Ho fatto la spesa con un sommelier per capire che vini comprare quando hai pochi soldi

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    Dio li fa, Chuck Norris li distrugge, Mc Gaiver li aggiusta

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    Ho fatto la spesa con un sommelier per capire che vini comprare quando hai pochi soldi

    Poco budget ma il sogno di bere vini quantomeno decenti? Sono andato con un esperto di vino al supermercato che mi ha dato un sacco di consigli utili.



    Personalmente, ogni volta che mi trovo a dover scegliere del vino da portare a una cena lo faccio con lo stesso spirito con cui compro il regalo di Natale a mia zia che vedo tre volte l'anno: scelgo qualcosa di estremamente economico ma che abbia la patina di qualcosa di prezioso.

    Non ci vuole un master in strategie di marketing per capire che spesso non è esattamente il modo giusto di scegliere dei vini. Ora, visto che sto entrando in quella fase d'età in cui realizzi che le cene a casa con gli amici sono un'ottima alternativa alle serate in giro a ingollare latte di birra, ho pensato che fosse giunto il momento di smettere di fare figuracce nelle cucine dei miei amici.

    Per farlo, ho deciso di contattare Jacopo Cossater - un sommelier e wine writer veneto - e chiedergli di accompagnarmi in un supermercato a scegliere dei vini con l'obiettivo finale di portarmi a casa delle buone bottiglie di vino rientrando nel budget di spesa più basso possibile.

    Con punti vendita in tutta Italia e, solitamente, un reparto ben fornito, abbiamo optato per una Coop e quando arriviamo, ci troviamo effettivamente davanti a "una buona selezione di vini," mi dice Jacopo.

    La prima cosa che mi consiglia l'esperto è proprio quella di saltare a piè pari lo scaffale più in basso. "Trovare un vino decente nell'ultimo scaffale è davvero difficile. Solitamente in quella zona trovi vini di marchi con un'ampissima distribuzione e grandi produttori che hanno una forte capacità di vendita anche se non sono di buona qualità," chiarisce.

    Così, sotto lo sguardo terribilmente mite degli altri clienti di fronte alle fotocamere, procediamo. " So che sono qua per farti comprare del buon vino a un buon prezzo, ma purtroppo devo dirti che dobbiamo evitare tutti i vini che sono sotto i 4 euro," mi dice. "Tra spese di produzione, confezionamento e logistica è davvero poco plausibile che a quel prezzo ci sia qualcosa di "buono"".

    Una volta fatta questa prima cernita, Jacopo mi spiega che sulle etichette ci sono molte cose da cui possiamo trarre indicazioni sulla qualità di un vino. "Esistono naturalmente molte eccezioni ma nel dubbio meglio andare sul sicuro: il vino deve sempre riportare in retroetichetta la scritta "prodotto e imbottigliato da" oppure "prodotto all'origine da", un obbligo di legge che garantisce ai consumatori una certa sicurezza sulla filiera e sul fatto che chi ha imbottigliato quel vino è anche la stessa azienda agricola che ne ha coltivato le uve," mi spiega.



    A proposito di questo Jacopo sottolinea che comunque è sempre meglio che ogni dicitura sia seguita dal nome dell'azienda agricola piuttosto che da una sigla incomprensibile, spesso sinonimo di oscuri imbottigliatori.

    A questo punto Jacopo, con una sorta di ghigno in faccia, mi invita a iniziare a scegliere delle bottiglie. Così, mentre faccio una battuta sul Tavernello - e scopro che è tra i cinque vini più venduti al mondo - , inizio a muovermi tra le bottiglie che costano cinque euro. Dopo aver letto le etichette propongo due vini rossi: un Montepulciano Tenute del Cerro 2015 da 6 euro e 90 e un R osso dei Colli Altotiberini 2015 di Polidori da 5 euro e 10.

    Jacopo sembra soddisfatto dalla mia scelta. "Sei stato abbastanza bravo perché hai scelto due vini "locali" [in questo caso siamo in Umbria]," mi spiega. "Molti supermercati come l'Esselunga e la Coop da tempo offrono alcune bottiglie comuni a tutto il territorio nazionale e altre individuate all'interno della regione dove si trova il punto vendita. Quindi, il cosiddetto "chilometro zero", a differenza di altri settori, nel vino funziona e quindi vedi spuntare sugli scaffali bottiglie di sicuro interesse a prezzi davvero contenuti.

    Il sommelier poi aggiunge che, inconsapevolmente, ho fatto una buona scelta varietale perché ho evitato vini "famosi". "Ovviamente nei supermercati trovi anche bottiglie di Barolo, Brunello di Montalcino, Taurasi che però non possono costare così poco [10-12 euro]," dice . "È molto meglio scegliere qualcosa di più giovane e di più economico come hai fatto tu."

    Con le prime due bottiglie nel carrello chiedo, invece, un parere sui Rosè. Jacopo mi spiega che sono tendenzialmente da evitare perché a differenza dei rossi e dei bianchi in generale, i rosè più buoni sono prodotti artigianali che non hanno una grandissima distribuzione e che costano molto.

    Saltando così, il reparto dei Rosè, ci concentriamo sui bianchi. Inizialmente, scelgo un Pinot Grigio e Jacopo mi dice che lo stesso discorso dei vini famosi vale anche per i bianchi. "Molto onestamente eviterei bianchi come Gewürztraminer, Chardonnay e Pinot grigio, preferendo uve meno note che non rientrano nella produzione su vasta scala" chiarisce mentre mi suggerisce un Greco di Tufo dei Feudi San Gregorio 2016. "Anche se costa un po' di più che i rossi che abbiamo preso, questo è un ottimo vino per 8 euro."

    "Un altro consiglio che mi sento di darti è riguardo la tipologia di produttori: le cantine sociali offrono dei buoni compromessi," aggiunge Cossater. "Avendo dei numeri piuttosto grandi e una grande attenzione nei confronti del lavoro dei soci riescono a proporre vini più che discreti a prezzi modici. Sono molto buone, ad esempio, le cantine sociali della zona dell'Alto Adige".

    Al Greco di Tufo il sommelier accosta poi un Grechetto di Caprai 2016 in offerta. "È stupido dirlo ma anche le offerte sono da tenere d'occhio," mi dice. "In questo caso, un grechetto di Caprai a 4 euro e 65 non è male per niente e come avrai notato rispecchia tutto quello di cui abbiamo parlato."

    Cercando di trovare altre variabili di scelta, chiedo a Jacopo cosa ne pensa del biologico." Ovviamente mi piacciono, cioè la produzione biologica è tendenzialmente un "plus". Non sono frequentissimi nei supermercati, ma si possono trovare," risponde. "Spesso con piccole denominazioni locali e di piccole cantine locali, quindi vanno benissimo."

    Infine, anche se potrebbe sembrare poco rilevante nei vini da GDO, chiedo al Sommelier qualche delucidazione sull'annata. "Al supermercato generalmente troviamo i vini d'annata quindi per quest'anno sui rossi protenderei per il 2015 o 2016, invece sul bianco 2016," conclude.

    Con 4 bottiglie di vino nel carrello per una spesa totale di 24 euro e 65, Jacopo sembra abbastanza soddisfatto del risultato. Così, mentre ci stiamo avvicinando alla cassa chiedo a Jacopo cosa fare se fossi obbligato a scegliere solo tra vini davvero di bassa bassa gamma: "be', nel caso non ci sia niente che corrisponda a quanto abbiamo detto finora," mi risponde, "è meglio buttarsi su un rosso molto molto alcolico e quindi un tipo di vino che probabilmente sarà stato soggetto a un protocollo produttivo meno invasivo di molti altri bianchi proposti allo stesso prezzo. Ma questo va preso con le pinze."

    A questo punto, Jacopo mi dice che approfitterà dell'occasione per fare della spesa per casa sua. Ci salutiamo e mi avvio alla cassa felice del mio bottino alcolico mentre penso al mio prossimo obiettivo da raggiungere: comprare dei regali di Natale decenti a mia zia.

    Infine, anche se potrebbe sembrare poco rilevante nei vini da GDO, chiedo al Sommelier qualche delucidazione sull'annata. "Al supermercato generalmente troviamo i vini d'annata quindi per quest'anno sui rossi protenderei per il 2015 o 2016, invece sul bianco 2016," conclude.

    Con 4 bottiglie di vino nel carrello per una spesa totale di 24 euro e 65, Jacopo sembra abbastanza soddisfatto del risultato. Così, mentre ci stiamo avvicinando alla cassa chiedo a Jacopo cosa fare se fossi obbligato a scegliere solo tra vini davvero di bassa bassa gamma: "be', nel caso non ci sia niente che corrisponda a quanto abbiamo detto finora," mi risponde, "è meglio buttarsi su un rosso molto molto alcolico e quindi un tipo di vino che probabilmente sarà stato soggetto a un protocollo produttivo meno invasivo di molti altri bianchi proposti allo stesso prezzo. Ma questo va preso con le pinze."

    A questo punto, Jacopo mi dice che approfitterà dell'occasione per fare della spesa per casa sua. Ci salutiamo e mi avvio alla cassa felice del mio bottino alcolico mentre penso al mio prossimo obiettivo da raggiungere: comprare dei regali di Natale decenti a mia zia.

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    Diciamo che comprare i vini alla GIO non è mai una buona idea.
    Se proprio non posso andare in enoteca o da qualche contadino o produttore in provincia che conosco, meglio bere acqua
     
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1 replies since 30/6/2018, 13:46   25 views
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