Fika

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    Fika è una parola svedese che indica un concetto non facilmente spiegabile in Italiano.
    Tecnicamente vorrebbe dire “caffé”, non tanto inteso come la bevanda, quanto l’insieme del caffé stesso e di tutte le cose che ci mangiucchi assieme. Perché in Svezia il caffé non si beve mai da solo, neanche alla fine della cena: ci si aggiunge sempre qualcosa, come dei dolci, dei biscotti, una fetta di torta.

    Ma la fika è anche e soprattutto un momento sociale: è la pausa caffè con i colleghi di ufficio o con gli amici, il momento della chiacchierata, cui non puoi letteralmente sottrarti nel corso della giornata.
    Se sei chiamato per la fika non ti puoi praticamente negare, sei moralmente obbligato a partecipare e socializzare.

    Se decidi di offrire il caffé, per il discorso che facevo sopra, dovrai sempre aggiungere anche qualcos’altro (dolcino, brioche, una pasta, etc.), altrimenti lascerai l’impressione di fare le cose a metà.

    Smentiamo qualche luogo comune a riguardo del caffé nordico: non è il caffé americano. Quest’ultimo è molto più allungato e acquoso rispetto al caffé che si beve da queste parti, che invece ha un gusto forte e leggermente pungente.
    Molti italiani schifano per principio il caffé nordico, semplicemente perché non è uguale a quello cui sono abituati. Non è vero che il caffé nordico è meno forte dell’espresso italiano (anzi, c’è più caffeina nel complesso), è semplicemente una bevanda preparata in maniera diversa e che viene bevuta in maniera diversa.
    Personalmente apprezzo parecchio il caffé nordico, e lo alterno senza problemi al caffé all’Italiana fatto con la moka.
    La marca nostrana che si trova più facilmente al supermercato è la solita Lavazza, anche se il “Crema e Gusto” (il mio preferito da parte loro) è al momento distribuito solo da poche catene. Ci sono anche marche svedesi che vendono caffè macinato per moka, ma non le ho mai provate a casa. In compenso mi hanno regalato dell’espresso svedese da torrefazione che è buono.

    Qualunque caffetteria, al giorno d’oggi, ti fa senza alcun problema l’espresso (con inevitabile domanda, almeno finché non impari a dirlo prima tu, “singolo o doppio?), non sempre buono però. Noi Italiani sappiamo bene che il segreto del caffè da bar è la frequenza con cui viene fatto: se la macchina da espresso sta ferma a lungo, il caffè risulta meno buono. Anche per questo, a parte casi particolari, non prendo mai l’espresso al bar da queste parti: lo bevono in pochi e quindi la macchina ha lunghi momenti di pausa.

    Più difficile trovare il caffè all’italiana al ristorante: molti si limitano a tenere il bricco di vetro col caffè nordico mantenuto caldo. Ovviamente, se manca poco, conviene aspettare che abbiano appena riempito la caraffa, perché quello appena fatto è meglio.
    Nelle caffetterie, oltre all’immancabile cappuccino e al “latte” (che è il nostro caffellatte!), si trovano spesso le varianti mocha (caffè + cioccolato). Non aspettatevi di trovare da nessuna parte il “marocchino”, mentre è sicuramente difficile spiegare a chi sta dietro al banco i concetti di “lungo”, “ristretto”, “macchiato” e compagnia.

    Il dolce per eccellenza della fika è il rollino di cannella (kanelbulle, o cinnamon roll in inglese), ma sono anche molto apprezzati wienerbröd, le palline di cioccolato (oggi note come chockladbollar, dato che il nome storico negerbollar è caduto in disuso) e la torta al cioccolato accompagnata da panna montata.
    Discorso a parte per le fette di torte cremose (tårta) che sono una vera e propria, apprezzatissima, meraviglia da fika: su tutte la prinsesstårta (la mia preferita in assoluto), ma anche la white lady e la budapestbakelse. Andare in una konditori (pasticceria) e farsi una fika a base di queste delizie è una vera e propria gioia per il palato.

    Tornando alle caffetterie, Starbucks, per chi se lo chiedesse, qui non esiste: esistono però catene similari che portano nomi esotici come Wayne’s Coffe, Coffehouse by George o il più italo-internazionale Ritazza, che si trova in stazioni ed aeroporti. Il consiglio, però, è di andare in caffetterie (oppure konditori) artigianali, dove si possono trovare cose più particolari e gustose per accompagnare il caffé.

    Insomma: per chiunque venga in Svezia, la fika è un’esperienza da provare senza esitazioni, in grado di rallegrarvi la giornata nel migliore dei modi!

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    Prinsesstårta

    Budapestbakelse_B%C3%85n

    Budapestbakelse

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