Addio al panda: un’estinzione sempre più vicina

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    Bianco e nero. Tenero e pacioccone. È l’orso che di sicuro incute meno terrore nell’immaginario collettivo. È l’orso vegetariano che vive nelle foreste di bambù. Il panda è un animale simbolo. Il WWF l’ha scelto come logo e da quel giorno è divenuto la bandiera per tutelare le specie in via di estinzione. D’altronde lui stesso corre questo pericolo.

    Il riscaldamento globale colpisce anche i panda. O meglio colpisce il loro cibo preferito. Ad affermarlo è una nuova ricerca cino-statunitense che ha messo in evidenza come entro la fine del secolo potrebbero scomparire tutte le foreste di bambù. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Biological Conservation e segnala che la metà degli habitat dei panda giganti – le foreste di bambù – scomparirà entro il 2070 e il rimanente entro il 2100.


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    Dati che renderebbero vani tutte le attenzioni in corso degli ultimi decenni. Quanti programmi di conservazione sono stati fatti. Il panda è sempre sull’orlo del burrone dell’estinzione ma progetti mondiali hanno sempre scongiurato l’accaduto. Tuttavia il global warming (riscaldamento globale) è una minaccia nuova e fuori controllo nei suoi effetti. Utilizzando differenti modelli climatici, gli scienziati dell’Accademia Cinese delle Scienze e della Michigan State University, hanno stimato che i panda andranno incontro a una perdita del 50% delle foreste di bambù non appena si registrerà un aumento di temperatura di 1,6 gradi. Un fenomeno che non è fantascienza bensì realtà. Infatti, durante il secolo scorso il termometro mondiale è già salito di 1,2 gradi e, secondo l’ultimo rapporto Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), le temperature dovrebbero ulteriormente aumentare da 1 a circa 5 gradi entro il 2100.

    Addio bambù e addio panda giganti. Di sicuro questi animali hanno poca energia per adattarsi ai cambiamenti climatici. Non sono animali “opportunisti” ciò si evince dalla loro dieta che é molto specializzata. In biologia si parla di monofagia, in quanto il bambù rappresenta il 99% dell’alimentazione degli orsi, senza di esso gli animali rischiano di morire di fame. Ma a proposito quanto devono mangiare per sopravvivere? Non proprio un pasto leggero! Il bisogno giornaliero dei panda prevede in effetti tra gli 11 e i 22 chilogrammi di bambù quotidiani.



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  2. Èttore
     
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    Sì, ma se quello che ricordo è corretto e non è una leggenda metropolitana, questi sostanzialmente stavano già riuscendo felicemente in un gigantesco suicidio di specie, quindi... Che vadano, se ci tengono tanto. :hihi:

    Cheers,
    Ettore
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    sì, ma manco si accoppiano perché sono pigri. È giusto che si estinguano :hihi:
     
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    I panda sono animali delicati ed esigenti, in possibile rischio di estinzione. Speriamo che fra questi remoti monti del Szechuan in Cina, uno dei pochissimi luoghi al mondo dove vivono, potranno sempre fare le acrobazie tra gli alberi e mangiare il loro bambu’ preferito sdraiati per terra. E’ qua, fra questi monti, che vive il panda gigante. L’86% della popolazione mondiale dei panda giganti vive in questa remota regione della Cina, nel Szechuan, ed il rimanente 14% vive in altre 2 regioni adiacenti.

    Ginette Hemley del Wwf – spiega -“E’ una vittoria per la conservazione dell’ambiente che merita di essere festeggiata”. L’ultimo censimento effettuato dall’Amministrazione forestale cinese nel 2013, aveva rilevato la presenza di 1.596 panda in tutta la Cina, 1.206 dei quali viveva nella provincia di Sichuan, adesso, il numero dei panda giganti è cresciuto di 268 unità, arrivando a 1.864. Un tempo il panda viveva in tutto il sud e l’est della Cina, oltre che nei vicini Myanmar e Vietnam settentrionale, ma l’espansione e lo sviluppo della popolazione umana lo hanno confinato nelle fitte foreste di bambù e di conifere dei rilievi montuosi della Cina Sud Occiendentale, nelle provincia di Sichuan, Shan-si Gansu. Oggi il panda è in pericolo di estinzione perché quelle foreste vengono distrutte e diventa sempre più difficile trovare germogli di bambù per nutrirsi.


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    La continua frammentazione e riduzione degli habitat in cui viene il panda causato sia dalla frenetica costruzione di strade, dighe ed edifici insieme alla deforestazione a sua volta dovuta dal taglio di alberi di bambù per mano dell’uomo hanno ridotto a 11.000 mq2 le aree dove il panda può vivere; le aree rimaste sono per di più isolate tra loro e quindi nello spostamento l’animale incontra molti pericoli tra cui il bracconaggio e le trappole destinati ad altri animali nelle quali può imbattersi rimanendo ferito o addirittura ucciso.La femmine che vivono allo stato brado hanno un cucciolo ogni due o tre anni, mentre per gli esemplari che vivono in cattività si registra un tasso di fertilità più basso.


    improntaunika.it

    oh cazzo, decidetevi
     
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3 replies since 3/2/2015, 13:41   78 views
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