Cacciatore texano vince all’asta il diritto di abbattere un rinoceronte nero

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    Cacciatore texano vince all’asta il diritto di abbattere un rinoceronte nero



    L’iniziativa di un Safari Club statunitense. Ambientalisti infuriati



    PAOLO MASTROLILLI
    INVIATO A NEW YORK

    Un membro anonimo del Dallas Safari Club ha speso 350.000 dollari per acquistare all’asta il diritto di abbattere un rinoceronte nero in Namibia. Il colpo però si è sentito in tutto il mondo, con polemiche violente contro l’iniziativa.

    I rinoceronti sono considerati una specie a rischio di estinzione. Il World Wildlife Fund calcola che in Africa ne sono rimasti meno di 5.000, di cui circa 1.800 vivono in Namibia. Nel 2012 il governo di questo paese ha approvato un provvedimento che consente di uccidere 5 rinoceronti all’anno, con lo scopo di conservarli. Gli animali presi di mira, secondo la versione delle autorità locali, sono anziani, non servono più alla riproduzione, e in molti casi minacciano la sopravvivenza dei più giovani.

    Uno di questi cinque permessi è stato messo all’asta dal Dallas Safari Club, nella speranza di raccogliere fondi che poi saranno girati alla Namibia proprio per finanziare «pattugliamenti anti bracconaggio, protezione dell’habitat, ricerca e altre misure cruciali per proteggere la popolazione a rischio dei rinoceronti neri». Un membro del club ha offerto 350.000 dollari, e così si è guadagnato il diritto di partire per un’avventura che farebbe invidia anche ad Hemingway. Le guardie del Mangetti National Park lo accompagneranno, per essere sicure di individuare l’animale giusto da abbattere. Una volta ucciso - se la battuta avrà successo - la carne verrà usata per sfamare una comunità locale.

    Il club ha giustificato la sua iniziativa con questo comunicato: «La scienza dimostra che la caccia selettiva aiuta la popolazione dei rinoceronti a crescere». La Peta però ha protestato, e la Humane Society ha promesso di impegnarsi per evitare che il trofeo di caccia possa essere portato negli Stati Uniti: «Il mondo - ha detto il presidente della Hsus Wayne Pacelle - sta testimoniando uno sforzo concertato per preservare i pochi rinoceronti neri rimasti, e gli altri che sfuggono ai proiettili dei bracconieri o alla distruzione dell’habitat. Qui invece si pianifica la loro eliminazione».

    Non tutti hanno usato questo argomenti civili, per protestare: «Abbiamo ricevuto - denuncia il presidente del club Ben Carter - minacce pazzesche. Una diceva: per ogni rinoceronte ucciso, ammazzeremo uno di voi». L’Fbi è stata chiamata a indagare su queste minacce, che ha preso «con serietà».

    La Namibia ha una politica relativamente più efficace di altri paesi nel settore. Secondo Traffic, network di monitoraggio del commercio internazionale di animali selvaggi, dal 2006 a oggi 10 rinoceronti sono stati uccisi sul suo territorio, contro i quasi mille abbattuti in Sudafrica nel solo 2012. Come nel caso degli elefanti, povertà e ignoranza alimentano la strage, ma di questo passo tra breve non ci saranno più prede da uccidere.
     
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