Fisco e lavoro, il piano del governo

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    Le misure approvate dal consiglio dei ministri su cuneo fiscale, lavoro, casa, scuola e imprese

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    "Mille euro in più in busta paga". L'Irap giù del 10%, su le tasse sulle rendite

    Con le sue slide di presentazione, l'ex sindaco di Firenze ha indicato un guadagno di 1.000 euro netti in busta paga per chi ha una remunerazione di meno di 1.500 euro al mese: si tratta di circa 80 euro in più al mese. I destinatari del provvedimento sono "una platea di 10 milioni di persone", cioè coloro che guadagnano fino a 25mila euro lordi. Renzi li ha qualificati come "un po' di ceto medio, non solo i meno abbienti". Tuttavia restano ancora sul tavolo diverse modalità d'intervento per il taglio dell'Irpef, che verranno definite nei provvedimenti attuativi dei prossimi giorni. L'orientamento dell'esecutivo è per un
    incremento delle detrazioni, ma resta aperta la porta a un mix che includa la rimodulazione delle aliquote.

    Le risorse necessarie per questo provvedimento ammontano a 10 miliardi annui, che scendono a meno di 7 miliardi in considerazione del fatto che gli effetti partiranno da maggio. Il premier ha detto che verranno reperiti "sulla base dei risparmi di spesa", e "senza l'aumento di tassazione".

    Per le coperture, il premier ha affrontato il capitolo della spending review, circa la quale il Commissario starordinario Carlo Cottarelli ha parlato di 3 miliardi di risparmi possibili per il 2014. Ma Renzi ha argomentato che si tratta di una stima prudenziale, mentre l'impatto integrale dei risparmi potrebbe arrivare a 7 miliardi. A questi ha aggiunto i 6 miliardi che riguardano la possibilità di ampliare il deficit pubblico, attualmente previsto al 2,6% del Pil contro un limite europeo del 3% (ne verrà fatto un "uso parsimonioso", ha poi precisato il ministro delle Finanze, Padoan). Renzi ha ancora parlato di "una fetta importante, nell'ordine dei miliardi", di maggiore gettito possibile in relazione allo sblocco dei debiti della Pa. Ha poi indicato i risparmi legati al calo dello spread come ulteriori spazi finanziari per coprire i 10 miliardi richiesti, anzi ha indicato "margini che sono ben sopra" quella cifra.

    In sostanza, le misure attuative dovranno andare nel Documento di Economia e Finanza (Def) che sarà all'ordine del giorno nelle prossime settimane e in altri decreti attuativi. Oggi, quindi, il Cdm si è limitato ad "approvare la relazione del premier che ha individuato le coperture e i destinatari" dei provvedimenti sulle tasse. "Rispetteremo tutti gli adempimenti europei", ha garantito però Renzi: "Non c'è una flessibilità di spesa, c'è uno Stato che decide di spendere i propri soldi nei rispetti dei limiti europei".


    Misure per le imprese. Sul versante delle imprese, Renzi ha annunciato una dimunizione del 10% dell'Irap per le aziende - sempre dal 10 maggio - che verrà finanziato con l'aumento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26%, ad esclusione dei titoli di Stato, con un gettito previsto di 2,6 miliardi. "La tassazione sulle rendite finanziarie va in linea con gli altri Paesi europei, e con questo si abbassa il costo del lavoro", ha detto il premier in conferenza. Questa misura è al di fuori del conteggio dei 10 miliardi di cuneo, "ma rientra in un riequilibrio delle imposte". Il ministro Guidi ha poi specificato che il taglio dell'Irap andrà a impattare per 1,4-1,5 miliardi sulla quota che pesa sulle spalle delle piccole e medie imprese.



    Spending review: tagli a Rai e auto blu, contributo sulle pensioni più alte

    Tre miliardi di risparmi possibili nel 2014. E' l'obiettivo che Carlo Cottarelli, commissario straordinario alla spending review, ha fissato in una relazione alla Commissione Bilancio del Senato come bottino possibile dei tagli della spesa pubblica. Un obiettivo che potrà essere raggiunto solo se si partirà subito con le razionalizzazioni, ammonisce però il commissario ex Fmi. Tra queste, spiccano alcune di impatto simbolico come la riduzione delle auto blu ai soli ministri (con una dotazione di massimo 5 macchine per ministero) o ancora il taglio delle retribuzioni dei dirigenti pubblici, sopra la media europea se rapportate al reddito pro capite della nazione. Proprio sulle auto, il premier Renzi ha spiegato - nella conferenza stampa alla fine del Cdm - che quelle da dismettere verranno messe all'asta online dal 26 marzo al 16 aprile ("venghino signori venghino", ha scherzato). Anche le pensioni più generose sono chiamate a contribuire, insieme alle forze dell'ordine e alla Rai in un orizzonte temporale più ampio.

    La cifra di 3 miliardi contrasta in parte con le dichiarazioni di Matteo Renzi, che ha parlato di un impatto valutabile fino a sette miliardi per finanziare il suo piano choc che abbatterà la pressione fiscale.
    Cottarelli è stato decisamente più conservativo: ha sì indicato in 7 miliardi annui i risparmi possibili nel 2014, ma ha poi precisato che una stima prudenziale li fa scendere a 5. Bisogna infine considerare che l'anno è già ampiamente avviato; potendo così disporre di soli 8 mesi per risparmiare, il target di 3 miliardi è quello più verosimile.


    I risparmi complessivi della spending review. Al ministero dell'Economia spiegano che si tratta di 3 miliardi da consegnare integralmente alle necessità del governo di abbattere il cuneo fiscale; precisazione da collegare al fatto che già la Stabilità impegna 500 milioni di risparmi e che lo stesso governo Letta faceva affidamento su circa 3 miliardi per finanziare il suo "Impegno Italia". Nel documento di Cottarelli - una settantina di slide che riassumono le indicazioni di 25 gruppi di lavoro - si va anche oltre l'obiettivo di 3 miliardi del 2014: per l'anno prossimo il piano punta a 18 miliardi di risparmi massimi, poi 34 nel 2016 (livello simile ai 32 miliardi indicati inizialmente, il 2% del Pil) una volta che la spending sarà arrivata a regime.

    Le misure immediate. Cottarelli ha spiegato che dalle sue proposte sono escluse "istruzione e cultura, visto che dai confronti internazionali emerge che l'Italia non spende molto per queste voci". Il Commissario ha parlato di 33 gruppi di azioni, alcune delle quali sono di "immediata applicabilità" nel 2014, mentre altre vanno iniziate da subito ma per dare i loro frutti nel biennio 2015-2016. Per queste ultime Cottarelli spinge per "piani d'attuazione da approvare già entro settembre".

    Le azioni più urgenti riguardano in parte la dirigenza pubblica: "Rispetto ai colleghi europei le nostre retribuzioni sono alte, in relazione al reddito pro capite dell'intera nazione", ha spiegato Cottarelli. Renzi, dopo il cdm, ha accennato alla possibilità di tagliare 500 milioni di stipendidi dirigenti, mentre 800 milioni di risparmi possibili derivano dall'acquisto di beni e servizi. Un'area di intervento - tornando al Commissario - è la spesa per pensioni, "che vale intorno ai 270 miliardi", il 16% del Pil; le misure proposte sono "piuttosto contenute" e riguardano "un contributo temporaneo dalle pensioni oltre una certa soglia per consentire l'assunzione di nuove persone, intervenendo sugli oneri sociali per i neoassunti". Da questo contributo verrebbe "esentato l'85% delle pensioni, quelle a reddito più basso".

    Anche i costi della politica sono finiti nel mirino del Commissario, che ha ricordato che nel triennio 2009-2012 la spesa degli organi politici è rimasta costante a fronte di un -10% della spesa generale; nella rassegna c'è stato spazio anche per le spese di "alta burocrazia", dai gabinetti dei ministri alle auto blu. Queste ultime dovrebbero limitarsi all'esecutivo e scendere a massimo 5 per Ministero. Renzi ha aggiunto, di nuovo in conferenza dopo il Cdm, che ne verranno messe all'asta 100 tra il 26 marzo e il 16 aprile". Insieme alle consulenze, già nel 2014 così per Renzi si possono risparmiare 100 milioni.



    Piano casa: cedolare al 10%, fondi per nuovi alloggi pubblici

    Piano casa, cedolare al 10%, bonus mobili di 10mila euro, sconto Irpef per gli inquilini delle case popolari

    Aliquota della cedolare secca al 10% per i contratti a canone concordato i vigore già da quest'anno, e ripristino del plafond dei 10.000 euro per il bonus mobili, ridotto dalla Legge di stabilità. Per gli inquilini delle case popolari sconto sull'Irpef fino a 900 euro e ancora dotazione di 100 milioni per il fondo per l'affitto e incremento di 20 milioni del fondo contro le morosità incolpevoli. Sono immediatamente operative queste novità del Piano casa contenute nel decreto approvato dal consiglio dei ministri. Entro il 30 giugno, poi, sarà definito un nuovo piano per la vendita degli immobili degli Iacp, che potranno essere acquistati dagli inquilini tramite un finanziamento agevolato erogato da un fondo ad hoc. Partirà invece entro sei mesi il piano nazionale di recupero degli alloggi di proprietà degli Iacp.

    Al 10% la cedolare secca - Per la cedolare secca, la riduzione dall'attuale 15%, al 10% riduzione riguarda solo gli alloggi offerti a canone concordato e quelli per studenti universitari. Si punta così da un lato ad aumentare l'offerta di alloggi a canone ridotto, e dall'altra far emergere gli affitti in nero. Si stima per questo un recupero almeno del 5% della base imponibile. A beneficiare del nuovo sconto fiscale, dopo quello entrato in vigore nel 2013, non solo i nuovi contratti ma anche quelli già in essere. In questo caso il vantaggio si potrà avere già in fase di pagamento dell'acconto, in quanto la riduzione opera, come detto, fin da
    quest'anno. L'opzione per la cedolare può essere effettuata al momento della stipula del contratto o all'atto del pagamento annuale dell'imposta di registro dovuta da chi finora ha preferito la tassazione Irpef.


    Recupero degli alloggi pubblici - Il recupero degli alloggi pubblici, invece, riguarderà anche interventi di risparmio energetico e sarà finanziato tramite fondi già nel bilancio del ministero e finora non spesi. L'obbiettivo della misura, è duplice: da un lato il recupero del patrimonio edilizio in maniera da risolvere le situazioni di difficoltà abitative per le famiglie a basso reddito, e dall'altro il rilancio dell'occupazione in un settore come quello dell'edilizia da tempo in crisi. Gli alloggi recuperati saranno immediatamente assegnati alle famiglie a basso reddito e con disabili.


    Case Iacp in vendita - Non solo recupero, però. Previsto, infatti, anche un nuovo piano di dismissioni degli alloggi di edilizia pubblica, con la possibilità per gli Istituti autonomi case popolari (Iacp) di fissare i prezzi di vendita e offrire mercato anche le case abitate da inquilini ormai privi dei requisiti di reddito per avere diritto ad un alloggio sociale. La possibilità di riscatto dovrebbe passare attraverso un fondo per la concessione di mutui a tassi agevolati per mettere gli inquilini in condizione di poter effettuare l'acquisto pagando una rata di mutuo di importo circa pari al canone di locazione in precedenza versato.


    Agevolazioni fiscali per gli alloggi sociali - Per gli inquilini degli alloggi sociali arriverà anche una detrazione fiscale ad hoc. Questa sarà pari a 900 euro per redditi complessivi fino a 15.000 euro e a 450 euro per redditi sopra questa soglia e fino ai 31.987. I titolari di contratti di affitto negli alloggi sociali potranno anche ottenere l'appartamento a riscatto dopo un periodo di locazione minima di sette anni. In questo caso parte del canone pagato andrà in conto acquisto. Interessati a questa misura solo i contratti di locazione stipulati dopo l'entrata in vigore del decreto. Per gli alloggi sociali è previsto anche un taglio d'imposta per le imprese proprietarie: fino all'eventuale riscatto e comunque per un periodo massimo di 10 anni dalla costruzione o dal recupero, il 40% dei redditi derivanti dalla locazione non concorrerà al reddito d'impresa.


    Il rifinanziamento del fondo affitti - Riguarderà invece tutti gli inquilini il rifinanziamento del fondi affitti, e quello del fondo per prevenire la morosità incolpevole. Quest'ultimo garantisce dal rischio di morosità, senza esporre a procedimenti di sfratto, i locatari affidabili, in momentanea difficoltà, ad esempio per la perdita del posto di lavoro. Inoltre viene rifinanziato il fondo per l'accesso ai mutui da parte delle giovani coppie.

    Lotta all'occupazione abusiva di case - Infine il decreto prevede anche misure per contrastare il fenomeno delle occupazioni abusive di alloggi pubblici. Chiunque li occupa senza titolo, infatti, non potrà ottenere né l'allaccio delle utenze né la residenza anagrafica nell'appartamento occupato abusivamente.




    Lavoro, riforma contratti e assegno unico disoccupazione

    Un disegno di legge per la delega al governo a riformare il lavoro semplificando, anzi, smantellando la legge Fornero. Matteo Renzi frena quindi sul Jobs Act: nessuna riforma a colpi di decreto, ma un passaggio parlamentare nel quale chiederà una delega per cambiare gli ammortizzatori sociali introducendo l'assegno di disoccupazione, il reddito minimo e la tutela delle donne in maternità. Nell'immediato arriva, invece, un decreto legge che fissa a tre anni la durata massima dei contratti di lavoro a tempo determinato, con l'accortezza che i dipendenti a tempo non superino il 20% dei totali dell'azienda. La volontà è anche quella di potenziare e semplificare l'apprendistato che vale appena il 10% degli avviamenti (il 58% sono attraverso i contratti a tempo determinato).

    La legge delega prevede inoltre di riforma la cassa integrazione: contributi più bassi per tutti, ma più alti per chi ne fa ricorso. Andrà verso l'esaurimento la cassa in deroga in favore dell'assegno unico di disoccupazione e degli ammortizzatori per tutti (Naspi). Arriverà anche l'agenzia unica del lavoro per coordinare le attività dell'Inps con quelle dei centri di collocamento, mentre aumenteranno le tutele per le donne in maternità anche con contratti atipici.

    Per tre anni, inoltre, i contratti a tempo saranno senza causale per evitare contenziosi e agevolare le assunzioni; non saranno neppure più necessarie le pause tra un contratto e l'altro. "Nessun cittadino deve rimanere a casa. Tutti devono avere un'occupazione" ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che poi dice: "Vogliamo costruire un modello per il quale chi riceve dei sussidi dallo Stato possa aiutare in qualche modo la collettività". Da maggio, poi, si pagherà un miliardo in meno di Inail: l'80% delle imprese italiane pagherà il 14% in meno.

    Tra i provvedimenti varati c'è dal primo maggio la "Garanzia per i Giovani" chiesta dalla Ue che ha invitato tutti gli Stati membri ad assicurare ai giovani con meno di 25 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall'uscita dal sistema di istruzione formale o dall'inizio della disoccupazione. Il governo Renzi, però, allarga la platea ai giovani fino a 29 anni destinando risorse complessive per 1,5 miliardi alle agenzie regionali. In generale l'obiettivo è quello di offrire una risposta ai ragazzi e alle ragazze che ogni anno si affacciano al mondo del lavoro dopo la conclusione degli studi. Considerato lo specifico contesto italiano tale iniziativa prevede, inoltre, anche azioni mirate ai giovani disoccupati e scoraggiati, che hanno necessità di ricevere un'adeguata attenzione da parte delle strutture preposte alle politiche attive del lavoro.

    Nel pacchetto di misure varato dal governo anche un fondo per le imprese sociali da 500 milioni e 600 milioni da destinare al credito d'imposta per i ricercatori con l'obiettivo di creare 100mila posti di lavoro nell'ambito della ricerca entro il 2018.



    Scuola, 3,7 miliardi per la sicurezza

    "Cabina di regia" per l'edilizia scolastica e budget per ristrutturare e mettere in sicurezza le scuole italiane che aumenta a 3,7 miliardi di euro. Ma anche il rifinanziamento del Mof - il fondo per il Miglioramento dell'offerta formativa eroso negli ultimi anni per pagare gli scatti stipendiali ai docenti, bloccati dal governo Berlusconi e dal governo Monti. Il Consiglio dei ministri, appena concluso, ha approvato l'Unità di missione per l'edilizia scolastica - che avrà sede al Palazzo Chigi e che lavorerà fianco a fianco col ministero dell'Istruzione - per mettere rendere sicure in tempi brevi più scuole possibile. Il ministro Stefania Giannini ha annunciato che, con la cifra già disponibile, si potranno attivare 10mila interventi.

    Il nuovo organismo renderà più veloce l'impegno dei due miliardi e mezzo di euro già stanziati da provvedimenti di legge precedenti, più un miliardo e 200 milioni che il governo è riuscito a racimolare attingendo ai fondi di coesione destinati alla sicurezza delle scuole. La cabina di regia, che lavorerà anche in collaborazione con i comuni e con le ex province, partirà dal prossimo primo aprile. "Non è un pesce d'aprile", ha ironizzato Renzi che poi ha parlato della telefonata avuta questa mattina con la famiglia di Vito Scafidi, morto nel 2008 allo scientifico Darwin di Torino per un crollo a scuola. "La scuola - ha continuato il presidente del consiglio - deve essere un luogo da cui partire e in cui stare sicuri".

    I 3 miliardi e 700 milioni, che serviranno per effettuare anche semplici interventi, "dalla tinteggiatura all'efficientamento energetico - ha spiegato il premier - ma anche per la totale demolizione" degli edifici più sgarrupati, saranno sganciati dal patto di stabilità interno. "Nessun sindaco - ha concluso sull'argomento Renzi - avrà più il problema di non potere spendere somme che ha". L'operazione che velocizzerà l'utilizzo dei 3,5 miliardi stanziati per l'edilizia scolastica intende rilanciare anche il settore dell'edilizia che, come tutti gli altri, è stato colpito dalla crisi.

    Ma rientra anche nella lotta dichiarata dal premier alla burocrazia. Attualmente, infatti, sono 8 le fonti di finanziamento e addirittura 12 le procedure attuative per realizzare le opere di cui necessitano le scuole italiane. Il ministro dell'Istruzione Giannini ha anche annunciato la volontà del governo di ripristinare i fondi tagliati al fondo per il Miglioramento dell'offerta formativa per pagare gli scatti stipendiali degli insegnanti. Una operazione che è costata alle scuole quasi 400 milioni di euro che le istituzioni scolastiche spesso chiedono alle famiglie sottoforma di "contributi volontari".
     
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    io non discuto le proposte. Ci sono tante cose che si possono fare, ed alcune sono molto belle. La condizione sine qua non è la copertura finanziaria. Se c'è quella poi si vedrà. Voglio dire, a chi è che dispiace se guadagna 80 euro al mese in più?
    Vediamo se sti soldi arrivano, poi decidiamo come e dove destinarli.
    Devo ammettere che ha avuto un'ottima trovata spingendo sui parametri europei, perchè è vero che se fa bene l'Europa chiude un occhio. Li non ci sono in ballo pochi soldi.
     
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    Ma non crederete davvero a ste stronzate :ride3:
     
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    CITAZIONE (Baba O'Riley @ 14/3/2014, 11:59) 
    Voglio dire, a chi è che dispiace se guadagna 80 euro al mese in più?

    A chi non li guadagna :hihi:
    Voglio dire, credo che ormai i lavoratori "senza busta paga" (fra precari, partite Iva, liberi professionisti, ecc.) credo siano la maggioranza. Per carità, meglio 80 euro al mese a 10mln di italiani (anche se non credo si tratti dei 10mln più colpiti dalla crisi) che niente. Per gli altri punti economici, niente da dire, sembrano buoni (ho giusto qualche brividino sul "piano casa", ma sembra impostato decentemente) ma stiamo ancora parlando del sesso degli angeli, visto che il discorso coperture è stato rimandato a maggio.

    Sul Jobs Act, a parte che non è esatto dire "smantella la riforma Fornero", visto che l'assegno unico di disoccupazione lo prevedeva già, suggerisco questo articolo: http://www.pagina99.it/news/lavoro/4515/La...la-riforma.html
     
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    Voglio dire, credo che ormai i lavoratori "senza busta paga" (fra precari, partite Iva, liberi professionisti, ecc.)

    è questo il problema. Intanto il contratto unico di lavoro è stato rimandato
     
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  6. the.hangman
     
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    ok gli 80 euro in più,ma se poi aumentano l'addiziobnale regionale mi sento preso per il culo pure da questo ennesimo fuoco di paglia
     
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    Ma qualche taglio non demagogico alla spesa pubblica no?
    Tipo, perché non lasciare a casa qualche dipendente pubblico in esubero? Ah già, si perdono elettori...

    Ehi, un momento... Questo governo non è stato eletto! :argh:
     
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    CITAZIONE (Phæk di un utente britannico @ 15/3/2014, 11:38) 
    Ma qualche taglio non demagogico alla spesa pubblica no?
    Tipo, perché non lasciare a casa qualche dipendente pubblico in esubero? Ah già, si perdono elettori...

    figurati. sarà già tanto che non assumano altri 30 mila insegnanti
     
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    Sempre sul Jobs Act, più che "smantellamento della Riforma Fornero" qui si tratta di un vero e proprio potenziamento! Che roba!

    1900018_761020197249175_1759428202_n

    La cosa più assurda è il contratto di apprendistato: nessun obbligo di formazione teorica, nessuna condizione sull'assunzione successiva alla scadenza del contratto, e addirittura abolita la forma scritta...
     
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  11. Demonia93
     
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    però... ad oggi che certe cose sono state fatte .. che ne pensate?
     
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    penso che sia molto difficile giudicare una riforma del lavoro in un contesto cosi complesso. La disoccupazione è calata, seppure di poco, e non sappiamo se dare merito a Renzi o alla crisi che comunque, molto lentamente, sta passando.
    Ma io non credo molto alle riforme del lavoro. Io credo alla cultura del lavoro. Che in Italia manca. Il film di Zalone è uno spaccato meraviglioso di quella che è la cultura del lavoro in Italia: avere il posto fisso, poi nella buona parte dei casi fottersene. Ma fottersene vale a dire essere una perdita economica per l'azienda ed in più gravare sull'assistenzialismo, che potrebbe essere a beneficio di altri. Io penso che con un'altra cultura (e forse anche maggiori controlli) la disoccupazione potrebbe calare di uno o due punti in una volta. Poi non parliamo del nero, altra piaga che abbiamo in Italia. Quando si dice che in Italia non si lavora si dice una balla, il problema di molti è che non vogliono lavorare, o almeno non a certe condizioni. Un po' di problemi li mettono i dipendenti, altri i lavoratori, e abbiamo un carrozzone che difficilmente andrà da qualche parte.
    Perchè ho scritto tutto questo sermone che apparentemente non c'entra niente? Per dire che tu puoi fare tutte le riforme del lavoro che vuoi, ma se non cambia la mentalità degli italiani non potranno mai dare i frutti sperati.
     
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    Baba, hai scritto alcune cose che sembrano dette da uno di destra. Ti senti bene? :hihi:
     
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    no, per niente. Ma sul lavoro non ho mai avuto idee che potessero annoverarsi come estremiste di sinistra.
    Sarà che un po' la crisi, ed in particolare la crisi delle piccole aziende mi ha un po' segnato...
     
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    CITAZIONE (Baba O'Riley @ 29/2/2016, 18:49) 
    no, per niente. Ma sul lavoro non ho mai avuto idee che potessero annoverarsi come estremiste di sinistra.
    Sarà che un po' la crisi, ed in particolare la crisi delle piccole aziende mi ha un po' segnato...

    no lo so. Però ammetterai che in passato i partiti di sinistra delle piccole e medie aziende se ne sono sempre fregati. Così come dei partita IVA (che la maggior parte non sono certo ricchi)
     
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