Tentazioni e frustrazioni sessuali fanno invecchiare prima

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    Tentazioni e frustrazioni sessuali fanno invecchiare prima



    I maschi del moscerino della frutta invecchiano precocemente e vivono di meno se sono esposti ai richiami ormonali delle femmine ma non si accoppiano. Nel nematode C. elegans, in analoghe situazioni, l'invecchiamento e la morte prematura colpiscono invece le femmine. In questo caso, tuttavia, i meccanismi alla base dell'effetto non pare che possano agire anche nei mammiferi

    Troppe tentazioni e troppe frustrazioni invecchiano. Si potrebbe riassumere il risultato di due studi indipendenti pubblicati su “Science” che hanno studiato l'effetto dell'esposizione di esemplari di due specie di invertebrati – il nematode C. elegans e il moscerino della frutta – alla presenza di un cospicuo numero esemplari della stessa specie ma di sesso opposto, desiderosi di accoppiarsi.

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    C. elegans.


    Il primo studio, diretto da Anne Brunet della Stanford University, ha stabilito che le femmine e gli ermafroditi di C. elegans che si trovano in presenza di molti esemplari maschi pronti all'accoppiamento mostrano precoci segni di invecchiamento, come una diminuzione nella velocità dei movimenti e segni di decadimento strutturale, e vivono il 20 per cento in meno della media, anche quando l'accoppiamento non si è verificato. (Le popolazioni di questi vermi sono costituite da una piccola percentuale di maschi, una ancor più piccola di femmine e una stragrande maggioranza di ermafroditi, che hanno entrambi gli organi riproduttivi maschili e femminili. Gli ermafroditi, pur potendosi autofecondare, generano molti più figli se si accoppiano con un maschio.)

    L'accorciamento della vita delle femmine di alcuni invertebrati dopo la riproduzione è noto da tempo, ma finora non era chiara la ragione del fenomeno, che veniva attribuito allo stress dell'accoppiamento. Dagli esperimenti condotti da Anne Brunet e colleghi è però risultato che non è l'atto sessuale a causare questa minore longevità, ma i feromoni rilasciati dai maschi per comunicare la loro disponibilità, che hanno anche l'effetto di innescare una serie di cambiamenti nocivi nel profilo di espressione di diversi geni della femmina.

    “Una volta che il maschio si è accoppiato e le uova sono state prodotte - ha detto Anne Brunet - la madre può essere scartata: non è necessaria per la cura dei piccoli vermi. Perché dovrebbe esserle consentito di rimanere in giro e mangiare? Inoltre, se lei muore, nessun altro maschio può raggiungerla e introdurre i suoi geni nel pool genico." Questo meccanismo non vale evidentemente per i mammiferi, per i quali le cure parentali sono assolutamente necessarie.

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    Femmina di drosofila.In verde le cellule che secernono i ferormoni.



    Tuttavia il problema non è solo delle femmine, come mostra il secondo studio, descritto in un articolo a prima firma Christi M. Gendron dell'Università del Michigan ad Ann Arbor, che ha dimostrato come un effetto del tutto simile si manifesti anche nei maschi di moscerino della frutta esposti a molte femmine, che invecchiano più velocemente quando l'aspettativa dell'accoppiamento resta insoddisfatta.

    Anche in questo caso il meccanismo appare innescato dall'esposizione a feromoni sessuali, ma gli effetti negativi - tra i quali la riduzione dei depositi di grassi e una durata di vita più breve – si manifestano solo se l'esposizione non è seguita dall'accoppiamento.

    Per capire i meccanismi all'opera, i ricercatori hanno quindi manipolato i neuroni responsabili della percezione del feromone e le parti del cervello legate alla ricompensa sessuale, che secernono un gruppo di composti associati con ansia e desiderio sessuale.

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    Cervello di drosofila maschio: all'interno dei neuroni è evidenziato in verde il neuropeptide F, che funge da mediatore della ricompensa cellulare



    "I nostri risultati – ha detto Scott D. Pletcher, che ha partecipato allo studio - ci danno una migliore comprensione di come la percezione sensoriale e lo stato fisiologico sono integrati nel cervello per incidere sulla salute a lungo termine e la durata della vita. La ricerca ci suggerisce che, almeno per il moscerino della frutta, non è un mito che la frustrazione sessuale sia un problema di salute.”

    Fonte: Le Scienze
     
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