Riforma della giustizia: vediamola

Il Governo ha presentato la proposta di riforma, definendola "epocale"

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    Quello della giustizia è un argomento molto controverso, ho deciso di parlarne ora perché dopo una serie di annunci e promesse elettorali di molti governi, il 130° Consiglio dei Ministri del 10 marzo 2011 ha proposto una corposa riforma della giustizia ventilata nei giorni scorsi, che si presenta come piuttosto profonda in quanto di carattere costituzionale.
    Prima ancora che venisse presentato il testo ci sono state fortissime critiche di contrarietà al progetto da parte delle opposizioni (PD e IDV per lo più) e dalla ANM, ma vediamo in cosa consiste e dopo parlerò anche del contesto e delle critiche, esprimendo poi le mie opinioni.

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    Nell'immagine sopra: il premier Silvio Berlusconi alla conferenza stampa successiva alla riunione, per descrivere la riforma della giustizia, presentandola con una vignetta intitolata "Il giusto processo". Il volto è incerottato per via della recente operazione seguito della aggressione del dicembre 2009 a Milano in cui venne colpito con una statuetta.
    Il Consiglio dei Ministri (convocato per l'occasione), ha approvato all’unanimità, su proposta del premier Silvio Berlusconi e del Ministro della giustizia Angelino Alfano, un disegno di legge costituzionale per la riforma della giustizia che modifica il Titolo 5° della Costituzione, che assume la nuova denominazione "La Giustizia".
    Ho suddiviso in brevi punti la spiegazione per facilitare il discorso, senza addentrarmi troppo in lunghi tecnicismi di cui possiamo discutere dopo.

    1 - La separazione delle carriere
    Il primo punto ribadisce un concetto espresso spesso in passato da Berlusconi e dalla sua maggioranza, ma che in altre occasioni ha visto assai d'accordo anche altre parti politiche e che dai sondaggi sembra cogliere il favore di più di metà degli italiani.
    In parole più povere la magistratura dovrebbe essere meglio divisa nei due ordini: i magistrati requirenti e i giudicanti, con il riconoscimento totale della terzietà del giudice nel processo.
    2 - Il doppio CSM
    Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) sarebbe diviso in due parti appunto per pubblici ministeri e giudici, presieduti come ora dal Presidente della Repubblica, con i membri eletti per metà dal Parlamento e per metà dai magistrati.
    Cambiano le loro funzioni, tra cui i provvedimenti disciplinari che saranno decisi da un ente terzo spiegato sotto.
    3 - La Corte disciplinare esterna
    I provvedimenti disciplinari, attualmente di competenza del solo CSM esistente, passerebbero a questo ente terzo, eletto sempre per metà dai parlamentari e per l'altra metà dai magistrati.
    4 - L'obbligatorietà della azione penale e le priorità
    Già adesso c'è l'obbligatorietà della azione penale per Costituzione, che viene confermata dalla riforma. L’ufficio del pubblico ministero dovrà esercitare questa obbligatorietà secondo criteri stabiliti dalla legge ordinaria.
    Il disegno di legge attribuisce nuovi compiti al Ministro della giustizia, il quale dovrà riferire annualmente alle Camere sullo stato della giustizia, sull’esercizio dell’azione penale e sull’uso dei mezzi di indagine.
    Alfano ha dato chiarimenti al riguardo, che potrebbero essere priorità stabilite dal Parlamento al termine di una relazione annuale sulla commissione dei reati, sulla loro gravità penale e sull'impatto territoriale.
    5 - Lo spostamento dei magistrati e le nomine onorarie
    Attuale principio costituzionale prevede l'intrasferibilità dei magistrati, che dovrebbe essere mantenuto ma con la possibilità per i futuri due CSM di destinare dei magistrati in altre sedi in casi eccezionali, ad esempio quando una sede è in mancanza di personale.
    Dovrebbe essere consentita maggiormente la nomina di magistrati onorari per valorizzare la partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia.
    6 - Le modifiche all'appellabbilità
    La riforma introduce anche che salvi i casi previsti dalla legge, contro le sentenze di condanna è sempre ammesso l’appello, mentre le sentenze di proscioglimento non possono essere appellate.
    7 - La responsabilità civile dei magistrati
    Altro punto forte della riforma, e a quanto pare di consenso abbastanza largo, è che viene introdotta una responsabilità civile e diretta dei magistrati, al pari come gli altri dipendenti e funzionari con la loro responsabilità diretta per gli atti compiuti in violazione dei diritti.
    8 - Il rapporto tra PM e polizia giudiziaria
    Anche se non ancora definito, il guardasigilli ha annunciato che preparerà un disegno di legge apposito per rivedere il rapporto tra PM e polizia giudiziara, attualmente troppo stretto e che sottrae membri delle forze dell'ordine non dipendendo più dai loro superiori (così mi è parso di capire, ma la discussione è più complessa).

    Trattandosi di una riforma costituzionale, essa prevede un preciso iter non brevissimo e piuttosto garantista, con doppie votazioni sia alla Camera che al Senato (4 in totale) e distanti ognuna dall'altra almeno 3 mesi. Per essere varata una riforma di questo genere deve avere almeno i 2/3 dei voti favorevoli e non una semplice maggioranza. In caso contrario la proposta passa tramite un referendum popolare.

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    Nell'immagine sopra: il Ministro delle giustizia Angelino Alfano. Originario di Agrigento è laureato in giurisprudenza e ministro da maggio 2008 nell'attuale Governo.
    Per chiarire meglio il contesto temporale sospetto, il premier e il ministro Angelino Alfano hanno ribadito che la riforma (in caso di apporvazione) non verrà applicata ai processi in corso, quindi senza valore retro-attivo, andando quindi partendo solo da dopo l'entrata in vigore del disegno di legge. Inoltre è stato ricordato che la riforma della giustizia è stata annunciata per anni, inserita nei programmi e anche nei 5 punti dell'agenda di governo fissati a settembre 2010 in occasione della spaccatura del PDL con l'area finiana che ha dato vita al FLI.
    Per i dubbi sulla tempistica Alfano ha ricordato che bastarono solo 18 mesi per la "Devolution" nel 2006, anche se purtroppo il referendum al riguardo la bocciò, nonostante essa costituzionalmente introduceva concetti di federalismo tra cui un Senato Federale, abrogando il bicameralismo perfetto e dimezzando il numero dei parlamentari.
    Berlusconi ha ricordato che non si tratta di leggi personali e che nei processi che lo aspettano si difenderà, dichiarando "Ai processi mi prenderò delle belle soddisfazioni" e "voglio essere assolto in aula e non tramite leggi parlamentari", riaffermando che "Come è successo 24 volte su 30 processi che mi sono stati organizzati contro".

    Molto dure alcune opposizioni, in particolare Di Pietro che afferma "è stata proposta una riforma così antidemocratica da stravolgere lo stato di diritto", continuando con la contrarietà al fatto che potrebbe il "Parlamento decidere quali sono reati su cui giudici devono procedere" e "eventuali sanzioni nei confronti dei magistrati non le decide il CSM ma un organo eletto dai parlamentari. Vale dire, cioé, che coloro che adesso sono sotto processo devono diventare i giudici dei loro giudici: questo neanche in uno stato sudafricano di un tempo poteva esistere".
    Sempre Di Pietro afferma che "è di tipo costituzionale e interviene su due concetti fondamentali dello stato di diritto: l'obbligatorietà dell'azione penale e il fatto che a decidere sulle sanzioni ai magistrati debbano essere i parlamentari", terminando con una previsione: "quando sarà sottoposto a referendum sarà cancellato dai cittadini".
    Già mercoledì durissimi Bersani e la Associazione Nazionale Magistrati, il primo ha parlato di una riforma inutile solo per il premier e la seconda ha annunciato battaglia con degli scioperi.
    Più pacati e parti al dialogo FLI e UDC, con Casini che aveva espresso contrarietà allo sciopero inopportuno in via preventiva e con la possibilità di avviare un dialogo una volta presentato il testo.

    Io personalmente trovo la riforma interessante, anche se sarebbe meglio esaminare alcuni aspetti tecnici ad ora un po' sconosciuti e non molto facili per poter capire se questa è la ricetta giusta per la giustizia italiana.
    I sondaggi popolari hanno in genere dato una certa importanza ad una riforma della giustizia, anche in tempi recenti, e la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei giudici paiono cogliere un favore maggioritario tra gli intervistati.
    Questa sera mi è parso di vedere un po' più di pacatezza nel dialogo e smorzament delle posizioni, in particolare a "Porta a Porta" dove Anna Finocchiaro del PD mi è parsa molto più aperta, criticando in maniera costruttiva alcune soluzioni e tecnicismi ma condividendo buona parte dei principi del disegno di legge.
    Mi sconcerta vedere dichiarazioni di contrarietà così preconcettuali e addirittura preventive, come da parte di Bersani e l'ANM, e mi lascia basito l'atteggiamento di Di Pietro che mi pare faccia trasaprire oltre a questi fattori anche una certa disinformazione, visto che i CSM e la commissione disciplinari sono di elezione parlamentare solo per metà, mentre saranno i magistrati a decidere l'altra metà (più democratico di così). Non vedo personalmente questa distruzione dello stato di diritto, anche se magari il disegno può essere perfezionato, visto che per esempio si era proposto di alleggerire il carico penale ai magistrati per poter velocizzare l'attuale sistema elefantesco della giustizia.
    Interessante anche la parte sulla possibilità di colmare i vuoti nelle procure sotto-organico, che effettivamente paiono aver trasformato il prinicipio di intrasferibilità in una piccolo privilegio di casta, senza riuscire a colmare i vuoti neanche con degli incentivi economici ai magistrati, che non paiono voler scegliere le piccole sedi giudiziarie, magari fuori mano.
    Favorevole anche alla introduzione di organi terzi per i provvedimenti disciplinari e per la responsailità civile visto che effettivamente ora queste cose sono solo sulla carta e molto autoreferenziali. Inoltre è sempre stato lo Stato a pagare per eventuali errori, tipo le carcerazioni ingiuste di innocenti. L'unica cosa è che non vorrei che ci fosse un controllo eccessivo da spaventare i magistrati dal fare il loro lavoro per la paura degli errori, come magari ora capita ai medici.
    Non la vedo come una riforma punitiva, e visto l'iter che seguirà la vedo come una cosa molto garantista.
    Le critiche dall'ANM me le aspettavo perché effettivamente sono attualmente una associazione molto forte e autoreferenziale, troppo ferma su dei conservatorismi e che non ha mai digerito i cambiamenti, anche prima dei governi Berlusconi (esempio: la riforma del 1989). È risaputo poi come essa sia divisa in correnti di cui alcune predominanti nell'attuale CSM.
    Se sarà una cosa simile a questa è probabile che la voti se arriverà mai a referendum, anche se vorrei non ce ne fosse bisogno. Cioè, io mi auguro sempre un clima più sereno, anche se capisco che il momento non sia dei più tranquilli, e soprattutto spero che questa cosa vada avanti, magari con qualche contributo da parte anche delle opposizioni.

    Alcune delle mie fonti, anche per saperne eventualmente di più, elencate in spoiler.
    SPOILER (click to view)
    Governo Italiano, sito ufficiale del governo
    ANSA, sito ufficiale della omonima agenzia di stampa
    Wikipedia, famosa enciclopedia virtuale libera nella sua versione italiana
     
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