La Corona si beve la Peroni: un brindisi da 90 miliardi di euro

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  1. Pablo88
     
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    Dopo una battaglia lunga settimane, il gruppo sudafricano SabMiller ha detto sì all'offerta da 44 sterline per azione arrivata dalla società belga-brasiliana Ab Inbev: il numero uno al mondo compra il numero due, nasce un colosso della birra mondiale. In attesa delle pronunce antitrust

    MILANO - La fusione si farà. Dopo un corteggiamento lungo settimane SabMiller ha detto sì. E' stato dunque raggiunto l'accordo per la megafusione nel settore della birra dopo che il numero uno del mondo, il gruppo belga-brasiliano Ab InBev è arrivato a mettere sul piatto oltre 90 miliardi di euro, circa 68 miliardi di sterline. Abbastanza perché i sudafricani (sotto cui il cappello ci sono - tra gli altri - i marchi Peroni, Nastro Azzurro e Pilsner Urquell) accettassero l'offerta d'acquisto del leader del settore, il gruppo belga-brasiliano Ab Inbev (possiede oltre 200 marchi tra cui Budweiser, Corona e Stella Artois). Si tratta di una delle principali operazioni acquisizione di storia: il precedente record nella storia britannica spettava alla fusione da 47 miliardi di sterline fra British Gas e Royal Dutch Shell quest'anno.

    Ab Inbev era partito con 38 sterline, poi rilanciate a 40, alzate a 42,15 e, infine, a 43,5 per terminare ad un valore che rappresenta un premio di circa il 50% rispetto alla quotazione di chiusura di SabMiller il 14 settembre, prima che si diffondessero le voci sull'opa. Dopo anni di speculazioni, la trattativa è stata accelerata dall'impatto del rallentamento economico nei mercati emergenti, soprattutto di Cina e Brasile. La megafusione darà vità ad un gruppo con una capitalizzazione 'monstre' di oltre 250 miliardi di euro che produrrà un terzo della birra mondiale e opererà in tutti i principali mercati aprendo al gruppo belga le porte dell'Africa. I due maggiori azionisti di Sabmiller, Altria group e Bevco (che detengono il 41% del capitale) potranno scegliere tra l'offerta cash o una offerta mista in contanti e azioni: per ogni azione 0,48 azioni Ab Inbev e 3,78 sterline in contanti.

    In passato, per difendersi da un possibile affondo, i sudafricani avevano provato, senza successo, a rilevare Heineken, ma la famiglia olandese che controlla il gruppo rispose picche. La mossa fu letta da tutti gli analisti come un tentativo di difendersi dal potenziale takeover dei rivali belgi. Acquistando Heineken, SabMiller avrebbe aggiunto oltre 25 miliardi di dollari al proprio fatturato e rafforzato la propria presenza nei mercati emergenti, compresi Africa e Messico. D'altra parte negli ultimi 20 anni, il gruppo ha scalato il mercato e, a suon di acquisizioni, dalla colombiana Bavaria all'australiana Foster's nel 2011, si è trasformata da semplice produttore di birra del Sud Africa a numero due del mondo. Abbastanza per entrare nel mirino del gigante belga che sogna la nascita di un colosso capace di realizzare quasi le metà dei profitti della birra a livello mondiale. Anche perché mentre SabMiller cresceva Ab InBev non è certo stata a guardare: nell'ultimo decennio ha investito 100 miliardi di dollari per fare razzia di produttori in giro per il mondo da Corona a Budweiser.

    "Crediamo che la combinazione delle due società costruirebbe il primo gruppo della birra veramente globale" ha commentato Carlos Brito, Ceo di Inbev. Insieme Ab Inbev e SabMiller danno vita a un colosso da 64 miliardi di dollari di ricavi e un ebitda da 24 miliardi di dollari. Il Public Investment Corp, un fondo pensioni statale del Sudafrica, si è comunque espresso negativamente rispetto al takeover che danneggerebbe i consumatori e potenzialmente sottrarrebbe il titolo di SabMiller dalla Borsa di Johannesburg. SabMiller ha intanto annunciato che i ricavi netti ai produttori (npr) sono saliti del 6% su anno nel secondo trimestre a cambi costanti, trainati da Africa e America Latina. Nella prima metà dell'anno sono aumentati del 4%. Ma ai cambi attuali, sono scesi del 9% in entrambi i periodi a causa del deprezzamento delle monete di riferimento contro il dollaro.

    L'ultima parola sul futuro del nuovo gigante spetterà alle varie autorità antitrust locali che potrebbero imporre la cessione di diversi marchi in Paesi diversi dagli Usa fino alla Cina: d'altra parte il nuovo gruppo sarà leader di mercato (al primo o al secondo posto) in 24 dei 30 maggiori mercati del mondo. Secondo gli analisti, però, i belgi sarebbero già pronti a sacrificare il marchio americano Coors di SabMiller.

    Per gli esperti: che vantaggi otterremo noi consumatori da questa fusione? Birre più buone?
     
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  2. Dude
     
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    ciao,
    birre più buone? chi può dirlo! di certo le potenzialità ci sono tutte :) immaginando ipoteticamente una birra la cui ricetta prenda i pregi della Corona e li combini con i pregi della Peroni, beh, ne verrebbe fuori una bibita semplicemente straordinaria e irresistibile :D
     
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  3. Pablo88
     
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    Sì ma mi chiedo: perché non hanno fatto una partnership con Poretti? Con le sue ultime birre che stanno raggiungendo una quantità esponenziale di luppoli non poteva essere meglio?
    Anche se da un altro lato, cioè da quello del consumatore, in effetti può essere un vantaggio: magari questi due colossi possono mettere insieme i loro luppoli e superare in numero quelli di Poretti. Uscirebbe una sfida all'ultimo luppolo che potrebbe ulteriormente allietare le nostre serate in piazza.
     
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  4. Dude
     
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    CITAZIONE (Pablo88 @ 16/10/2015, 13:55) 
    Sì ma mi chiedo: perché non hanno fatto una partnership con Poretti? Con le sue ultime birre che stanno raggiungendo una quantità esponenziale di luppoli non poteva essere meglio?
    Anche se da un altro lato, cioè da quello del consumatore, in effetti può essere un vantaggio: magari questi due colossi possono mettere insieme i loro luppoli e superare in numero quelli di Poretti. Uscirebbe una sfida all'ultimo luppolo che potrebbe ulteriormente allietare le nostre serate in piazza.

    ti dico per esperienza che non conta tanto il numero diverso di luppoli utilizzati, ma proprio la loro quantità. ad esempio nella Poretti 10 luppoli ci sono 10 tipi di luppolo: Galaxy, Centennial, Decennial, Cascade, Citra, Citrosodyne, Saaz, East Midlands Golding, Nelson Thauvin, Mosaic. il problema è che di ciascuno di questi luppoli usano solo un cono per ogni cotta, quindi alla fine l'aroma rilasciato è davvero pochissimo, anche se molto elegante. preferisco francamente la Peroni che di luppoli utilizza solo il Sorachi Ace, aromatizzato appunto come suggerisce il nome al succo di frutta Ace, però in grande quantità e conferisce alla sua birra un bell'aroma agrumato.
     
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  5. Pablo88
     
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    Scusa l'ignoranza, spero di non dire una bestemmia: non potrebbero fare i 10 luppoli in più quantità? Uscirebbe una birra magari più pesante ma non necessariamente sarebbe imbevibile, poi se è troppo alcolica è meglio così ti puoi devastare.
     
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  6. Dude
     
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    Certo, il luppolo costa però! :D Ahahah!
     
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    È il classico compra/ricompra/scambia/vendi delle società capitalistiche figlie di questo secolo.

    Tra l'altro se vogliamo dirla tutta, la birra ha rotto i coglioni, soprattutto quella artigianale.
    Ogni giorno nasce un nuovo locale o un nuovo microbirrificio per fallire poche settimane dopo.
    Espertoni di questo cazzo discutono sulla qualità, sulle varie sfaccettature del sapore, birra a chilometro zero, ibu, ipa, apa bock, ma sticazzi.

    Datevi al vino in cartone e non rompete i coglioni.
     
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  8. Dude
     
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    CITAZIONE (Terron Pedro @ 16/10/2015, 15:43) 
    È il classico compra/ricompra/scambia/vendi delle società capitalistiche figlie di questo secolo.

    Tra l'altro se vogliamo dirla tutta, la birra ha rotto i coglioni, soprattutto quella artigianale.
    Ogni giorno nasce un nuovo locale o un nuovo microbirrificio per fallire poche settimane dopo.
    Espertoni di questo cazzo discutono sulla qualità, sulle varie sfaccettature del sapore, birra a chilometro zero, ibu, ipa, apa bock, ma sticazzi.

    Datevi al vino in cartone e non rompete i coglioni.

    scusa Piero ma sono d'accordo solo in parte. certo, non va bene essere troppo sofisticati, finisci per rovinarti il piacere di una sana bevuta, però non farei di tutta l'erba un fascio. bisogna anche mantenere la nostra identità: un italiano dovrebbe almeno saper distinguere il gusto di una Dreher da quello di una Moretti o di una bella Nastro ghiacciata, sono le nostre birre nazionali! speriamo che non finiscano per assomigliarsi tutte, dopo questa acquisizione...
     
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  9. Pablo88
     
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    Ma una sana fusione che riconduca allo stile delle Gordon? Soprattutto la Platinum, che ti distrugge come non mai. Una birra buona deve anche poterti aiutare quando vuoi arrivare al coma etilico! :P
     
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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    CITAZIONE (Terron Pedro @ 16/10/2015, 15:43) 
    È il classico compra/ricompra/scambia/vendi delle società capitalistiche figlie di questo secolo.

    Tra l'altro se vogliamo dirla tutta, la birra ha rotto i coglioni, soprattutto quella artigianale.
    Ogni giorno nasce un nuovo locale o un nuovo microbirrificio per fallire poche settimane dopo.
    Espertoni di questo cazzo discutono sulla qualità, sulle varie sfaccettature del sapore, birra a chilometro zero, ibu, ipa, apa bock, ma sticazzi.

    Datevi al vino in cartone e non rompete i coglioni.

    no scusa, per restare in tema, si va di Finkbrau della LIDL
     
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9 replies since 15/10/2015, 16:19   100 views
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