Scoperta la prima raganella fluorescente

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Scoperta la prima raganella fluorescente

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    Vicino a Santa Fe, in Argentina, gli scienziati si sono imbattuti in una rana degli alberi molto speciale. Con molecole bio-fluorescenti del tutto diverse da quelle studiate finora

    Negli animali terrestri la bio-fluorescenza, la naturale capacità di assorbire la luce a una certa lunghezza d’onda per rifletterla a lunghezze d’onda maggiori, è piuttosto rara. Ora gli scienziati hanno scoperto la prima rana dotata di questa abilità: è Hypsiboas punctatus, la raganella polka-dot, e si serve di molecole per la fluorescenza completamente diverse da quelle studiate in altri animali come alcuni coralli, scorpioni, pappagalli e pesci, ma anche uno squalo (Cephaloscyllium ventriosum) e la tartaruga embricata, tra le ultime specie ad unirsi al club.

    Se osservate questa rana degli alberi sotto la luce normale, nelle foreste del Sudamerica in cui vive, il suo corpo multicolore varia dal giallastro al verde e presenta una “fantasia” di puntini rossi alla quale la specie deve il nome. Ma con un’illuminazione più soffusa e il contributo degli ultravioletti, ecco che l’animaletto cambia abito come Wonder Woman e risplende di un blu e un verde accesi. Il motivo ancora non lo sappiamo, come per molte delle altre specie che si illuminano allo stesso modo, ma è probabile che sia ecologico e/o legato al comportamento: un modo per comunicare con i conspecifici, per mandare informazioni a un potenziale partner o ancora mimetizzarsi meglio con l’ambiente o trovare e attirare le prede.

    Come riporta Nature, inizialmente la raganella sudamericana aveva attirato l’attenzione degli scienziati perché dotata di un particolare pigmento di colore verde, chiamato biliverdina. È presente nella bile prodotta dal fegato -in minima parte anche nel nostro- e normalmente contribuisce alla colorazione verde dei tessuti degli anfibi e degli uccelli. Negli insetti, al contrario, può produrre una fluorescenza di un distinto color rossastro. Ma la biliverdina si è rivelata solo un primissimo indizio, perché la vera risposta sta in delle molecole molto meno studiate. E uniche nel loro genere nell’ambito della fluorescenza animale.

    Come spiegano nello studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, Carlos Taboada e i colleghi hanno scoperto che la specie si serve per brillare di una particolare combinazione di molecole chiamate iloine. Si trovano nel tessuto linfatico, nella pelle e nelle secrezioni ghiandolari, dove emettono una fluorescenza che contribuisce con il 18-29% alla luce visibile durante la notte o al crepuscolo. Il risultato sono raganelle bene illuminate e più facili da vedere per un conspecifico dotato di una buona visione notturna.

    I risultati mostrano una “fonte di pigmentazione senza precedenti negli anfibi”, scrivono gli scienziati su PNAS, “e mette in evidenza la potenziale importanza della fluorescenza nella percezione visiva in ambienti terrestri”. Anche perché di come queste raganelle vedano il mondo intorno a loro sappiamo ancora poco, un aspetto che Taboada vorrebbe esplorare negli studi futuri. Esistono oltre 200 specie di raganelle con una pelle simile a H. punctatus, ed è possibile che la bio-fluorescenza non sia poi così rara come pensavamo un tempo.
     
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    Beh, se vuoi attirare insetti l'illuminazione è la prima cosa :D
     
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1 replies since 18/3/2017, 14:56   20 views
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