Ecatombe di elefanti in Tanzania, i trafficanti di avorio sono inarrestabili

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Madre, donna, lesbica. What else?

    Group
    Member
    Posts
    19,172
    Location
    Culla Bianconera

    Status
    Offline

    Ecatombe di elefanti in Tanzania, i trafficanti di avorio sono inarrestabili



    Negli ultimi dieci anni perduti il 60% degli elefanti, passati da 109.051 agli attuali 43.330. Questa la imbarazzante verità che infine il Ministro per le risorse naturali e il turismo, Lazaro Nyalandadu, ha dovuto ammettere annunciando le stime aggiornate su uno scenario che esperti e autorità definiscono “catastrofico”

    U7BT25733160-ko0F-U10601325006981p2F-700x394@LaStampa.it

    Nella guerra per la sopravvivenza degli eleganti in Africa, la Tanzania è uscita allo scoperto. Negli ultimi dieci anni il Paese ha perso il 60% dei suoi elefanti: si è passati da 109.051 agli attuali 43.330. Questa la imbarazzante verità che infine il Ministro per le risorse naturali e il turismo, Lazaro Nyalandadu, ha dovuto ammettere annunciando le stime aggiornate su uno scenario che esperti e autorità definiscono “catastrofico”. La causa di questa emorragia è il bracconaggio per l’avorio, una crisi apparentemente inarrestabile che è ormai infiltrata nelle aree protette più spettacolari del Paese.

    Steven Broad, Executive Director di TRAFFIC - il network internazionale per il monitoraggio dei crimini che coinvolgono il commercio illegale di specie selvatiche protette - ha sottolineato che “è incredibile che una simile attività di bracconaggio su scala industriale non sia stata identificata e affrontata fino ad ora”. Dar es Salaam e Zanzibar sono diventati dei punti nevralgici per l’uscita dal continente dell’avorio di contrabbando in viaggio verso i mercati internazionali delle megalopoli del sud est asiatico. Ma l’avorio della Tanzania, controllato con particolare attenzione dal 2010, passa anche per Kenya e Uganda. I numeri rilasciati dal Ministro Nyalandadu, però, sono drammatici anche da un punto di vista qualitativo. Mentre le stime ufficiali confermano che gli elefanti del Serengeti - il parco nazionale più famoso della Tanzania sul confine con il Masai Mara, in Kenya - sono aumentati da 3.068 a 6.087 individui (cifre comunque molto basse, che si assottigliano al di fuori delle aree a nord, a più forte intensità turistica), la situazione è collassata nell’ecosistema Ruaha-Rungwa, nel centro del Paese, una delle ultime aree selvagge ad altissimo tasso di biodiversità di grandi mammiferi rimaste nel continente. Nel 2009 il Ruaha-Rungwa contava 34.664 elefanti, che nel 2014 sono scesi a 8.272. Cifre dal sapore amaro per chiunque conosca la Tanzania e l’Africa: il Ruaha è un paradiso di wilderness dall’atmosfera ancestrale.



    Tom Milliken, Elephant and Rhino Programme Coordinator per TRAFFIC, ha commentato dallo Zimbabwe il comunicato stampa del governo: “La Tanzania è l’epicentro del bracconaggio di avorio così come il Sud Africa lo è per il corno di rinoceronte. La popolazione di elefanti della Tanzania è scesa sotto quella dello Zimbabwe e rimane la terza del continente, lontana dal Botswana, che sta al primo posto. La situazione del Ruaha è in deterioramento almeno dal 2009”. Ma ciò che è accaduto qui è come un sasso lanciato in uno stagno sulla fotografia più generale di quanto sta accadendo alla Loxodonta africana: il declino degli elefanti in Tanzania è così grave che, secondo Milliken, “stiamo parlando di un impatto di lungo periodo sull’intera specie, che richiederà decenni per essere recuperato”. In una prospettiva continentale, infatti, il bracconaggio sta sbriciolando il complesso sistema di legami familiari che costituisce la “impalcatura” genetica ed evolutiva degli elefanti. Questo significa che la capacità della specie di rispondere alle pressioni ambientali è deteriorata, rendendo tutte le popolazioni di elefanti sempre più vulnerabili.



    Il governo della Tanzania, già sotto pressione da parte degli altri Paesi membri della CITES (Convention on Iternational Trade in Endangered Species of Wild Flora and Fauna) per una posizione chiara e forte sulla crisi dell’avorio, ha annunciato un aumento di 500 unità nel contingente di rangers che dovrebbero pattugliare le aree protette e contrastare l’attività dei bracconieri; saranno consolidati anche gli sforzi congiunti con il vicino Zambia. Al Ruaha-Rungwa il numero delle guardie dovrebbe raddoppiare. Ma la soglia di non ritorno potrebbe già essere stata superata. Non più tardi dell’anno scorso uno studio uscito sulla PNAS condotto, tra gli altri, da Ian Douglas-Hamilton, che ha un curriculum di quattro decenni di ricerche sul campo in Kenya, aveva avvertito che “il pesante prezzo per l’avorio pagato dagli elefanti africani al bracconaggio suggerisce che la quantità di animali abbattuti superi ormai l’intrinseca capacità di crescita della specie”.

    Fonte: La Stampa
     
    .
  2. the.hangman
     
    .

    User deleted


    Queste notizie mi fanno proprio incazzare.
     
    .
1 replies since 6/10/2015, 11:14   27 views
  Share  
.