stessa, quindi se si riuscisse a fare in modo che Roma fosse completamente staccata dall'amministrazione provinciale (così com'è per tutte le maggiori capitali mondiali) si riuscirebbe a sviluppare meglio anche la provincia di Roma.
    Sono invece fermamente contrario al federalismo demaniale, perchè in pratica si consente alle amministrazioni locali di svendere il loro territorio a chi meglio credono, senza curarsi tanto di come esso verrà utilizzato. Viene già fatto, e con questo decreto sarà ancora più facile farlo.
    I fabbisogni standard mi lasciano perplessi. Hai portato l'esempio delle siringhe: come fai a spingere la regione Sicilia a spendere quanto spende la regione Lombardia se il prezzo delle siringhe rimane quello? Se gli dai meno soldi per le siringhe, l'unico modo per rimanere "dentro" è quello di comprarne di meno. In pratica, mi sembra che il decreto colpisca l'effetto (la spesa tripla) e non la causa (le probabili lobby mafiose che spingono sul prezzo della siringa).
    Riguardo al federalismo municipale, provo a rispondere alle tue perplessità sui veti dell'opposizione. In pratica, ciò che questo decreto dovrebbe fare è togliere tasse statali, con la conseguenza di avere meno fondi da destinare ai comuni e lasciare liberi i comuni di aumentare le loro tasse. La naturale conseguenza è quella che i comuni si troverebbero costretti ad aumentare le tasse, come già fu fatto per l'Ici sui redditi alti e le seconde case che infatti se non sbaglio è stata reintrodotta dallo stesso governo che la eliminò proprio in questo decreto.
    Tutto questi discorsi però, sono affrontati facendo i conti senza l'oste. Prima di parlare di federalismo, bisognerebbe parlare di mala amministrazione, che al Nord come al Sud, rende inutili tutti i bei discorsi che si fanno in questi casi. Per esempio, la tassa di soggiorno mi vedrebbe d'accordo se avessi la certezza che questa venisse effettivamente usata per migliorare i servizi turistici nelle città.
    Inoltre, devo anche dire che non mi trovo per niente d'accordo col metodo con cui questa legge sta venendo promulgata. Un iter legislativo che permette ad un esecutivo di emanare una legge pur avendo avuto parere contrario del parlamento è una cosa che non sta ne in cielo ne in terra.
     
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  3. The Best Driver
     
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    Aspetta, il parere contrario è arrivato dalla bicameralina e ha valore consultivo. A me non pare una cosa che non possa stare da nessuna parte...
    Per quanto riguarda i dubbi sul fabbisogno standard sono leciti, ma mi pare che ci sia già pensato, e lo ha spiegato pubblicamente Roberto Cota in più occasioni. Se rileggi bene il passaggio prevede che prima si debba stabilire quanto effettivamente può valere quella cosa usando alcuni parametri, che ovviamente dovranno essere applicati nel miglior modo possibile. Bisogna conservare poi speranza ed ottimismo, altrimenti non è possibile fare alcuna riforma se ci si fa prendere dallo sconforto.
    Poi nulla credo preveda che per le forniture di beni e servizi ci debba essere il monopolio a priori.
    Per l'ICI la questione è complessa, il Governo dell'Unione tolse l'ICI per il 60% circa delle famiglie italiane e poi il successivo governo fece il resto per tutte le prime case. Da qui mi collego a un discorso interessante dell'economista Giannino che però spiego meglio dopo, ora devo scappare, ciao!
     
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    CITAZIONE (The Best Driver @ 14/2/2011, 22:11) 
    Aspetta, il parere contrario è arrivato dalla bicameralina e ha valore consultivo. A me non pare una cosa che non possa stare da nessuna parte...

    Infatti sono contrario a prescindere al fatto che una riforma del genere passi in parlamento solo attraverso la bicameralina...
     
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  5. The Best Driver
     
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    CITAZIONE (Creeping Death @ 15/2/2011, 15:31) 
    CITAZIONE (The Best Driver @ 14/2/2011, 22:11) 
    Aspetta, il parere contrario è arrivato dalla bicameralina e ha valore consultivo. A me non pare una cosa che non possa stare da nessuna parte...

    Infatti sono contrario a prescindere al fatto che una riforma del genere passi in parlamento solo attraverso la bicameralina...

    Ma rimanendo con idee fattibili, tu come faresti?
    Bloccheresti la riforma federalista e annulleresti i precedenti passi o andresti avanti più o meno con questi decreti attuativi, magari modificandoli secondo un miglior clima di condivisione?
     
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    CITAZIONE (The Best Driver @ 16/2/2011, 00:36) 
    Ma rimanendo con idee fattibili, tu come faresti?
    Bloccheresti la riforma federalista e annulleresti i precedenti passi o andresti avanti più o meno con questi decreti attuativi, magari modificandoli secondo un miglior clima di condivisione?

    Sicuramente ridiscuterei quest'ultimo decreto, visto che comunque è stato bocciato dal Presidente della Repubblica, poi sicuramente andrei avanti con un iter più "standard" e condiviso con gli altri.
     
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  7. The Best Driver
     
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    Aspetta, no... il Presidente Napolitano ha bocciato l'idea di fare il decreto ministeriale nonostante il parere contrario della bicamerale, e infatti esso tornerà in Parlamento.
     
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  8. Black_bird
     
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    Ho avuto il "privilegio" di assistere ad un intervento del Dott. Antoniol sul federalismo demaniale, e mi dispiace deludervi, ma la questione è ben più complessa di così :hihi: (non a caso ci è voluto un libro a parte per spiegare come interpretare la legge, chiedendo anche all'agenzia del demanio e all'agenzia del territorio che sono coinvolte in primis - il libro è "federalismo demaniale" edito dallo stesso Antoniol).

    A parte che è veramente complesso il decreto legislativo 85/2010 di per sè, nel senso che è davvero necessario interpretarlo, diciamo che ini sintesi lo scopo è la valorizzazione di beni dismessi in modo tale che essi facciano da "volano" economico. Ufficialmente è a titolo gratuito, ma per diverse misure c'è un rientro di capitali in una forma diciamo compartecipata anche se mi sembra un pò una forzatura.

    Fatto sta che molte questioni molto delicate non sono apertamente esplicitate. Tanto per citarvene una: i beni "inoptati" (quelli che non sono nè statis celti dagli enti, nè attribuiti dal legislatore) restano nella disposizione dell'agenzia del demanio per tre anni (nei quali deve essere prevista una forma di valorizzazione). Dopodichè, passati i 3 anni i beni ritornano nel carnet di scelte possibili, e quindi di fsatto possono essere oggetto di nuova valorizzazione ( ma allo stesso modo, si azzera lo sforzo "costretto" delle agenzie del demanio di valorzzare per prime il bene, immaginiamo con quali risorse).

    Ora, nons to qua a farvi la palla con le ulteriori descrizioni tecniche, sul fatto che già dai primi commi si leggono eccezioni al fenomeno devolutivo del federalismo, dove di fatto i tempi previsti (sinceramente troppo ottimistici) erano già belli che sforati, che mi lasciano un pò perplessa. Penso che questa cosa sia stata messa in piedi inf retta e furia per poter soddisfare la lega.

    C'è da dire che in realtà il fenomeno del federalismo è stato già anticipato illo tempore dall'istituzione delle province, e mi stupisco che in tutto questo tempo non si sia riuscito a dare un volto certo (e fattibile) alla cosa. Nonostante la lunga gestazione del decreto legislativo 85 del 2010.
     
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    CITAZIONE (The Best Driver @ 16/2/2011, 20:03) 
    Aspetta, no... il Presidente Napolitano ha bocciato l'idea di fare il decreto ministeriale nonostante il parere contrario della bicamerale, e infatti esso tornerà in Parlamento.

    Per "bocciato" intendevo dire questo.
     
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  10. The Best Driver
     
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    CITAZIONE
    Per "bocciato" intendevo dire questo.

    Ah, ok...
    Black Bird, il tuo post è molto bello, in gran parte lo condivido e infatti il primo decreto attuativo per me è stato il più complesso da capire per ora.
    Condivido anche parte delle tue perplessità, che mi paiono fondate, ma in generale mi pari abbastanza d'accordo con questo intervento, oppure mi sbaglio?
     
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  11. Black_bird
     
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    A dire il vero lo trovo non poco anticostituzionale, sebbene da un lato non mi dispiacerebbe che il sud (o parti di esso) fosse messo davanti alle proprie responsabilità. Pur concedendo il beneficio del dubbio, d'altro canto mi sembra poco fattibile, e non poco sperequativo: già la sola attribuzione di beni, o gruppi di beni a discrezione di uno stato che di norma non ha i mezzi (o non vuole averne?) per poter avere una buona governance del territorio e di ciò che accade, come può giudicar eidoneo un ente piuttosto che un altro? E soprattutto, qualcuno ha idea di quanto ci verrà a costare di tasse? :hihi: Il territorio Italiano mi sembra già sufficientemente frazionato :hihi: , e per accontentare la lega si avrebbe una sorta di federalismo se ci si "accontentasse" di Regioni e province e della pianificazione a cascata, (a patto però che questa funzionasse).
     
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  12. The Best Driver
     
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    Perché anti-costituzionale? Non ricordo che altri (anche politicanti di opposizione) prima di te abbiano solevato la questione sulla dubbia costituzionalità.
    Il tuo ultimo post mi ha confuso un po', non ho capito molto il riferimento alle tasse e alla pianificazione, è più che probabile che abbia grosse lacune in merito.
    Soprattutto la pianificazione a cascata per te cosa sarebbe? E perché potrebbe non funzionare?
     
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  13. Black_bird
     
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    Personalmente, ritengo superfluo il fatto che qualcuno prima di me abbia sollevato o meno la questione. Intendiamoci: nulla mi toglie il diritto di esprimere /avere una opinione personale in merito, condivisa o meno che sia (prima o dopo). Potrei anche riempire la testa di chiacchiere, resta il fatto che per me è anticostituzionale, ma non starò qua a darti motivazioni che già è abbastanza pesante il discorso :hihi:.

    Comunque io non sono un politicante: provo a ragionare su argomenti che recepisco frequentando l'università e, saltuariamente, il mio futuro lavoro (o meglio, quello che spero di fare).

    SPOILER (click to view)
    Il fatto che io abbia un credo politico deve giocoforza influenzare il mio discorso , ma ciò non mi toglie il lusso di provare a inserire il tafano socratico del dubbio.


    Il federalismo demaniale è inoltre solo un aspetto del federalismo, che certamente ha connivenze con la componente del federalismo fiscale (qualche voce del decreto lo esprime in maniera chiara). Non conoscendo la restante parte a fondo, non mi resta che esprimere dubbi su quello che è alla mia portata.

    La pianificazione a cascata è il principio su cui si basa la governance del territorio allo stato attuale. Sostanzialmente dovrebbe significare che la pianificazione si fa prima su area vasta, dopodichè i livelli sempre inferiori di pianificazione ( alias regioni, aree mentropolitane, province, comuni)recepiscono la legislazione precedente per legiferare al dettaglio. Teoricamente, se non sbaglio, dovrebbe essere così, purtroppo nella traduzione pratica non è sepmre verificata la cosa.

    SPOILER (click to view)
    Ciò che voglio dire è che l'attuale sistema gerarchico di pianificazione è pienamente sufficiente, qualora funzionasse correttamente ( leggasi : si aprano tavoli di concertazione e collaborazione stretta effettiva tra le parti, con l'obiettivo di una visione generale condivisa e globale del territorio).
     
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  14. The Best Driver
     
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    CITAZIONE
    Personalmente, ritengo superfluo il fatto che qualcuno prima di me abbia sollevato o meno la questione. Intendiamoci: nulla mi toglie il diritto di esprimere /avere una opinione personale in merito, condivisa o meno che sia (prima o dopo).

    Non intendevo dire questo, anche io stesso esprimo a volte idee ed opinioni in questa maniera, ma te l'ho chiesto perché ancora adesso non riesco a capire a cosa tu ti riferisca.
    CITAZIONE
    resta il fatto che per me è anticostituzionale, ma non starò qua a darti motivazioni che già è abbastanza pesante il discorso

    Ho capito, ma questa sotto-sezione si chiama "Politica", direi che è il luogo più adatto per questi discorsi nonostante siano pesanti. Se poi non hai voglia di farlo è un'altra questione e sei libera di agire così, ma io ero curioso di sentire la tua per intero.
    CITAZIONE
    La pianificazione a cascata è il principio su cui si basa la governance del territorio allo stato attuale. Sostanzialmente dovrebbe significare che la pianificazione si fa prima su area vasta, dopodichè i livelli sempre inferiori di pianificazione ( alias regioni, aree mentropolitane, province, comuni)recepiscono la legislazione precedente per legiferare al dettaglio. Teoricamente, se non sbaglio, dovrebbe essere così, purtroppo nella traduzione pratica non è sepmre verificata la cosa.

    Beh, suppongo che il concetto di pianificazione a cascata sia stato appunto messo in discussione con la riforma federalista perché in tanti anni di storia repubblicana non pare aver funzionato troppo bene, e piuttosto che perseverare nel migliorare questo sistema si voglia tentare una alternativa per noi nuova che prenda spunto da altri Paesi molto sviluppati. Perlomeno, io penso sia così e condivido la cosa.
     
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  15. Black_bird
     
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    Allora mi permetto di farti delle domande.

    Come può funzionare una Nazione di stati confederati, se non ha funzionato una divisione gerarchica di Governo del territorio come può essere la situazione attuale, dove il principio (a mio avviso) è lo stesso? Ti ricordo che le province, tanto per dirtene una, sono nate per poter offrire maggiori autonomie nelle risorse locali. Io ti dico che non vedo i presupposti e che c'è un vizio "ex se".

    Inoltre, vedo di buon occhio la divisione gerarchica attuale (ovviamente deve funzionare meglio) perchè non si creano i presupposti di una suddivisione effettiva dello Stato, evoluzione negativa della situazione futura che, sinceramente, vedo come prevedibile data la mentalità della maggioranza degli Italiani. e ti ricordo che:

    CITAZIONE
    Art. 5.

    La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

    Se proprio vogliamo parlare seriamente di federalismo, non vedo il motivo di cambiare strada se non si cambia prima la testa, IMHO.

    D'altronde non vedo perchè dobbiamo essere degli emuli dell'America malriusciti. L'America poi non mi sembra proprio l'esempio ideale.

    Per me il federalismo è qualcosa da riguardare, e tieni conto che stiamo parlando solo della parte che riguarda il federalismo demaniale. La tutela dei beni immobili comunque non è garantita poi, e c'è il rischio di possibili alienazioni degli stessi a fondi di investimento. Che vantaggi ci sarebbero? Su carta tutti. In pratica? Molto pochi.

    Ci stiamo imbarcando in un qualcosa di poco controllabile. Soprattutto se il Legislatore non si mette a specificare punto per punto tutti i punti caldi e le relative conseguenze.

    Spero di essere stata chiara stavolta.
     
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20 replies since 12/2/2011, 03:50   267 views
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