Le origini del cane domestico

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Grazie all'analisi del Dna gli scienziati sono risaliti al luogo e all'epoca in cui furono addomesticati i primi cani



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    C’è l’immagine del muso di un bellissimo Basenji, conosciuto anche come “Cane del Congo”, sulla copertina dell’ultimo numero di Science. Appartiene a una razza di “cani primitivi”, cioè che hanno uno stretto legame coi loro atavici discendenti: per esempio, le femmine del Basenji vanno in calore solo una volta l’anno, proprio come quelle del lupo.



    Già, forse ce ne dimentichiamo spesso, ma il migliore amico dell’uomo una volta era un feroce e pericoloso predatore carnivoro. Proprio a questo tema, le origini del cane moderno, la rivista scientifica americana questa settimana dedica ampio spazio, pubblicando una ricerca condotta da Olaf Thalmann e colleghi dell’Università di Turku, in Finlandia.



    Che spiega come, dove, quando e perché i lupi e gli altri canidi selvatici sono stati ammansiti, addomesticati e trasformati nei fedeli, giocherelloni, teneri e simpatici animali che oggi teniamo amorevolmente in cortile o in casa.



    Finora si riteneva che il sodalizio tra uomini e lupi iniziò quando sparuti esemplari gironzolavano attorno ai primi insediamenti preistorici attirati dall’odore delle cibarie, e che i nostri antenati cominciarono così a sfruttarne le doti, come l’abilità nel fare la guardia contro altri animali razziatori.

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    Invece, secondo gli studi di Thalman, i rapporti tra i due mammiferi si consolidarono molto prima che le popolazioni preistoriche divenissero stanziali e dedite all’agricoltura, all’epoca in cui gli uomini vivevano ancora in tribù nomadi di cacciatori e raccoglitori di piante e frutti selvatici, tra i venti e i trentatremila anni fa. Furono probabilmente loro ad addomesticare i lupi, che li seguivano a distanza nutrendosi con le carcasse di animali lasciate dai cacciatori, per poi insegnarli ad assisterli nelle battute venatorie.



    A dimostrarlo ci sono le analisi genetiche effettuate dai ricercatori su centinaia di cani moderni di svariate razze e su diverse varietà di lupi sparsi per tutto il mondo. Comparando il loro Dna mitocondriale, che dà più informazioni sulla discendenza genealogica rispetto al normale Dna, con quello dei resti fossili di cani e lupi antichi decine di migliaia di anni, gli scienziati finlandesi sono risaliti all’epoca e ai luoghi d’origine dei loro antenati.



    Scoprendo che i primi cani furono allevati in Europa circa trentamila anni fa, quando appunto nel nostro continente c’erano solo popolazioni di cacciatori-raccoglitori. Inoltre le sequenze di Dna mitocondriale del cane moderno non mostrano compatibilità con quelle degli attuali lupi di altri continenti, confermando l’origine europea di tutte le stirpi canine.



    Purtroppo nel corso dei secoli l’uomo ha anche imparato a selezionare e incrociare le razze per ottenere crudeli animali da combattimento, una barbara tradizione che sfortunatamente persiste ancora ai giorni nostri.[/size][/color]




    da Panorama
     
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0 replies since 30/11/2013, 12:11   57 views
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